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Autore: Bellafifi1986    29/11/2012    3 recensioni
Tra Violetta e Leon è amore vero, sono alle prese i primi approcci, i primi sussulti e il desiderio dell'uno verso l'altra ma quanti ostacoli nel loro camino e il segreto della famiglia di lei cambierà per sempre le loro vita entrando in qualcosa di immaginabile. Riusciranno i due a restare insieme nonostante tutto? E quali amori nasceranno nello Studio 21?
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Leon, Violetta
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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                                                      Cap 2 Il Mistero Dello Spartito e del Ricordo
 
-Leon, questo spartito...-disse Violetta bloccandosi dall'emozione. 
Non era uno spartito qualsiasi, era quello di sua madre e il titolo era "Canciòn de cuna para Violetta" scritta con la sua calligrafia. Era la ninna nanna che le cantava ogni sera prima di andare a letto.
Com'era finita lì? Perché non era nella stanza di sua madre? Era un bel mistero. Non credeva alle coincidenze, era un segno del destino come incontrare Leon e innamorarsi nel tempo di lui.
Chiuse gli occhi e strinse lo spartito al cuore come un tesoro prezioso, un altro pezzo di sua madre.
"Non so com'è possibile, mamma ma è bel regalo"
-Me la suoneresti?-
-Certo, sarà un onore per me- rispose Leon prendendo la sua mano e guidandola al pianoforte-
Si accomodarono allo sgabello, Violetta mise lo spartito sul leggio del pianoforte e la testa alla sua spalla, lui guardo le note e sfiorò i tasti con le dita. Lei chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare dalla dolce melodia ricreata dalle dita di Leon e qualcosa scottò nella sua mente, un ricordo perduto e rievocato.
Aveva 5 anni con i capelli raccolti in due treccine, un cerchietto bianco con un fiore e vestitino dello stesso colore. Era seduta al pianoforte affianco a sua madre che suonava e cantava quella stessa melodia, ricordava bene la sua bellissims voce e suo padre le guardava incantato di fronte con una bimba di 2 anni in braccio.
Sua madre, bella come il sole, le sorrideva contenta per poi portarla fuori con suo padre e la bimba.
-Guarda, piccola. Che bel giardino- disse sua madre tenendola in braccio.-Ti piace?-
Si accorse stranamente che ogni dettaglio o cosa era uguale al posto in cui Leon l'aveva portata. 
"Non è possibile! Io e Leon non ci siamo mai conosciuti prima del mio ritrono a Buenos Aires . Poi chi é quella bimba?"
-Si è bellissima, mamma- rispose lei con un vocina piccola-Voglio andare nel gazebo-
Sua madre la mise giù e lei corse verso il gazebo dove c'era una giovane donna con i lunghi capelli castani e lisci, con un vestito bianco e un grembiule rosa alla vita e una collana di perle accanto un tavolo pieno di dolci di ogni tipo dalle torte alla crema ai cupcakes. La donna mise un mazzo di rose bianche e rosa nel vaso al centro.
Lei li guardava con golosità e si girò verso sua madre.
-Posso, mamma?- chiese lei con quei occhietti che non si puo' dire di no.
-Solo uno, gli altri dopo pranzo- rispose sua madre con un sorriso.
Si stava vicinando al tavolo quando qualcuno le mise davanti un cupcakes particolare con un profumo irresistibile.
-Tieni-
Violetta non riusci in tempo a vedere di chi si trattava, la sua mente torno al presente e lei apri gli occhi di scatto e porto in posizione dritta.
-Cosa c'è, Amore?- chiese lui interrompendo la melodia di scatto a quella reazione. Era così felice mentre la suonava.
Gli racconto tutto per filo e per segno, era felice per aver ricordaro sua madre ma perplessa dal luogo.
