Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Moreno99    26/11/2012    0 recensioni
Uno dei miei libri preferiti della saga è sempre stato il Calice di Fuoco. Da fanwriter, dunque, mi piace rimaneggiarlo un po'. In questo caso ho deciso di narrare cosa sarebbe successo se, al posto dei ragazzi di Beauxbatons, fossero arrivati studenti da un luogo ben più lontano... volendo inoltre dare un minimo di credito ai tanto bistrattati Tassorosso, la storia verrà narrata dal punto di vista di due ragazze appartenenti a questa Casa.
Detto ciò, vi auguro una buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Rivedeva tutta la scena davanti a sé.
I rumori che le stavano impedendo di dormire, dapprima grida festose, si erano trasformati in urla di terrore, e scalpiccio di gente che correva.
- Eileen, corri!
Lei non se lo era fatto ripetere due volte. Stava soltanto sperando che almeno in sogno le cose non andassero come erano andate quel giorno….
Purtroppo, dovette ricredersi. Non appena uscì dalla tenda, le luci, i fuochi, tutto era esattamente lo stesso… e quei poveri Babbani che fluttuavano nell’aria, terrorizzati….
- Vai verso il bosco!
Suo padre aveva ragione, stare lì era troppo pericoloso… come aveva fatto anche quel giorno, corse così lontano da far sparire tutte quelle luci… e fu soltanto quando si rese conto che gli alberi erano l’unica cosa che la circondava che capì di essersi persa.
Si sedette sull’erba, portandosi le ginocchia al petto: sapeva che non sarebbe arrivato nessuno a prenderla se non dopo aver scongiurato ogni pericolo di attacco da parte dei Mangiamorte, dunque gridare per cercare aiuto sarebbe stato stupido ed inutile.
E poi le urla. Sentiva sempre più gente scalpicciare a pochi metri da lei, ma aveva troppa paura per farsi notare… eppure, i passi erano sempre più vicini….
Poi, vide un’ombra che avanzava verso di lei. Ecco, forse almeno in sogno qualcosa sarebbe andato diversamente, forse quella persona era venuta a prenderla….
Poi vide la veste nera, il cappuccio e la maschera. Un Mangiamorte.
Lo vide alzare il braccio, e puntare la bacchetta verso di lei….

- Eileen, svegliati! È tardissimo!
Eileen aprì gli occhi. A svegliarla era stata una ragazza che, proprio davanti a lei, stava preparando la borsa.
- Lilian, dai, è ancora presto… - disse, stropicciandosi gli occhi. Per tutta risposta, l’amica le schiaffò davanti la sveglia. Segnava le 7.30.
- Oh, cavoli! – esclamò Eileen, saltando fuori dal letto – Perché non mi hai svegliata prima?
- Anch’io mi stavo preparando. Coraggio, avrai tutto il tempo di dormire domani mattina.
Eileen si infilò in bagno, cercando di fare il più in fretta possibile. Lei e Lilian erano già arrivate tardi il giorno prima, ed era sicura che la McGranitt non avrebbe tollerato un altro ritardo.
Lilian sarebbe rimasta ad aspettarla, come sempre. A volte si meravigliava di quanta pazienza potesse avere quella ragazza con lei. Lilian era la classica perfettina, puntuale come un orologio se non addirittura in anticipo; lei invece era più distratta, faceva sempre tutto di fretta e all’ultimo momento, in particolare se si trattava di prepararsi per uscire.
Quando uscì dal bagno, Eileen trovò Lilian seduta sul letto, la borsa a tracolla già sulla spalla, e con un’espressione abbastanza impaziente in volto.
- Calmati, non faremo tardi… se corriamo un po’ – disse Eileen.

 

*



Le due ragazze riuscirono ad arrivare solo con qualche minuto di ritardo. La McGranitt, stranamente, le fece entrare senza dire nulla e senza togliere punti alla loro Casa, Tassorosso.
Dev’essere per ciò che succederà stasera, pensò Lilian.
Quell'anno Hogwarts avrebbe ospitato il Torneo Tremaghi, e per quella sera era previsto l'arrivo delle delegazioni straniere.
Eileen era molto eccitata all'idea; in particolare, la considerava un'ottima occasione per conoscere ragazzi carini.
Lilian si sedette accanto a Roger, il suo migliore amico.
- Eileen è sempre la solita, vero? - mormorò lui.
