Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: The Princess of Stars    27/11/2012    1 recensioni
In un universo alternativo, dove il tempo e lo spazio si confondono, 12 tra i sovrani dei regni più importanti dell'Asia Minore si sono riuniti per un importante trattato di pace: i monarchi delle regioni di Grecia, i sovrani di Persia e le Amazzoni della regina Atena. Ma al Titano, misterioso leader del Clan, la cosa non piace.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Grover Underwood, Luke Castellan, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Annabeth’s POV:
 

Fidanzata da poco e già mi sento vedova e avanzo di galera…ma che sto dicendo?! Sono un avanzo di galera!
Da quando era cominciata la battaglia stavo fissa alla finestra. La situazione non era delle migliori. Tantissimi soldati stavano morendo, altri rientravano stanchi o feriti, il Clan stava avendo la meglio anche se per fortuna, non erano riusciti ad entrare, forse Zeus ad una cosa aveva ascoltato: non lasciare porte incustodite. Per tutto il tempo non distolsi lo sguardo da Percy. Indossava la sua armatura da battaglia. Aveva i suoi schinieri d’argento sugli stivali, le protezioni per le gambe sui pantaloni e, a pelle, l’armatura per il busto, gli spallacci e le polsiere, il tutto costituiva la famosa armatura argentea degli Ateniesi. Lui combatteva da dio. Era uno dei pochi che era riuscito a far secco qualche nemico. Manovrava Vortice con maestria e i suoi riflessi erano sempre pronti a tutti i colpi che gli lanciavano. Sembrava di vedere che in quel campo di battaglia ci fossero Ettore o Achille. Percy stava combattendo su Blackjack. Era uno dei pochi che era riuscito a rimanere sul cavallo. Spostai lo sguardo e vidi Gerione che faceva strage di soldati con pugni e il suo martello appuntito. Percy lo vide, mise nel fodero Vortice e Prese la lancia che aveva attaccata alla sella di Blackjack. Lo vidi caricare contro Gerione e il cuore mi andò in gola. Percy alzò la lancia pronto a colpire, ma Gerione lo vide e lo attese e quando fu abbastanza vicino lo colpì con lo scudo facendolo cadere da cavallo. Percy cadde a terra rotolando. Blackjack si rialzò e si allontanò mentre Gerione tornò a fare strage di soldati e Percy sguainò la spada. Il principe Ateniese caricò contro Gerione che voltandosi alzò il martello e agganciato lo scudo degli Ateniesi lo tirò i avanti. Percy lasciò lo scudo e schivò il colpo che Gerione gli lanciò e poi tentò di colpirlo. Vortice e il martello del mio ex-compagno si incrociarono, ma Percy poteva poco contro l’abilità di Gerione, la forza, che spinse la spada di Percy verso il basso e lo colpì in faccia con il dorsi della mano. Percy indietreggiò per il colpo. Io sentivo il cuore battermi a mille. Gerione allora cercò di colpirlo di nuovo, ma Percy deviò il colpo e tentò un affondo, ma l’altro lo schivò e gli sferrò con il martello appuntito un colpo in faccia che se lo avesse preso gli avrebbe spaccato il cranio. Poi tentò di colpirlo dall’alto, ma Percy schivò anche quel colpo. Ma quando cercò di colpirlo, Gerione bloccò il colpo e mandandogli la spada dietro la schiena, lo strinse con il martello in una presa soffocante. Cercava di stritolarlo fino alla morte. Conoscevo Gerione era uno di quelli che si diverte a dare morti atroci e sofferenti e questa era la sua mossa preferita. Stritolare il nemico per spaccargli le ossa. Giuro che il mio cuore non ha mai battuto così forte e non sono mai stata così agitata per qualcuno. Non riuscivo a distogliere lo sguardo. Liberati! Liberati! Liberati! pregavo. Percy lasciò la spada e mise le mani intorno al collo di Gerione e gli diede una testata. Gerione mollò la presa lasciandolo andare. Percy perse la spada e andò a prendere la prima arma vicina. La lancia di qualche soldato morto. Tentò di colpirlo, ma Gerione gliela fece perdere con un colpo e poi lo colpì in faccia con il piede del martello. Percy cadde a terra vicino al corpo di un soldato di Tessaglia, e prima che Gerione potesse colpirlo, si coprì con lo scudo del caduto. Per un momento pensai che lo scudo non fosse servito a niente, ma poi lo scudo si spostò, e Percy si rialzò conficcando una lancia nel corpo di Gerione. Il principe si alzò affondando sempre di più la lancia nel corpo del nemico. Ma Gerione non voleva morire. Colpì Percy con un pugno, spaccò la lancia e con il pezzo di legno lo colpì dietro la nuca e sulla faccia facendolo cadere a terra. Mi ricordai che lì Percy aveva perso Vortice, infatti prese la sua spada che stava ancora a terra e quando Gerione tentò di colpirlo con il bastone della lancia,  Percy parò il colpo e colpì nuovamente Gerione nel busto, affondando la spada il più possibile per ucciderlo. Gerione però ancora non si diede per vinto e mise una mano alla gola di Percy sollevandolo da terra. Lui però affondò ancora di più la spada e Gerione cominciò ad inginocchiarsi senza mollare la presa, ma infine Vortice e il suo guerriero ebbero la meglio e Gerione cadde a terra morto e Percy finalmente estrasse le spada. Non mi ero mai sentita più sollevata. (In caso vogliate vedere la scena: http://www.youtube.com/watch?v=1SnPHdvPPxM&list=PL1E255C6B8055954A)
Guardai Crono che era rimasto indietro. Sembrava furioso.
 