-Come puo' essere, Leon?- chiese lei confusa.-Io e te non ci siamo mai conosciuti prima del mio ritorno qui. Non mi spiego la bambina in braccio a mio padre-
Leon le spiegò-Non lo sa ma una cosa è sicura, questo posto è della mia famiglia da più di quarant'anni. Da piccolo mi ci portava sempre mia madre poi dopo i sei anni, non ricordo il perché, non ci volevo più andare e ci sono poi tornato quando ti ho conosciuto. Per quanto riguarda la bimba puo' essere mia sorella-
"Leon ha una sorella!? Perché non ne sono nulla" pensò lei sorpresa."Perché non me l'ha detto?"
-Perchè non l'ho mai vista?- chiese lei confusa.
-Nessuno lo sa perché l'hanno mai vista neanche Ludmilla- rispose Leon con un sorriso.-lei abita a Londra con mia zia, studia in una famosa scuola di musica-
-Non capisco. Perchè studia li se qui c'è lo Studio 21?- chiese lei ancora confusa.
-Da quando era piccola a sempre sognato di studia in quella scuola a Londra e i miei l'avevo accontentata. Ha 15 anni, è un peperino, non sta ferma un attimo e suona la chitarra. Ha una band al femminile, le Pink Sugar- le raccontò lui aprendosi a lei.-Viene qui solo per le feste se ci riesce-
Anche lei avrebbe voluto una sorellina o un fratellino, di certo non da Jade ma da Angie. Lei era più simile ad una madre o una zia. 
-Ti deve mancare molto- disse Violetta  
-Si molto anche se ci sentiamo spesso su skype infatti non vedeve l'ora di conoscerti- rispose lui sorprendendola alle ultime parole.-E domani ti farò conoscere mia madre-
Leon aveva parlato a sua sorella di lei e voleva farle conoscere la madre, troppe informazione tutte insieme. Questa era la prima volta che faceva le presentazione con parenti del proprio fidanzato. Per lei era tutto nuovo e come al solito era colpa di suo padre,                              . 
"Mamma mia, se non le piaccio a nessuna delle due come ragazza di suo figlio e di suo fratello" pensò lei un po' insicura.
Leon capii subito cosa passava nella sua testolina e disse-Non devi preoccuparti, ti adorerano subito come successo a me-
Cosa poteva desiderare di più? Aveva un meraviglioso ragazzo che ogni ragazza sogna.
-E' incredibile quanto tu mi capisca a un solo sguardo e riesci a tranquillizzarmi in attimo-disse Violetta accarezzandogli il viso. Leon le prese delicamente la mano e depose un bacio.
Quando la guardava in quel modo, non resisteva a non abbracciarlo o a baciarlo e si sporse verso di lui quando nella sua testa le veniva in mente una cosa. Se suo padre gli aveva nascosto tutto di sua madre, era possibile l'ipotesi che la teneva all'oscuro di altre cose. Ne era capace quindi doveva indagare lei su questo nuovo mistero
-Leon tu sai da quando tempo  tuo padre e mio padre si conoscono?-
-So che fanno affari insieme e si comportano come se si conoscono da una vita però non so se in passato si frequentavano- le rispose lui.-Quando torno a casa, glielo chiedo-
-Grazie Leon, per me è importante- lo ringraziò abbracciandolo.
Lei si alzò per mettere lo sparito nel diario e il cellulare lampeggiò quando controllo su display c'erano una ventina di chiamate di... Tomas e una in corso. Perché non la lasciava in pace?
Leon notò lo suo sguardo scocciato e chiese-Tutto bene?-
-E' Tomas- rispose lei un po' nervosa. Non voleva che Leon pensava che provava qualcosa per Tomas, lei stava con lui e nessun altro contava per lei.
-Tranquilla, se vuoi rispondi-disse tranquillo, trattendo un certo fastidio.-Ti aspetto in cucina-
-Ma no Leon, non c'è ne biosgno- disse lei con un sorriso.-Tanto non ci sto molto.
Però lui lo lascio sola. Era giusto così. Si fidava ciecamente di lei, sapeva che non lo avrenne tradito mai e il fastidio si riferiva a Tomas che chiamava e parlava con la sua ragazza. Era molto geloso ma era una cosa normale, quando sei innamorato. Era strano il contrario.
