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Autore: 1rebeccam    28/11/2012    18 recensioni
"L’infermiera era molto carina. La sua pelle aveva una sfumatura ambrata. Me lo ricordo perché pensai che il bianco della divisa, faceva risaltare il suo colorito. Gli occhi erano scuri e, mentre guardava Alexis e si sporgeva verso di me per mettermela tra le braccia, il sorriso dolcissimo che le riservava, la rendeva ancora più bella. Sistemò la sua testolina rossa sopra la mia mano e mi fece le congratulazioni, dicendo che era bellissima…"
Questa storia fa parte della serie 'Stella...Stellina!' - 5
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Stella...Stellina!'
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…Non che non fossi innamorato di lei anche prima che venisse al mondo, ma averla tra le braccia, rendeva tutto estremamente reale: gioia, orgoglio, insieme ad infinite paure e insicurezze, alla fine la sua  vita sarebbe dipesa da me, in tutto e per tutto, per parecchi anni. Ero praticamente un ragazzino, ma più la guardavo, più ero sicuro che fosse la cosa migliore che avessi mai fatto.
Qualunque cosa fosse successa nella mia vita, ‘mia figlia’ sarebbe stata la mia unica, vera vittoria.

Non avevo mai provato un’emozione simile, mai… e nient’altro riesce a provocare un rimescolio dello stomaco come quello che sentivo io, a meno che non si diventi di nuovo padre…



 

Mancano Ancora tre Settimane...
*
Un Ingorgo, un Nonno, un Papero e... tanta Paura!



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…A meno che non si diventi di nuovo padre.
Ed io, lo sono diventato ancora, 17 anni dopo e in un modo davvero inaspettato.
Stella è stata un pacco regalo, non smetterò mai di ripeterlo e non smetterò mai di ringraziare il cielo per avercela donata.
La storia che ha alle spalle è terribile, pesante e opprimente per delle spalle piccole come le sue. La sua mamma non c’è più, ma è sempre lì presente, in cielo con la sua luce e la sua protezione, io ne sono assolutamente sicuro. Lo sai che ancora adesso, la sera non va a letto senza guardare il cielo e mandarle un bacio? Forse è solo un’abitudine che ha preso e che non ha dimenticato, sicuramente lo fa inconsapevole di quanto importante sia quel gesto, ma un giorno saprà… e capirà…
 
