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Autore: _itsnickymine    27/11/2012    14 recensioni
“ha diciotto anni, Nicholas” disse Joseph guardandolo attentamente cercando di capire cosa passasse per la mente del fratello.
“e allora?” chiese il riccio interrogativo
“e allora hai già tuo figlio da crescere, non puoi perdere tempo dietro una ragazzina immatura che frequenta ancora il liceo”
“non la conosci” si difese il ragazzo
“Nick hai venticinque anni, un lavoro che ti richiede tempo e soprattutto un figlio di sei anni e mezzo da crescere solo! È vero meriti anche tu una donna al tuo fianco che ti sappia amare, che ti sappia amare veramente, ma questa donna di certo non sarà una ragazzina di diciotto anni!” disse il fratello
“..forse hai ragione”
“ho ragione, nessun forse” disse Joseph soddisfatto finendo di bere la sua birra.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                      'Do you believe in destiny?'


Capitolo 21.

 

 

Era davvero strano vedere come il tempo passava e come due semplici persone potevano legarsi.

Era davvero strano come una semplice persona poteva compiere una scelta che poteva cambiargli la vita.

Nicholas non era sicuro di quello che stava facendo, ma ultimamente le cose non andavano più bene.

Non era vero che l’amore bastava a tutto, l’amore non bastava, l’amore non bastava alla gelosia, alle incomprensioni, ai caratteri diversi, alle diversità.

Per quanto potesse voler bene alla sua Sam, il carattere che aveva era troppo diverso da quello della ragazza e non sarebbero mai andati d’accordo, mai.

In quel momento avrebbe voluto sparire da quella città, da quella vita, da quel mondo.

Stava per far soffrire la sua cara Sam, ma ormai lui non ne poteva più e anche lei un giorno si sarebbe stancata.

Si, le parole di Joseph gli erano entrate in testa con quelle della madre.

La differenza di età, anche se era poca, si vedeva. Si vedeva troppo ed anche se le voleva un gran bene ed era innamorato di lei, il suo carattere non avrebbe mai accettato tutto quello che adesso gli stava facendo passare. E Samantha aveva ragione quando diceva che aveva diciotto anni e non poteva vietarle di uscire, ma il problema era che Nicholas era così e non sarebbe cambiato. A lui dava fastidio anche se Samantha parlava con il cameriere di cosa c’era di buono nel menù.

Notò la ragazza uscire di casa e avvicinarsi a lui con un enorme sorriso stampato sul viso.

Era uno stronzo, avrebbe rovinato quel meraviglioso sorriso, solo perché era un egoista.

“Hei, che fine hai fatto ieri? Ti ho chiamato tre volte” ammise la mora abbracciando ma Nicholas esitò un po’.

“Ho..ho lavorato molto” rispose il riccio allontanandola

“che succede, Nick?” chiese la mora notando qualcosa di diverso in lui.

Era strano che non l’avesse baciata quando l’aveva visto.

Ogni volta che si vedevano la prima cosa che Nick faceva era darle uno dei suoi meravigliosi baci.

“n..niente” ammise il riccio

“ti vedo strano” commentò la mora, cercando di capire a cosa stesse pensando.

“e che ho ripensato a noi, alla nostra storia… la..la situazione non va bene” disse il riccio un po’ titubante.

“ancora il problema della differenza d’età? Dai, nick.. p..pensavo che l’avessimo superato, noi possiamo superare tutto se siamo insieme” disse la mora sorridendogli.

“sam, solo a diciotto anni si hanno queste convinzioni,ma la..la vita non è così semplice” disse il riccio amareggiato.

“perché?” chiese la mora

“perché ci siamo divertiti, abbiamo sognato” rispose il riccio

“non è vero, noi abbiamo accettato il nostro destino.. lo hai detto tu? Ricordi? Sia tu che io credevamo nel destino ed è stato grazie a lui che ci siamo incontrati. È così sbagliato vivere un sogno?” chiese la mora guardandolo negli occhi che già si stavano riempiendo di lacrime.

Aveva capito dove voleva arrivare, lo aveva capito purtroppo.

“non è realista” ammise il riccio

“sei un vigliacco, uno stronzo! Io mi sono messa in gioco per te, ti ho dato tutto quello che potevo darti, ti sei preso tutto di me e non puoi far finire tutto così, con tante, stupidi ed inutili parole! Le cose finiscono se c’è un motivo valido, tu ce l’hai?” chiese la mora

“forse no, non ho nessun motivo valido ma non ho nemmeno un motivo valido per stare con te” rispose il riccio secco.