-Che vuoi, Tomas?- gli rispose lei scocciata al cellulare.
-Ti prego, non mettere giù- le disse lui al sua voce.
-Non capisco perché mi hai chiamata?-
-Ti ho chiamata molte volte e non mi hai risposto. Come mai?-
-Forse perché ho di meglio da fare o perché non abbiamo nulla da dirci-
-Ma non è vero, ho bisogno di parlarti di noi e non solo...-
-Non c'è nessun noi, Tomas! Io amo Leon lo vuoi capire?- gridò Violetta molto chiara.
Dalla cucina Leon senti quelle parole e sorrise felice da quella dichiarazione.
il caro, non tanto, Tomas doveva mettersi finalemente il cuore in pace e star lontano da Violetta o se no, gli finiva molto male.
-Sei sicura di amarlo?- 
-Certo che si- rispose Violetta molto convinta e irritata da quella domanada.-E poi chi sei tu per farmi queste domande-
-Tu sei innamorata di me, non puoi negarlo- Tomas insistendo troppo sicuro di sé.
-Basta, Tomas! Io non sono più innamorata di te! Io amo Leon, non insistere e non chiamarmi più!- gridò Violetta esasperata da quella conversazione.Voleva solo tornare tra le braccia di Leon e dimenticare questo brutto episodio.
-Viol...- le parole si bloccarono alla chiusura della chiamata. Sperava che Tomas la lasciasse in pace.
Raggiunse Leon in cucina, aveva uno sguardo concentrato sul quaderto e lo strinse da dietro.
-Ho pensato che potremo fare gli spaghetti alla carbonara- disse Leon mostrando il quaderno-Sono facili da fare-
-Per me va benissimo- disse lei guardando la ricetta per poi aggiungere.-Non mi chiedi nulla?
 Sapeva a cosa si riferiva ma non ne aveva bisogno neanche se non avasse sentito quelle parole. Una sola parola: FIDUCIA.
-Mi fidi di te-
-Sei incredibile!- esclamò Violetta prendendo le sue mani e saltellando su posto.-Come fai... Come fai ad essere così?-
-Perchè ti amo con tutto il cuore- dichiarò lui per poi aggiungere-e volevo dirti che dopodomani verrò con te al fidanzamento-
Averlo lì con lei in quel giorno così brutto, sarebbe stato bello ma non poteva essere egoista. C'era lo spettacolo, era importante la presenza di Leon quindi doveva andarci.
-No, dopodomani sarai in teatro- 
-però penserò tutto il tempo a te, pazienza se ballerò male-
Le strappava sempre un sorriso o una risata.
In un casetto della cucina, trovo un grembiule rosa con gli angioletti, rifinitore in marrone e le taste a forma di cuore e Leon glielo allaccio di dietro.
"E' Davvero Deliziosa" pensò Leon ammirandola.
Ora erano pronti ad sperimentare. 
Amore. Musica.Passione.
Studio 21
Angie era tra le braccia di Pablo nella sala professori, stava così bene e dopo quel bacio-dichiarazione qualcosa dentro di lei stava cambiando. Con German era tutto così complicato, era fidanzato con Jade e cosa più importante era il marito di sua sorella. Era tutto così sbagliato, era una relazione destinata a finire male. Invece con Pablo era tutta un'altra cosa, lui le diceva sempre le cose giuste e meritava una possibilità. 
Quel momento fu interrotto da una telefonata da parte del teatro, Pablo non poteva credere alle proprie orecchie e non c'era nulla da fare. Angie guardò la sua espressione, non prometteva nulla di buono.
-Che è successo, Pablo?- chiese Angie preoccupata.
-Sembra che il teatro ha fatto a confusione con due spettacoli, noi non andremo in scena dopodomani ma tra due giorni-le spiegò Pablo seccato-si sono scusati per disagio però ora mi tocca fare mille telefonate per avvisare tutti e perderò un intero pomeriggio-
-Ma è magnifico- esclamò lei a quella bella notizia. Ora non c'erano ostacoli per Violetta e già la vedeva sul palcoscenico ad esibirsi.