Lilian annuì, rassegnata, mentre la professoressa le porgeva il procione che avrebbe dovuto trasfigurare in uno scoiattolo.
- Per fortuna la professoressa non ha detto nulla - disse Lilian, tirando fuori la bacchetta.
Per le seguenti tre ore furono occupati a trasfigurare i propri animali. Era comunque palpabile nell'aria l'eccitazione: alcuni di loro erano dell'età giusta per partecipare… altri invece ci avrebbero provato comunque.
- Professoressa, chi sarà a scegliere i campioni? - domandò uno dei gemelli Weasley.
- Non è affar tuo, Weasley… se non sbaglio non hai l'età giusta - rispose la McGranitt.
- Ma professoressa….
- Niente ma, e ora torna a trasfigurare il tuo procione.
Lilian scosse la testa.
- Io mi chiedo perché provino tanto divertimento nell'andare ad ammazzarsi - disse.
- È l'amore per il rischio - rispose Roger.
- Tipico di ogni Grifondoro che si rispetti - disse Lilian, mentre osservava sconsolata il suo procione che era diventato uno scoiattolo dal pelo bianco e nero.
- Più concentrazione, signorina, e meno chiacchiere col compagno - disse la McGranitt, che nel frattempo si era avvicinata a loro.

 

*



Le ore passarono in fretta, e per loro fortuna, a causa dell'arrivo degli stranieri, le lezioni terminarono prima. Eileen in particolare sembrava non esserne dispiaciuta.
- Storia della Magia con Ruf… a volte mi chiedo cosa mi abbia convinta a continuare con questa materia - disse, sistemandosi la sciarpa al collo mentre aspettavano gli ospiti nel parco.
- Me lo sto chiedendo io per te, guarda - rispose Lilian.
- La puntualità non è il loro forte - disse Roger guardando l'orologio.
Lilian lo imitò. Erano le sei e un quarto della sera, e gli ospiti sarebbero dovuti arrivare alle sei; a giudicare però dalla quiete al di là dei cancelli, nessuno sembrava essere in procinto di arrivare.
- Siamo proprio sicuri che arriveranno da….
Eileen non fece in tempo a finire la frase che la terra cominció a vibrare, e dovette aggrapparsi allo studente davanti a sè per non cadere.
- Mi chiedo perché arrivare da sottoterra! - fece Lilian, cercando di mantenersi in equilibrio.
- No, non da sottoterra - disse Roger, tranquillo, indicando il lago.
Un grosso vascello stava lentamente emergendo dal lago, la bandiera rossa issata sul pennone che sventolava maestosa nonostante il viaggio subacqueo.
- Durmstrang - disse Roger.
Lilian lo guardò, stupita. - È appena emersa dal nostro lago una nave enorme e tu rimani così impassibile?
- Ho un amico di penna che ha studiato lì… non appena ha saputo del Torneo mi ha riferito tutto - rispose il ragazzo. - In compenso, non ho la minima idea di chi siano gli altri ospiti.
Dal vascello uscì un gruppo di studenti e studentesse, tutti avvolti in pesanti pellicce marroni. Sicuramente dovevano avere caldo, il clima inglese era più mite rispetto a quello a cui erano abituati.
Davanti a loro c'era il preside, un uomo magro e col pizzetto che indossava una pelliccia appena più decorata di quella dei suoi studenti, e accanto a lui….
- Ooooh - fece Roger, stavolta stupito. Alcune ragazzine più avanti cominciarono a strillare. Lilian non aveva idea di chi potesse essere; in ogni caso, non sembrava essere una persona gradita ad Eileen.
- Chi è? - domandò Lilian.
- Viktor Krum - risposero gli altri due in coro.
- È il Cercatore della squadra di Quidditch della Bulgaria, ed è solo un anno avanti a noi - continuò Roger.
- Se è qui, dev'essere molto bravo - disse Lilian.
Silente salutò il preside, Igor Karkaroff, e gli studenti, che si disposero in fila accanto agli studenti di Hogwarts. Tutti quanti, ora, attendevano l'arrivo dell'altra delegazione di studenti.
- Sicuramente saranno i francesi, da Beauxbatons - disse Eileen.
Una ragazza davanti a loro si girò, e disse: - Non penso. Ho sentito la McGranitt parlare con Madama Chips mentre ero in infermeria l'altro giorno, pare che questi vengano dall'Asia….
