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Autore: Black Chandelier    26/11/2012    2 recensioni
College. Niente casa e stanze da condividere con perfetti sconosciuti, ecco cosa mi aspettava.
Mamma aveva insistito tanto con questa storia del college che alla fine ho rinunciato a tutti i miei piani anti-college.
Però, col passare del tempo mi accorsi che non era così male, nonostante avevo un compagno di stanza maleducato, ma con degli occhi fantastici.
[Frerard] [fic momentaneamente sospesa]
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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2. Curious.


Stetti a parlare con Ray tutto il tempo, finchè non arrivò l’ora della prossima lezione e lui mi accompagnò nella mi aula. Mi disse che col tempo avrei imparato tutto e che non era difficile.
Inoltre scoprii che anche lui suonava la chitarra e ascoltava gli stessi gruppi che ascoltavo io, era una cosa magnifica!
Nel frattempo entrai in aula e da lontano vidi Mikey che mi fece un cenno, andai verso di lui e gli chiesi: «E’ libero?» sfoggiando uno dei miei sorrisoni.
«Certo!» tolse la sua borsa dal banco vuoto e mi sorrise. Attaccato ad essa c’era un cartellino con scritto “Mikey Way”, ridacchiai e lui se ne accorse.
«Oh, ehm è perché ho paura di perderla. Perderei tutti i fumetti che ho, poi come faccio se mi annoio?» Arrossì aggiustandosi gli occhiali, lo tranquillizzai mettendogli una mano sulla spalla.
Mi guardai intorno alla ricerca di Gerard, volevo chiedere a Mikey il perché non andava a lezione ma avevo vergogna. Non vedevo nessuna chioma nera fra le teste dei miei compagni di corso e abbassai lo sguardo, deluso.
Volevo conoscerlo, nonostante la sua sfacciataggine quel ragazzo mi incuriosiva molto e volevo sapere il motivo del suo comportamento.
Alla fine decisi di chiedere a Mikey notizie di suo fratello, visto che Ray lo cercava.
«Ehi.. scusa la domanda ma ehm, tuo fratello?! Ray mi ha detto che non lo trovavi.. E’ in stanza con me. » lui fece un’espressione stupita e subito dopo preoccupata.
«Non è venuto a lezione.. Beh, il posto era occupato perc-..» Proprio in quell’esatto momento la porta dell’aula si aprì e una persona si avvicinò a noi. Esatto, quella persona.
Mi vide e mi guardò male, Mikey prese a tossire nervosamente, mentre io.. io ero diventato rosso come un peperone e mi sentivo in imbarazzo. Lui mi faceva quell’effetto, sentivo i suoi occhi verdi fissi su di me e volevo sprofondare.
«Tu arrivi e mi fotti il posto, la stanza.. Che palle, levati» sbatté la sua borsa sul banco e con la mano mi fece cenno di andarmene, mi alzai e lo guardai con fare scontroso.
«Scusa, se sapevo che avevo in stanza uno come te avrei rifiutato!» dissi ghignando maleficamente e ricevendo un’occhiataccia da parte di Mikey.
Non mi facevo di certo mettere i piedi in testa da un pazzo montato che dava ordini e si comportava in quel modo.
Lui sbuffò, arreso e incrociò le braccia al petto: «Vattene. Scusa, non capisci la lingua? V-A-T-T-E-N-E!» Urlò facendo voltare tutti.
Arreso, presi la mia roba e mi spostai in un banco più avanti e voltandomi notai che sulle sue labbra si era formato un sorriso compiaciuto.
Era così scontroso con tutti o semplicemente non gli andavo a genio? Quello era solo un mistero, voleva la guerra?
Non mi stava molto bene l’idea di avere un compagno di stanza con cui ogni volta dovevo litigare per cose.. che non avevano senso!
Entrò il professore che ci salutò con un sorriso, iniziai a prendere appunti nervosamente senza nemmeno capire cosa stava dicendo.
Che bell’inizio, pensai, era solo un giorno che ero in quella scuola e avevo già bisticciato con un ragazzo a me totalmente sconosciuto e questa cosa non andava bene. Non volevo rivivere, diciamo, i momenti del liceo dove litighi con tutti senza motivo.
Volevo che quell’anno fosse il migliore, volevo conoscere gente che col tempo sarebbe diventata mia amica.. ma di quel passo, avrei perso la voce a furia di urlare.
«Psst, psst.» mi voltai e vidi un ragazzo biondo che allungava la mano per passarmi un bigliettino, su cui vi era scritto: da Mikey
Lo aprii, guardandomi intorno e lo lessi, cercando di non farmi notare dal professore:

Hey.
Senti, scusa per mio fratello, lascialo perdere.. volevo chiederti, dopo a mensa raggiungi il nostro tavolo! È il primo a destra.
Xoxo, Mik.

Sorrisi fra me e me e mi guardai intorno, alcuni ragazzi davano attenzione al professore, invece alcune ragazze parlavano fra loro ridacchiando.
Mi chiesi se ci sarebbe stato Gerard con noi a mangiare,  ma allo stesso tempo preferivo di no. Volevo godermi il pranzo e parlare un po’ con Mikey e Ray, senza litigare. Era stressante continuare a bisticciare!
 