Pablo era confuso da quell'esclamazione e disse-Non capisco che ci sia di magnifico in ciò-
-Con le telefonate ti aiuto io ma io parlo del fatto che Violetta potrà fare la protagonista così- gli spiegò Angie con entusiasmo-E poi Nata è brava ma ha bisogno di più tempo per essere perfetta-
-Non ci avevo pensato. E' gradioso- disse lui prendendela tra le braccia e facendola girare.
Tutto si stava sistemando nel giusto verso. Quella confusione era stata una vera fortuna e salvezza per lo spettacolo.
Angie non vedeva l'ora di dare la bella notizia a Violetta e poi doveva parlare anche con Leon, visto che i risultati della radiografia di Tomas era che non poteva partecipare. Sarebbero stati grandi insieme, avevano una incredibile connessione.
-Vado subito a darle la notizia- disse lei dandogli un bacio sulla guancia per correre verso la porta.  Ma si fermò tutto di un tratto ad un pensiero.
-Che cosa c'è,Angie? Perché ti sei fermata?-chiese confuso a quella reazione.
-Non posso andarci, non voglio vedere German- rispose Angie al ricordo di quel momento e delle sue parole "Io provo qualcosa per lei che pensavo di non provare più dopo la morte di Maria. Io la amo".
-Tranquilla, ti accompagno io-disse lui mettendosi al suo fianco e intrecciando le loro dita.Combaciavano alla perfezione.
Lei si lascio trasportare fuori da lui fuori dallo studio 21 intanto Tomas aveva un bicchiere di succo di frutta in mano per Ludmilla, era inconsolabile per via del sua non partecipazione e per il tour  e invece lui non riusciva a togliersi dalla mente le parole di Violetta "Non c'è nessun noi, Tomas! Io amo Leon, lo vuoi capire" oppure "non sono più innamorata di te" e lo rendeva terribilmente triste. Entro nella sala degli stumenti, Ludmilla era sullo sbagello con una faccia tristissima. 
"E' tenera quando non si da le arie da diva" pensò Tomas in quel frangente, facendo un sorriso."Ma che sto pensando: io amo Violetta"
Lei lo vide, corse subito ad abbracciarlo.-Oh Tomas, non voglio partire- disse lei quasi in lacrime.
-Su fatti coraggio, ci sarano altre occassioni- disse lui non sapendo cosa fare. Da una mano teneva il bicchiere e con l'altra dava dei colpetti sulla schiena a mo' di consolarla.
-Dici sul serio?- chiese lei staccandosi un attimo e guardondolo con occhietti teneri.
-Si non c'è bisogno che te lo dica io quando sei brava- rispose Tomas con un sorriso. 
-Grazie Tomas- disse Ludmilla facendogli una carezza sul viso. 
Francesca guardava la scena da fuori, non sopportava quell'arpia con Tomas. Si era innamorata ancora di lui, era il suo primo amore e migliore amico e aveva ceduto solo per l'amicizia che la legava a Violetta ma ora lei era felicemente fidanzata con Leon quindi doveva lottare per allontare Tomas da quella tarantola e conorare il suo sogno d'amore.
"E' incredibile, lui crede che Ludmilla sia la buona della situazione e Violetta la cattiva. A volte non lo riconosco ma non le permetterò di fargli il lavaggio del cervello totale e cambiarlo come sta facendo. " pensò Francesca decisa per poi raggiungere Camilla, Maxi e Braco al Resto-Bar.
Amore.Musica.Passione.
Angie era di fronte casa di Violetta e non riusciava a suonare il campanello, era più forte di lei e le ritornavano in mente le parole di German, si sentiva a disagio. Pablo le strinse la mano forte per farle forza e mosse la testa verso il campanello in segno "su dai". Prese un bel respiro e suonò al campanello, apri German.