Non sapevano se fidarsi di quelle parole; del resto, l'Asia era molto lontana, e sarebbe stato più plausibile l'arrivo di studenti europei. In quel momento non restava altro che aspettare.
Ad un certo punto, a rompere il silenzio non fu soltanto il cicaleccio degli studenti, ma anche uno strano rumore, simile a quello provocato dallo sbattere di enormi ali d'uccello. Parecchie teste si alzarono verso il cielo.
- Wow - disse Eileen.
Nel cielo sopra di loro vi era una specie di drago enorme che, sbattendo le ali, si dirigeva verso l'ampio spazio libero davanti a loro.
Non era un drago vero; nonostante il corpo sinuoso e le lucenti scaglie che sembravano vere era decisamente troppo grande per essere reale, e i movimenti delle ali erano troppo meccanici per essere quelli di un vero drago.
Il drago finalmente atterrò, e il suo fianco si sollevò, rivelando una grande apertura.
La prima ad uscire fu una donna. Indossava uno splendido kimono verde con decorazioni blu, e aveva un portamento fiero, quasi altero. Silente le venne subito incontro.
- Ninomiya-sensei, benvenuta! - disse, inchinandosi e facendole il baciamano. La donna lo guardò un po' stranita: evidentemente non si aspettava un'accoglienza del genere.
- È la preside! - esclamò Roger, stupito.
Anche Lilian era abbastanza stupita al riguardo: la donna, infatti, sembrava solo di qualche anno più anziana di una studentessa, e ciò cozzava parecchio con l'idea di preside anziano a cui Silente li aveva abituati.
La donna fece un piccolo cenno, e dall'apertura del drago uscirono gli studenti.
Davanti a tutti stava un gruppetto di cinque ragazzi; anch'essi, come la loro preside, indossavano un kimono, che nel loro caso era di varie tonalità di rosso.
Gli altri studenti, invece, indossavano delle semplici divise scolastiche; tutti loro rivolgevano i loro occhi a mandorla verso tutto ciò che li circondava, soffermandosi in particolare sugli studenti di Hogwarts e Durmstrang, così diversi da loro.
- Noi dell'Himawari Gakuen siamo lieti di essere qui, Silente-sensei - disse la preside Ninomiya.
- Spero che la cena stasera sia di vostro gradimento - disse Silente.
- Immagino che sarà deliziosa, - rispose la donna, mentre entravano nella Sala Grande - Ma prima, un piccolo regalo da parte nostra!
Nel pronunciare queste ultime parole aveva leggermente alzato la voce, attirando l'attenzione dei ragazzi in kimono, che subito si rivolsero verso di lei.
- Ci regalano… questi ragazzi? - domandò Eileen.
- Non sperarci troppo - rispose Lilian, ridendo.
- Hai a disposizione noi, maschi aitanti di Hogwarts, proprio un giapponese devi cercarti? - fece Roger. Dietro di loro si sentirono delle risatine acute, che provenivano da due ragazze dell'Himawari che erano dietro di loro.
- Ooh, ho fatto colpo! - mormorò il ragazzo, dirigendosi poi verso il tavolo di Grifondoro.
- Coerenza portami via! - esclamò Eileen, mentre assieme all'amica prendevano posto al tavolo di Tassorosso.
Il brusio nella Sala si interruppe abbastanza bruscamente quando la preside Ninomiya batté le mani, e i ragazzi in kimono, in fila, attraversarono la navata centrale e si disposero davanti al tavolo degli insegnanti.
Dopo aver rivolto un profondo inchino agli insegnanti, si girarono e si inchinarono davanti agli studenti.
Poi, la preside batté di nuovo le mani… e la magia cominciò.
Una musica incalzante si diffuse nell'aria, e i ragazzi si misero a danzare….
- Non vedo un accidente - disse Eileen, allungando il collo per sovrastare la serie di teste davanti a lei.
Quasi come se l'avesse sentita, uno dei cinque ragazzi uscì dalla formazione, e attraversò a passo di danza il corridoio tra il tavolo di Tassorosso e quello di Corvonero, proprio davanti a loro.
Qualcosa cominciò a cambiare: il ritmo della musica divenne più serrato, e con essi i passi del danzatore davanti a loro; il ragazzo si muoveva leggero, saltando e facendo piroette quasi come se stesse volando; con grande stupore di tutti, il ragazzo mentre danzava cominciò a far scaturire scintille dalle mani: piccoli frammenti di luce che sfrecciavano per la Sala, svanendo davanti agli occhi spalancati degli studenti proprio appena in tempo perché non finissero loro addosso.
