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Autore: fri rapace    29/11/2012    7 recensioni
Hermione lavora nel dipartimento Regolazione e Controllo delle Creature Magiche del Ministero e mentre riflette sulle ingiustizie che devono subire i lupi mannari ne incontra uno che conosce molto bene.
Storia seconda classificata a pari merito al Contest: 'Colpi di testa - Il contest degli Head Canon' di Trick.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Hermione Granger, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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“Pretendente che rispettiamo le vostre leggi, ma se nessuno ci offre un lavoro come possiamo comprarci da mangiare e pagare un posto dove vivere?”

“La legalità è un lusso che potete permettervi solo voi maghi!”

“Vuole sapere quante porte in faccia ho già ricevuto?”

“Le vostre sono solo chiacchiere! Qui al Ministero siete come tutti gli altri. Anzi, peggio!”

Le frasi che Hermione sentiva ripetere ogni giorno si susseguivano senza sosta nella sua mente; in particolare, la notte appena trascorsa era stata per lei un lungo, snervante, lamento.

A causa della tensione, aveva spalle e collo dolorosamente contratti.

Prese una serie di profondi respiri, provando a rilassarsi per sciogliere i muscoli: non immaginava che la situazione al dipartimento Regolazione e Controllo delle Creature Magiche potesse essere tanto drammatica, soprattutto per i Lupi Mannari. A causa della loro pessima fama, le riusciva impossibile trovare delle soluzioni per soddisfare le loro, seppur umili, necessità.

Quelle che i suoi predecessori avevano liquidato come 'scuse', per lei erano il dramma che decine di persone erano costrette a vivere ogni giorno a causa dei pregiudizi dei maghi cosiddetti 'normali'.

Persa nei suoi pensieri, aveva inconsapevolmente raggiunto la fontana nell'Atrio del Ministero, con il Centauro, il Goblin e l'Elfo Domestico che, come facevano da decenni, fissavano adoranti le statue del mago e della strega.

Un senso di nausea la colse: provava vergogna per quel monumento all'arroganza dei maghi.

Qualcuno si fermò accanto a lei.

Hermione, che desiderava restare sola, lo ignorò, ma la presenza al suo fianco non si mosse, decisa evidentemente a imporle la sua compagnia.

Si tirò contrariata una ciocca dei capelli crespi dietro all'orecchio, indirizzando un'occhiata pungente allo scocciatore.

“Remus?”

Più che pronunciarlo, aveva inghiottito il nome, che le era uscito come un singhiozzo sconcertato.

Lui le rispose con un sorriso gentile: era sempre stato facile al sorriso, ricordò insensatamente.

Soffocò subito l'istinto di ricambiare il gesto, scuotendo con vigore la testa, decisa a scacciare quello che non poteva essere altro che un sogno particolarmente vivido.

“Remus Lupin è morto più di un anno fa,” disse a se stessa, perché non c'era nessun altro lì, oltre a lei, questo era certo. Non si trovava neppure al Ministero in quel momento, puntualizzò mentalmente, ma a casa, nel suo letto, con le coperte tirate su fino al naso.

“Sì,” le rispose senza scomporsi minimamente il frutto della sua notte agitata. “Sai, la prima volta che ho visitato il Ministero ero solo un bambino. Dovevo iscrivermi al Registro dei Lupi Mannari, nella Sezione Animali,” Remus abbassò per un secondo gli occhi, come se avesse smarrito qualcosa. “La mia dignità,” spiegò, fissando il pavimento. “È ciò che ho perso quel giorno. Avevo osservato a lungo questa fontana, interrogandomi sul perché non ci fosse un rappresentate delle creature come me... L'avrei capito solo una volta adulto.”

Per Hermione era difficile mettere da parte la propria razionalità, ma di fronte a certe ingiustizie il suo cuore era più grande della mente. Aveva lottato fin dall'adolescenza per i diritti degli Elfi Domestici, ma non aveva capito il dramma dell'essere un Lupo Mannaro fino a quel giorno a Grimmauld Place, quando Remus aveva raggiunto lei, Ron e Harry dopo aver abbandonato la sua famiglia.