 
Rick prende un respiro profondo e le mette il braccio attorno alla schiena.
-Niente panico Kate, dobbiamo solo andare in ospedale, vado a prendere la macchina, appoggiati qui un momento.-
Lei annuisce e storce il viso in una smorfia di dolore.
-Signor MacFadden può guardare Stella un minuto? Il tempo di andare a prendere l’auto e portarla qui davanti.-
-L’auto? Per andare dove? Guardi la strada, è bloccata!-
Castle guarda fuori dalla porta: un tappeto di auto, ricopre l’asfalto. Sgrana gli occhi e per poco non si strozza per bloccare un’imprecazione.
-Oh… santo cielo!-
-Pappà che tuccede?-
Il musetto di Stella trema e gli occhi le si stanno riempiendo di lacrime.
E’ spaventata.
Rick si china accanto a lei e le sorride.
-Niente tesoro. Succede solo che il fratellino ha deciso di nascere adesso.-
-Allola pecchè la mamma ta male e tu tei nervoto?!-
Lui le accarezza il visino, sempre sorridendo per rassicurarla.
-E’ tutto a posto, non preoccuparti. Ora devo andare dalla mamma, tu resta qui con il signor MacFadden.-
La piccola annuisce e Rick corre nell’altra stanza.
Kate si è seduta a terra, addossata alla parete, respira in modo affannato e ha la fronte imperlata di sudore. Guarda Rick e, dalla sua espressione, capisce che c’è qualcosa che non va.
-La strada è completamente bloccata, non possiamo muoverci.-
Sussurra, chinandosi vicino a lei, che mostra un’espressione più che impaurita.
-Che significa?-
Fa un respiro profondo e chiude gli occhi, lui resta immobile, sembra congelato.
-Che siamo bloccati qui.-
-Qui? Rick… non posso farlo nascere qui… anzi non posso proprio farlo nascere… è troppo presto… non sono pronta… non possiamo nemmeno andare in ospedale…-
Rick le prende il viso tra le mani e scuote la testa.
-Shh… shh… Kate… cerca di calmarti!-
Lei ha gli occhi sgranati e le labbra serrate.
-Calmarmi? Come faccio a calmarmi? Non posso Rick, non ce la faccio, non ci riuscirò mai…-
E’ Rick adesso a fare dei respiri profondi, come se fosse lui ad avere le contrazioni.
-Ehi… che fine ha fatto la battagliera Beckett!?-
-Si sarà persa nel traffico… non ce la posso fare…-
-Kate… Kate… guardami. Ascolta, stai per partorire, è una cosa naturale, tanto naturale che quando comincia non la puoi fermare. Io sono qui con te… lo facciamo nascere insieme...-
Continua a parlarle con calma, sussurra perso nei suoi occhi spalancati dalla paura, accarezzandole il viso con i pollici.
-Andrà tutto bene… lo facciamo nascere insieme…-
Non ha staccato le mani dal suo viso nemmeno per un momento, lei gliele ricopre con le sue, chiude gli occhi e ricomincia a respirare in modo ritmato per un attimo, poi li riapre e si perde nei suoi.
-Tu… ed io Castle?!-
Gli chiede quasi implorante, lui sorride e le bacia la fronte.
-Tu ed io Beckett!-
Lei annuisce e appoggia la testa all’indietro sul muro, cercando di rilassarsi all’inevitabile.
-Mammina!-
La vocina di Stella li fa voltare contemporaneamente verso di lei, che corre improvvisamente e si accuccia in ginocchio vicino a loro.
-Non ti avevo detto di restare con il signor MacFadden?-
Le chiede Rick, cercando di mantenere un tono tranquillo, lei scuote la testa.
-Voglio tale qui con la mamma…-
Dice aggrappandosi al braccio di lei, che la guarda e riprende a respirare lentamente.
-Stella tranquilla, sto bene, è tutto a posto.-
-Non è velo… Gabiel ti sta pacendo la bua!-
Lei cerca di abbozzare un sorriso.
-No tesoro, non mi sta facendo la bua, vuole solo nascere… non preoccuparti…-
Lascia a metà la frase perché un’altra contrazione la blocca, vorrebbe urlare, ma si trattiene per non spaventare ancora di più la bambina.
