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Autore: 4lb1c0cc4 Herondale    29/11/2012    2 recensioni
"Sono di nuovo di ronda questa mattina.
Scorgo un nuovo odore che mi mette in allerta, non è un odore pungente e nauseabondo come quello dei vampiri questo è molto più dolce come se fosse di ciliegie e lillà, ma a preoccuparmi maggiormente è l’odore del sangue che sento di sottofondo."
CHi è la persona che Seth ha trovato nel bosco? Come è arrivata lì? E perchè? queste e moltre altre domande tormentano i protagonisti ma ...
per scoprirne di più non vi resta che leggere
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Seth Clearwater, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Capitolo 14:









 
 
Da quando è tornata a casa Leah non ha detto una sola parola. È entrata sbattendo la porta di casa, col rischio di far crollare l’intero
muro, e se ne è andata in camera sua borbottando qualcosa senza senso. Sembra più arrabbiata del solito e questo mi fa capire che la sua visita a Dafne  non ha avuto i risultati sperati.
Che devo fare?
Devo arrendermi? Dovrei lottare senza sosta contro quella forza che mi spinge verso di lei? No, già lo so sarebbe tutto inutile. Non è solo l’imprinting a legarci.
Se solo mi desse l’opportunità di parlarle. Se solo potessi farle capire quanto l’amo, quanto mi sento distrutto senza di lei.


 
I giorni passano lenti, senza che io riesca a dare una svolta alla mia vita. Sto cercando di non soffrire ma è estremamente
difficile. Le ronde sono un modo come un altro per tenere la mente occupata. È proprio per non pensare che sto passando quasi
tutto il mio tempo sotto forma di lupo. Spingere il mio corpo fino allo stremo delle forze, però, non è abbastanza. Anche se arrivo
a casa e crollo per il sonno vengo sommerso dagli incubi. Sogno lei. La vedo lasciarmi ancora, ancora e ancora, e questo mi distrugge
pian piano. E così mi sveglio ansante e con le lacrime agli occhi.
Ho riflettuto più volte sulla possibilità di andare da lei, affrontare il suo sguardo. Godere ancora del suo odore. Ma non ne ho il
coraggio. Sono un codardo, lo so perfettamente, ma è più forte di me. Se la incontrassi davvero probabilmente mi lascerebbe, invece
così posso vivere nella mera illusione di essere ancora il suo ragazzo. Posso sperare che qualsiasi cosa sia successa si sistemi e lei
torni tra le mie braccia, che non aspettano altro che lei.
Le mie zampe affondano nella fanghiglia, mentre con passo lento e stanco ritorno a casa. Non ne ho proprio voglia. Vedere
lo sguardo
afflitto e addolorato di mia madre, la sua compassione, non è ciò di cui ho bisogno. L’unica in grado veramente di capirmi e
di essermi in qualche modo di conforto è mia sorella. Lei sa cosa vuol dire, sente quello che provo e sa quanto detesti sentire
tutti che mi  dicono di tirarmi su, che è un momento passerà, che devo combattere.
Sono solo parole, inutili parole che non mi riporteranno indietro la mia dolce Dafne.
Dietro un cespuglio muto, per poi indossare gli abiti che ho lasciato lì.
Molto silenziosamente entro in casa. Potrei entrare direttamente nella mia camera senza essere costretto al dialogo con nessuno, non sono in vena di inutili cortesie, ma questo provocherebbe ancora più ansia e preoccupazione in mia madre. Per quanto possa essere egoista
non voglio ferirla ulteriormente, lei non ha nessuna colpa in tutta questa situazione. L’unica sua colpa è voler troppo bene ai propri figli e desiderare per loro solo il meglio.
Entrato in casa l’aroma del cibo mi invade le narici. Mamma ha preparato il mio piatto preferito, lo spezzatino di vitello con piselli e patate dolci, è l’ennesimo tentativo che fa nella speranza che mangi qualcosa. L’odore è invitante e lo stomaco brontola, sono veramente affamato. Da quant’è che non mangio sul serio … uno, due giorni? No, probabilmente molto di più da quando tutta quella storia era iniziata, quasi due settimane.
“Che buon odore mamma. Ho proprio fame” le mie parole la lasciano sbalordita. Non si aspettava di certo un simile cambiamento. Nei suoi occhi vedo una piccola scintilla, è la speranza di rivedere il vecchio Seth. Ma chi sa se lui ritornerà mai.
La fame è veramente tanta, anche se non so se riuscirò davvero a mangiare qualcosa. Lo stomaco è chiuso in una morsa ferrea, che non ha intensione di cessare, questa volta però non ho intenzione di deluderla. Quindi mi faccio violenza e mangio tutto quello che ho nel piatto, anche se molto probabilmente rimetterò ogni cosa. Il dialogo è quasi inesistente da parte mia. Leah cerca di intavolare un discorso con mamma, per distrarla da me. Le chiede di Charlie e della vacanza che hanno organizzato. Vacanza che mia madre è disposta ad annullare per restare con me.
“Mamma questo non posso permettertelo” il mio tono è brusco “Non puoi rovinarti la vita solo per solidarietà nei miei confronti. E comunque passo più tempo fuori che a casa, quindi posso fare a meno di te per un paio di ore al giorno. E poi c’è sempre Leah che può farmi da babysitter” non mi sono mai comportato così.
“Seth adesso basta! Ti stai veramente comportando come un bambino. Sono tua madre e ho tutto il diritto di essere preoccupata per la tua felicità. So benissimo che puoi cavartela da solo. E so anche che ormai torni a casa solo per non sentire le mie lamentele. Quello che mi preoccupa maggiormente è che tu decida di non tornare più. Di lasciarmi definitivamente”
L’unica cosa che posso fare è abbracciarla e rassicurarla, perché promettere che non farei mai una cosa del genere mi sembra una grossa bugia. Più volte il pensiero di andarmene lontano, abbandonare tutto e tutti aveva sfiorato la mia mente. Vivere solo da lupo. Non era un’idea impossibile, in fondo Jake l’aveva già fatto. Anche se probabilmente non sarebbe stata una brillante soluzione, il lupo desiderava Dafne tanto quanto me e non mi avrebbe mai permesso di allontanarmi molto da lei.
 


