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Autore: TrustInBieber    28/11/2012    19 recensioni
Tiro fuori il telefono e lo sblocco.
Aspetta.
Lo blocco e guardo il display.
Sicuramente non avevo come sfondo Justin Bieber e Selena Gomez.
Lo sblocco di nuovo e vado a controllare i messaggi.
Ho scambiato il mio telefono con una ossessionata con Justin? Perfetto.
Selena, Scooter, Chaz, Christian, Taylor, Fredo.
Vado a vedere le foto.
Justin, Justin, Justin, un cesso, Justin, un braccio, un gufo.
Decisamente non è il mio telefono.
Grande.
Ho il telefono di Justin Bieber in mano e l'unica cosa che sono capace a fare è andare a vedere se tiene foto di se stesso nudo.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Ciao, bellissima.» Connor mi affianca e mi bacia una guancia, per poi prendermi i libri di mano. «Te li porto io.»
Che cazzata, odio quando i ragazzi iniziano a fare i gentiluomini che non sono.
Mi riprendo i libri e accenno un sorriso. «Vado dalla parte opposta della scuola e...» Mi guardo intorno e scorgo la pazza, così la prendo sottobraccio. «E poi io e Serena dobbiamo parlare.»
Serena mi da un'occhiata confusa, ma grazie a non so quale Dio capisce e annuisce velocemente. «Già. Sai, balli, mestruazioni, cose da ragazze.»
Connor alza le mani in segno di resa. «Come volete. Allora ci vediamo dopo.» Mi bacia la guancia e si allontana, lasciando me e Serena lì.
«Grazie.» Lancio un sospiro di sollievo e lei ridacchia. 
«Ti ha già stufata?» Mi chiede, seguendomi lungo il corridoio verso la classe di Inglese.
«No, è che ieri mi ha tempestato di chiamate per chiedermi se poteva venire a casa mia, e quando non gli ho risposto si è presentato alla mia porta con cioccolatini a forma di cuore e un pupazzo che gracchiava "Ti voglio bene".» Mugugno, alzando gli occhi al cielo.
Lattuga ride e scuote la testa. «Io l'ho sempre detto che i ragazzi portano solo guai. Sempre e solo guai.» Afferma poi, facendo spallucce e aprendo la porta della classe.
Ci sediamo in fondo e tiriamo fuori le nostre cose.
Beh, dipende che ragazzi.
Ad esempio Bieber non porta guai, se quei guai non si chiamano paparazzi che ti seguono fino a casa e ti chiedono la misura di Jerry, e quando non rispondi ti punzecchiano con qualche rametto per vedere se sei uno zombie che cammina.
Che palle, sono arrivata a casa piena di punture violacee e mia sorella ha pensato avessi la lebbra, quindi ha segregato Grace in camera sua e non l'ha fatta uscire neanche per andare in bagno, poi ha lavato i miei vestiti cinque volte.
«Signorina Richards, potrebbe dirmi cosa trova di tanto interessante sulla mia faccia?» Chiede il professore, e la risata generale della classe mi riporta alla realtà.
Oh, merda. Stavo fissando il prof ultra cinquantenne? Perfetto.
Apro la bocca per dire qualcosa di intelligente. Sorprendimi, cervello. 
«Scusi, è che trovo il suo taglio di capelli molto interessante. É esotico.» Accenno un sorriso, prima di rendermi conto dell'immensa figura di merda che ho fatto.
É pelato.
L'uomo scuote la testa e va a prendere un foglietto, ci scrive sopra qualcosa e me lo porge, così mi alzo e vado a prenderlo, leggendo a caratteri cubitali 'PUNIZIONE, EVELYN RICHARDS'.
Sbianco. «Non può mandarmi in punizione! Questo corso mi serve, non so un cazzo della letteratura Inglese!»
Il professore si toglie gli occhiali dal naso e incrocia le braccia, guardandomi perplesso. «Lei ha un bel caratterino, signorina. Mi piace.» Annuncia poi.
Arriccio il naso. «Scusi, ma lei è troppo vecchio per me e sono... Sono... Sono lesbica. La mia ragazza è seduta accanto a me.»
