Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: persempretusarai    28/11/2012    3 recensioni
La vita coniugale di Finn e Rachel va alla grande: aspettando il momento giusto per sposarsi nella Grande Mela, continuano gli studi rispettivamente alla NYADA e all’Actor Studio vivendo nella bolla del loro grande amore. Quando Finn viene preso per la parte di un personaggio secondario in un film, ed entrambi conoscono due ragazzi nuovi e misteriosi, non sanno che determinate situazioni e avvenimenti metteranno alla prova, ancora una volta, il loro amore e anche quello dei due ragazzi misteriosi che avranno in comune con loro molti aspetti.
Note: storia scritta a quattro mani
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Finn Hudson, Rachel Berry | Coppie: Finn/Rachel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Just a dream.

 

Capitolo ventuno.


“Voglio un ECG e una tac, il più in fretta possibile.”

Un uomo in camice bianco snocciolò in fretta l’ordine a una ragazza bionda, mentre sollevava gli arti di Cory e ne controllava le pupille.

“Come si sente?”

Cory si guardò intorno confuso. Come si sentiva? Ma dove si trovava? E Lea?

“Lea?”

“La sua fidanzata è ancora in coma, ma siamo fiduciosi. Lei era messo molto peggio eppure è qui.”

Il dottore gli sorrise.

“Le fa male qui?”

 

Alla fine il dottore smise di torturarlo ed uscì dalla stanza. Cory fissò per un attimo il soffitto, confuso. Era in ospedale.

Che fosse stato tutto un sogno? Rachel? Finn? La vita a New York? Il natale, la festa a capodanno, la neve, gli incontri a Central Park, il negozio di vini, i caffè e le cioccolate, i baci con Rachel? Il suo tradimento?

Il pensiero fece sorridere Cory, e l'involontario movimento gli causò una profonda fitta alla guancia destra.

Tradimento? E di chi? Rachel non esisteva, Rachel era Lea. Era sempre stato solo innamorato di lei, e chi altri potrebbe amare? Essersi innamorato di Rachel nel sogno aveva dimostrato ancora una volta quanto il suo amore per quella ragazza fosse forte, quanto fosse imperlato di magia tanto da innamorarsi della stessa donna anche sotto una diversa forma. Il sogno sembrava essere durato una vita. Cory ritornò con la mente agli avvenimenti precedenti il sogno.

Lui e Lea.

Lui e Lea erano in macchina, diretti all'aeroporto di Los Angeles, pronti a volare a New York. Ma cosa era successo prima? E durante il viaggio? E perché andavano a New York? Cory chiuse gli occhi improvvisamente sfinito.

 

“Signor Monteith? Signor Monteith?”

“Cory?”

Alcune voci lo svegliarono. Non aveva fatto sogni.

Il volto preoccupato di sua madre lo fissava, insieme a quello di suo fratello, dei genitori di Lea e della bionda infermiera con cui il dottore bianco aveva parlato.

“Cory, sei sveglio, grazie a Dio.”

Sua madre gli strinse la mano, cedendo alle lacrime. La madre di Lea stringeva l’altra sua mano e tutti lo guardavano ansiosi.

“Come stai?”

Cory chiuse gli occhi, stanco e accecato dalla troppa luce.

 

E così aveva sognato. Aveva sognato una vita fantastica, aveva sognato di rovinare quella fantastica vita incontrando per caso una ragazzetta che avrebbe dovuto essergli familiare, ma che non lo era stata. Rachel. Perché aveva conosciuto Rachel? E perché lei era in quel sogno? Perché si era innamorato di lei? La testa gli faceva sempre più male.

 
 

Erano passate due settimane. Due lunghe settimane dall’incidente, e Shaun era stato ogni secondo al fianco del fratello. Era la persona che più gli stava a cuore, ed era corso immediatamente dal Canada. La loro madre aveva pianto diversi giorni prima di mettersi come lui il cuore in pace stringendo in silenzio la mano di Cory. Shaun Monteith aveva versato una piccola lacrima soltanto nel momento in cui i genitori di Lea Michele erano entrati nella stanza, in silenzio, e avevano abbracciato sua madre, Ann, augurandosi tutto il bene a vicenda.

