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Autore: _Atreius_    27/11/2012    4 recensioni
Questa è la storia della mia vita. Ho deciso che finalmente qualcuno debba conoscerla.
Tutto è iniziato quando Trunks mi chiese di raccontargli del popolo Saiyan.
Quell’unico, semplice interrogativo ha inevitabilmente portato a galla la mia vita, quella che era rimasta sconosciuta a tutti per anni.
Ora finalmente saprete la verità.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Vegeta
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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About the past: i pensieri di Vegeta (I)

 
Voltai il viso per non essere costretto a guardare Trunks negli occhi. Cosa avrebbe pensato di me ora? Che ero un fallito, un buono a nulla nemmeno capace di controllare le proprie emozioni, un perdente… Almeno lui riusciva a mettere da parte i suoi sentimenti durante gli scontri, era in grado di esercitare su di essi un controllo così profondo che nemmeno io ero mai riuscito ad acquisire. L’avevo sempre pensato, nonostante non l’avessi mai fatto capire veramente e non fossi mai stato un buon genitore.
Una lacrima di rabbia scivolò sulla mia pelle.
L’essere spietato e sanguinario che ero diventato da bambino ormai si era quasi del tutto sopito, ma tuttavia non riuscivo a dimenticare ciò che mi era stato fatto. Ero cresciuto come un assassino, senza una famiglia, senza veder altro che sangue e morti, guerre, carneficine…
Buffo che proprio io, il principe Vegeta in persona, avessi pensato una cosa simile. In fondo, ho sempre fatto ciò che i saiyan erano fin dalla nascita destinati a fare: diventare guerrieri potentissimi e seminare il terrore per la galassia.
 
Mi sentii osservato. Sollevai gli occhi e un musetto impertinente mi fissò con uno sguardo dolce dolce.
Bra. La mia piccola e viziata Bra si era appena appoggiata con le sue manine sporche di cioccolato alle mie ginocchia, interessata.
La scostai, infastidito. Non volevo che fosse partecipe del mio racconto, era una mocciosa di appena cinque anni e sicuramente non avrebbe capito. Sarebbe rimasta terrorizzata ed impaurita e io non desideravo avere sulla coscienza anche lei. Già ero tormentato per il fatto di dover rivelare a Trunks il mio oscuro passato, temendo di farlo soffrire inutilmente, e una bambina, sebbene fossa lamia bambina, avrebbe solo reso più difficile tutto quanto.
- Bra, levati di torno! - sibilai, cercando tuttavia di non spaventarla troppo, anche se sapevo benissimo che non si sarebbe arresa.
- Voio ascotae! - ribatté infatti lei, leccandosi le dita per pulirle e poi strofinandole sui miei pantaloni. Sbuffai. Volevo levarmela dai piedi per un po’, il tempo di finire il mio racconto e poi sarei stato tutto suo, ma Bra sembrava proprio decisa a restare. Cercai di prenderla con tranquillità e decisi di tentare di  mandarla via con le buone, sperando che con la promessa di qualche minuto assieme se ne sarebbe andata.
- Bra, per favore, vuoi andare di là con la mamma? -
Ancora dopo tanti anni quel tono mieloso che non avevo mai sopportato mi disgustò in una maniera incredibile, ma non perché l’avessi usato io stesso bensì per gli orribili ricordi che riportava a galla.
Il timbro vocale tipico di chi sta per farti soffrire. Oh, come lo conoscevo bene!
- Se mi lasci qui con Trunks un altro po’, poi ti prometto che giocheremo assieme. -  mi trovai costretto a capitolare alla muta richiesta che avevo scorto farsi strada nei suoi occhi azzurri. Lei sembrò capire, ma si aggrappò con ancora più forza alla mia gamba, non accennando a muovere un passo.
In quel momento desiderai con tutto me stesso che qualcosa o qualcuno giungesse a distrarla e fortunatamente, non ringrazierò mai abbastanza il Supremo per avermi fatto incontrare quella donna, Bulma apparve sulla porta, bella come non mai.
- Su, Bra! Vieni qui, papà e Trunks devono dirsi delle cose importanti e ti annoieresti da morire. Ti va di aiutarmi a fare una torta? – la invitò sua madre, tendendole la mano.
Bra sorrise come faceva solitamente a sentir nominare dolci e simili e si avviò allegramente in cucina, mano nella mano con la meravigliosa donna che avevo sposato, lasciandoci nuovamente soli.
Per tutto quel tempo, Trunks non aveva aperto bocca, limitandosi a fissarmi di tanto in tanto.
Decisi di affrontare il discorso apertamente.
- Avanti, Trunks: parla. Dammi pure del rammollito, del perdente…. Quello che desideri. Non ti saresti mai aspettato una simile verità, vero? – lo punzecchiai, cercando di ottenere una reazione.
Lui mi guardò come se niente fosse poi rispose semplicemente: - No, non immaginavo una storia simile… Ma papà per quanto tu creda di essere peggiorato, di aver tradito la tua stirpe… - si bloccò un attimo, poi riprese: - ecco, sappi che io non penso, né penserò mai, che tu sia un perdente o simili. Sei l’uomo più forte della Galassia, non farti demolire da questi pensieri. – concluse, rimanendo poi in silenzio in attesa che riprendessi il racconto.
Aveva ragione.
Dannazione, non avrei mai creduto di ammetterlo, ma mio figlio aveva ragione.
Mi schiarii la voce e ricominciai a narrare.
 
 
 
Angolo autrice:
Allora, confesso che questo capitolo mi fa letteralmente schifo. È solo di passaggio, però credevo ci stesse inframmezzare ogni tanto con spezzoni di presente. Quindi ho seguito il consiglio di Saiyajin e questo è il (pessimo) risultato.
Ringrazio calorosamente VegetaHiwatari e Saiyajin, assidui lettori e recensori di questa storia, e tutti coloro che leggono soltanto: Un bacio.
dark_light
 
 
  

  
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