“RITIRATA!” Ordinò. Il Clan smise di combattere e si allontanarono ritornando al loro accampamento. Allora, anche gli eserciti dei dodici regni si ritirarono dentro le mura di Lamia. Guardai i soldati entrare e i muli per prendere i corpi dei caduti per i funerali, uscire. Guardai i principi che stavano rientrando: Percy, Talia, Nico, Clarisse, Travis e Connor, Katie, Beckendorf,  Lee e Michael ma non vidi Silena, la principessa di Tessaglia. In quel momento sentii un rumore di chiavi dietro di me e vidi Silena. Andai subito da lei.
 
“Principessa Silena! Che ci fate-OW!” Mi aveva dato  un pugno sul naso! Quella piccoletta è forzuta! “Ow” ripetei tenendomi il naso, per il dolore. Per fortuna non scese sangue.
 
“Questo è il minimo che ti meriti per aver ucciso mia sorella!” disse arrabbiata.
 
“Okay, me lo merito” dissi. “Che ci fate qui?” chiesi.
 
“Hai visto la battaglia?” chiese. Io annuii. “Le truppe non sono messe bene. Ci sono stati parecchi morti e molti feriti. Abbiamo bisogno delle Amazzoni e abbiamo bisogno di te” disse lei. Rimasi sorpresa.
 
“Di me?” chiesi.
 
“Atena non vuole che tu venga giustiziata e non combatterà ne ci aiuterà con la strategia. La tua abilità speciale è l’intelligenza e sono certa che anche Atena ha quest’abilità, come Re Poseidone ha il controllo dell’acqua”
 
“Anche loro?” dissi sorpresa.
 
“Si tratta di genetica, Annabeth! Non è che queste capacità saltano così dal nulla, ma ora andiamo fuori tema” disse “Il punto è che se tu combatti, Atena combatterà e le Amazzoni combatteranno. Sono guerriere fedelissime alla loro Regina e se la Regina si fida di sua figlia, loro si fideranno di lei” rimasi silenziosa e pensai un momento sulla situazione.
 
“Zeus ti ha mandata qui?” chiesi.
 
“No, sono venuta di mia volontà” rispose lei.
 
“Questo vuol dire che se esco di qui, ci verrò risbattuta dentro non appena mi vedono. Come faccio a combattere?” risposi.
 
“Potrai dimostrarci che ti sei veramente pentita e Zeus potrebbe lasciarti vivere” disse lei.
 
“Vorrei, ma non posso” risposi “Zeus non si fida di me. Nessuno si fida di me tranne Percy e voi vi fidate di lui, ma non di me! Non potrò mai combattere e penso che se mi giustizieranno forse è meglio così… sono un mostro Silena e non capisco come P-qualcuno possa vedere qualcosa di buono in me dopo quello che ho fatto anche se non ho avuto altra scelta” dissi voltandomi per non far vedere una lacrima mi scivolò sulla guancia.
 
“Lo dici perché sai recitando una parte o per sincerità?” disse lei sospettosa.
 