I due ragazzi erano stati tamponati da un camion che percorreva una strada contromano mentre si dirigevano all’aeroporto di Los Angeles, dove li aspettava un volo per New York, dove avrebbero festeggiato il loro anniversario. Cory lo aveva chiamato, la sera prima, confidandogli di avere in mente di chiedere a Lea di passare con lui il resto della sua vita, e Shaun non era mai stato così felice per il suo fratellino.

Poi, la chiamata. Il viaggio in aereo, la corsa all’ospedale, l’albergo, i pianti. Shaun non lo poteva sopportare. Non sopportava la sofferenza. In cuor suo aveva già deciso che Cory si sarebbe risvegliato, quindi per lui era già risolta la situazione. Per questo motivo nel momento esatto in cui il ragazzo aprì debolmente i suoi occhi, semplicemente sorrise. Sorrise, perché lui non l’aveva lasciato, lui sarebbe sempre stato con lui e avrebbe combattuto per sempre al suo fianco. Shaun sorrise, guardando Cory richiudere lentamente gli occhi e cadere addormentato.

“Mamma, è stanco. Sono state due settimane dure per tutti.”

Annunciò, sorridendo ai genitori di Lea Michele.

“Credo sia il caso di prenderci una serata per rinfrescarci.”

Guidò la madre fuori dalla stanza e le avvolse un braccio attorno alle spalle.

“Andiamo prima..?”

Shaun sorrise dolcemente e accompagnò la madre, seguendo i genitori di Lea Michele, alla stanza della ragazza. Non l’aveva mai incontrata, la conosceva solo attraverso i racconti di Cory, e Dio, quanto rompeva quel bimbetto con quella ragazza.

 

Shaun stette in disparte mentre i genitori della ragazza si sistemavano ad un lato del letto e la fissavano pieni d’amore, mentre sua madre le prendeva la mano piena di fili e tubicini e la stringeva leggermente. Lea era davvero la ragazza più bella che Shaun avesse mai visto, nonostante i graffi e i tagli ancora presenti sul suo viso. Era finita contro il finestrino e l’aveva sfondato, aveva sentito raccontare, ed era svenuta sul momento. Il coma era arrivato subito dopo, così come i suoi genitori da New York.

Osservò sua madre mentre versava nuove lacrime, si avvicinò a lei e la abbracciò.

“Andiamo mamma.”

La donna annuì mestamente e si appoggiò al figlio maggiore. Uscendo dalla stanza Shaun si voltò verso la ragazza che suo fratello amava più della sua stessa vita. Era stata “Lea” la prima parola di Cory appena sveglio. Shaun si augurò che si svegliasse in fretta. Sorrise tristemente lanciando un ultima occhiata ai genitori della ragazza chini su di lei, mentre usciva dalla stanza abbracciando la madre.

 

Cory spalancò di colpo gli occhi e improvvisamente ricordò il dettaglio fondamentale che gli era sfuggito per tutto quel tempo.

Lui e Lea stavano volando a New York per il loro anniversario, che doveva essere passato da un po’, in quel momento. Cory ricordò di colpo l’anello che aveva comprato e che non sapeva quando darle. Chissà dov’era, chissà se glielo avrebbe dato.

Sbattè le palpebre confuso.

Ovvio che glielo avrebbe dato, prima o poi. Il fatto che l’avesse lasciata con un “perdonami” nel loro stramaledetto sogno campato in aria non significava niente. L’aveva fatto anche Lea? E soprattutto, l’avrebbe ricordato? L’avrebbe ricordato anche Lea? Il pensiero gli provocò una fitta al braccio e alla testa, e chiuse gli occhi nuovamente. Accidenti. Avrebbe con tutto il cuore desiderato alzarsi, correre nella stanza di Lea, abbracciare i suoi genitori, stringerle la mano e sfiorarle le dolci labbra che da tempo non sentiva né vedeva. Le mancava da morire, anche se paradossalmente nel sogno era sempre stato con lei. Desiderava stare con lei, rassicurarla, parlarle. E invece tutto quello che riuscì a fare, fu, per l’ennesima volta quel giorno, chiudere gli occhi e cadere addormentato.