Jake mi ha costretto a restare a casa per riposarmi, ma non ne ho voglia. Esco a fare due passi, per poi ritrovarmi dai Cullen. Venire qui non è stata una grande idea, con Edward che può leggere i miei pensieri, Jasper che sonda le mie emozioni e con Rosalie che mi odia.  Faccio per tornare indietro quando sento una vocina chiamarmi.  È Nessie.
Una piccola testa rossa arriva saltellando. Dall’ultima volta che l’ho vista è cresciuta ancora, sembra avere quasi otto anni.
“Ciao Seth. Perché te ne stavi andando? Non mi volevi salutare?” mette su un broncio adorabile, uno di quelli che ti viene voglia di regalarle il mondo per farla contenta.
“Scusa piccolina, vieni qui” l’abbraccio forte, per poi lasciarle un bacio tra i capelli.
“Sono contenta che tu sia qui. Devo andare da una parte, ma nessuno mi può accompagnare. Vieni tu con me?” la sua richiesta è strana, se nessuno vuole accompagnarla ci deve essere un perché. Nessuno le negherebbe mai qualcosa, se non per il suo bene.
“Forse è meglio se chiediamo il permesso ai tuoi genitori” non sono del tutto sicuro che sia una buona idea. Edward sembra entusiasta della situazione, Rosalie un po’ di meno. Proprio non capisco perché, se non vuole che ci vada io perché non si è offerta lei di accompagnarla.

Per tutto il tragitto Nessie mi saltella al fianco felice. Stare con lei mi distrae e allontana i pensieri tristi.
Quando mi accorgo però dove ci troviamo è troppo tardi.

“Nessie” il mio vuole essere un rimprovero, lei per tutta risposta mi guarda con il più angelico dei sorrisi facendomi capire di non aver capito quale sia il problema “perché mi hai portato nel negozio della madre di Dafne?”
“Voglio comprarmi qualcosa per farmi bella, per la festa” dice come se fosse ovvio.