Indico Serena e tutti si voltano, compresa lei, ma poi si rigira notando che non c'è nessuno dietro. Si indica leggermente e fa una risativa nervosa.
«Sì, siamo molto innamorate... É davvero adorabile.» Mi lancia un'occhiataccia e io le sussurro 'Scusa' a bassa voce.
«Basta così, per oggi. Richards, se la becco distratta ancora un volta, questo foglietto sarà la sua condanna.» Mi avverte, prima di posarlo sulla cattedra.
Torno al mio posto e Serena mi da un colpo sul braccio. «Ma sei impazzita?!» Quasi urla.
Mi massaggio il braccio con una smorfia. «Che hai al posto delle mani, un piede di porco?»
Alza gli occhi al cielo. «Smettila di trascinarmi con te nei tuoi casini.»
«E tu fatti una tinta normale.» Borbotto, cominciando a scrivere.
Mi imita, e dopo poco sbuffa. «Io non sono lesbica.»
«Ah, no?» Giro una pagina del quaderno.
«No. Ho dichiarato guerra alla specie femminile e maschile molto tempo fa.» Dichiara, porgendomi un foglietto. «Dovresti venire questa Domenica, c'è il raduno del nostro gruppo.»
Mi rigiro il foglietto verde tra le mani. «Siete tipo una setta o qualcosa del genere? Bevete sangue umano? Uccidete cani? Perchè io avrei una specie di topo che continua a fare pipì sui fiori di mia sorella, quindi se vi servisse un cane, io ce l'ho.»
Mi guarda con la bocca spalancata. «E poi sono io quella che soffre di instabilità mentale.» Dice infine, tornando a scrivere.
La guardo per un po', poi le picchietto la spalla. «Ma se non stai con un ragazzo, nè con una ragazza... Con chi stai?»
Fa spallucce tranquillamente. «Sto aspettando che il mio criceto risorga.»
Sposto la mia sedia lontano dalla sua e prendo le mie cose.
Questa è pazza.

Prendo un bel respiro prima di tuffarmi.
Ecco una delle cose che odio di più di Los Angeles: il traffico.
Ma non il traffico leggero, dove non fai in tempo a controllarti il trucco nello specchietto che non hai più macchine davanti.
No, quello pesante, dove puoi fare i sudoku e ancora sei lì, sempre allo stesso punto.
«Muoviti, porca troia!» Sbraita Jimmy, suonando il clacson diverse volte.
Vedo Vanessa che scuote la testa. «Jim, anche se si muove lui, c'è comunque una fila davanti.»
«Non mi parlare se non vuoi uscire dall'auto e farti l'autostrada a piedi.» Borbotta lui, leccandosi le labbra per la millesima volta.
Guardo Grace che gioca tranquillamente con la sua barbie, poi mi guarda e sorride.
«Dai, che cazzo avete fatto? Stavate ascoltando l'acuto di Harry Styles in Gotta be you e siete morti soffocati nel tentativo di imitarlo?» Jimmy sbatte la testa contro il volante e sospira. «Non arriveremo mai a casa dei miei genitori.»
«Per me va più che bene. Guarda, se vuoi già fare retromarcia proprio qui...» Vanessa fa spallucce e continua a giocare col suo telefono.
«Devo andare in bagno.» Dico, guadagnandomi un'occhiataccia da Jimmy.
«Trattienila!» Sibila, tamburellando sul volante con le dita a ritmo di Like a G6.
Prendo il telefono, colta da un'improvvisa ispirazione, e apro la cartella dei messaggi, trovando il numero di Justin.
Me l'ha lasciato in rubrica, il che sta a significare solo una cosa: io gli piaccio.
Oppure che l'ha fatto mentre dormiva, ma preferisco la mia versione personale.
'Mi è venuta in mente una cosa, ti va di sentirla?'
Aspetto qualche minuto prima di ricevere una sua risposta affermativa, così mi metto d'impegno e scrivo la cretinata del secolo.
'Se Justin fosse un bagnino, non lo lascerei mai andare. Andrei a tuffarmi in acqua, senza saper nuotare. E lui mi salverebbe, sì, gentleman, com'è. E poi vivremmo felici, con duemilasei bebè.'
