IL POTERE DEI
RICORDI
CAPITOLO 1
SATO
Era una bella giornata di inizio estate, e gli
uccellini, cinguettando soavemente, davano il benvenuto al nuovo giorno; svariati pokèmon saltellavano qua e là,
evidentemente allegri e contenti per la bella giornata che li aspettava. La
forma aguzza e imponente del vicino Monte Argento sovrastava i vicini boschi,
mentre frotte di Rapidash e Scizor scendevano a valle, per procurarsi la
colazione. Un villaggio alle pendici del monte, intanto, tornava lentamente
alla vita, pronto per una nuova bellissima giornata di lavoro. I raggi del
caldo sole di metà giugno entravano
dalle finestre, svegliando anche i più dormiglioni e pigri; un bellissimo
ragazzo dai folti capelli corvini, colpito sul viso abbronzato da un dispettoso
raggio di luce, si svegliò con un sonoro sbadiglio, ma con un dolce sorriso
dipinto sulle labbra: “Buongiorno mondo!” esclamò, prima di fiondarsi in bagno
a lavarsi. Si tolse il pigiama color verde acqua, mettendo in mostra muscoli
delicati ma prosperosi, e s’infilò nella doccia. Un gettò d’acqua fresca lo
colpì in pieno viso, svegliandolo del tutto, poi cominciò ad insaponarsi,
canticchiando e fichiettando, si sentiva proprio bene! Finita la doccia,
ritornò in camera a vestirsi, mentre lo specchio rimandava l’immagine di un
viso solare, solcato però, sulla guancia sinistra, da una lunga cicatrice
scura, ma il giovane non ci diede peso, tant’è che subito, saltando i gradini
delle scale, uscì rapidamente di casa. “Buongiorno Sato! Dormito bene?”, una
voce squillante lo chiamò, facendolo voltare, “Buongiorno Yamato! Si,
benissimo, grazie. Tu, piuttosto? Tua sorella mi ha detto che, in questi ultimi
giorni non stai tanto bene, è vero?” rispose di rimando il moro, rivolgendosi a
un ragazzo biondo e alto, impegnato ad addestrare il suo Pichu. Il biondo non
rispose, abbozzò solo un sorriso, poi ritornò alle sue occupazioni, mentre
l’amico s’incamminava verso la casa del capovillaggio: era ormai un anno che si
era trasferito in quell’incantevole villaggio, angolo di paradiso per chiunque
avesse bisogno di stare in pace con se stesso. Ma, della sua vita prima del
trasferimento lì, non ricordava nulla, e ciò era già di per sè strano, se non
si doveva aggiungere anche la lunga e irregolare cicatrice che gli solcava la guancia,
tutto molto strano. Ma il giovane Sato, così si chiamava il ragazzo, non dava
molto peso a ciò, a lui importava solo del suo villaggio, e di coloro che ormai
considerava la sua famiglia: Aratesu e Yamamato, i due fratelli gemelli, la
prima era una bella ragazza di circa 20 anni, il secondo, era il suo gemello,
che lo avevano accolto nella loro comunità, dopo che lo ebbero ritrovato,
ferito e sanguinante, alla base del famigerato monte, che galleggiava inerte
nel fiume che, andando verso il mare, dava acqua all’intera comunità.
FLASHBACK
La pioggia batteva forte sulla foresta, e i
pokèmon s’affrettavano a cercare un riparo, mentre due giovanissimi ragazzi,
avvolti in colorati impermeabili, correvano sul sentiero che li avrebbe
ricondotti a casa: “Aratesu! Aspettami, non correre!” urlava il gemello della
ragazza, decisamente più agile e veloce del fratello, “Ehi, Yamamato! Vieni
qui! Presto! C’è un corpo!” gli urlò la sorella di rimando, spaventata.
Effettivamente, la ragazza era incappata in un corpo di ragazzo, con le vesti
stracciate ed impregnate di sangue, del SUO sangue: “respira ancora, aiutami a
sollevarlo, prendi il suo zaino, presto! Non abbiamo tempo da perdere!” ordinò
la ragazza con cipiglio militare, nondimeno era il capo del suo villaggio.
Tutto era accaduto così in fretta che il fratello di lei non ebbe neppure il
tempo di replicare, così si ritrovarono a correre, veloci e silenziosi, verso
casa, nel tentativo di salvare quel misterioso giovane.
Non appena giunti al villaggio che li aveva visti
nascere, i due gemelli corsero subito a casa: “prendi garze e disinfettante,
poi corri da Ai e dille di venire subito qui, è un emergenza!”. Passarono i
giorni, e il ragazzo si risprese, ma non ricordava nulla, solo parte del suo
nome, Sato, e così, il villaggio intero lo adottò, insegnandoli l’amore e il
rispetto per tutte le creature viventi, e l’armonia con tutte le creature del
creato. Di lì a poco, Sato era diventato un ottimo allevatore di pokèmon ed era
anche riuscito a catturare e a fare amicizia con un piccolo e bellissimo
Celebi, a cui voleva molto bene; ma, da un pò di tempo, Sato, nonostante si
trovasse bene con Aratesu e gli altri, egli si sentiva strano, euforico, e non
capiva il perchè. Non pensava
minimamente che presto, il passato avrebbe bussato alla sua porta.
EHILà!!! SALVE A TUTTI!! ORMAI I
POKèMON SONO DI CASA NEL MIO CERVELLO, ASSIEME A NARUTO E SAINT SEIYA, E QUALE
MODO MIGLIORE PER SUGGELLARE NUOVAMENTE QUESTA ALLEANZA SE NON CON UNA BELLA
FIC?? BENE! QUESTA STORIA HA ORIGINE IN UN PIOVOSO GIORNO INVERNALE (MA CHE CI
FREGA A NOI?? NdTUTTI) (*§&£$* NdMe) PASSATO A PANCIA IN SU SUL LETTO A
FISSARE IL SOFFITTO; IMPROVVISAMENTE, MI BALZANO ALL’OCCHIO DEI VECCHI APPUNTI,
E DECIDO DI RIMODERNALI UN Pò. ED ECCO A VOI..... IL POTERE DEI RICORDI!!!
DEVO SOPRATTUTTO RINGRAZIARE ( E
PERCIò DEDICO QUESTA STORIA A LEI) KOGARASHI, ERIKA, CHE HO CONOSCIUTO PROPRIO
QUI, SU EFP!! GRAZIE DI TUTTO, BELLA!!
CHE DIRE DI Più? DIVERTITEVI!!
SEE-YA!
SHUN DI ANDROMEDA