“Guardami!” dissi voltandomi verso di lei. Silena mi guardò negli occhi studiandomi ma io mi voltai nuovamente.
 
“Se non vuoi farlo per te, fallo per colui a cui entrambe teniamo, il mio migliore amico, l’uomo più innamorato che io abbia mai visto. Fallo per Percy”.  Stavo per risponderle ma lei mi batté sul tempo. “E’ inutile che neghi, ho visto come vi guardavate al tuo processo! E non mi è neanche sfuggito che vi stavate tenendo per mano” Silenzio.
 
“Che colpo basso” brontolai “Hai la chiave apre quel baule?” dissi uscendo dalla cella mentre Silena la chiudeva.
 
“Che c’è nel baule?”
 
“Le mie armi e l’armatura leggera” dissi avvicinandomi al baule per esaminarlo.
 
“No, mi dispiace” disse lei. Mi voltai verso Silena e vidi che aveva una forcina che le teneva la frangia
 
“Non importa” dissi studiando il baule “Informa gli altri principi: Crono attaccherà di nuovo- Mi presti la forcina?” chiesi. Silena mi guardò sospettosa ma poi me la diede capendo cosa volevo fare. Aprii la forcina e la infilai nella serratura del baule, la girai un paio di volte cercando le levette del meccanismo di apertura e una volta trovate, tre click e aprii il baule. Presi i miei schinieri, misi le polsiere corazzate, misi la cintura e ci legai le mie armi che stavano nel fodero. Silena mi accompagnò fuori dalla torre. Le guardie sembravano stupite di vedermi girare libera per Lamia. L’unica cosa che li fermava dall’attaccarmi era Silena che mi stava accompagnando. Andammo fino all’infermeria. Vidi soldati feriti sui lettini, i guaritori si stavano dando da fare. Mentre passavo tutti quelli che mi videro mi fissarono sospettosi. Entrammo in una tenda dell’infermeria e vidi il Principe Beckendorf seduto su una sedia mentre si metteva una qualche crema medica su una ferita leggera ma lunga che aveva sull’avambraccio.
 
“Charlie!” esclamò Silena e corse da lui. Lui la vide, si alzò dalla sedia e prontamente si abbassò per essere baciarla. Sorrisi alla vista. Quando si separarono, Beckendorf mi guardò.
 
“Ecco, Annabeth, o meglio, Principessa Annabeth! Il grande amore di Percy” disse lui.
 
“E tu sei il Principe Beckendorf, il grande amore di Silena” risposi.
 
“Se te lo stai chiedendo, Silena mi ha detto tutto, ha MOLTO intuito per queste cose” disse “Percy sta nella tenda in fondo all’infermeria” disse lui, come se mi avesse letto nel pensiero.
 
“Va da lui” mi disse Silena.
 
“Sei la prima che lo ha conquistato. E meno male! Sarebbe stato un altro ragazzo carino sprecato” disse il principe.
 
“No, Beckendorf. Tu sei carino, lui è un Figo-Spaziale, che è diverso!” risposi. Silena si mise a ridere. Se non avessi ucciso sua sorella, forse saremmo potute essere buone amiche. Li salutai e andai a cercare Percy e poi lo trovai. Stava in una tenda appartata, probabilmente una di quelle riservate ai generali. Era da solo, a torso nudo e stava finendo di fasciarsi una ferita sul braccio, aveva i capelli attaccati alla fronte per il sudore dovuto alla battaglia che era durata ore. Dopo lo scontro con Gerione, Percy non era messo molto bene, nulla di grave per fortuna, ma aveva un taglietto sul naso, uno sulla guancia e un livido con un po’ di sangue ben visibile sullo zigomo. Lui si accorse della mia presenza e rimase completamente meravigliato dal vedermi lì. Non c’era nessuno tranne lui in quella tenda. Mi lasciai andare per un momento e corsi verso di lui abbracciandolo. Percy mi strinse a sé senza esitare. In quell’istante mi importava solo di averlo tra le braccia, che fosse sopravvissuto.
 
“Che ci fai qui?” mi chiese “Dovresti essere nella cella”
 
“Silena mi ha fatta uscire” gli risposi e lo abbracciai nuovamente. “Combatterò con te” dissi.
 
“No, Annabeth! Non voglio rischiare di perderti” disse lui. Gli misi delicatamente le mani sul volto.
 
