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Autore: Winry4ever    16/06/2007    1 recensioni
questa storia parlerà di Roy e Riza... ma non sarà una storia romantica... ma amichevole. Leggete spero che vi piacerà.[Roy-Riza]
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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IL PRIMO GIORNO

Roy, quella notte non ebbe coraggio di scacciare quelle tremende bestiacce ed infilarsi sotto le coperte, allora dormì seduto, appoggiato alla scrivania.
Quando si svegliò, anzi quando venne svegliato dall’uomo, si sentiva tutto a pezzi. Gli faceva male il collo e sulla guancia aveva l’impronta della sua manica della camicia.
L’uomo piombò nella sua camera non preoccupandosi se ragazzo dormiva o meno. Spalancò solo la porta e urlò di svegliarsi. Quello che fece lui. Egli si presentò come il suo maestro e gli ha detto di chiamarlo Maestro o Signor Hawkeye, poi gli diede un foglio e se ne andò via. Roy, ancora assonnato, prese il foglio da terra e lesse.
Era una lista di libri, i cui doveva cercare nella biblioteca della casa e poi doveva pure…
“…studiare tutti questi libri!!!”
Stando in silenzio, si accorse di un piccolo particolare. Non pioveva più. Spalancò subito la finestra, che si trovava accanto al letto e si affacciò da esso. Il sole splendeva in altro, illuminando tutto il giardino, facendolo rivivere. Dagli alberi cadevano ancora le gocce d’acqua e l’aria sapeva di terra bagnata, come in campagna. Chiuse un attimo gli occhi e curvò le labbra in un piccolo sorriso soddisfacente.Il vento gli spettinò leggermente i capelli, facendoli solletico. Alle orecchie gli giunse una risata, era piena di gioia.
Aprì subito gli occhi e salì sulla finestra, sporgendosi. Vide una ragazza, aveva circa la sua età. Ella era molto graziosa, correva e saltava sull’erba bagnata. Sorrise vedendola così felice.
Aveva capelli biondi, d’oro, legati in una freccia. Sulla fronte le scendeva la frangetta, che era spettinata. Portava un vestitino fino al ginocchio.
“Che cari…”
I suoi pensieri vennero interrotti dal suo maestro che piombò nel giardino e con un gesto brusco la portò dentro la casa, gridandole che c’erano gli ospiti in casa e che non poteva comportarsi così.
Roy dispiaciuto uscì dalla stanza, quasi correndo, sperava di incontrarla. Infatti si trovò davanti a lei, mentre saliva le scale. Il suo volto era serio, senza sorriso, senza felicità.
Il ragazzo le fecce un mezzo sorriso, come per tirarla su di morale. Lei non rispose al suo gesto.
Aveva gli occhi chiari, che lo squadrarono, poi sussurrando disse:
- Ciao…-
Roy voleva avvicinarsi a lei, ma non fece in tempo che lei incominciò a salire le scale e sentì solo il scricchiolio delle scale. Si scosse dai suoi pensieri e incominciò ad incorrerla.
- Aspetta!- disse fermandosi sulle scale, anche lei si fermò per guardarlo - Come ti chiami?-
Riza lo guardò con quei suoi occhi nocciola chiaro, facendolo arrossire. Roy abbassò la testa ed aspettò la risposta dalla bionda.
La ragazza appoggiò una mano sulla ringhiera sentendo lo strato liscio e scivoloso. Non sapeva se rispondere e disobbedire al suo padre o dirgli come si chiama e diventare l’amica di lui.
- Io…- aveva timore che suo padre la punisse, le ha proibito di parlare con lui, di ogni cosa. - …non posso dirtelo, adesso devo andare.-
Roy la prese per un braccio e la fermò.
- Perché non lo vuoi dire?-
- Mio padre mi ha proibito di parlare con te.- disse lei liberandosi dalla stretta.
- Ma perché?- lui non capiva il motivo, non sapeva.
La ragazza non rispose, si girò a malincuore e salì le scale di fretta facendo un rumore. Lui rimase gli imbambolato, pensando ancora a lei. Si chiedeva molte cose. Perché non può parlare con me? Come si chiama?
Queste domande lo tormentavano per tutta la giornata. Alla fine decise di prendere la lista e scendere giù in biblioteca della casa, per cercare i libri che vi erano scritti sul foglio.
Entrò con cautela nella grande stanza. Gli mancò il fiato, vedendo la grandezza della stanza. Era piena di scaffali, su sui c’erano un’infinità di libri.
Cercò con una mano il contatto per accendere la luce. Tutto s’illuminò, facendo vedere la polvere che volteggiava nell’aria. Per terra era tutto sporco, si vedeva che nessuno da molto non ci entrava. Passò su quella polvere lasciando le sue impronte. Toccò i scaffali sporcandosi la mano e sentendolo nella manco si disgustò. Odiava la sporcizia.
Dopo una mezz’ora trovò tutte i libri, che gli posò sul tavolo vicino alla finestra. Si sedette sulla sedia, spolverandola prima con una mano.
Roy studiava senza fermarsi, incredibile ma vero. Era calata la sera, è venuta la notte oscurando la notte. Le palpebre del ragazzo non resistevano a quell’invito per dormire. Si chiusero piano, mentre la testa scivolava lungo il braccio per poi appoggiarsi su un libro dell’alchimia.
Riza era nascosta dietro un scaffale e lo osservava con un sguardo dolce.
“Come è carino… ma cosa sto pensando…”
Nelle mani, aveva una coperta rossa, morbida e calda, su un braccio teneva il cesto con il cibo all’interno. È venuta a trovarlo e portarli da mangiare, visto che era tutto il giorno che non usciva da quella stanza. Si avvicinò piano al tavolo e posò il cesto su una sedia, prese la coperta e con un gesto abbastanza elegante per la sua età, lo coprì.
Lui sentendo una presenza vicino a lui, alzò velocemente la testa e la guardò con gli occhi stanchi. - Ciao…- disse posando di nuovo la testa sul libro guardandola con gli occhi semichiusi - …perché sei tornata?-
- Volevi conoscermi, giusto?- disse aprendo il cesto attirando l’attenzione di Roy - Ti ho portato qualcosa da mangiare.- disse spostando i libri con una freddezza e dolcezza nello stesso momento e mettendoli un piatto davanti.
- Ho una fame- disse scacciando via la coperta dalle spalle e avvicinando il piatto. - Ma non mi hai risposto ancora… come ti chiami?-
- Riza… Riza Hawkeye.-
Roy sorrise. Il suo primo sorriso di conquista, seducente. Era contento di aver spezzato quel muro tra loro.
- Roy Mustang.- disse alzandosi in piedi e facendo un mezzo inchino, come per fare colpo, ma lei rimase a fissarlo senza sorridere.
- Mangia, se no si raffredda.- detto questo si sedette vicino a lui e lo guardò, facendoli alcune domande. Al contrario, lui non ha osato di indagare sul suo passato non voleva scoprire perché gli occhi di quella ragazza erano spenti e tristi.
  
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