Rick si alza e va verso MacFadden che è rimasto sulla porta.
-Mi spiace, mi è scappata da sotto al naso.-
-Non importa. Ho bisogno di aiuto, qualche cuscino e delle asciugamani.-
MacFadden spalanca gli occhi.
-Sta scherzando non è vero?-
Rick alza gli occhi al cielo e fa cenno con la mano nella direzione di Kate.
-Le sembra che stia scherzando?-
Ma MacFadden sembra non capire.
-Non vorrà mica farla partorire qui? Non può aspettare?-
Castle perde la pazienza, in un attimo si ritrova con le mani aggrappate alla giacca dell’uomo.
-Lo spiega lei a mio figlio che fuori c’è un ingorgo bestiale e non possiamo andare in ospedale?...-
Parte in quarta leggermente adirato e Kate prova a calmarlo, anche perché Stella li guarda a bocca aperta e stringe PufPuf tanto forte da avere la manina completamente bianca.
-Rick…-
Cerca di dire, ma lui non l’ascolta.
-Glielo spiega lei che si è sbagliato e che deve rifarsi vivo tra tre settimane?...-
-Rick… ti prego…-
-Glielo spiega lei che siamo terrorizzati e lei non ci aiuta per niente?...-
-Rick…-
-Perché se lei ha questo potere… prego, si faccia avanti, sennò procuri degli asciugamani e…-
-CASTLE!-
Si gira di scatto a guardarla, ha lo sguardo di fuoco, mentre respira affannosamente.
-Magari potreste parlarne in un altro momento, non credi?!-
Castle lascia la giacca di MacFadden, gli sistema il colletto e scuote la testa.
-Mi scusi… io… io… sono un pochino nervoso…-
Prima che l’uomo possa rispondere, riappare Lindsey, richiamata dalle grida.
-Ma che sta succedendo nonno?-
MacFadden sospira.
-La signora ha le doglie… e non possono andare in ospedale… e vorrebbero partorire qui…-
La ragazza capisce subito la situazione e si avvicina a Kate.
-Non si preoccupi…-
Prende per mano Stella e si avvicina al nonno.
-Perché non porti la bambina a fare una passeggiata?-
-Una passeggiata?!-
-Si, nonno. Una passeggiata qui fuori, su e giù per il marciapiede, ad osservare l’ingorgo... magari le compri una bella ciambella!-
-Ma…-
L’uomo cerca di controbattere, ma Lindsey lo fulmina con lo sguardo.
-Ora nonno! Portala via da qui e metti il cartello ‘chiuso’ alla porta!-
La campanella sulla porta tintinna e avverte che MacFadden e Stella sono finalmente usciti e Kate si lascia andare ad un grido liberatorio.
Lindsey sparisce nel magazzino e Rick s’inginocchia di nuovo vicino a Kate, che gli stringe le mani.
-Chiama la dottoressa Shelby… magari un’ambulanza riesce a passare…-
-Giusto! E può anche aiutarci a distanza!-
Lei annuisce, ma le sfugge un urlo e Rick molla il telefono.
-Tranquilla! Respira, avanti Kate… inspira, espira, inspira, espira…-
Mentre parla, mette in pratica quello che dice, inspirando profondamente anche lui e buttando fuori tutta l’aria possibile. Lindsey torna di corsa con un paio di cuscini e li posiziona dietro la schiena di Kate.
-Non dovrebbe essere difficile… voglio dire, sapete cosa fare, ci siete già passati, no?-
Evidentemente Lindsey si riferisce a Stella, Kate sospira e un’altra smorfia di dolore le contrae il viso.
-Non ho la più pallida idea di quello che devo fare, è la prima volta che partorisco.-
La ragazza sembra confusa.
-Ma… Stella?-
-L’abbiamo adottata… era già confezionata, come dice sempre suo padre.
Lindsey perde un po’ della sicurezza avuta fino a quel momento.
-Bene! E adesso che si fa?!-
Chiede la ragazza a Rick, che si guarda intorno spaesato e sembra rincuorarsi quando vede il suo telefono a terra.
-La dottoressa Shelby… chiamiamo la dottoressa Shelby…-
Kate urla di nuovo e lui compone il numero velocemente.
-Subito… la chiamiamo subito…-
 