Samantha avrebbe voluto morire, sparire, essere dovunque ma non lì. Non lì con Nicholas.

Mai avrebbe pensato che gli avesse potuto fare così del male, mai.

“e ..e le nostre promesse? T…tutto quello che abbiamo passato? Tutti i nostri sentimenti? Tutto quello che mi hai detto?” chiese la mora mentre alcune lacrime cominciavano a bagnarle il viso

“sognavamo Sam” ammise il riccio

“tu sognavi. Io vivevo” urlò la mora piangendo.

“non..non piangere, per favore..non farlo..” le chiese il riccio

“ah non dovrei piangere? Sei uno stronzo, un vigliacco, un bugiardo ed …io pensavo che stesse andando tutto bene, che saremmo stati pronti ad affrontare qualsiasi cosa insieme invece..”

Nicholas non la fece finire.

“abbiamo corso troppo” disse il riccio

“si, ma delle cose si parla, potevamo condividere anche questo insieme… Le tue insicurezze, le tue paure ….ed invece hai deciso tutto da solo!”  disse la mora cercando di asciugare le lacrime.

“Ci siamo tuffati in una cosa troppo grande di noi, di te” ammise il riccio

“sai una cosa? Io potrò anche essere più piccole di te ed andare ancora al liceo ma preferisco essere cento mila volte me che essere una persona immatura ed incoerente come te” finì la mora per poi voltare le spalle ed andare via.

“aspetta sam, non voglio che ci …ci lasciamo così” ammise il riccio passandosi una mano fra i capelli.

Sam si voltò di scatto e quasi non lo picchiò.

“e come ci dovremmo lasciare? Eh? Cosa ti dovrei dire? Buona fortuna? Adesso puoi inserirmi nella lista delle ragazze che ti sei portato a letto, complimenti! Eh? Cosa dovrei dirti? come ci dovremmo lasciare? Vattene nel  tuo stupido studio a lavorare e trovati una donna, e sottolineo donna, che ti faccia sentire amato solo per cinque minuti, una che riesca a sopportare le tue paranoie ed ossessioni”

Sam stava urlando e Nicholas si avvicinò cercando di abbracciarla.

“n..non toccarmi” sibilò a denti stretti “non provare nemmeno più ad avvicinarti a me, ti odio, sei un vigliacco e … ti odio” disse infine per poi andare via.

Aveva diciotto anni ed aveva superato tutto nella sua vita, avrebbe superato anche questo.

Anche se sarebbe stato difficile, lo sapevo, quella non era come le altre volte.

Non si voltò nemmeno una volta a guardarlo, anche perché stava piangendo e non voleva che la vedesse piangere.

Avevano ragione le sue amiche, gli uomini erano tutti uguali.

Tutti stronzi, vigliacchi e senza cuore.

Non ci poteva credere.

Tutto quello che avevano costruito, che avevano creato lui l’aveva distrutto in un secondo con le sue stupidi parole.

Non aveva un valido motivo per stare con lei, non aveva un valido motivo per stare con lei.

Ed allora perché c’era stato con lei fin’ora? L’aveva preso in giro, l’aveva fatta prima innamorare poi l’aveva lasciata.

L’aveva usata per poi gettarla via come una stupida maglietta che non piace più.

Entrò nel suo palazzo e salì per le scale fino all’ultimo piano, entrò in casa sua che fortunatamente era vuota e corse in camera sua sbattendo la porta, prima di buttarsi sul letto diede un’occhiata alla finestra. Nicholas non era più lì, se n’era andato e non sarebbe mai più tornato.

Si morse il labbro, cominciando a piangere di nuovo e passandosi una mano fra i capelli.

Non ci credeva, non poteva essere vero, quello non era il suo Nicholas, non lo era.

Nicholas non l’aveva lasciata, non poteva essere vero.

Forse aveva fatto qualcosa di sbagliato, forse lei non andava bene per lei. Forse, forse, forse.

Se una persona tiene veramente a te, non ti lascia, non ti abbandona.

Si sentiva ferita. Ferita dentro, con i graffi delle sue parole incise dentro di lei.

Non aveva nessun motivo per stare con lei.

Qualcuno bussò alla porta della sua camera.

Inaspettatamente sperò che fosse lui, lo sperò con tutta l’anima ma quando andò ad aprire e si trovò il viso Matthew quasi non gli richiuse la porta in faccia.