La festa. Mentalmente mi rimprovero. Mi sono completamente dimenticato della festa che ogni anno si svolge al villaggio.  La riserva brilla di mille colori, ci sono numerosi stand. La gente viene da ogni dove per assaggiare le specialità della tribù o per comprare qualche manufatto artigianale. Nessuno sa, oltre agli anziani e al branco, cosa veramente si festeggia in quel giorno. L’undici ottobre, ossia dopo domani, si festeggia la vittoria del nostro popolo sui vampiri, che molti anni fa infestavano i mostri territori. Ho sempre amato questa festa, anche se non ne conoscevo il reale significato. Ma quest’anno non ho per niente voglia di festeggiare.
“Va bene, ma perché proprio in questo negozio dovevamo venire?”
“Uffi … quanto sei noioso. Entriamo e basta” dopo avermi tirato per un braccio apre la porta del negozietto. L’ambiente è piccolo e accogliente, ci sono ovunque vestiti colorati appesi alle grucce, collane, orecchini e bracciale, alcuni con pietre colorate altri fatti di stoffa. E proprio vicino ad uno degli espositori c’è Dafne, che sta sistemando la bigiotteria. Non si è accorta di noi, non si è accorta di me. Se Nessie non mi tenesse fermo per un braccio potrei andarmene, di corsa, prima che lei mi noti. Anche se fremo dalla voglia di sfiorarla, di abbracciarla, di sentire la sua voce.
Nessie con la sua vocetta squillante ha attirato la sua attenzione. Lei lentamente si gira con il sorriso sulle labbra. Sorriso che si congela non appena si accorge della mia presenza. I miei occhi restano incatenati ai suoi. Tutto intorno a me sparisce, c’è solo lei. Lei che mi guarda con gli occhi sgranati, il suo cuore che batte in modo irregolare. Per l’emozione o è semplice paura la sua?
“Seth …” il mio nome pronunciato da lei mi emoziona, il mio cuore fa una capriola. Anche se sono terrorizzato “che ci fai qui?”
“Nessie” è l’unica parola che pronuncio come spiegazione, cercando il sostegno nella piccoletta al mio fianco, che però ha deciso di ignorare entrambi concentrando la sua attenzione sui vestiti. Non posso evitare di sbuffare. Prima mi mette lei in questa situazione e poi non mi aiuta.
Questa è l’unica occasione che ho per parlarle. L’unica possibilità di farla tornare con me.
“Possiamo parlare?”
“Sto lavorando, non ho tempo da perdere adesso”
“Allora ti aspetto … ho bisogno di capire”
Un impercettibile cenno con la testa mi fa capire che per lei va bene. Non è molto, ma forse non tutto è perduto.



 