Lilian si voltò per osservare gli altri ballerini: anche loro si erano spostati lungo le varie navate, ma nessuno di loro attirava particolarmente l'attenzione del pubblico, non certamente rispetto al ragazzo davanti a loro. Era difficile togliergli gli occhi di dosso: i suoi movimenti erano quasi ipnotici.
Lilian potè vedere gli sguardi sognanti di ragazze di tutte le Case fissi su di lui, e pensò che, anche solo grazie a quella danza, il ragazzo si sarebbe guadagnato una certa popolarità, ma fu solo quando la musica finì e i ballerini si fermarono che Lilian potè distinguerne chiaramente i lineamenti.
Era davvero un bel ragazzo; l'espressione seria e concentrata non stonava affatto con i lineamenti delicati, anzi, l'intera situazione creava attorno a lui un'aura un po' misteriosa che, Lilian ne era certa, avrebbe attirato ancora più ragazze; i capelli neri erano lunghi quasi fino al mento, e mentre si inchinava, accompagnato dagli applausi, un ciuffo gli ricadde sugli occhi, e lui lo scostò via con la mano.
- Bravissimi, vero? - disse Lilian, applaudendo.
- … sì… - rispose Eileen, ancora fissando il danzatore davanti a loro.
L'espressione sul viso di Eileen non prometteva niente di buono.
Oh, no…, pensò Lilian.
Le era già capitato di trovarsi in una situazione simile, e ormai sapeva cosa aspettarsi, ma ciò non significava che lo trovasse divertente.
Uno sguardo del genere indicava che la mente di Eileen si era definitivamente elevata al mondo dei sogni, e per Lilian ciò significava: pedinamenti in ogni momento e in ogni dove, con conseguenti figuracce una volta scoperte; sorbirsi costantemente monologhi sulla bellezza dell'amato bene; ritardi ancora più frequenti, dato che sembrava che, in situazioni del genere, il cervello di Eileen avesse bisogno di più riposo; invenzione da parte di Eileen di piani assai improbabili per far cadere il suo amore ai propri piedi; e ultimo, ma non meno importante, nel momento in cui Eileen si rendeva conto che oltre all'amato bene esisteva anche la scuola, vederla implorarla di darle una mano coi compiti arretrati.
- Non mi capisci perché non ti sei mai innamorata veramente - le diceva ogni volta che si lamentava della situazione.
Non era esatto, ed Eileen lo sapeva benissimo… anche il cuore di Lilian batteva per qualcuno, ma se quel qualcuno si chiamava Cedric Diggory, Cercatore di Tassorosso e, come avrebbe detto Eileen, "un gran figo", Lilian avrebbe potuto ben poco contro l'enorme concorrenza di ragazze più belle e spigliate di lei. Tanto valeva evitare di fare la figura dell'idiota davanti a tutti.
L'espressione di Eileen non cambiò fino al momento in cui andarono a dormire, e Lilian si stupì parecchio nel vederla, il mattino dopo, in piedi intenta a scrivere una lettera.
- Cosa scrivi? - disse Lilian, sbadigliando.
- Ho visto un annuncio sulla Gazzetta del Profeta… un corso di giapponese per corrispondenza. Ho deciso di seguirlo! - rispose Eileen.
- A malapena abbiamo tempo per studiare le materie scolastiche, e tu vuoi fare anche giapponese?
- Beh, voglio essere in grado di comunicare al meglio con gli ospiti….
- Eileen… sappiamo entrambe che non è così, altrimenti staresti seguendo anche un corso di bulgaro - rispose Lilian.
- Va bene, va bene… è che pensavo che presentarmi nella sua lingua avrebbe potuto impressionarlo positivamente….
- Stai parlando del ballerino, immagino.
- Ovviamente - rispose Eileen, assumendo un'espressione sognante - è così carino….
- Va bene - disse Lilian in tono sbrigativo - ora muoviamoci, o saremo in ritardo per la colazione. Immagino che il tuo bello sia anche lì, sai?
Eileen scattò subito in piedi.
Scesero assieme a colazione, Eileen con gli occhi bene aperti alla ricerca del bel giapponese. Non sembrava essere l'unica, a giudicare dal numero di colli femminili che si allungarono all'entrata del ragazzo nella Sala Grande.
