Vorrei incontrarti fra cent’Anni
Questa
storia non tiene conto degli avvenimenti avvenuti nel settimo libro, in quanto
si colloca precedentemente. Inoltre è inserito un dettaglio importantissimo:
Draco Malfoy è a scuola. Ma questo avvenimento verrà spiegato successivamente,
nel corso dei capitoli. Ho cercato di rimediare all’errore madornale che stavo
facendo alla prima stesura della fan fiction, quindi sto cercando di
stravolgere la trama del sesto libro il meno possibile.
I personaggi non sono di mia proprietà ma della fantastica e fantasmagorica zia
Rowling ;D
Capitolo
1
Correre. A volte sembra la scelta giusta da fare. A volte ti rendi
conto che vuoi solo correre,
scappare, fuggire da tutto. Correre senza fiato, senza via di
scampo, cercando un rifugio nonostante la convinzione che una via di
fuga non è possibile. Perché la speranza è sempre
l’ultima a morire, almeno secondo il detto.
Ma a
volte bisogna anche fermarsi, ragionare, cercare di capire in che pasticcio ci
si è cacciati. Fermarsi, una sosta, un
riposo. Ma poi ricominci a correre, a muovere le gambe
il più velocemente possibile perché hai paura. Paura di quello che è accaduto, di quello che sta accadendo, di quello che
accadrà.
E allora ti accorgi
che l’unico sentimento che ti smuove non è la speranza o la ragione: è la paura. La paura, la tensione del
momento, il terrore di chi ti sta cercando.
Paura, paura, paura, paura, paura, paura.
Tutto il mondo ruota attorno a questa parola, a questa
unica parola.
Lo sa chi sta correndo, lo sa chi si è
fermato.
Yolanda lo sa. Lo sa che non deve fermarsi, che deve
continuare a correre. Lo sa che è la paura che la costringe a cercare speranza in quella corsa.
Steven lo sa. Lo sa che deve fermarsi, che deve
guardarsi intorno e piantare bene i piedi per terra. Lo sa che è la paura che
lo costringe a fermarsi e a ragionare.
Perché questo sono loro due.
La speranza e la ragione, uniti tutti e due dalla
paura.
Ma poi si scontrano, Yolanda sbatte senza volerlo contro la schiena di lui, che immediatamente si volta. Si guardano due secondi, poi si abbracciano. Un
abbraccio stretto, un abbraccio che dice tutto e niente. Loro due, così
diversi, così in sintonia.
-Steven, ti ho cercato dappertutto!- esclama lei stringendo le
mani sulla camicia nera del ragazzo.
-Tranquilla, Yolanda. Sono qui.- cerca di rassicurarla lui,
accarezzandole la chioma ramata. Un gesto che ha davvero il potere di
tranquillizzare Yolanda, stretta tra le sue braccia, come vorrebbe rimanere per
sempre.
Silenzio, doloroso silenzio. Poi una luce
rossa che colora il manto notturno, la paura che li assale di nuovo. Non c’è
più posto per la speranza. Non c’è più posto per ragionare.
-Corri, corri come non hai mai fatto!-
ordina Steven stringendole le braccia e guardandola negli occhi nocciola, così
scuri da apparire neri.
-Non posso, non sono abbastanza forte.- singhiozza lei, lei che è
sempre stata fragile e forte al contempo. Orgogliosa, dannatamente orgogliosa
come solo la sua famiglia poteva essere, ma anche sensibile.
-Sì che sei forte.- sorride lui, uno dei pochi sorrisi che lei
abbia mai visto sul suo volto freddo e fiero, -Vorrei
incontrarti fra cent’anni. Ritroverò i tuoi occhi neri, tra milioni di occhi neri. E anche se fossero
di un altro colore, io li riconoscerei e sarebbero ancora più belli.-
-Non dire così…- mormora lei fissando quelle iridi azzurre,
-Troveremo un modo, un modo c’è sempre.-
Di nuovo la speranza, torna ancora. Ma la
ragione a volte la distrugge. Chi vincerà?
