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Autore: Nikita_    26/11/2012    1 recensioni
E poi c'è Harry Styles e un piano per spezzargli il cuore.
Deborah è nuova, e non ha esperienza in situazioni del genere. Riceve una proposta, una vendetta generale di cui lei sarebbe la portavoce.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Terza scuola che cambio nell'arco di tre anni, non è una buona media e probabilmente, il lavoro di mio padre mi porterà via anche da qui. Meglio, sono in cortile e l'aria che c'è già non mi piace.
Ne avrò viste passare già dieci, di ragazzette fin troppo convinte della propria bellezza, con abitini mini e gonne che somigliano a culotte. Mi chiedo come non facciano ad avere freddo a settembre, per me rimarrà sempre un mistero. 
Io avvolta nella mia felpa, sono seduta su un muretto e aspetto che suoni la campana. La prima campana dell'anno. Ormai, alla solitudine dei primi giorni ci ho fatto il callo. Non che sia una persona che socializza molto, ma qualcuno che mi va a genio lo trovo sempre. 
Ho sonno, e preferirei essere rimasta a casa, tanto, a scuola, io imparo solo il minimo indispensabile. Ma le prof hanno pietà di me perchè faccio dei continui spostamenti, e mi accreditano sempre uno o due voti in più, dandomi altri motivi per non toccare libri.
La campana suona e vado verso la classe. Con la stessa voglia e gioia con cui un carcerato va verso il patibolo. Leggo qualche inserzione sul muro. Ho sentito parlare di questa scuola, in passato. A quanto pare ha la miglior squadra cheearleader e la seconda miglior squadra di basket di tutta l'Inghilterra. 
Come cazzo ci sono finita qui io che sono impacciata in tutto? Bene, vorrà dire che non farò nessun corso dopo la scuola. Pff, come se ne avessi mai fatto uno. 
Butto i libri sul banco, senza curarmi dei miei compagni di classe. Tanto con loro, probabilmente ci trascorrerò solo un anno. Sento gli sguardi sulle mie spalle, ma come biasimarli? Squadrerei anche io dalla testa ai piedi un nuovo arrivato nella classe, solo che, non ho mai provato questa sensazione, la nuova arrivata sono sempre stata io. 
''Bene, un'alunna in più quest'anno?'' l'uomo di fronte a me mi lancia uno sguardo di intesa e io annuisco.''Presentati'' continua sorridendomi. Io dal primo banco al centro non faccio cenni di vita e rimango con lo sguardo fisso al suo, quasi come se lo stessi sfidando. ''Non ho niente da dire.'' ridono come se avessi detto una barzelletta, queste ochette. 
''La dici a me una cosa? Li compri alla discarica i vestiti?'' mi volto sentendo la voce di una ragazza provenire dal fondo dell'aula e scontro la faccia di una finta rossa che mi sorride beffarda. Squadro il suo top e i suoi pantaloncini. ''Per lo meno io sono vestita e non faccio la prost..'' mi blocco per non finire la parola e essere spedita in presidenza, non sarebbe un bel traguardo il primo giorno. 
Intorno a noi tutti hanno percepito le scintille che sono nate con quelle due semplici frasi e continuano a fissarci aspettando una risposta da una delle due. Io mi alzo e vado accanto al prof, poggiandomi anche io sulla cattedra e incrociando anche io le gambe. 
''Insomma, cosa dovrei dirvi? Il mio nome? Mi chiamo Deborah, ma sono sicura che non vi interessa. Cos'altro dovrei dirvi? Ho cambiato tre scuole e sono sicura che non mi fermerò qui per molto. Non sono la ragazza più simpatica del mondo, e proprio per questo, se l'intento di qualcuno di voi è quello di offendermi o rendermi debole a suon di insulti e battutine, non si aspetti che mi arrenda, sono forse l'osso più duro che potevate trovare. Gli insulti, potrei inventarli apposta per voi. Se volete definirmi come 'quella strana', vi capirò, perchè dal vostro punto di vista lo sono. Solo che la piccola differenza che divide me tra voi, è, che mentre, voi cambiate di stagione in stagione a seconda delle mode, io rimango sempre la stessa, d'estate, d'inverno, nel duemilaedodici o nel duemilaetredici.'' forse la presentazione ad effetto più efficace che abbia mai fatto, dovrei appuntarmela, così da ripeterla nella prossima scuola. Dopo aver lasciato tutti a bocca aperta, forse per la mia estrema sincerità, torno al banco. Nessuno osa replicare le mie parole, mi sono creata uno scudo invisibile. 