Il giovane avanzava con passo sicuro, chiacchierando con qualche compagno, consapevole degli sguardi che gli venivano rivolti e per nulla imbarazzato da essi.
Non appena si sedette alcune ragazze si misero davanti a lui e si presentarono. Lui strinse loro la mano educatamente, ma non prestò loro molta altra attenzione.
- Smorfiose - disse Eileen.
- Solo perché sono riuscite a presentarsi prima di te?
Eileen non rispose, e continuò a mangiare il suo toast.
- Oh, ecco, si alza! - disse poco dopo, scattando in piedi con la bocca piena.
- Cos'hai intenzione di fare? - disse Lilian.
- Beh, sicuramente staranno andando a mettere il loro nome nel Calice all'ingresso… seguiamoli! - esclamò Eileen, prendendo l'amica per il braccio.
Scesero la grande scalinata; il Calice, giudice designato per scegliere i campioni, era proprio davanti alle scale, e i ragazzi dell'Himawari che avevano lasciato la Sala Grande poco prima erano in fila davanti ad esso.
- Giusto in tempo… - mormorò Eileen, scendendo lentamente le scale.
Il ragazzo, ovviamente, era nella fila, e il suo turno per mettere il nome nel Calice arrivò proprio mentre Lilian ed Eileen scendevano gli ultimi gradini.
Eileen si fermò, mentre il ragazzo, ormai vicinissimo, metteva il nome nel Calice e, alzando lo sguardo davanti a sè, incontrò quello della ragazza.
Eileen si affrettò a riprendere a camminare, non accorgendosi degli ultimi due gradini rimasti; come in una scena del miglior film comico sentì il suo corpo sbilanciarsi in avanti, e si preparò mentalmente ad un bel capitombolo.
Che figura di merda, si disse, una volta a terra.
Mentre cercava di rialzarsi, però, si rese conto di aver trascinato con sè qualcun altro; abbassò lo sguardo, e con sommo orrore vide, sdraiato a terra lì accanto, l'ultimo ragazzo con cui avrebbe voluto fare una figura del genere.
Eileen si fece prendere dal panico. Rialzandosi in fretta, chiese scusa al ragazzo con un tono di voce così acuto da meravigliarsene lei stessa, poi scappò su per la scalinata.
- Avresti potuto approfittarne - disse Lilian, una volta che raggiunsero la loro camera.
- Che grandissima figura di merda - rispose Eileen - non avrò più il coraggio di farmi vedere da lui!
- Non devi preoccuparti, anzi, non dovresti essere così pessimista….
- Ma… sicuramente mi stava guardando malissimo….
- Non credere. Sembrava più sorpreso di trovarsi per terra, a dire il vero… e magari ti ha notato più di tutte le altre ragazze che gli si sono presentate!
- Se lo dici tu….
Scesero in sala comune e si sedettero su uno dei divanetti. Eileen ogni tanto lanciava un'occhiata trepidante alla finestra, come se stesse aspettando qualcosa.
- Non credo che quel corso per corrispondenza possa arrivare così velocemente - disse Lilian.
- Lo so….
- Puoi anche dirlo che nonostante la figuraccia non vedi l'ora di rivederlo!
- Beh… forse hai anche ragione… ma non voglio nemmeno immaginare quante risate si starà facendo con i suoi amici!
- Oh, non preoccuparti - fece Lilian - Immagino che con quello che sta per succedere stasera la tua caduta sia l'ultimo dei suoi pensieri… stasera scelgono i campioni!
L'ora di cena non tardò ad arrivare. L'eccitazione tra gli studenti era palpabile: tutti volevano sapere quali sarebbero stati i campioni delle varie scuole. Non appena entrarono nella Sala Grande notarono che il Calice di Fuoco, che prima era davanti alle scale dell’ingresso, ora si trovava davanti al tavolo degli insegnanti.
- Che senso ha? - disse Eileen, guardando alcune ragazze del settimo anno che bisbigliavano eccitate accanto a loro - tanto il Calice non sceglierà mai qualcuno di Tassorosso!
- Mai dire mai - rispose Lilian, rivolgendo il suo sguardo verso Cedric Diggory, seduto a qualche posto di distanza da loro. Sembrava teso.
Del resto, è del settimo anno, e magari ha anche messo il suo nome nel Calice….