-Sai che non è così. Lo sai.- le dice lui
stringendola ancora forte a sé.
Un vento leggero gli scuote i capelli biondi, un
altro estenuante silenzio li avvolge. Ma poi la realtà bussa di nuovo, questa volta con un urlo. L’urlo di un uomo,
appena morto, molto probabilmente.
Yolanda estrae la bacchetta dal vestito di raso bianco, le lacrime
le rigano le guance, -Un modo c’è sempre…- ripete con voce rotta dalle lacrime
che hanno iniziato a riempire i suoi occhi scuri.
-Ricorda che io sarò sempre con te.- le dice lui accarezzandole
una guancia.
-Fra cent’anni ci riuniremo.- sussurra lei asciugandosi una
lacrima, -Fra cent’anni vivremo questo amore alla luce
del sole, combatterò dalla tua parte. Io ti amo, sopporterò
ogni male. Addirittura la morte.- fa un sospiro, preme le lacrime indietro, -Te
lo prometto.- finisce prima di baciarlo.
Si alza in punta di piedi, lui la sorregge.
Esistono solo loro in quel momento, in quel fatale
momento in cui i soldati li accerchiano. Allontanano le loro
labbra, sentono le guardie intorno a loro.
-Ci vediamo fra cent’anni…- le sussurra lui all’orecchio,
prima di prendere la bacchetta dai pantaloni neri.
Yolanda sente le ginocchia cederle, non appena Steven si lancia un
Avada Kevadra. Reprime i singhiozzi, mentre il corpo del suo amato è steso a
terra, le palpebre chiuse. Si inginocchia al suo fianco, stringendo la camicia
con una mano.
-Perché l’amore è ciò che ci unirà…- sussurra prima di puntare la
bacchetta al cielo, -Per il potere che mi è stato donato…- le guardie corrono
verso di lei, -…fra un secolo la nostre anime saranno
unite… per sempre!-
Nessuno ha tempo di fare niente, dalla bacchetta fuoriesce una
luce verde che sale fino al cielo, illuminando il cielo
blu misto a nero. La luna piena che li guarda dall’alto,
accecata da quella luce più forte di lei. Yolanda cade a terra, dopo
aver pronunciato l’anatema mortale. Le sue braccia intorno a
quelle di Steven, una mano sul cuore. Un sorriso sui loro volti.
Uniti anche dopo la morte.
×××
Cent’anni
dopo…
Quell’incantesimo si compì in una notte tranquilla, rotta solo dai
respiri degli studenti della scuola di magia e
stregoneria di Hogwarts. L’incantesimo scagliato da due innamorati.
Il fascio verde illuminò il sentiero della Foresta Proibita, fece un giravolta intorno al Platano Picchiatore e cavalcò il
lago protetto dalla Piovra Gigante. Superò il portone, dividendosi verso due
punti distinti: la torre di Grifondoro e i sotterranei di Serpeverde.
Due corpi dormivano tranquilli, ignari del fatto
che quell’incantesimo stesse cercando loro, i legittimi eredi
dell’amore, della guerra imminente.
I due corpi smossi dal sonno vennero
attraversati dal fascio verde. Si svegliarono contemporaneamente, guardandosi
intorno e sudando. Avevano appena fatto un sogno, un sogno
però affannato e senza senso.
Una sola domanda riecheggiava nella loro mente:
“Chi
sono Yolanda e Steven?”
EDIT: Questa versione del capitolo è del
21.10.09. Ho deciso di continuare la storia, ma facendo delle piccole modifiche
qua e là nei capitoli indietro. Trovavo la trama interessante, proprio come il
giorno in cui l’ho scritta, ma la stesura dei capitoli priva di dettagli e
emozioni. Mi auguro di riuscire a sistemarli come si deve.
Titty90