Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Black Fullmoon    28/11/2012    2 recensioni
Sherlock è morto cadendo dal tetto del Bart. Questa è una cosa che John sa e che tutti sanno e ormai non mettono più molto in discussione. Ma Sherlock non è tipo da morire e sparire da questo mondo. In fondo il corpo è solo un mezzo di trasporto di cui puoi anche fare a meno.
Genere: Comico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson , Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
John si diede un pizzicotto su una gamba. Era un sogno, non era possibile che Lui... Che Sherlock fosse davvero lì, in piedi, che lo fissava sorridendo non era possibile...
- E invece è possibile, a quanto pare - disse Sherlock. Dannazione, quella voce!
- Non capisco... È... Io ti ho visto cadere, Dio mio, tu eri morto! Ti ho sentito il polso e non ne avevi! - John si sedette barcollando sul divano, senza levare gli occhi dall'uomo davanti a sé - Sto impazzendo. Non c'è altra soluzione, sono impazzito - mormorò passandosi le mani tra i capelli.
- No, sei quasi sano a dire il vero. Io sono qua John, forse non nella maniera che tu ti... -
- Tu sei qua davvero... - Sherlock sbuffò.
- Certo che sono qua davvero John, credi di avere le allucinazioni per caso? -
- Tu... Tu eri in giro... Tutto questo tempo... Non posso crederci... Tu ti sei salvato e finora sei stato via, vero? È così Sherlock, non è vero? - mormorò John incredulo. Una parte di lui continuava a ripetere che tutto questo non era vero, che lui aveva visto Sherlock in un lago di sangue e che gli aveva controllato il polso e che Sherlock era stato dichiarato morto e non poteva, non poteva essere lì... Ma un'altra parte di sé voleva disperatamente che Sherlock fosse lì davanti davvero e porca puttana tutto ciò non aveva senso ma lui doveva essere lì davanti...
- Capisco che ci debba essere una bella confusione nel tuo cervello, lasciami spiegare. Diciamo che non è proprio esattamente come hai detto tu... -
- Non sto sognando -
- No John, e... -
- Tu sei vivo e finora hai fatto finta di nulla -
- Non è esattamente così, vedi... -
- E io ho pensato che tu fossi morto e ti ho pianto tutto questo tempo e tu eri in giro e non hai detto nulla -
- John se mi lasci parlare... -
- HAI FINTO DI ESSERE MORTO! - John scattò in piedi. Sentiva una furia cieca che gli scorreva dentro - TU CI HAI MENTITO, MI HAI MENTITO PER TRE FOTTUTI ANNI E ORA TORNI DALLA MORTE COME SE NIENTE FOSSE SUCCESSO! IN TRE ANNI NON HAI MAI DETTO A NESSUNO CHE TU ERI VIVO E CHE STAVI BENE! - a John non importava se avrebbe svegliato Mrs Hudson o il resto della strada con le sue urla. Non gli importava di quella parte più razionale di sé che gli diceva che questo era frutto della sua immaginazione. Voleva solo sfogarsi.
- John, ci sono delle cose che... -
- Che cose Sherlock? Che devi fare di queste "cose"? - sibilò John sentendo vagamente i muscoli delle mani contrarsi a pugno.
- Devo spiegarti John, non è come credi, vedi.. -
- No? È curioso quante cose non siano come credo, eh? Sai una cosa Sherlock? Va al fottuto inferno! - con questo, John si lanciò in avanti a sferrare un pugno a Sherlock. L'unica cosa in cui la sua mente era focalizzata al momento era il desiderio di sentire il setto nasale di quell'uomo che si fracassava contro alle sue nocche. Con sua sorpresa, Sherlock non si mosse. E con sua anche maggiore sorpresa non lo colpì, ma semplicemente sentì una specie di doccia fredda e cadde in avanti. Si voltò stupefatto.
- Hai intenzione di ascoltarmi? - chiese Sherlock innervosito, girandosi verso John.
- Hai del sangue sulla fronte - mormorò John fissando la tempia di Sherlock. Era certo che quella macchia rossa e lucida non c'era dieci secondi prima.
- Ah, hai ragione - John sobbalzò. Il sangue sulla fronte di Sherlock era svanito nel nulla. Il dottore si alzò e andò verso Sherlock. Provò ad allungare una mano verso il suo petto. Quando arrivò a contatto, sentì freddo alle dita e la sua mano semplicemente passò attraverso il consulente investigativo. John si ritrasse di scattò.
- Sto rivalutando l'idea di essere impazzito -
- I pazzi in genere non negano le loro allucinazioni, le accettano come realtà - commentò Sherlock. John lo fissò. Era abbastanza certo che i suoi occhi non si potessero spalancare più di così.
- Questo non è possibile - ripeté.
- L'hai già detto. E io ti ho detto più di una volta che ti devo spiegare alcune cose. Intanto è vero, sono stato in giro tutto questo tempo senza dirti nulla, ma avevo i miei motivi. L'unica a sapere di me era Molly per una lunga serie di ragioni. Ora arriviamo al punto in cui tu sei più in errore, anche se posso concederti di essere piuttosto confuso o incredulo. Per quanto la mia mente razionale fosse all'inizio estremamente contraria alla possibilità di ciò, tecnicamente io sono morto John, e sono quello che comunemente viene detto fantasma, o spettro, o spirito, o diversi altri sinonimi di queste parole - John batté le palpebre. Doveva essere fuori completamente per immaginare Sherlock dirgli di essere un fantasma. Eppure sentiva che questa storia era vera. Se lo sentiva dentro.