 

Giravo a vuoto per i  corridoi, in cerca della mensa. Erano già le 12.40 ed ero già in ritardo, mi maledii e chiesi informazioni in giro.
A quanto pare a tutti sembravo un alieno, visto che alla domanda: “Dov’è la mensa?” o non mi rispondevano o mi ridevano in faccia.
Alla fine decisi di arrangiarmi da solo e la trovai, dato che vedevo una ressa di ragazzi correre verso la mensa. Mi infilai fra la gente e venni quasi schiacciato, dato la mia – purtroppo – bassezza.
Sbuffai quando l’ennesimo ragazzo mi venne incontro, ma alla fine riuscii ad entrare. Mi guardai intorno e vidi da lontano una mano che si muoveva, probabilmente era quella di Mikey.
A testa bassa mi avviai a quel tavolo, notando che c’era anche Gerard. Dovevo solo mantenere la calma e non ascoltarlo, ma a quanto pare il posto libero era vicino a lui..
«FRANK! Ciao!» urlò Ray indicandomi il posto. Sorrisi debolmente e lentamente mi sedetti, cercando di ignorare in tutti i modi possibili Gerard che stava mangiando un grissino.
«C-Ciao ragazzi.» sorrisi a Mikey che a quanto pare si stava abbuffando con.. dell’insalata e presi un grissino anche io.
«Dai, andiamo a prenderti qualcosa noi.. sei diciamo, ospite. Vieni, Mik!» Ray tirò Mikey per un braccio e lo costrinse ad andare con lui.
Sembrava quasi un piano per lasciarmi da solo con lui, e direi che ci erano riusciti bene.
Okay, bastava solo.. guardarsi intorno? Era imbarazzante, però. Sentivo di nuovo il suo sguardo su di me, per l’ennesima volta, e quella volta mi voltai verso di lui.
Mi persi per pochi secondi in quegli occhi verdi e lucidi, finché non vidi le sue labbra aprirsi per pronunciare: «Scusa, la potresti smettere di fissarmi?»
Rabbrividii e arrossii vistosamente, avevo fatto una bella figura di merda. Ma i suoi occhi erano come una calamita, non riuscivi a staccarti da loro una volta che li avevi guardati.
Stetti in silenzio, era decisamente meglio, finché lui non mi fece un’altra domanda: «Suoni? Sai, prima Ray ha parlato di te.»
«Wow. Sì, suono la chitarra.» dissi in modo freddo e distaccato, non riuscivo a capirlo quel ragazzo. Prima faceva lo stronzo con me e poi chiedeva di me..
«Bello.»
Giocherellai con una forchetta e mi morsi il labbro, stavo per fare una cosa che avrei preferito non fare ma era l’unica soluzione.
«Perché sei così scontroso con me? Che ti ho fatto?» dissi acido, guardandolo. Lui fece una smorfia e sbuffò, infastidito.
«Perché, dici? Non ti deve interessare, devi solo starmi alla larga.»
In quel preciso momento arrivarono Ray e Mikey che mi portarono un piatto d’insalata, che a quanto pare era quello che era avanzato. «Tranquilli, io sono vegetariano.» loro mi guardano e scoppiano a ridere.
Iniziano a parlare del più e del meno quando all’improvviso Gerard si alza e se ne va, io guardo Mikey in modo piuttosto preoccupato e lui sospira, portandosi una mano sul viso.
 «Scusalo» mormorò, cercando di seguire il fratello con lo sguardo.
Io mi alzai e sotto lo sguardo interrogativo dei due ragazzi tentai di seguire Gerard, ma con scarsi risultati. C’era parecchia gente e lo avevo perso di vista, dopo vari tentativi di chiamare il suo nome, uscii dalla mensa e mi guardai intorno.
Uscii da una porta che portava al giardino e mi guardai intorno, non c’era nessuno. Cominciai a camminare e a guardare se dietro ai tronchi degli alberi c’era qualcuno e quel qualcuno c’era.
Non sapevo cosa fare, se avvicinarmi a lui o semplicemente andarmene, perchè alla fine, chi ero io per andare da lui?
Non ero nessuno, però non mi stava bene che lui aveva quel comportamento ogni volta che mi aveva attorno, non era normale! Nemmeno mi conosceva!
Scorsi una ciocca di capelli nera e un “pezzo” di pelle bianca, capii al volo che era lui. Mi avvicinai lentamente, insicuro su quello che stavo facendo e sussurrai un: «Ciao»
Lui si voltò verso di me e con sguardo rabbioso disse: «Che vuoi? Sparisci.»
Mi sedetti accanto a lui e lentamente risposi: «Senti io non ti conosco e siamo partiti male, troppo male direi. Io non voglio in alcun modo, diciamo, intralciare la tua vita, ma..» lui mi fermò posandomi una mano sul braccio. Poi sfilò una sigaretta e se la mise fra le labbra, accendendola e iniziando a fumarla.
«Sì, lo so. Scusami, è un brutto periodo per me. Ma non impicciarti, e ora che mi hai fatto la ramanzina puoi andare.»
Mi alzai, arrabbiato e me ne andai.
Rinunciai a lui e al suo fottuto bisogno di aiuto, al suo nervosismo improvviso e al suo odio verso di me. Mi ero rotto le palle di subire tutte quelle parole, che non scorrevano per niente sulla mia pelle, anzi, rimanevano.
Ma io ero una testa di cazzo, perché nonostante lui mi trattava male a me continuava ad importare di lui. Aveva qualcosa di curioso, che volevo scoprire e quella era appunto la prima volta che mi capitava! Di solito con le persone che mi trattavano male non ci parlavo, ma quella volta con lui era diverso..
Lui era speciale.
Lui non era come gli altri.
Lui era diverso.






Salve!
Parto subito dicendo che ringrazio chi ha recensito e chi ha messo questa Fic. nelle seguite, davvero, vi adoro!
In questo capitolo non succede nulla di speciale, solo Frank che va a parlare con Gerard.. ma vabè.
Spero sia stato di vostro gradimento!
xoxo
*sparge unicorni rosa*

 

   
 
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