“Tu non sai cosa ho provato in quella cella. Non sai come mi sono sentita mentre tu stavi in battaglia a rischio di morte, quando hai combattuto contro Gerione. Io non voglio perdere te. Tu hai già fatto troppo, e non voglio che tu muoia per causa mia o perché è tuo dovere di principe, combattere”
 
“No, non puoi andare” insistette.
 
“Percy, ormai sono qui, devo andare per forza!” feci una pausa, tenendogli le mani sul volto “Se tu muori in battaglia non potrò mai perdonarmelo e verrò giustiziata lo stesso e i tuoi sforzi saranno stati inutili. Se dobbiamo morire, allora moriremo insieme” gli dissi. Percy chiuse gli occhi e appoggiò la fronte alla mia, sapeva che avevo ragione, ma non voleva ammetterlo. “Per di più, io sono L’Angelo della Morte, che figura ci faccio a morire giustiziata?” dissi ironica, nel tentativo di risollevargli il morale, più che altro per ridere per non piangere.
 
“Non fa ridere” disse Percy alzando la testa serio. Abbassai lo sguardo e le mani dal suo volto. Presi fiato e gli dissi la verità, cosa provavo in quel momento.
 
“Io ho paura, Percy” gli dissi non riuscendo a guardarlo e guardai un angolo della tenda. Lui però mi prese il viso tra le mani forzandomi a guardarlo.
 
“Non devi averne finché siamo insieme. Ce la faremo, Sapientona!” disse e mi tirò a sé per un altro abbraccio. Lo strinsi forte come se la mia vita dipendesse da quell’abbraccio. Per una volta il coraggio mi aveva abbandonata, mi ero sentita persa. Perseus era la mia ancora, ciò che mi spinse a non mollare. Lui se ne era accorto, in fondo sapevo che anche lui aveva paura, ma vedevo che era determinato a non mostrarlo per me. Percy a sua volta mi strinse forte, poi mi baciò sulla testa, poi sulla guancia e poi sulle labbra. Come al solito, venni investita da un fiume di emozioni. Era questo l’effetto che aveva Percy su di me. Ero talmente presa che non avevo neanche sentito qualcuno chiamare Percy.
 
“Annabeth è- Perseus!” esclamò la regina Sally entrando insieme a Poseidone. Io e Percy saltammo come molle. Ma che palle! Siamo in una guerra e potremmo non arrivare a domani, un momento da soli non possiamo averlo?! E poi, alla faccia dell’essere discreti! Atena ci ha visti, Silena l’ha capito, lo ha detto a Beckendorf, e ora pure Sally e Poseidone?! Che sono i genitori di Percy, tra l’altro, e in più sono entrati mentre ci baciamo e lui a torso nudo! Che figura di cacca!
 
“Che sta succedendo qui?! Perché lei è qui?!” disse Poseidone guardandomi male.
 
“Papà, io- Annabeth- noi…” balbettò Percy.
 
“Perché eravate abbracciati e vi stavate baciando?!” Sally si schiaffò il palmo in fronte.
 
“Perché nostro figlio ha deciso di fare il gigolò!” disse lei sarcastica e incrociando le braccia “Secondo te, Poseidone?! Il nostro Perseus si è trovato la ragazza che è non è altro che L’Angelo della Morte, Annabeth, l’assassina, la figlia di Atena” Non so chi aveva la faccia più rossa se io o Percy.
 
“COSA?!” esclamò l’uomo con occhi sgranati. Abbiamo ‘Testa d’Alghe Senior’!
 
“Papà, io mi sono innamorato di Annabeth e lei ha deciso di combattere con noi” disse
 
“Non se ne parla!” dissero i suoi genitori.
 
“Re Poseidone, Regina Sally, se io combatto, anche Atena parteciperà e di conseguenza anche le Amazzoni e poi devo fare quattro chiacchiere con Crono” dissi arrabbiandomi, ora gliela faccio pagare.
 
“Se Zeus o altri monarchi ti vedono, tu non ne fai neanche due di chiacchiere” disse re Poseidone.
 
“Voi avete bisogno delle Amazzoni, le Amazzoni seguono Atena e Atena mi vuole viva. Se io combatto, lei mi seguirà” dissi.
 
“Ma come sei uscita?” chiese Sally.
 