I presidi delle scuole entrarono nella Sala Grande, seguiti da altre due persone: un uomo alto e grosso dai capelli biondi e l'aria gioviale, e un ometto di mezza età, brizzolato e dallo sguardo serio.
Eileen si soffermò particolarmente su quest'ultimo, e s’irrigidì. Ricordava perfettamente quello che le era successo l'estate precedente: lo spavento che si era presa, e il modo orribile in cui era stata trattata.
- Cerca di non pensarci troppo – disse Lilian, notando la tensione dell’amica.
- Hai ragione - rispose Eileen – devo smetterla di pensarci. In fondo, non è successo niente di grave, giusto?
Prima della cena, comunque, Silente presentò i nuovi arrivati: erano Ludo Bagman, ex stella del Quidditch, e Bartemius Crouch, rappresentante del Ministero; erano lì in veste di giudici del Torneo Tremaghi.
La ragazza si rilassò, e volse lo sguardo al tavolo davanti a sé. Il ragazzo, che solo il giorno prima aveva ballato davanti ad una scuola intera e a due delegazioni di studenti senza dare il minimo segno di preoccupazione, ora sembrava piuttosto nervoso. L’espressione tanto sicura di sé che aveva mostrato quella mattina era praticamente scomparsa; chiacchierava ben poco e, quando il cibo comparve nei piatti, mangiò ancora meno. Al contrario, Eileen cercò di mangiare quanto più possibile; dato l’arrivo degli ospiti, tante pietanze giapponesi e bulgare erano apparse sulla lunga tavolata, e oltre a voler assaggiare i piatti Eileen voleva allenarsi a mangiare con le bacchette: non sarebbe stato un dettaglio come quello a farle fare brutta figura nel caso in cui quel ragazzo l’avesse invitata a cena fuori.
Dopo che tutti si furono saziati (Eileen dovette fare diversi tentativi prima di riuscire a mettersi in bocca il primo boccone) il preside battè le mani, e il cibo sparì dai piatti. Il brusio degli studenti si spense quasi immediatamente; Eileen, che ancora osservava il giovane giapponese, lo vide fissare la base del calice davanti a lui, quasi come a volersi estraniare dall’intera Sala.
Il preside Albus Silente si alzò e si avvicinò al Calice; le fiamme stavano cominciando a cambiare colore.
- Il Calice è pronto a scegliere i campioni – disse. – Chiunque venga chiamato dovrà entrare nella saletta qui accanto, dove il signor Bagman e il signor Crouch vi daranno le prime indicazioni sulle prove.
Le fiamme da rosse divennero blu, e fu con un guizzo che da esse uscì un piccolo pezzo di pergamena.
- Il campione di Durmstrang è… Viktor Krum!
- Il campione di Quidditch, giusto? – fece Lilian. Eileen annuì.
Il ragazzo si alzò, e si diresse verso la saletta, tra gli applausi degli studenti. La sua espressione era seria, non sembrava affatto emozionato per il ruolo che gli era stato affidato.
Di nuovo, le fiamme del Calice diventarono blu, e di nuovo un foglietto scaturì da esse.
- Il campione dell’Himawari Gakuen è… - Eileen vide il giapponese davanti a lei stringere gli occhi - … Kaito Kitagawa!
- È il tuo bello! – disse Lilian, mentre il ragazzo si alzava. Aveva apparentemente abbandonato ogni traccia di nervosismo, e ora, mentre attraversava la navata centrale tra gli applausi, sfoderava uno splendido sorriso a trentadue denti.
Mentre Kaito entrava nella saletta, le fiamme divennero di nuovo blu.
- Il campione di Hogwarts è… Cedric Diggory!
- Ah, stavolta si tratta del TUO bello! – disse Eileen a Lilian, mentre applaudivano con forza. – Stanotte prevedo una grande festa in sala comune!
Tutti applaudivano e festeggiavano; il chiacchiericcio era tornato quello di sempre, e l’atmosfera era decisamente più leggera, ma….
Le fiamme, da rosse, tornarono blu, e il Calice sputò un altro pezzo di pergamena.
Silente lo lesse. – Harry… Harry Potter….
Il brusio aumentò ulteriormente, e nessun applauso accompagnò Harry Potter mentre attraversava la Sala.
Lilian fissava il bicchiere davanti a sé con occhi spalancati, stupita per il recente avvenimento, Eileen invece poggiò il gomito sul tavolo e il mento sulla mano, sbuffando.
Che palle, sempre Potter.

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Moreno99