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Autore: ELIZABETHD    27/11/2012    0 recensioni
Eccomi tornata con una Wemma che non sarà molto lunga.
La scuola è appena finita, tutti gli insegnanti ormai sono in vacanza.
Emma è sposata con Carl, agli occhi degli altri tutto sembra andare bene, fino a quando Will riceve una telefonata nel cuore della notte e da quel momento tutto cambierà.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Pillsbury, Will Schuester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una bella corsa era proprio quello di cui avevo bisogno. È una giornata stupenda e il sole è caldissimo. Ho lasciato Emma a casa a dormire. È stata una notte meravigliosa, forse la più bella di tutta la mia vita. Lei è stata una boccata d’aria fresca nella mia vita. Nella sfortuna siamo stati fortunati e abbiamo avuto la possibilità di ritrovarci.
Rientro in casa sudato e accaldato. Ora una doccia non me la toglie nessuno, anche perché penso che Emma non lascerà che mi avvicini a lei in questo stato.
Ma dov’è? «Emma?» la chiamo. Non è più a letto e non c’è neanche in cucina e in camera.
Alla fine la trovo in bagno, seduta per terra che pulisce il pavimento con forza. Indossa un grembiule e i soliti guanti di gomma. Ci dev’essere qualcosa che non va.
Mi avvicino a lei «Emma..cosa..cosa stai facendo?» le chiedo.
«Sto pulendo. È tutto sporco qui Will. Tutto sporco»
Non è assolutamente vero! Da quando è qui è lei a occuparsi dei mestieri e la casa è praticamente perfetta.
«Emma..non è vero, fermati per favore!» dico, prendendole le mani.
Lei chiude gli occhi e fa un respiro profondo.
«È successo qualcosa?» le chiedo guardandola negli occhi «è per quello che è successo stanotte?»
Mi fissa con occhi spalancati «Cosa? O cielo, no! Non c’entri tu»
Tiro un sospiro di sollievo. «E allora cosa c’è che non va? Parlami»
Emma si toglie i guanti e si alza. «Mi ha chiamato l’avvocato di Carl. Vuole vedermi»
«Beh Emma penso sia una cosa buona, no? Vuol dire che le cose si stanno finalmente muovendo!»
Emma non sembra tanto convinta. Ha l’aria spaventata. Allora aggiungo, per rassicurarla «Se vuoi ti accompagno. Dove ha lo studio?»
«è Carl che vuole vedermi. Con il suo avvocato naturalmente. Ma è lui che vuole vedermi»
«Oh..e tu? Cos’hai intenzione di fare?»
«Ci devo andare Will. Ho già parlato con il mio avvocato. L’appuntamento è domani pomeriggio alle 4»
Vedo che è in ansia, che è agitata e non sta bene. Faccio per abbracciarla, ma mi blocca. 
«Will?»
«Che c’è?»
«Puzzi» dice ridendo. 
Rido con lei «Hai ragione! Devo farmi una doccia»
«Direi che ne hai proprio bisogno»
Mi lascia il bagno libero, cosi posso darmi una bella pulita.
Dopo circa venti minuti la raggiungo in cucina, sta trafficando ai fornelli.
«Tutto bene?» le chiedo.
«Si..certo»
«ascolta..ma Carl non era in prigione?»
Emma smette di fare quello che sta facendo e si volta a guardarmi.
«Lo era. Ma l’hanno fatto uscire. Perché sai, è andato di sua spontanea volontà dalla polizia, ha confessato tutto. Adesso deve solo fare un tot di ore di servizio sociale»
«Oh..» proprio non me l’aspettavo. Dopo quello che le ha fatto finisce tutto così? «e sei sicura di volerci andare da sola?»
«Si, penso che sia la cosa migliore. Non so come potrebbe reagire Carl vedendoti. Sai, non sei mai stato tra le sue grazie..»
«Già»
«Andrà tutto bene Will» dice, sorridendo. Cercando più di convincere se stessa che me. 
«Lo so. È che non mi piace l’idea di saperti vicino a lui» dico avvicinandomi a lei e prendendole le mani. Guardo i suoi occhi, che finalmente hanno ritrovato la vitalità di un tempo. So che è necessario che lei lo veda, per porre fine a questa storia una volta per tutte.
«Non ti devi preoccupare Will»
«Non posso farne a meno» vederla soffrire è stata una tortura per me e adesso l’unica cosa che posso fare è assicurarmi che niente e nessuno le faccia più del male.
Il resto della giornata scorre tranquillo, evitiamo di parlarne ancora, cosi come evitiamo di parlare di quello che è successo stanotte, perché capisco che Emma ha la testa altrove e forse non è il momento migliore per affrontare certi argomenti.
Ne parleremo, avremo tutto il tempo del mondo.
 