-Angie, non ti aspettavo- disse German sorpreso.
-Salve German, ho bisogno di parlare con Violetta- disse lei senza troppi convenevoli, trattenendo il suo disagio per fortuta c'era Pablo con lei.
-Veramente non c'è, è con Leon e tornerà nel pomeriggio- rispose lui invitandola ad entrare- ma se vuoi la puoi aspettare qui- 
Preferiva evitare ogni contatto non necessario tra loro, era meglio per lei. Stava per rispondere quando spuntò Jade e la sua faccia era tutto un programma. Lei non voleva nessun problema, non era certo lì per impedire il loro futuro fidanzamento, l'unica cosa importante per lei era sua nipote Violetta e la sua felicità. 
-Possibile che sei sempre in mezzo, abbia il coraggio di dirlo che sei venuta per portami via German- gridò Jade fuori di sé.
Quella donna era pazza.
-Ma che stai dicendo? Sono qui esclusivamente per Violetta- replicò Angie a quelle accusse infondate.-Puoi dormire sogni tranquilli, nessuno ti porterà via il tuo German e per tua informazione io sto con Pablo-
Ma guarda un po' se doveva dar spiegazione a quella strega. Non la sopportava proprio, non voleva quel tipo di esempio per Violetta. Per fortuna a Violetta non le piaceva Jade o se no l'avrebbe cambiata nel tempo, ne era sicura.
Pablo era affianco a lei, solo in quel momento German e Jade si erano accorti della sua presenza e lui la guardava sorpreso e felice a quella dichiarazione. Non pensava che Angie da quel bacio considerava loro due fidanzati.
-In quanto al suo invito German, ho altri impegno-aggiunse tornando con lo sguardo su di lui-Chiamerò Violetta al cellulare. Arrivederci-
Usci fuori dalla villa insieme a Pablo che non la smetteva di guardarla con un sorrisetto e una luce negli occhi.
-Che c'è? Perché mi guardi in quel modo?-chiese lei sospettosa.
-Quello che hai detto a Jade è vero? Stiamo insieme-
-Non te l'ha detto nessuno che non si risponde mai con un'altra domanda- disse lei con un certo non so che ad illuminarla il viso.-Comunque si è vero, voglio stare con te Pablo-
-Mi hai reso l'uomo più felice del mondo- disse lui prendendola tra le braccia e facendola girare per poi baciarla appassionatamente.
Ne era sicura, voleva stare con Pablo e insieme sarebbero stati molto felici.
German aveva un gran dolore nel cuore alle parole di Angie, non aveva mai provato più un simile sentimente per nessun'altra donna dopo la morte di Maria. Le piaceva Jade, lo faceva ridere e molto altre cose ma non era l'amore con l'A maiuscola come Maria. Cercava di non darlo a vedere per Jade, non era giusto nei suoi confronti e poi tra due giorni c'era la sua festa di fidanzamente.
Amore.Musica.Passione.
Resto-Bar
Camilla era seduta al tavolo con Francesca, Braco e Maxi per mangiare, Luca aveva assunto una nuova cuoca e camiriera Mara di cui Braco, Andres e Maxi si erano innamorati a prima vista, scoprendo che era la cugina di Maxi. La vita era proprio strana però poverino, non gliene andava bene una, un altro amore impossibile. Lei non pensava proprio all'amore ma solo al suo sogno di cantante o almeno era quello che raccontava a sé stessa, c'era qualcuno di cui era innamorata ma era un amore impossibile come quello di Maxi, era più grande di lui e non la vedeva come possibile ragazza, ne era sicura. Per lui per la migliore amica della sua piccola sorella. Si era innamorata di Luca, era inutile negarlo ma se Francesca lo scopriva, era nei guai.
Luca servi i quattro piatti ordinati ma a sorpresa era diverso dagli altri. Che cosa significava? Ordinazione sbagliata o altro?
La faccia di Francesca era tutto un programma.