 

Durò giorni. Cory imparò a distinguere il giorno dalla notte semplicemente dai volti che il suo sguardo sfiorava nei pochi momenti di lucidità. Riusciva a rimanere sveglio per pochi minuti prima di ricadere nel sonno. È la morfina, sussurrava un infermiera a sua madre. Si sveglierà del tutto? Domandava la donna al fratello. Coraggio, bambino, le montagne ti aspettano, buttava li ogni tanto Shaun, tranquillo e sorridente. Quando vedeva il viso rilassato del fratello o quello contratto della madre, Cory sapeva che era giorno, e che loro erano li con lui e per lui, a parlargli. Quando lo sguardo vagava nella stanza vuota o una gentile infermiera gli scostava il cuscino, Cory capiva che era notte. Non vide più i genitori di Lea, ma sapeva che c’erano, erano li in giro e pregavano per lui, e per lei.

 

Per giorni Cory non riuscì a ripensare al sogno senza cadere sfinito nel sonno. Pian piano cominciò a stare sveglio per più tempo, e passava le notti di colpo insonni a pensare a Lea, a come fare per riportarla indietro. Doveva esserci un modo, magari era intrappolata nel sogno. Arrivò a questa conclusione una notte tre settimane dopo l’incidente. Doveva esserci un film simile, si disse soddisfatto. Doveva esserci qualcosa che l’avrebbe riportata da lui. Che gli avrebbe ridato indietro la sua Lea. Passò un’intera ora a pensare al sogno e finalmente il viso giovane e felice di Rachel gli tornò in mente.

“Finn aveva perso la testa per la tua ragazza.”, iniziò a dire, “io sto facendo del male a lui con il ragazzo di Lea!”

Era una sera fresca. Rachel era Lea. Lea era Rachel.

Cory di colpo comprese.

Era una pazzia, ma nel momento in cui aveva capito che Rachel e Lea erano la stessa persona si era risvegliato. O meglio, no. Si era svegliato nel momento in cui aveva capito di essere innamorato di Rachel, ovvero di Lea, perché Lea e Rachel erano la stessa persona. Non aveva avuto più senso per lui rimanere nel sogno, ora che tutto era al suo posto. Non aveva tradito Lea e mai avrebbe potuto.

Forse era ciò che doveva fare Lea. Innamorarsi del Finn del sogno, e realizzare che era Cory. ne sarebbe uscita, si sarebbe svegliata.

Sbuffò, procurandosi una fitta alle costole. Nessun danno grave, aveva detto il dottore, in un mesetto sarebbe stato come nuovo e anzi molto più arzillo e solo più prudente in strada.

Ma che accidenti stava dicendo? Stava fantasticando su uno stupido sogno. Le morfine e i loro effetti, si disse, chiudendo le palpebre di nuovo pesanti.

_______

Angolo delle Laras

 

Buon pomeriggio. l'aggiornamento doveva essere lunedì però ero tornata a casa e mi ero addormentata invece di postare il capitolo. poi ieri dovevo metterlo ma EFP non voleva funzionare quindi ecco che l'aggiornamento arriva di mercoledì. 
Non saprei neanche cosa scrivere sinceramente perché il capitolo parla da sé.
Però sicuramente vi avrà fatto capire un po' di cose - Roberta anche questa volta i tuoi pensieri ci hanno preso in pieno: per caso siamo così scontate? lol
chiediamo perdono ad Alexandra e ad Anna che le abbiamo decisamente spaventate e portate alla confusione più totale. ora è un po' più chiaro, no?

comunque, volevamo ringraziarvi per i commenti, le visuallizzazioni. non sapete quanto siamo felici di questo.
ci vediamo al prossimo aggiornamento. (:

Lara (nano) e Lara (persempretusarai).

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: persempretusarai