Nero.
Un deserto freddo e nero si estendeva intorno a lei; sentì lo stomaco contorcersi e farle salire una sensazione di calore, sempre più forte, tanto da farla sudare: la paura.
Chiuse gli occhi e li aprì, trovandosi in un tornado grigio, che la sballottava da destra a sinistra , su e giù.
Chiuse di nuovo gli occhi e li riaprì con difficoltà: un bagliore argenteo l’accecava. Poi cessò e si ritrovò sospesa per aria, nel vuoto. Non stava volando, era come se galleggiasse in un mare incolore.
Chiuse gli occhi.
 
I capelli le svolazzavano sul viso, l’erba sotto di lei si piegava sotto il suo leggero corpo, il sole la costringeva a pararsi gli occhi con la mano.
Dov’era finita? Dov’erano Louise e Carol? E il bagliore argenteo?
Posò lo sguardo su un masso di fianco a lei, una farfalla con cinque ali si preparava a volare. Quand’era stata l’ultima volta che aveva volato?
Fece due passi in avanti, poi si mise a correre, senza una meta. Si arrampicò su per una collina e, arrivata in cima, si ritrovò davanti una palazzina ben tenuta, colorata di giallo. Si avvicinò cauta, il vestito bianco strusciava sull’erba, le ballerine che teneva in mano erano sporche di terra, il mascara era colato. Il viaggio tormentoso le aveva sottratto tantissime energie, ma intuì dov’era capitata: era nel mondo dei suoi disegni.
Evelyn era a Daple Star.

 
Le girò la testa, la vista di appannò. Svenne.