"E mai possibile che non ne combina una giusta" pensò Francesca dura."Ora mi sente"
-Che combini, Luca? Hai sbagliato l'ordinazione di Camilla- gridò Francesca con aria severa.-Sei sempre il solito pasticcione.
Francesca era troppo dura con suo fratello, poverino, faceva sempre del suo meglio e le piaceva quando cantava solo per lei anche perchè nessuno andava ai suoi spettacoli e lei era la sua unica spettatrice, Quella cosa le piaceva molto, era qualcosa di speciale e intimo. Però non capiva perché gli altri non si rendevano conto delle sue doti canore. Era un vero mistero e Francesca mica lo incoraggiava, gli diceva cose brutte e anche se era la sua migliore amica, non le piacava questo suo comportamento. 
-Non ho sbagliato ordinazione, sarà il nuovo piatto del Resto-Bar- disse Luca sereno alla sorella, poi girandosi verso Camilla-Assaggialo e dimmi la tua opinione-
I loro occhi si incontrarono per un attimo ma vide qualcosa di diverso in lui mentre la guardava.
"Ho le allucinazioni o cosa? No, è impossibile. Luca non si innamorerà mai di me, ne sono sicura al 100%"
-Dall'aspetto e profumo sembra delizioso e invitante- disse lei prendendo in mano il cucchiaio.
Era un risotto alle fragole, una ricetta italiana e Francesca lo guardava con disoprovazione e parti in quarta a criticare suo fratello.
-E' una pessima idea, sarà dolcissimo-
-Ssh!- disse Luca mentre guardava Camilla in attesa del suo giudizio. Teneva molto.
Camilla assaporò attentamente quel primo piatto insolito, sotto gli occhi attenti di Luca e la cosa le faceva molto piacere.
-Non è affatto dolce, il sapore è molto delicato e raffinato- commentò Camilla entusiasta.-Approvato al cento per cento-
Luca la abbraccio con entusiasmo e felicità.-Grazie Camilla, non sai quando sia importante la tua importante per me-
Era solo un abbraccio però era felice.
Quel momento fu interroto da Francesca.
-Quindi io non son so niente? La mia opinione non conta?- gridò quest'ultima arrabbiata a gelosa.
-Certo che conta, sorellina- disse Luca sorpreso.-Che domande fai?-
-Non ti capisco che ti prende- disse Camilla sorpresa da quella reazione tanto esagerata.Non l'aveva vista mai in quel modo e anche Maxi e Braco era d'accordi con lei, quest'ultimo disse qualcosa nella sua ligua ma non si capiva nulla come al solito. 
Luca era suo fratello e no di Camilla, era la sua opinione quella che contava e le dava fastidio quel loro rapporto. Si era possessiva proprio come lo era con Tomas. Anche se litigava con suo fratello in continuazione, gli voleva molto bene e se c'era qualcosa che non andava, preferiva che lui si confidasse con lei e no con Camilla. Ecco che le prendeva.
-Vieni qui, sorellina- disse Luca aprendo le braccia.
Francesca si lascio abbracciare e tutto torno normale in un secondo. Alla fine assaggio il piatto e lo trovo delizioso. Mai giudicare un libro dalla copertina, ti puo' sorprendere più di quanto ti aspettavi, prendendo un altro libro.
Amore.Musica.Passione.
Pomeriggio inoltratto
La suoneria del cellulare destò il sonno di Violetta mentre dormiva splendidamente tra le braccia di Leon appoggiata con la testa al suo petto e il battito del suo cuore era la melodia più dolce del mondo per lei, batteva ad un unisono con il proprio. Apri gli occhi e ammirò Leon con i capelli spettinati... il viso beato.. era bellissimo... svegliarsi con lui nel letto era un'esperienza unica, intima e di unione e difficilmente le ricapiva un occasione come questa soprattutto per via di suo padre. Se solo veniva a conoscenza del fatto che lei era sola in una camera da letto con Leon e portava solo un top e il sotto del costume, sarebbe stata in grossi guai.Di sicuro avrebbe messo le sbarre alle finestre, chiusa nella sua stanze e buttando via le chiave.
