ia di alzarmi ma la suoneria mi stava facendo scoppiare i timpani. Con una mossa degna del più grande combattente di arti marziali mi scaraventai giù dal letto in cerca del telefono. Lo trovai guardai prima l’ora: 7:30, a chiunque fosse stato a chiamarmi ne avrei gridate quattro , probabilmente svegliando mezzo hotel! lessi il nome “mamma”… a stento mi trattenni e accennai un: 
-ciao mamma, come mai mi svegli nel bel mezzo della mia pacifica dormita, se non è una cosa importante giuro che torno a casa per ucciderti!- con tutta la dolcezza e la tenerezza del mondo rispose 
– siamo acide stamattina?? Ho 2 buone notizie, quale vuoi prima?- mi stavo decisamente arrabbiando 
-se sono tutte e 2 buone scegli tu!!- sbuffò
–la prima; * fece un respiro * mi sono sposata ieri!!... rimasi in silenzio, mi cadde il telefono, lo ripresi, era intatto, miracolo! 
– cosa?? Ma sei impazzita – glielo gridai per telefono ma credo che ci rimase male comunque. 
– non sei contenta per me? Insomma, ho trovato “l’uomo giusto” – ci pensai, 
- certo che si, ma avvisarmi prima?! – mentii spudoratamente, dopo quello che mi aveva fatto e come mi aveva trattata, sinceramente non me ne fregava nulla di lei e del suo “uomo perfetto”che voleva rubare il posto di mio padre. A comunque io sono Isabel edwards, ho 17 anni, sono italiana ma vivo dall’inizio di giugno in un hotel a Londra. Sono bassetta, capelli castani, occhi verdi. Sono una stronza di prima categoria ma con le persone che mi sanno prendere con il verso giusto, sono dolce e tenera. Da quando sono a Londra, non faccio altro che girare i negozi, monumenti e hotel. Mi sto’ al quanto rompendo le scatole ma fra poco questo mese di tortura finirà, tornerò a casa, in Italia da mia madre visto che Mio papà quando ero piccola è morto in un incidente stradale. Ritornando alla telefonata 
– e quale sarebbe l’altra notizia bella?? Magari sei incinta – mi sento stronza ma sono davvero arrabbiata 
– ah ah ah, signorina quando torni dobbiamo fare un bel discorsetto … comunque Paul, l’uomo con cui mi sono sposata, ed io abbiamo deciso di trasferirci casa sua a Londra, è ricco e benestante e ci può ospitare. In più ha un figlio poco più grande di te, ha 18 anni, e lui è felice del matrimonio e del trasferimento. Prendi esempio da lui- aveva la voce strana, aveva paura della mia reazione, e faceva bene. Ma io dico ma come è possibile che sto’ via 2 settimane e devo cambiare casa andando a vivere con uno sconosciuto? 
– e questa è una buona notizia? Vabbè poi quando torno a casa mi spieghi da dove ti è venuta fuori questa idea!! Io devo andare, ciao- la salutai con un tono abbastanza freddo. Ci dovevo pensare su!
Dopo questo magnifico risveglio decisi di andare a fare una doccia e andare a trovare l’unica persona che da quando sono a Londra mi ha sempre aiutata. L’ho conosciuta in aeroporto, e da quando mi ha aiutata con le valigie è subito diventata mia amica. lei si chiama Hope, Ha 2 anni in più di me e vive a Londra. È timida ma estroversa, alta capelli rossi tinti, diceva che il suo biondo la facesse sentire cretina, e occhi azzurri scuri . Vive a pochi metri dal mio hotel e per questo è diventata subito mia amica. Con tutta la calma del mondo mi feci una doccia, mi vestii e mi truccai per andare a fare colazione con l’ale ma prima decisi di raccontare tutto a martina, la mia migliore amica. Io e lei ci conosciamo da quando andavamo alle medie, era in classe con me, e da quel momento è diventata indispensabile. Verso le 10 uscii dall’hotel e in 5 minuti citofonai alla porta dell’ale. Una massa di capelli neri tutti spettinati e un pigiama rosa con gli orsetti si affacciarono alla porta. Hope mi guardò sconvolta e dopo un breve cenno di mano mi fece entrare in casa. Come solito fare mi buttai sul divano già con il telecomando in mano mentre lei cercava di sistemarsi. 10, 20, 30, 40 minuti … era morta in bagno. 
– HOPEEEE!- gridai con tutta la forza che avevo in tanto che salivo le scale, arrivai nel corridoio e la porta del bagno era aperta, lei non era dentro. Andai in camera sua e le vidi dormire con un angioletto, ma la tentazione era troppa. Scesi piano piano le scale verso la cucina, senza fare rumore presi una pentola ma, sbadata come sono le feci cadere tutte. Dopo aver rimediato a disastro riempito d’acqua la pentola e mi diressi verso la camera ma appena mi girai una cosa nera e rosa mi fece prendere un colpo, facendomi cadere la pentola su un piede e l’acqua addosso. 
–brutta stronzaaaa!!- gli gridai dietro rincorrendo per la casa 
–mica sono io quella che si spaventa per niente, ahahahahahah- rideva e correva in torno al divano per non farsi prendere ma alla fine io mi arresi e mi buttai sul divano. 
– ero venuta da te a fare la colazione, mica la doccia!- incrociai le braccia al petto arrabbiata 
– sono le 11 ma facciamo ancora in tempo- mi disse con un sorriso a 36 denti, come potevo arrabbiarmi
– hai 10 minuti, intanto io mi asciugo- gli ordinai e la vidi correre a destra e a manca infilandosi i pantaloni o saltellando di qua e di là. Straordinariamente alle 11,10 uscimmo di casa verso lo starbucks. 
– quindi come va con Erik, la coppia dura??- la vidi diventare rossa, li avevo fatti mettere io insieme
– e dai Isa, ma i cavoli tuoi non te li sai fare vero?- era bordeaux, ma era carina comunque … 
-scusa se vi ho fat …. ma che cazz, ma guarda dove cammini- ero andata contro un ragazzo e lui mi era finito sopra …