Un uomo che fino ad allora aveva visto come un mago del tutto normale, che considerava forte, capace di superare qualsiasi prova da solo e senza mai perdere il controllo, era crollato davanti a tre ragazzi. La disperazione che aveva letto nei suoi gesti, nelle sue parole, era stata così intensa da commuoverla profondamente, riempiendole gli occhi di lacrime.

“Remus, io... mi dispiace,” gemette. Doveva dirglielo, anche se si trattava solo di un sogno. Era stata così cieca! “Ci sto provando a cambiare le cose, tutto questo è così ingiusto!”

Avrebbe voluto abbracciarlo, ma non si sentiva di farlo con Remus, neanche con quel Remus che, non essendo reale, avrebbe lasciato le sue braccia vuote.

Lui le sorrise un'ultima volta, a lungo, fino a che il sorriso non ebbe più un volto.

 

***

Kingsley aveva appena fatto decollare l'ennesimo Promemoria Interufficio, pensando con una punta di nostalgia al suo vecchio cubicolo della Sezione Auror. Ma le dimensioni del suo ufficio erano aumentate di nulla se confrontate al cambio di portata delle sue responsabilità.

L'aeroplanino violetto sfrecciò oltre la porta, sfiorando la gonfia capigliatura di una determinata Hermione Granger, che marciava decisa verso di lui.

“Trovo che la Fontana dei Magici Fratelli sia vergognosa!” decretò senza preamboli.

Kingsley cercò di blandirla con un sorriso poco convinto: quando quella ragazza si infervorava per qualcosa, niente e nessuno aveva la capacità di fermarla.

“Ha sempre disturbato anche me,” concordò, sincero. “È un pessimo biglietto da visita per il Ministero.”

Lei, presa in contropiede dalla facile vittoria, vacillò per un istante, prima di tornare alla carica.

“Serve un'azione inequivocabile che mostri chiaramente da che parte stiamo!”

Kingsley sapeva che aveva ragione. Si era illuso che l'abrogazione delle leggi ingiuste, come quelle Anti-Licantropi, fosse sufficiente a spingere i maghi a modificare il loro modo di pensare, ma così non era stato. Per la maggior parte delle persone non era cambiato nulla.

Sapeva quanto i pregiudizi nei confronti delle Creature Magiche fossero radicati nella mentalità della gente, ed era più comodo continuare così, gettando una monetina per qualche buona causa nella Fontana dei Magici Fratelli, ben felici di essere tra quei privilegiati che non avrebbero mai avuto bisogno di alcun aiuto.

Se la situazione non era particolarmente rosea neppure per gli orgogliosi Goblin, gli indifesi Elfi Domestici e per i diffidenti Centauri, per i Lupi Mannari era davvero catastrofica: erano i soli a cui mancavano anche i più elementari mezzi di sussistenza.

Kingsley era arrivato a introdurre delle quote di assunzione obbligatorie per loro, ma i maghi cercavano ogni possibile scappatoia per aggirare le nuove normative e spesso ci riuscivano, complice il fatto che difficilmente un Lupo Mannaro arrivava a denunciare il torto subito: non avevano alcuna fiducia in quelle istituzioni che, fino a poco tempo prima, erano complici della loro emarginazione.

Per lui, che aveva fatto della capacità di conquistare la fiducia altrui il suo cavallo di battaglia, si trattava di una doppia sconfitta.

“Ho fatto un... ehm... sogno,” Hermione aveva cambiato bruscamente tono, ora sembrava molto a disagio. “C'era Remus, qui, con me, al Ministero. Mi ha detto una cosa... sul momento non ci ho riflettuto, insomma, era solo un sogno, no? Ma poi... Suonava come: ho scoperto solo da adulto perché nella Fontana dei Magici Fratelli non c'è un Lupo Mannaro.”