“L’ho fatta uscire io” disse Silena entrando anche lei nella tenda insieme a Beckendorf.
 
“Silena?” disse Percy sorpreso. Stava per dirle qualcosa, ma lei lo batté sul tempo.
 
“Non c’è tempo per le domande, dobbiamo portarla da Atena e farle indossare l’armatura Amazzone così si potrà confondere tra le guerriere. Annabeth, solo in campo di battaglia potrai rivelarti. Non credo Zeus sia così stupido da attaccare le Amazzoni per catturarti” disse lei seria. Annuii concordando pienamente con il suo piano.
 
“Ma come la portiamo da Atena senza che qualcuno dia l’allarme?” chiese Percy. Sorrisi.
 
“Basta che mi diciate dove si trova mia madre, a raggiungerla ci penso io” dissi.
 
“Esattamente, come pensi di fare?” mi chiese Poseidone.
 
“Sono o non sono cresciuta col Clan? Salterò su qualche tetto, quattro acrobazie e entro per qualche finestra” dissi guardandoli tutti.
 
“Giusto! A Delfi sono entrati senza troppi problemi… mi piace la ragazza” disse Beckendorf e Silena gli diede una gomitata nello stomaco e Percy lo guardò male.
 
“Guarda, non sei il primo” risposi e Silena mi lanciò un’occhiataccia. Alzai appena le mani in resa. 
 
“Mi è simpatica” disse Sally con un sorriso “Tua madre è alla caserma est”. Percy allora si avvicinò ad una parete della tenda e slacciò i cordini che chiudevano quella parete, mi fece cenno di avvicinarmi e così feci.
 
“Passa da qui, devi solo superare il muro del distretto medico. Dall’altra parte c’è il distretto militare est, lì c’è la caserma” Guardai gli edifici e gli oggetti che potevo usare, le guardie che passavano. Osservai attentamente e al momento giusto andai di corsa verso la caserma.
 


 
Ero sul campo di battaglia. Indossavo l’armatura delle Amazzoni, l’armatura del mio popolo: indossavo gli schinieri bronzei sopra gli stivali, le protezioni per le gambe sopra i pantaloni e la corazza di bronzo sopra una maglia smanicata per proteggere il busto, le polsiere di bronzo sugli avambracci e l’elmo.
Sapevo che Crono stava tornando all’attacco, e noi li stavamo aspettando al fianco dei monarchi e dei principi. Le Amazzoni erano schierato tra i Tessagliani e gli Ateniesi. Stavo a cavallo di Starlight e mia madre stava davanti alle truppe.
 
“Amazzoni, prima di combattere, vi dirò che oggi, non sarò solo io a dover essere ascoltata. Ma anche un’altra persona e vi chiedo di darle la vostra fiducia, poiché io stessa mi fido di lei, mia figlia” disse Atena. Allora mi feci avanti. Sentivo gli sguardi delle guerriere su di me. Una volta vicino a mia madre mi tolsi l’elmo. Udii alcuni commenti di sorpresa. Forse alcune non sapevano di tutto l’accaduto nella sala. Prima che qualcuno potesse dire qualcosa. Suonarono le campane di allarme. Crono era in vista. Mi voltai e vidi il Clan avvicinarsi.
 
“Cosa dobbiamo fare, Principessa Annabeth?” mi chiese una guerriera. Le altre le vidi tutte intente ad ascoltarmi. Guardai dietro di me e vidi il Clan sempre più vicino e poi mi voltai nuovamente verso le guerriere.
 
“Amazzoni” cominciai “Ho avuto occasione di scontrarmi con alcune di voi in passato. Una di voi vale per dieci, il vostro coraggio, intelletto strategico e la vostra volontà non hanno paragoni, siete le prescelte della Dea della Sapienza, siete le sue guerriere!” mi voltai guardando l’esercito nemico sempre più vicino “Vedete il Clan che si avvicina? Vogliono portarvi via il dono più prezioso di questa terra, la Libertà; DIFENDETELA! Vi appartiene!” gridai sguainando la spada. Si levò un boato da parte delle Amazzoni. Quando il Clan si avvicinò, aspettai il comando di Zeus.
 
“CARICA!” gridò. Gli altri monarchi seguirono il suo esempio.
 