 
Cosa volevo aspettarmi dal primo giorno di scuola? Lo studio è stato l'ultimo pensiero del prof. Hanno passato le cinque ore a parlare di cose futili, mentre dal fondo dell'aula proveniva odore di smalto, che probabilmente si stavano spalmando sulle unghie le vipere che sedevano agli ultimi banchi. Delle vacanze altrui, non me ne fotteva niente, ma l'uomo ha insistito per sapere ogni dettaglio sull'estate di tutti. Pensare che una certa Jenny si è fatta anche scappare che si è scopata un paio di ragazzi, ma viste le espressioni degli altri, non era una novità. Mi soffermo un pò di più in aula perchè voglio aspettare che la massa di capre che affolla l'uscita non mi travolga. Conto i gessetti sulla cattedra e quando li finisco esco chiudendo la porta. Nei corridoi sono rimaste veramente poche persone, ma neanche loro evitano di posare su di me i loro sguardi. 
Una mano si posa sulla mia spalla, accompagnata da un profumo di vaniglia quasi nauseante. Mi volto e riconosco la stessa ragazza di prima, quella che ha fatto la battutina sui miei vestiti e perplessa le chiedo con gli occhi cosa voglia. Lei si sposta una ciocca di capelli dalla spalla e lanciando lo sguardo alle sue ancelle dietro, mi porge la mano. Io riluttante la stringo. 
''Megan, piacere.'' oh, davvero una come lei sa dire una frase sensata? Secondo me le sono serviti almeno trenta minuti di preparazione, prima di dirla. 
''Deborah.'' dal mio tono si intuisce il poco interesse nei suoi confronti. Alle sue spalle avanza un'altra ragazza, vestita con lo stesso top e la stessa gonna, e dando un'occhiata più lontana, alle altre dietro, riesco a capire che è una divisa, suppongo siano ragazze pon pon. Si presenta anche lei, con una voce da cartone animato, e trattengo una risata per non scoppiare a ridere in faccia alla povera biondina. A turno,so i nomi di tutte, ma mi chiedo ancora perchè abbiano fatto un passo avanti e si siano presentate. 
''Questo è il mio numero, inviami un messaggio e magari oggi pomeriggio potremo consocerci meglio.'' Megan mi porge un biglietto e forzando un finto sorriso me lo nascondo in tasca, salutando tutte con un rapido gesto con la mano e scomparendo dietro il cancello dell'entrata. Mi puzza qualcosa. 
Cinque ragazze come  quelle,non avrebbero motivo per cercare l'amicizia di una come me. In qualsiasi caso, non le invierò mai un messaggio. 
Torno a casa e sbattendo la porta poso lo zaino al muro appendendo il giubotto. Papà mi accoglie con un sorriso, che conosco. E' il solito sorriso che fa per scusarsi della sua vita troppo frenetica, che a sua volta fa diventare così anche la mia, è il sorriso che fa ogni volta che mi vede tornare da una scuola nuova, fiero forse, che io riesca ad abituarmi a tutto. 