“c..cosa c’è?” chiese la mora asciugandosi il più possibile le lacrime, per non farlo notare.

“hey… ti…ti ho sentita rientrare ed ho notato che eri  abbastanza arrabbiata, quasi non si rompeva la porta quando l’ha sbattuta” commentò il ragazzo sarcastico

“matthew non mi va di ridere, non è giornata, cosa vuoi?” chiese la ragazza

“perché piangi?” chiese il ragazzo

“Perché voi uomini siete dei vigliacchi, stronzi, senza cuori, che prima fanno di tutto per una persona e poi distruggono tutto con stupide parole” urlò la ragazza arrabbiata

“hey, hey, calma.. non generalizzare, non tutti gli uomini sono così” ammise il ragazzo

“non ho voglia di parlare con te, ne con nessun’altro quindi dimmi cosa cazzo vuoi e sparisci” disse la mora fredda.

Non si sarebbe mai più legata a nessuno, il suo destino era quello di stare da sola, lo aveva capito.

“okay, stai calma tesoro, volevo solo dirti che noi dobbiamo andare a pranzo fuori, con noi si intende anche tu” sottolineò il ragazzo

“noi chi?” chiese la mora

“io, mia madre, mia sorella, tuo padre e tu” ammise il ragazzo

Samantha sbuffò.

“non penso che verrò” ammise la mora

“no, mi dispiace, adesso sono io ad incazzarmi okay? Noi stiamo facendo di tutto per riuscire a piacerti. Okay mia sorella ti sta antipatica ma mia madre? Lei ci sta male se tu non ti presenti mai ai nostri pranzi e alle nostre cene, per non parlare di tuo padre. Smettila di pensare solo a te stessa, smettila di essere egoista, tuo padre e mia madre si amano e voglio sposarsi, adesso tu o lo accetti o lo accetti, sono queste le condizioni” urlò il ragazzo lasciandola senza parole.

Da dove gli era uscita tutta questa intelligenza?

Samantha si morse il labbro nervosa.

“ mi dis..dispiace Matthew, sono..stata…molto superficiale con voi…c..cercherò di rimediare, ma oggi proprio non ce la faccio, domani. Si, domani è domenica e cercherò di esserci ma oggi non..posso..non mi va di uscire” ammise la mora
“perché? Non esci nemmeno stasera?” chiese il ragazzo

“no, non ho voglia di uscire ne tanto meno di vedere qualcuno, quindi di’ tu a mio padre che resterò a casa, m..mi dispiace” ammise la mora

“posso sapere il motivo?” chiese il ragazzo curioso

“fatti gli affari tuoi” disse la mora per poi chiudergli la porta letteralmente in faccia e tornare a sedersi sul suo letto.

Sospirò guardandosi intorno, tutto le ricordava quel ragazzo riccio con quegli occhi così profondi che potevano ipnotizzarti.

Già le mancava, poteva essere vero? Poteva già mancarle Nicholas?

Era così dipendente da lui?

 

 



Saaaaaaaaaalve :3 so che in questo preciso momento vorreste uccidermi ma chiedo perdono HAHAHAH non potrebbe andare tutto rose e fiori e poi.... io non..sono una tipa da lieto fine HAHAHAH no, ma dico 13 recensioni? sdfghjgfds è la prima volta che succede e quindi festeggiamo, vi invito tutti nella mia villa con piscina (?) per un party con i Jonas asvghgfd okay, sto sclerando. Spero che il capitolo vi sia 'piaciuto' HAHAHAHAH tipo che nelle recensioni dello scorso capitolo eravate tutte: 'IO. TI. UCCIDO. ADESSO. JOE. È. STRONZO'

Ora sono già sotto terra HAHAHAH va be, che dire, prima recensite prima arriva un nuovo capitolo quindi lascio a voi la scelta u.u

Al prossimo capitolo, spero in fretta quindi recensiteee, vale :)

twitter: @_itsnickymine 


 

SPOILER.

“ma come? Sei tornato single! Qui fuori c’è un mondo pieno di donne, e sottolineo donne, che stanno aspettando te.. tu cosa aspetti ad uscire?” lo incitò il fratello.

“non..non sono dell’umore adatto, okay? Facciamo che usciamo con questa tua amica la settimana prossima” disse il riccio alzandosi dal letto e dirigendosi verso il bagno.

“okay, ma non cominciare a fare il depresso, per favore.” Lo pregò Joseph

  
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