 
 
 
 
Sono incredibilmente nervoso. Sono già le 7 di sera e non ho notizie di Emma.
Perché ci mette cosi tanto? Sarà successo qualcosa? Perché non chiama?
Mentre mi aggroviglio la testa con certi pensieri, sento la porta di ingresso aprirsi e un istante dopo compare Emma. Ha l’aria stravolta.
«Allora?» chiedo. «com'è andata?»
«È finita. È finito tutto» dice, appoggiando la borsa. «Sono una donna divorziata adesso» un sorriso amaro compare sul suo viso, poi si lascia cadere su una sedia. «Ho parlato a lungo con Carl» mi guarda. «è veramente pentito per quello che ha fatto. Adesso sta andando anche lui da uno psicologo. So che riuscirà a riprendersi completamente» ascolto il suo racconto senza mai interromperla. «Ah! E la casa è rimasta a me» dice alla fine.
«Wow..e hai intenzione di tornare a vivere li?» le chiedo.
«No, non penso. Non è più casa mia ormai. La venderò»
Annuisco, approvando questa decisione.
«vuoi qualcosa da mangiare?» le chiedo dopo un attimo.
«No. Non ho fame. È stata una giornata devastante» dice, alzandosi. «è meglio che vada» e si allontana, andando verso la camera da letto.
Un momento…
La raggiungo e vedo che ha già appoggiato sul letto il borsone e lo sta riempiendo di vestiti.
«Emma..cosa..cosa stai facendo?»
«Le valigie» si ferma e mi guarda. «penso sia arrivato il momento di andarmene»
«Ma sono le 8 di sera! Dove vuoi andare a quest’ora?»
«Dai miei» dice, riprendendo a riempire il borsone. «devo loro una spiegazione»
«Beh, non puoi aspettare almeno fino a domani?»
«No. Li ho già chiamati. Mi aspettano. Starò da loro all'inizio, poi cercherò un appartamento»
«Emma..per favore, fermati!» dico avvicinandomi a lei.
«No Will! Tu non capisci» risponde lei, è davvero sconvolta. «Sono successe troppe cose nell'ultimo periodo e io..io non ci sto capendo più niente!» fa un respiro profondo e poi continua «devo rimettere insieme i pezzi della mia vita e per farlo ho bisogno di tempo, tempo per me stessa»
La guardo e all’improvviso capisco cosa intende. E non posso fare niente per trattenerla.
Ho il cuore a pezzi al pensiero che mi lascerà. Sentirò terribilmente la sua mancanza.
Emma si accorge della mia espressione, allora si avvicina a me e mi accarezza il viso. «cerca di capirmi»
«Lo faccio. È solo che fa male vederti andare via»

_______
 

Un mese è passato, un lunghissimo mese senza Emma. Non ci siamo mai visti, però ci siamo sentiti spesso. Non ha raccontato ai suoi la verità sul perché lei e Carl hanno divorziato. Dice che è meglio cosi. In ogni caso, è riuscita facilmente a vendere la casa e adesso ha preso un appartamento in affitto. Insomma, sta mettendo un po’ di ordine nella sua vita.
Stasera finalmente la rivedrò, c’è la cena con i colleghi, la facciamo ogni anno prima della ripresa delle lezioni.
Non vedo l’ora. Spero di riuscire a passare un po’ di tempo con lei, anche perché non siamo più riusciti a parlare di quello che è successo. E non possiamo far finta che tra noi non ci sia niente, perché c’è sempre stato qualcosa, e ormai non possiamo più negarlo.
Sono praticamente pronto per uscire di casa, quando all’improvviso bussano alla porta. Strano, non aspetto nessuno. Vado ad aprire, e inaspettatamente mi trovo davanti Emma.
«Ciao Will» mi sorride. 
«Emma! Cosa ci fai qui? Pensavo che ci saremmo trovati direttamente al locale»
«Si..solo che volevo parlarti un attimo. Posso entrare?»
«Certo, certo» dico spostandomi per farla entrare.
Emma mi fissa per un po’ senza dire niente.
«Vogliamo sederci?» le chiedo.
«No, non è necessario» si guarda le mani, capisco che è nervosa. «Will» riprende a parlare dopo un attimo «mi sono resa conto di non averti mai ringraziato per tutto quello che hai fatto per me»
«Emma..non..»
«Lasciami finire» mi interrompe lei. «Non potrò mai ringraziarti abbastanza. Tu non ti rendi conto forse, ma sei stato la mia salvezza. Mi hai fatto sentire di nuovo parte di qualcosa, mi hai fatto sentire a casa! Tu mi hai scosso. Mi hai riportato alla vita nel momento in cui mi trovavo in una sorta di limbo. Eri esattamente la persona di cui avevo bisogno» esita un attimo prima di aggiungere «tu sei proprio quello di cui ho bisogno»
«Beh..anche io ho bisogno di te» dico avvicinandomi a lei «siamo pari»
«No, non è vero» il suo sorriso è velato di malinconia «tu te la cavi benissimo»
«Ok, forse non ho bisogno di te» mi avvicino ancora di più «ma ti voglio»
Per un attimo nessuno dei due riesce a parlare. Ci limitiamo a fissarci.
«Will?»
«Si?»
«Ti si è stortata la cravatta»
Mi guardo e vedo che ha ragione.
«Beh» dico «pensi di poter fare qualcosa al riguardo?»
Lei ride. E penso che non c’è lavoro più importante e più gratificante del riuscire a farla ridere ancora.
Adesso ridiamo insieme. 
Forse allora è questo l’amore: avere qualcuno che ti faccia ridere e sorridere, una nuvola di leggerezza al tuo fianco, per sempre.
 
 
FINE.
 
 
 
 
 
 
 
E siamo arrivati alla fine di questa storia.
Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito, è importante per me sapere che c'è qualcuno che apprezza quello che scrivo.
A presto.
xx
   
 
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