Kingsley dissimulò la sorpresa suscitata dalle sue parole: lei era l'ultima persona al mondo con cui si sarebbe aspettato di fare un simile discorso.

“Credo di sapere cosa intendeva dire,” si affrettò a risponderle per tranquillizzarla: non pensava che fosse ammattita. Gli era tornato subito alla mente quello che sapeva della vita di Remus prima di venire assunto da Silente.

“Per la maggior parte del tempo era come se non esistessi,” gli aveva raccontato una sera che erano di turno assieme per l'Ordine, per soddisfare la sua curiosità. “Mi spostavo di continuo, ma appena iniziavano a circolare voci sulla mia natura, la gente smetteva di rivolgermi la parola... se mi incrociavano, volgevano lo sguardo altrove. Mi sono ritrovato spesso a specchiarmi in qualche vetrina, per accertarmi che non fossi diventato sul serio trasparente,” si era stretto nelle spalle, sdrammatizzando con un sorriso.

I maghi non s'accontentavano di rappresentare i Lupi Mannari come esseri inferiori come facevano con le altre Creature Magiche, li avevano letteralmente cancellati.

Trovava giusto, pensò, dedicare proprio a Remus, che aveva vissuto sulla sua pelle l'ingiustizia del mondo senza mai perdere la speranza di poterlo cambiare, l'idea che Hermione gli stava illustrando.

 

***

Il 10 marzo 2001 Kingsley Shacklebolt inaugurò la nuova Fontana dei Magici Fratelli nell'Atrio del Ministero. Il Centauro, il Goblin e l'Elfo non fissavano più con adorazione in direzione del mago e della strega e alle loro spalle era stata aggiunta una sesta statua, raffigurante un lupo dall'aria nobile e orgogliosa. C'era qualcosa nello sguardo gentile di quel lupo maledettamente familiare a chiunque avesse conosciuto Remus Lupin.


 

Note: il 10 marzo è il compleanno di Remus
 

SECONDA CLASSIFICATA a pari merito

La Fontana dei Magici Fratelli di Fri Rapace

 

Quando Kingsley fece abolire le leggi Anti-Licantropi, fece modificare anche la Fontana dei Magici Fratelli nell'Atrio del Ministero. Il Centauro, il Goblin e l'Elfo non fissavano più con adorazione il direzione del mago e della strega e alle loro spalle era stata aggiunta una sesta statua, raffigurante un lupo dall'aria nobile e orgogliosa. C'era qualcosa nello sguardo gentile di quel lupo maledettamente familiare a chiunque avesse conosciuto Remus Lupin.

(Head-Canon n°8)

 

Accuratezza del lessico, dell'ortografia, della punteggiatura e della grammatica: 7,5/10

A parte qualche refuso dovuto a sviste da poco, gli errori sono pochi. Il lessico semplice rende la lettura gradevole ed efficace, anche se talvolta i periodi risultano un po' troppo lunghi e stancanti.

IC e caratterizzazione dei personaggi: 8/10

Hermione è molto IC: il modo in cui introduce il discorso della Fontana con Kingsley, la timida esitazione dinanzi a questo Remus immaginario e la continua irritazione legata alla misera situazione dei Lupi Mannari è ben descritta e decisamente calzante. Kingsley non è che un personaggio di supporto a Hermione, eppure sei riuscita a proporre bene la sua pacata autorevolezza. Il personaggio che più ho apprezzato – se così possiamo definirlo – è comunque Remus. Il discorso finale ricordato da Hermione è davvero molto bello, e la scelta delle parole aiuta molto a rievocare la malinconia rassegnata di Remus.

Attinenza agli obblighi e credibilità dell'Head-Canon: 8/10

Gli obblighi sono stati rispettati del tutto. Sul momento la conclusione della one-shot mi ha lasciato un po' un senso di incompletezza, ma tutto sommato il risultato è molto buono.

 

Punteggio finale → 7,8/10

   
 
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