«Ehi?» Jimmy mi da una leggera sberla sulla gamba, attirando la mia attenzione. «Tu e quel tipo... Quello che ti controllava i denti con la lingua. State insieme? Vi frequentate? Avete dei piani per il futuro? Non potete mica girarvi i pollici.»
Io e Vanessa lo guardiamo sconvolte. «Non so se stiamo insieme. Stiamo sulla strada per stare insieme, ecco.» Spiego.
Fa spallucce leggermente. "A me non sembra il ragazzo giusto per te. É il classico ragazzo scopabile che ti mollerà per una prostituta.»
Aggrotto la fronte, guardandolo stranita. «Ti rendi conto che anche tu eri il capitano della squadra di football a scuola e che mia sorella era la sfigata?»
Mi fa cenno di lasciar perdere. «Quelli erano altri tempi.»
«Era tre anni fa!» Prendo il telefono che vibra e lo sblocco, trovando la risposta molto soddisfacente di Justin.
'Se tu fossi più normale, io ci proverei, ma visto che sei strana, io non ti salverei.  E non farei il gentleman, che tanto ce ne sono. Penso che rimarrei a riva, a succhiarmi un ghiacciolo.'
É la mia altra metà, è ufficiale.

«Jimmy! Vanessa! Grace! Sconosciuta!» Queste sono le gentili parole con cui la mamma di Jimmy, Iolanda, ci accoglie all'entrata della sua casa.
«La sconosciuta è la sorella di Vanessa, mamma.» Ribatte Jimmy prontamente, dandole un veloce abbraccio.
La donna mi fissa. «Tu sei Evelyn? Come sei cresciuta, sei diventata proprio una signorina! Dimmi, ce l'hai il ragazzino?» Mi stringe in un abbraccio e mi dondola da destra a sinistra, spettinandomi i capelli.
«No.» Bofonchio, allontanandomi velocemente. «Lei non è cambiata neanche un po'.» Sempre la solita bisbetica, vorrei aggiungere.
Fa una risatina e mi lascia entrare in casa. «Sì, mi tengo in forma. Ho iniziato questo nuovo corso di pilates dove devo tirare in aria le arancie e fare cinque piegamenti prima di riafferrarle.»
«Che cosa avventurosa.» Commento, togliendomi la giacca di pelle e appendendola. «Allora io vado in bagno.»
«Perchè?» Chiede, aggrottando la fronte.
«Per leggere degli Immagina su Justin da Facebook.» Sorrido, e lei mi fissa perplessa.
«Cosa?»
«Devo fare pipì!" Alzo gli occhi al cielo e vado al piano di sopra, chiudendomi in bagno e scivolando giù sul pavimento.
Fisso un po' la finestra, prima di sentire un brontolìo provenire da dietro la porta.
«Iolanda, ti sei di nuovo cagata addosso? Sai che ho dei problemi alla vescica, non posso aspettare i tuoi comodi!» Oddio, è il marito.
É quel pazzo che mi vuole dare in sposa al fratello di Jimmy, che ha sì e no 12 anni e non gli sono neanche caduti tutti i denti da latte.
Mi alzo velocemente e mi metto un asciugamano in testa, coprendomi per bene il volto e lasciando fuori solo gli occhi.
Apro la porta con slancio e corro via al piano di sotto, sentendo l'uomo imprecare per bene prima di sbattere la porta del bagno.
«Oh, eccoti qui!» Squittisce Iolanda, trascinandomi in cucina. «Perchè hai un asciugamano?»
«É...» Guardo l'asciugamano, poi me lo arrotolo intorno al collo. «É l'ultima moda! Invece delle sciarpe usi gli asciugamani!»
«Sul serio?» Chiedono Vanessa e Jimmy allo stesso momento.
Scuoto la testa leggermente.
Ho una famiglia di idioti.

«Mamma, prendi dei bei respiri, fai qualche passo avanti e indietro e calmati. Non è niente di grave, non è successo niente.» La informo per la millesima volta.
«Ma come non è niente di grave! La televisione è diventata nera di punto in bianco, non so perchè! Ho paura di toccare qualcosa.» Dice disperatamente, e la sento prendere dei lunghi respiri prima di continuare a parlare. «E se brucia? E se tutto il quartiere va in corto circuito?»