- Q-quindi tu mi stai dicendo che tu sei un fantasma? - domandò John.
- Lo sai che odio ripetermi - John si sedette su una poltrona. Si sentiva strano.
- E... E ora? Come mai sei tornato ora? - mormorò. Doveva essere pazzo per dare corda alla sua allucinazione, ma del resto contraddire i capricci di un pazzo non è mai consigliabile.
- Vedi io ho passato i precedenti tre anni a distruggere ciò che rimaneva dell'impero di Moriarty. Per quanto l'impossibilità di morire ancora sia cosa comoda, e quanto a ciò che posso fare come spettro te lo spiegherò prima o poi, la mia condizione ha anche degli svantaggi. Ad ogni modo, ho quasi finito e visto che gli ultimi rimasti sono qua a Londra ho pensato che era ora di rifarmi vedere. Inoltre il fatto di avermi già reincontrato potrà aiutarti ad abituarti a me per il dopo - spiegò Sherlock.
- Il dopo cosa? -
- Quando avrò finito con gli uomini di Moriarty credo che tornerò ad abitare qua, o per meglio dire, verrò ad infestare la casa, e a volte temo che mi annoierò un po' John. E sai, non so come farò a far passare la noia - disse Sherlock. John annuì.
- Ok. Sto parlando con il fantasma del mio migliore amico che mi ha appena detto che verrà ad infestare casa mia. Va bene - John deglutì - Posso farti una domanda? - Sherlock alzò un sopracciglio.
- Mi pare una frase inutile -
- Perché prima avevi del sangue in fronte? -
- Ah, quello. Vedi John, pare che quando un fantasma si arrabbi o si innervosisca o comunque sia di cattivo umore appaiono le ferite che l'hanno ucciso, sangue compreso. Se poi fossi in un momento di estrema rabbia ci potrebbero essere altri cambiamenti, ma tu non vuoi davvero vederli. Fortunatamente sto imparando come tenere sotto controllo le macchie - disse Sherlock pazientemente.
- Ottimo. E un'altra cosa. Perché mi allontanavi il bastone e mettevi sottosopra la casa? -
- Tu non hai bisogno del bastone John - sospirò Sherlock alzando gli occhi al cielo.
- E quanto al resto della casa? -
- Mi annoiavo - John annuì. Fissò Sherlock dritto negli occhi. Erano dello stesso colore che avevano in vita. E per un qualche motivo John iniziò a pensare sul serio che forse questa storia non era così assurda.
- Non so se essere felice perché sei qua o triste perché sei morto - disse John.
- Non sono bravo con le emozioni, lo sai - rispose Sherlock. Lui e John si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere. A John sembrava che la sua risata fosse leggermente isterica. Non che si potesse pretendere granché vista la situazione e visto che era una delle rare risate reali che aveva fatto in tre anni.
- Oddio. Cos'ho fatto per meritare questo - mormorò John massaggiandosi le tempie - Senti, non sono ancora del tutto sicuro del fatto che tu sia qualcosa di reale, comunque se lo sei... Sono contento che tu sia qua. Però avresti potuto dirmi qualcosa - John fissò Sherlock accusatore.
- Non ne ho avuto modo. Se mi fossi rivelato subito dopo la mia morte la tua mente sarebbe crollata, e fino ad ora ho dovuto girare per il mondo senza tornare qua molto spesso - sospirò Sherlock. John annuì. C'era qualcos'altro che non gli era chiaro di questa storia (a parte  come fosse possibile tutto ciò), ma non riusciva a focalizzarlo. Oh, certo.
- Prima hai detto che solo Molly sapeva di te. Come... - 
- È stata lei a suggerirmi di diventare un fantasma dopo la morte. Ammetto che ero scettico all'inizio, ma la soluzione si è rivelata decisamente pratica. È un'anatomopatologa John - sospirò Sherlock alla faccia confusa di John - Ne ha viste di persone morte fluttuare mentre lei gli faceva l'autopsia. E sì, ho assistito alla mia autopsia -
- Che bella esperienza - commentò John - Senza offesa ma non ho ancora del tutto accettato tutto questo -
- Immagino. Ti lascio del tempo per pensare - rispose Sherlock. Sotto lo sguardo sorpreso di John, la sagoma del... Dello spettro svanì fino a diventare invisibile e scomparve. John rimase a fissare quel punto del salotto per alcuni minuti. Sherlock. Morto. Fantasma. John aveva il mal di testa ed era abbastanza sicuro che il suo cervello fosse andato in tilt.







Salve gente! Spero vi piaccia la ricomparsa di Sherlock come fantasma. Lo so che in certi punti sembra un pochino OOC, ma è il meglio che mi è riuscito (sono messa male, eh?) Mi lasciate una recensione per piacere? Bye!
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Black Fullmoon