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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    20/06/2007    3 recensioni
Buonasera! eccomi di nuovo tra voi con una nuova ficcy dedicata ai Pokèmon! La mia è una storia con poche pretese, nata in un noioso giorno di pioggia (tipo kiss me licia): è la storia di Sato, un ragazzo senza passato, che vive in un piccolo villaggio dove i pokèmon sono di casa, e vivono a stretto contatto con gli umani. Un giorno arrivano al villaggio un gruppo di allenatori di pokèmon, stanchi, che cercano rifugio da una tempesta. i loro nomi sono Kasumi, Takeshi, Haruka, Masato e Kenji. E il passato busserà alla porta di Sato. DEDICATA ALLA MITICA KOGARASHI, CHE MI HA INSEGNATO UN SACCO SUI POKèMON!!!
Genere: Romantico, Malinconico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2 IL PASSATO RITORNA

Sato era un bel ragazzo di circa 15 anni, dai lunghi capelli corvini e dall’aria sbruffona, i suoi capelli erano sempre spettinati e arruffati, ed era divertente e simpatico, era una persona così speciale che tutti gli volevano un gran bene, e tutte le ragazze del villaggio facevano a gara per stare con lui, ma il ragazzo, ingenuamente, o forse inconsciamente, declinava sempre gli inviti con un sorriso sincero sulle labbra; nessuno, però, se la prendeva a male per questo, e la vita scorreva tranquilla. Il villaggio, chiamato da sempre “della Felice Esistenza”, era un posto tranquillo, dove esseri umani e Pokèmon vivevano quasi in simbiosi tra loro. Insomma, era un vero e proprio angolo di paradiso. L’estate si trasformò quietamente in autunno, e gli alberi si tinsero a poco a poco di un bellissimo color rame, e Sato approfittava di queste bellissime giornate ultime giornate di sole e caldo per fare lunghe passeggiate assieme al suo Celebi. “Ehi, Celebi!! Non correre! Non riesco a starti dietro, ah ah ah!!” rise il ragazzo, mentre correvano lungo i sentieri che s’inoltravano nei boschi, ridendo e scherzando: “biii, bi, biiiiii!!” ridacchiò la piccola fatina, volando ancora più in alto, mentre il suo allenatore la seguiva, sorridendo. Giocando e ridendo, i due amici per la pelle non si accorsero che stava calando la sera; ormai era il crepuscolo, e il cielo si stava tingendo di riflessi violacei e blu, davvero incantevoli, e si stava facendo buio; ma il ragazzo non ci fece caso, abituato com’era a camminare anche col buio, ma Celebi ne era terrorizzato, e corse a nascondersi tra le braccia del suo allenatore, con una serie di singhiozzi di paura. “Scusami tanto, amico… Mi ero scordato di questo particolare. Su, andiamo a casa.” Disse dolcemente il giovane, avvolgendo il pokèmon nel suo giaccone, mentre una brezza leggera gli scompigliava dolcemente i capelli corvini, già di per sé spettinati e indomabili; Sato prese a correre sul sentiero che lo avrebbe riportato al villaggio, e ormai era quasi arrivato a destinazione, mancavano pochi chilometri, quando scoppiò improvvisamente a piovere! “No, ci mancava solo questa oggi??” si lamentò Sato, quando, improvvisamente, udì come un grido, e un invocazione d’aiuto, provenire dal ponte sospeso che collegava il paesino al Monte: “cavoli! Gli argini!” urlò, prima di correre verso il punto da cui era giunto l’urlo. Sempre tenendo il piccolo pokèmon, spaventato a morte tra le braccia, il ragazzo prese a correre come un pazzo verso la vicina diga, una recente costruzione ordinata da Aratesu in persona per evitare che il vicino fiume, in caso di piogge torrenziali, straripasse e inondasse il villaggio intero; anche Sato aveva partecipato alla costruzione della diga, e Dio solo sa quanto si era divertito. Per lui, qualunque lavoro era un gioco, un divertimento, infinito, e prendeva tutto sul ridere, anche le cose più semplici; riusciva a vedere il lato bello di ogni cosa, il lato divertente dei lavori più duri, delle serate più noiose… Era un ragazzo fantastico! Ma soprattutto, era la persona più gentile e altruista che i due gemelli avessero mai incontrato: se Sato avesse visto qualcuno in difficoltà, era sicuro che avrebbe fatto l’impossibile per aiutarlo, era certo. “Ahhhhhhh!!!” un altro grido lacerante scosse profondamente il moro, un grido di ragazza, “sto arrivando! Resisti!” si fece sentire Sato, raddoppiando gli