Alzo gli occhi al cielo. Che esagerata. «Mamma, ora ti spiego bene cosa è successo. Dimmi dove era il telecomando.»
«Sul divano, come sempre!»
«E dimmi, hai notato per caso qualcosa di strano? Non so, papà che si è seduto su quel divano?»
«Sì!" Ammette.
Sorrido. Quanto possono essere imbranati i genitori con la tecnologia. 
Nonostante tutto, mia nonna si accende il computer e gioca a bingo.
E vince anche!
«Ecco quello che è successo, in poche parole.» Le lascio il tempo di prepararsi mentalmente alla notizia che sto per darle. «Papà si è seduto sul telecomando e la TV si è spenta.» 
Silenzio. Silenzio. Silenzio.
«Harold, hai spento la televisione col tuo culo grasso! Smettila di abbuffarti di tacchino e vediamo come accenderla!» La sento urlare, e sento papà brontolare con la bocca piena. 
«Ma cara, ho appena cominciato!» Grugnisce.
«Sta per iniziare Beautiful, sai che non me ne perdo neanche una puntata da quando è iniziato!» Ribatte prontamente mia mamma, mentre io rimango al telefono tanto per farmi compagnia mentre scrivo le ultime frasi del riassunto di Romeo e Giulietta. In Tedesco, cazzo.
«Infatti sei come quel programma!» Sbotta papà, e lo sento alzarsi dal divano.
«Cioè sono beautiful?» Mia mamma fa una timida risatina.
«No, cioè rompi le palle da una vita!» Ohh, papà! Si è fatto un duro, eh?
«Tesoro, ci sentiamo domani, vado a spingere tuo padre giù dalla finestra.» La chiamata si interrompe e il telefono vibra di nuovo, stavolta con un messaggio.
'Ehi, ce l'hai tu la mia cover per il telefono? Non la trovo più.'
Ridacchio piano.
Tutti conoscono la scusa della cover, giusto?
Quando un ragazzo ti dice che ha perso la cover del suo telefono, significa soltanto che vuole rivederti.
É la classica cosa che dicono tutti.
Stai sicura che se un ragazzo perde il telefono e si trova nel deserto del Sahara, mentre tu sei al Polo Nord a fare volontariato per i pinguini, lui darà la colpa a te e ti chiederà anche di comprargliene un altro.
'Quanto sei prevedibile, Justin. ;)'
Poso il telefono sul letto e vado in bagno, lavandomi la faccia e increspando le labbra, così da trovare un modo sexy di sporgerle per dare un bacio.
Sento il telefono vibrare e mi fiondo in camera, buttandomi a peso morto sul piumone.
'... Cosa?'
Indizio numero 2: fare il finto tonto. Sii circospetto, sempre.
'Dai, ormai puoi confessare il tuo infinito amore per me, no? Lo so io, lo sa il tuo inconscio, lo sa il palo davanti alla tua finestra. Confessa!'
'Tu hai problemi seri... Ce l'hai o no?'
'Pocket coffee! Ce l'ho!'
'Me ne vado.'
'Mi lasci in the middle of nowhere?'
'Sì.'
'Stronzo.'

Non ottengo risposta, perciò penso fosse serio.

IF I WAS YOUR BOYFRIEND, I'D NEVER LET YOU GO, I'D KEEP YOU ON MY ARM, GIRL, YOU'D NEVER BE ALONE!
DITEMI CHE AVETE VISTO L'INTERVISTA CON OPRAH, OH, PORCO CAVOLO!
Lui era perfetto, lei era perfetta, le Beliebers erano perfette, e anche il tipo che ha detto a Justin di spegnere il telefono era perfetto!
Gjshdgjfhsdufjsjgdhfsdujfgh.
Mamma mia, giuro che uihesukiykshdn.
A parte questo, spero il capitolo vi sia piaciuuuuuuuto, perchè a me no c:
Sayonara, bellesse.
Per chi volesse: Twitter is --- @___hugbieber.
MI SEGUE JUSTIN DA @GEWXY OH, MIO DIO.
Ok, vado c:
   
 
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