Allontano lentamente il braccio di Leon senza svegliarlo e allungo il braccio verso il comodino per prendere il cellulare, una volta in mano guardo il display e c'erano 1000 chiamate di suo padre e l'orario segnava le 20. 
"Oh dio! E' tardissimo, questa volta mi uccide per davvero"
-Leon, svegliati- disse Violetta agitata, scuotendolo.
Ma Leon non si svegliava, dormiva così profondamente e c'era una sola cosa da fare. Si avvicinò a lui e gli diede un bacio, funzionò alla grande e lui la intrappolò tra le sue braccia per poi portarla sul suo corpo e coinvolgendola in un bacio appassionato.
-Vorrei potermi svegliare tutte le mattine cosi- disse Leon raggiante.
-Allora troverò un modo per svegliarti tutte le mattine cosi- disse Violetta troppo presa da lui, scordandosi per un momento del resto.-Non ti ha mai visto con i capelli spettanati-
-Cosa!? Ho i capelli spettinati!?- chiese lui agitato, portandosi in posizione seduta tutto di un colpo.-Odio questa cosa. Ho bisogno urgentemente di uno specchio e di un pettine-
In effetti i suoi capelli era sempre lisci e perfetti. Curara del proprio aspetto fisico è importante però quando diventava un'ossessione non era per nulla sano.
-Dai non fare così, mi piacciono anche così- disse Violetta passandogli una mano tra i capelli spettinati.-Sei perfetto in ogni caso-
 -Se me lo dici tu, ci credo- rispose Leon tornando tranquillo per poi avvicinare il suo viso al quello di lei.
"Violetta, non stai scordando qualcosa. Sei in ritardo e tuo padre ucciderà prima a Leon e poi a te, se non ti sbrigi. Puoi baciarlo domani allo Studio 12 con tutta calma del mondo senza tuo padre sul collo, pronto a sbranarti al tuo minimo errore" 
-Leon, non vorrei interrompere quel bel momento però sono le 20 e ho ricevuto 1000 chiamate da mio padre- gli spiegò lei agitata.-Mio padre mi ucciderà-
-Non credevo che avevamo dormito così tanto tempo- disse Leon sorpreso per poi prenderle la mano-ma non ti preoccupare, parlerò io con tuo padre-
-Sei il fidanzato migliore del mondo- disse Violetta abbracciandolo.
-E tu la fidanzata più bella, talentuosa e dolce del mondo- disse Leon portandola a stendere di nuovo e ricominciando a baciarla una volta, non riusciva a smettere di farlo.
"E' un emozione indescrevibile, perdermi nelle sue labbra e sentire il cuore battere forte solo per me" pensò Leon. 
"Quando Leon mi bacia, sento un emozione incredibile come quando canto. E' ormai parte di me come la musica e niente e nessuno me li porterà via" pensò Violetta."Ma ora devo staccarmi, anche se non voglio"
Violetta si staccò da lui e disse con malavoglia:-Leon, dobbiamo andare-
-scusami, hai ragione- rispose Leon alzandosi da lei.-E che mi piace molto baciarti, non fare altro dalla mattina alla sera a parte suonare e cantare-
-non devi chiedermi scusa, anche me piace baciarti- disse Violetta brillante a quelle parole, sedendosi.-ma ora dobbiamo correre a casa mia-
I due scesero di sotto per mettersi i vestiti, sistemarsi un po' e correre in mediatamente da German. 
fine secondo capitolo.
Come reagirà German? Perché Violetta e Leon erano nel letto? Che cosa è successo? Che cosa si nasconde dietro il mistero del ricordo di Violetta? E Tomas insisterà con Violetta o darà una possibilità a Ludmilla? E come andrà il primo incontro con la madre di Leon? Per saperlo, continuate a seguirmi.
Aspetto le vostre recensioni per sapere che ne pensate. Baci. 
  
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