“OPLITI, CARICA!” gridò Poseidone
 
“AMAZZONI, ALL’ATTACCO!”  gridò mia madre e partimmo alla carica. Presi la lancia attaccata a Blackjack e la scagliai con forza contro il Clan nonostante la distanza. Credo di aver fatto secca Kelly e fatto cadere da cavallo Tammy.
Si levò un altro boato da parte delle mia guerriere. “Bel colpo, Annabeth” disse Atena. Non dissi niente e mi scagliai all’attacco. Notai il Clan spostarsi in un certo modo e capì cosa volevano fare.
 
“CAVALLERIA A TERRA!” Gridai. Le guerriere a cavallo scesero dal destriero in corsa. “SCUDO MOBILE!” ordinai. Tutte le donne unirono gli scudi e formammo un enorme scudo mobile.
 
“SCUDO MOBILE!” era la voce di Percy e si era unito a noi nella formazione.
 
“SCUDO MOBILE!” questa era Silena.
 
“SCUDO MOBILE!” Beckendorf! Facemmo appena in tempo a sistemarci che gli arcieri del Clan ci colpirono con una pioggia di frecce. Gli opliti, le Amazzoni e i guerrieri di Tessaglia ed Etolia riuscirono a rimanere incolumi, ma molti tra gli Argivi erano rimasti colpiti. Re Ade e mia madre non persero tempo e subito gli arcieri più famosi dell’Asia minore, Persiani e Amazzoni scagliarono le loro frecce sul Clan, ma come prima, molte frecce furono respinte. Appena gli eserciti furono ancora più vicini, ordinai di sciogliere la formazione a scudo.
 
“FORMAZIONE DELTA-SIRIA!” gridai. Ho vissuto in Siria, so come combattono e so che le Amazzoni raramente e velocemente usavano questa formazione, ma perché era molto efficace e non volevano che venisse riproposta da nemici. Le guerriere si chiusero in un rettangolo. Quelle con le lance passarono in avanti formando tre file portando in avanti le armi che uscivano come spuntoni dagli scudi, le spadaccine come me si trovavano al centro formando un’enorme testuggine con spuntoni, mentre le arciere si ritiravano vicino le mura. Al primo impatto fu un miracolo che non ci si ruppe la formazione. Quando capii che il Clan ormai era sparpagliato intorno a noi diedi a mia madre il segnale d’attacco.
 
“ORA!” gridò lei e tutte le spadaccine, come un virus, passarono attraverso gli scudi delle lanciere, facendo massacro dei soldati sopresi dall’improvvisa esplosione di soldati. Da lì  la battaglia fu un putiferio. Si sentivano spade scontrarsi, grida di feriti o di caduti. Nonostante il caos più totale, mi accorsi che i soldati dei regni stavano combattendo con più grinta da quando arrivarono le Amazzoni. Questa non era la prima battaglia a cui assistevo, ma era la prima battaglia in cui partecipavo. Combattendo guardai mia madre lottare a capo delle guerriere di Scizia. Muoveva la lancia con forza ed eleganza, aveva una grande strategia di combattimento e non lasciava che nessun nemico la fermasse. Percy e Silena combattevano vicino a me, Percy già avevo visto come combatteva. Silena era un altra furia. Sfruttava la sua statura e la sua velocità per sconfiggere chiunque le si parasse davanti. Beckendorf era al suo fianco. I due combattevano insieme aiutandosi in ogni momento. Non avevano bisogno di dirsi niente che l’uno era già pronto ad aiutare l’altro.
Nella battaglia ormai si sentiva solo il rumore di spade e grida, tonfi e frecce che si scagliavano sui bersagli o rimbalzavano per le abilità del Clan. Non so per quanto tempo ci scontrammo, so solo che per il momento avevo collezionato solo un graffio sul braccio, Percy mi aveva raggiunta e stava combattendo a pochi passi da me. Mi guardai intorno e vidi che stavamo avendo la meglio.
 
“RIMPIEGATE! RIMPIEGATE!” ordinò Crono. Il Clan si ritirò nuovamente, la battaglia era bastata per oggi e avevamo vinto noi. Si levò un boato da parte dei nostri eserciti, ma sapevo che sarebbero tornati, ma sapevo anche che tutti i monarchi mi avevano vista combattere contro il Clan. Non si fidavano di me, ma per il momento avrei potuto dimostrare da che parte stavo.

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: The Princess of Stars