sforzi per raggiungere la misteriosa ragazza che stava gridando. Con un ultimo sforzo, il giovane arrivò alla diga, e ciò che vide lo scioccò profondamente: sull’altra riva, proprio di fronte a lui, vicino alla diga, vi era un gruppo di ragazzi, erano quattro, e uno di essi, una ragazza dai folti capelli scuri, era caduta in acqua, e non riusciva a stare a galla! Un’altra ragazza, con una chioma rossa che le incorniciava il volto, reso pallido dall’agitazione e dalla paura, stava tentando di buttarsi in acqua per ripescarla, ma un ragazzo, dalla buffa zazzera scura e dalla carnagione abbronzata la tratteneva per le spalle, sembrava avesse paura. Un bimbetto, vestito con proprietà e pulizia, con un paio di buffi e tondi occhiali da vista, era aggrappato alla gamba del ragazzo più grande, urlando e strepitando; malgrado la lontananza, Sato udì distintamente le sue parole: “Haruka-neechan!!! Lasciami, Takeshi, devo salvare mia sorella!”, il piccolo piangeva e si dimenava, ma il giovane chiamato Takeshi non mollava la presa sul piccolo, tenuto per un braccio. D’istinto, Sato, poggiato Celebi a terra, si lanciò nel fiume in piena, nuotando vigorosamente verso la ragazza, ormai quasi del tutto sott’acqua, era allo stremo! Con uno sforzo supremo, la raggiunse, e la prese tra le braccia, nuotando poi di nuovo verso la riva; questa volta ebbe molte più difficoltà a ritornare, ma tutto andò bene, e Sato si ritrovò, ansante ed esausto, ma vivo e in salvò, sulla riva dalla quale si era lanciato. Per prima cosa, si occupò della ragazza, e s’avvide che, nonostante alcune ferite superficiali, si sarebbe ripresa. Ora come ora, era essenziale tenerla al caldo e all’asciutto, così decise di portarla a casa sua; ma prima doveva cercare i compagni della giovane. Non dovette aspettare molto, perché, pochi secondi dopo, quello strano ed eterogeneo gruppo fece la sua comparsa tra gli arbusti alle sue spalle. Pioveva ancora, se non più forte di prima, Sato non riuscì a distinguere bene i lineamenti dei suoi ospiti, e si concentrò sulla ragazza, era lei quella più bisognosa di attenzioni. Fece per prenderla tra le braccia, quando una piccola scheggia verde gli sbucò sotto il naso, strepitando e abbracciando il corpo esanime della giovane salvata, il piccolo che tentava di buttarsi per salvarla! Intenerito, Sato gli poggiò una mano sulla spalla, e gli parlò: “Non preoccuparti per lei, starà bene. Ma non potete restare qui, venite con me, vi va di venire da me? Almeno potrete passare la notte all’asciutto, no?” disse semplicemente, prima di caricarsi la sorella del piccolo sulle spalle, “potresti prendere il mio giaccone? Fa attenzione, dentro c’è il mio pokèmon, non scoprirlo per alcun motivo, ha paura del buio.” Disse solo, tirando fuori un grande ombrello, e incamminandosi lentamente verso il paese. Non parlarono molto durante il tragitto, e in breve raggiunsero il villaggio, completamente deserto; con rapidità, Sato si diresse verso casa sua, aprì la porta, e li introdusse nell’abitazione, calda e accogliente. “Su, movetevi! Poggiate tutto in ingresso, ci penserete dopo, adesso datemi una mano con la vostra amica, forza! Piccolo, tu devi cercarmi degli asciugamani in bagno, fa presto! Tu invece, ti chiami Takeshi, vero? Tu dovresti preparare un infuso d’erbe secondo le mie istruzioni, e per ultima, la tua amica, scusa ma non so il tuo nome, potresti per favore togliere i vestiti alla tua compagna e portarla nella mia camera? È quella in fondo al corridoio, non puoi sbagliare. Io, invece, andrò a recuperare garze e disinfettante.” Chiese gentilmente Sato, correndo poi in bagno; frugò ovunque, e si procurò il necessario per curare le ferite, poi corse in cucina, dove trovò Takeshi, impegnato ai fornelli: “mi dispiace, ma la luce è saltata…” si scusò Sato, vedendolo al buio, illuminato solo da una candela. “non preoccuparti, grazie per l’ospitalità! Allora, cosa devo fare?” chiese il ragazzo, guardando negli occhi il loro misterioso salvatore; “bene, vedi quelle piantine lì sul davanzale? Devi prenderne alcune foglie, e farle bollire, poi prendi l’infuso, versalo in una tazza, e aggiungi al tutto un cucchiaio di quel barattolo rosso che c’è sul tavolo, fa presto.” E uscì dalla stanza, dirigendosi verso la camera da letto.