Trovarmi Seth al negozio è stata una sorpresa. Una bellissima e dolorosa sorpresa.
Mi sembra molto diverso dal solito, il suo viso è sciupato e gli occhi sono spenti.
 Anche tu stai male Seth?
Ripenso alle parole di Leah … pensavo che la sua fosse un inutile esagerazione, un ragazzo come Seth non ha realmente
bisogno di me. Ma forse quella specie di incantesimo da lupi è più forte di quanto avessi pensato.
L’idea mi rende ancora più triste.
Lui è qui solo perché la magia glielo impone. Non vuole realmente me. Io non gli interesso davvero.
È solo finzione.
Le ultime clienti stanno per uscire, ora non poso proteggermi dietro nessuno. L’unica oltre a noi è Nessie, ma già so di non poter
far affidamento su di lei.
È stata lei ad architettare questo incontro, ad incastrarmi.
Dovevo sapere che la sua testolina rossa stava architettando qualcosa. Sono giorni che mi fa continue domande su Seth, che
mi chiede cosa provo per lui, perché non lo sto più incontrando e perché sono molto triste. Domande su domande, a cui non ho
voluto rispondere. Ma Nessie è troppo sveglia. Lei già sa tutto. Magari non capisce il mio ragionamento … ma sa.
L’agitazione cresce sempre di più.
Dannazione a me!
Perché ho accettato di parlargli?
Una vocina mi dice che è perché mi manca. Perché senza di lui sto male. Perché ogni giorno che passa dovrebbe andare meglio, il dolore dovrebbe sparire, ma non è così. Giorno dopo giorno sento morire una parte di me. È la voce del mio cuore, che mi sono ripromessa
di non ascoltare più. Ma è difficile non darle retta quando Seth si trova a pochi metri da me. Quando potrei fare un paio di passi e tuffarmi tra le sue braccia.
Le ultime clienti escono e Seth è già dentro il negozio che mi guarda con occhi imploranti. Occhi tristi e desiderosi.
Forza Dafne si forte.
Affronta anche questa sfida a testa alta.
 E non cedere. Per nessuna ragione al mondo devi cedere.
“Adesso possiamo parlare?”
“Si, ma fai in fretta che ho da fare” cerco di essere fredda e il più distaccata possibile. Non credo di essere riuscita nella recita, la mia voce ha tremato ma Seth sembra non essersene accorto, poiché sospira pesantemente  e le sue spalle si afflosciano, come se dovesse sostenere un peso enorme.
“Va bene cercherò di fare in fretta, non voglio darti fastidio” il tono è triste e sconsolato. Devo piantarmi le unghie nella carne per impedirmi di andare da lui. “io ti amo Dafne. Ti prego dimmi perché non mi vuoi più al tuo fianco, dimmi perché mi odi tanto. Ho fatto qualcosa di sbagliato? Ti ho ferita in qualche modo. Dimmelo ti prego perché io così davvero non riesco a vivere”
La mia gola si è seccata. Ho fatto molta fatica a seguire il filo del discorso, dopo il ti amo il mio cervello si è sconnesso. Eppure  sembra maledettamente sincero pronuncia quelle parole.
“Non è vero” la mia voce trema “ non sei veramente interessato a me. Se non avessi avuto l’imprinting tu non mi avresti prestato la minima attenzione. Tu sei fantastico, bellissimo , dolce, gentile, romantico, simpatico … tu sei troppo per una ragazzina insignificante come me. Tu non te ne accorgi ma non mi ami veramente. Tutto quello che provi per me è solo il frutto di un incantesimo. È tutto una schifosa bugia.”
“Non puoi decidere al posto mio. È assurdo …non sai di cosa parli” le mie parole lo hanno infastidito, beh la verità è scomoda  molto spesso. Tu parli dell’imprinting … ma sai davvero come funziona? No, hai sentito solo quello che dicevano i ragazzi a riguardo. Ragazzi che si divertono a prendere in giro chi come me ha avuto l’imprinting, perché invidiosi del legame speciale che si istaura nella coppia.”
“Ma …”
“Non ho finito. L’imprinting è come un radar, che ci permette di individuare l’anima gemella. Colei a cui siamo destinati da sempre. Quanti uomini nella vita hanno avuto la possibilità di passare il resto della loro esistenza con l’anima gemella ma hanno lasciato fuggire questa occasione. Tu pensi di non essere abbastanza per me, io ho sempre pensato il contrario. Non riesco a capire come tu possa provare qualcosa per uno come me. Sono insicuro, maldestro, mi trasformo in un lupo alto 2 metri … il che non va certo a mio favore, sono un imbranato cronico con te. Quindi come vedi non sei l’unica ad avere dei dubbi a riguardo. E poi chi ti dice che tu non sia bella … la prima volta che ti ho vista mi sei sembrata un angelo. Eri bellissima, il sole ti illuminava il viso e i capelli. Pensavo di sognare. È stato l’odore del sangue a farmi capire che eri vera ed eri davanti a me.”
“Si ma avevi già avuto l’imprinting è per questo che …” ma ancora una volta mi interrompe.
“Ti sbagli ancora. L’imprinting con te l’ho avuto quando ti sei ripresa. Parte tutto da uno sguardo. I nostri occhi che si incrociano e io mi sono sentito attratto come una calamita da te. Volevo sentirti parlare ancora e ancora, volevo conoscere il tuo nome e la tua storia.  Volevo essere tutto quello di cui hai bisogno, il tuo amico, il tuo confidente, il tuo amante. L’unica cosa che conta è averti al mio fianco, non importa che veste devo indossare. Sono disposto a restare con te anche come semplice amico, ma non escludermi dalla tua vita. Non ce la posso fare”
Mi ci vuole un po’ di tempo per assimilare tutte le sue parole.
Forse … c’è ancora una piccola speranza. Forse lui davvero …
“L’imprinting ha solo accelerato il processo, ma io mi sarei sicuramente innamorato di te, del tuo sorriso …” non riesco a trattenere le lacrime. Piccole calde lacrime scivolano lente sulle mie guance. “Piccola non piangere ti prego” in un'unica falcata Seth è davanti a me, che mi stringe tra le sue braccia. Cerca di consolarmi, ma non sa che le mie sono lacrime di gioia.
Il suo pollice cattura una lacrima, accarezzandomi dolcemente il viso.
Seth … il mio Seth.
Finalmente sono di nuovo tra le sue braccia, l’unico posto in cui io mi senta veramente a mio agio.
La mia mano scivola velocemente sulla sua guancia, accarezzandola. Mi godo il contatto della mia mano fredda con il suo viso caldo, un calore familiare. Il calore del mio Seth. Mi alzo in punta di piedi e le mie labbra si posano dolcemente sulle sue. È un contatto breve ma finalmente mi sento viva. Il mio cuore e la mia testa vanno nella stessa direzione, l’unica direzione possibile … Seth.






  
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