''Ciao papo'' solito tono, solite parole di ogni rientro a casa, solito posto nel divano dove mi butto. ''Tutto bene?'' gli frega davvero di come mi vada la giornata? Domande perbeniste e quasi obbligatorie, per completare gli ordini di padre. ''Si, diciamo di si.'' oh, tranquilli, non mi chiederà perchè ho aggiunto 'diciamo di si' dei miei problemi gliene fotte na sega, per lui la vita è lavoro e io forse sono solo un peso. ''Ha chiamato la scuola, forse domani mancherò un professore quindi dovrei firmarti una carta con scritto che in caso di uscita anticipata bla bla..cose burocratiche insomma. Non hai il numero di una compagna a cui potresti chiedere?'' ecco perchè tutta quella dolcezza, gli serve un favore per evitare che io domani gli chiami in preda alle crisi isteriche per chiedergli di venirmi a prendere. ''Si, ma no.'' la mia risposta non ha senso. ''Si o no?'' trattiene una risatina per tornare al tono autoritario con cui aveva cominciato il discorso. ''Si cel'ho il numero, ma non voglio cercarla questa qui.'' la prima volta che racconto a mio padre qualcosa sulla mia vita, dovrei segnare questo giorno sul giornale. ''Inviale un messaggio e via.'' fosse così facile papo. Ma questa qui da me vuole qualcosa, e considerando che a me ha fatto la stessa impressione del diavolo, io non voglio cercarla. ''No.'' ribatto secca cercando di far funzionare il telecomando della tv che non sembra dare segni di vita. ''Inviaglielo e basta.'' continua la sua voce martellante. ''No.'' stessa risposta e stesso tono di prima. ''Ti tolgo la paghetta.'' le minaccie funzionano sempre con me, e lui lo sa. Devo riuscire a scovare il suo punto debole. ''Ti odio.'' borbotto tra me e me uscendo dalla tasca il telefono. Con le dita cerco nello zaino il fogliettino. Quando lo trovo lo apro e aggiungo il numero alla rubrica. ''Megan, sono Deborah, sai se domani bisogna portare qualche firma?'' Invio. Dritta al punto, senza giri di parole, senza chiederle come va o come sta, perchè non mi interessa, io voglio sapere solo se bisogna portare quella fottuta firma, punto. ''No tesoro, comunque sto malissimo ho bisogno di aiuto morale.'' lo rileggo due volte sperando di aver letto male, TESORO? E aspettate un momento, cosa si aspetta adesso, che io la aiuti e le dica che andrà tutto bene? Infondo sta stronza non mi ha neanche detto se la firma serve o no. Le rispondo per educazione e per scazzo, in tv non c'è mai niente di interessante. ''Che è successo?'' ora penserà che me ne frega qualcosa, lo sapevo, non dovevo risponderle. La risposta quasi immediata arriva qualche secondo dopo. ''Si tratta di un ragazzo, ho scoperto che si è portato a letto me e le altre mie amiche, tenendoci all'oscuro una dall'altra.'' cosa si aspettava? che dopo essersela scopata magari al primo appuntamento le avrebbe chiesto di sposarlo? Pff, problemi da ochette troie. Che poi, se fosse successo a me io gli avrei fatto talmente tante torture -mentali e fisiche- che lo avrei fatto pentire di essere nato. 
''Mi dispiace.'' il punto alla fine rende la frase più fredda. Ma in realtà non me ne frega un cazzo, nemmeno mi dispiace, la prossima volta ci pensa due volte prima di portarti a letto uno. ''Mi aiuteresti? Ho un piano in mente.'' e se, voleva arrivare fin dall'inizio a chiedermi questo? Forse il mio essere prevenuta questa volta mi aveva dato una buona previsione. ''Che dovrei fare?'' sto davvero parlando con lei? E mi sto davvero facendo convincere da una pecora con il qi pari a quello di una matita -matita se stai leggendo scusami per il paragone- a fare qualcosa? Bho, non so, aspetto la risposta. Questa volta mi risponde solo qualche minuto dopo, ma il messaggio è molto più lungo, quindi il suo cervellino ha preteso molto tempo per elaborarlo. ''Ti presento Harry Styles. Lui è il ragazzo che ha rotto i cuori di quasi tutte le ragazze della scuola. Puttaniere, conosciuto come tale, famoso per il suo fisico e per le sue 'bravure' a letto. E' l'unico ragazzo che è riuscito ad ingannarmi, in tutta la mia vita. Adesso però, vogliamo tutte vendetta. Vogliono vendetta le mie amiche, le amiche delle mie amiche, vuole vendetta qualsiasi ragazza sia stata usata e ingannata da Harold. E il tuo compito sta qui. Tu hai il compito di farlo innamorare, e sappiamo che puoi. Ne hai le capacità. Devi farlo innamorare, ma non devi mollargliela. E poi, quando sarà completamente cotto, devi spezzargli il cuore. E noi saremo lì, riunite, a celebrare la sua sconfitta.'' OCCAZZO. DAVVERO QUELLA CAPRA IN CALORE HA  SCRITTO QUESTO MESSAGGIO? Ok, ma devo spostare il pensiero. Insomma, accettare o no? Non vorrei cacciarmi nei guai.



CCCCCCCCCCCCCCCCIAO C:
Ho preso spunto dal film 'il mio ragazzo è un bastardo.' che ve ne pare? c:
Continuo a una recensione c:
  
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