Alla ragazza sembrava di galleggiare, galleggiare nel buio, ma si sentiva infinitamente tranquilla, felice…

Protetta.

All’improvviso, vide una grande luce…

“Haruka! Dai, vieni con noi! Dobbiamo raggiungere la città che ospita il festival, manca poco!”. Delle voci gioviali la chiamarono, e lei si trovò in un bosco, assieme ai suoi amici più cari… Suo fratello Masato, la sua migliore amica, Kasumi, Takeshi, il loro mentore… e poi… “Ehi, Haruka! Cos’è quella faccia così triste’ non sei felice di partecipare al Festival?”, una voce allegra e dolce la scosse dai suoi pensieri, una voce amica.

Satoshi…” mormorò la ragazzina, voltando lentamente la testa: lì, davanti a lei, c’era il suo migliore amico, il loro leader indiscusso. Satoshi, quel ragazzino dolce e gentile con cui aveva vissuto mille avventure! Con un balzo, gli saltò addosso, e lo abbracciò, piangendo disperatamente, ma le sue lacrime, erano di gioia: “Satoshi!! Sei vivo!!!” urlò, abbracciandolo.

Poi, improvvisamente, Haruka si ritrovò a galleggiare nel buio, e sentì un gran caldo alle gambe, e delle voci… Aprì gli occhi.

“Satoshi.” Mormorò, vedendo un volto davanti a sé.

“Non preoccuparti. Sei al sicuro, adesso.”

UFF! CHE FATICA! PENSAVO DI NON FARCELA PIÙ! È STATO DAVVERO IL CAPITOLO PIÙ DIFFICILE CHE ABBIA MAI FATTO, VE LO ASSICURO! NON CE L’AVREI MAI FATTA SENZA L’AIUTO DELLE MIE FIDE COLLEGHE, VERA E KOGARASHI!! RINGRAZIO VIVAMENTE ANCHE FEDINA, CHE MI HA DATO SOSTEGNO MORALE DURANTE LA LAVORAZIONE!! GRAZIE DI TUTTO!! SPERO CHE NON VI ABBIA SCONVOLTO TROPPO QUESTO CAPITOLO, MA CERCATE DI CAPIRE, CI SARANNO ALTRI COLPI DI SCENA OLTRE A QUESTO! E ORA…. VIA CON I RINGRAZIAMENTI!

FEDINA: CIAO! BEH, SATO È UN RAGAZZO ENIGMATICO, E IL SUO PASSATO VERRÀ RIVELATO A POCO A POCO. ANCHE SE, DA QUESTO CAPITOLO, QUALCOSA DOVREBBE ESSERE TRAPELATO, NO?

ILA: GRAZIE PER I COMPLIMENTI! IL FUTURO DEI NOSTRI EROI SI PREANNUNCIA PIENO D’INSIDIE, E DI STRANI AVVENIMENTI, MA NON TI DICO ALTRO! SPERO CHE ANCHE QUESTO MIO SPUTO DI CAPITOLO (PERCHÉ È VERAMENTE BREVE..) TI SIA PIACIUTO…

KOGARASHI: DAI, COSÌ MI FAI ARROSSIRE!!! NON È NECESSARIO, DAVVERO!! COMUNQUE SATO AVRÀ PARECCHI PROBLEMI, E SOPRATTUTTO FARÀ PARECCHI GUAI, PRIMA DELLA FINE.. SPERIAMO NON DISTRGGANO IL VILLAGGIO… MI CI SONO AFFEZIONATA!!

ATTENZIONE! SONDAGGIO: SECONDO VOI, COSA È SUCCESSO A SATO?? SE VOLETE, PARTECIPATE!!

GRAZIE INFINITE ANCHE A CHI LEGGE SOLO!! VOGLIO BENE A TUTTI!!!

   
 
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