 
…Quando penso alla prima immagine che ho di Stella, mi ritrovo davanti a due occhioni azzurri pieni di lacrime e otto dentini… si, otto bianchi, piccoli, deliziosi dentini… e mi sono innamorato perdutamente, ancora una volta. Tu mi dirai: ‘però, sei propenso all’innamoramento facile!’ che vuoi che ti dica, le donne mi fanno questo effetto, subisco il loro fascino e se, quando mi guardano, arricciano anche il nasino, allora sono veramente perso…
 
 
Stella tiene la manina stretta in quella del signor MacFadden, la testa bassa, mentre passeggiano avanti e indietro da un angolo all’altro dell’isolato. Quando passano davanti al negozio, solleva lo sguardo verso la porta e poi prosegue, seguendo l’uomo in silenzio.
MacFadden si china per guardarla in faccia. Quegli occhietti preoccupati gli stanno attorcigliando lo stomaco.
-Sei stanca?-
Le chiede serio e lei annuisce, senza però parlare.
-Ti va un bicchiere di latte e biscotti, ci sediamo al bar qui all’angolo.-
La piccola scuote la testa per rispondere di no, senza però spiccicare parola.
-Vuoi che ci sediamo su quella panchina per un po’?-
Stella si gira a guardare ancora verso la porta del negozio, sospira e annuisce.
MacFadden la solleva e la aiuta a sedersi, per poi accomodarsi accanto a lei. Resta a guardarla in silenzio, mentre si stringe il paperottolo accanto all’orecchio.
-Come si chiama il tuo papero?-
La piccola solleva lo sguardo verso di lui e poi guarda il pupazzo.
-PufPuf!-
-E’ un nome carino… per un papero!-
Lei annuisce.
-Posso sapere cosa ti ha detto all’orecchio? O è un vostro segreto?-
Stella lo guarda stupita.
-Come pai a tapele che lui parla?-
-Beh… il tuo papà, prima, mi ha detto che è il tuo migliore amico… che amico sarebbe se tu non parlassi a lui e lui non parlasse a te… in silenzio s’intende… una lingua che conoscete solo voi due… giusto?-
Risponde lui sollevando le spalle, come se fosse la cosa più naturale del mondo e Stella accenna un sorriso.
-Mi ha detto che la mia mamma non diventelà una stella.-
MacFadden corruccia la fronte e le stringe la manina, nonostante i 30 gradi estivi, è fredda. La prende tra le braccia, la fa sedere sulle sue ginocchia e le accarezza il visino.
-Che vuol dire che non diventerà una stella?-
Lei alza gli occhi per guardare il cielo.
-L’altra mia mamma è diventata una stella, me lo hanno detto pappà e mamma, ola c’è il tole e non ti vede, ma quando è buio brilla e io le mando un bacino prima di andale a dormire.-
MacFadden l’ascolta attentamente cercando di capire il senso del suo discorso.
-L’altra tua mamma?-
Le chiede dolcemente e lei annuisce.
-Mamma Hellen! Lei mi guarda dal cielo e mamma Kate mi vuole bene da vicino. Pelò te diventa una stella pure lei, poi io non la vedo più…-
Appoggia il faccino sul petto di MacFadden, che la stringe a sé. Capisce che la bambina sta parlando di una cosa importante e vera, non di una storiella qualunque, certo non capisce fino in fondo, ma la stella nel cielo che veglia su di lei, è sicuramente qualcuno che non c’è più. Si rende conto che la piccola sta ancora parlando.
-Ma PufPuf dice che lei retta qui, che non diventa una stella e io ci credo.-
L’uomo si ritrova ad accarezzarle i riccioli ribelli, sente gli occhi umidi e una strana pace nel cuore, per quanto è dolce quello scricciolo.
-E fai bene a crederci, la tua mamma non ha niente di grave. I bambini nascono così sai? Tutti i bambini, anche tu sei nata in questo modo, sei ancora piccolina ed è difficile da capire, ma ti assicuro che non c’è niente di brutto o pericoloso in quello che sta succedendo. Appena il tuo fratellino sarà nato, finirà tutto, tranquilla.-
Lei si solleva a guardarlo speranzosa.
-Lo giuli?-
-Il tuo papero te l’ha giurato?-
Lei annuisce convinta.
-Te lo giuro anch’io piccola! E poi la stella che ti protegge dal cielo, proteggerà anche lei e il tuo fratellino, ne sono sicuro.-
Lei sospira e si accoccola di nuovo su di lui.
-Anche Gabiel deve avere un migliore amico, che parla tolo con lui e lo plotegge.-
Gli dice subito dopo e lui risponde sorridendo, appoggiando il mento sulla sua testolina.
-E deve essere un elefantino piccolo, morbido, morbido e con gli occhietti teneri.-
Lei annuisce, stringe PufPuf ancora di più al suo petto e finalmente sorride.


Continua...


Angolo di Rebecca:

Ok, zie... inspirate/espirate, inspirate/espirate...
va meglio???
Tranquille che adesso Rick, chiama la dottoressa Shelby, subito subito! O.o???
Stellina è davvero spaventata, povero tesoro, ma MacFadden si è dimostrato essere un buon nonnino *-*

Vabbè, io torno da Kate, non mi sembra il caso di lasciarla sola con Rick, mi è sembrato leggermente nervoso!





 

  
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