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Autore: Bellafifi1986    26/11/2012    4 recensioni
Tra Violetta e Leon è amore vero, sono alle prese i primi approcci, i primi sussulti e il desiderio dell'uno verso l'altra ma quanti ostacoli nel loro camino e il segreto della famiglia di lei cambierà per sempre le loro vita entrando in qualcosa di immaginabile. Riusciranno i due a restare insieme nonostante tutto? E quali amori nasceranno nello Studio 21?
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Leon, Violetta
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Triangolo
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                                                                                           EL VERDADERO AMOR 
                                                                                          Cap 1 Il posto segreto  
 
-Ho visto che stavi male e lo sai che non sopporto di vederti triste- disse Leon prendendole le mani.
Se c'era una cosa che Leon non sopportava era di vedere triste a Violetta e lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per vederla sorridere. Infatti aveva già un piano infallibile in mente e tutto ciò che la faceva star male, sarebbe scomparso come neve al sole.
Doveva essere il forte amore a guidarla sempre da lei quando ne aveva bisogno, come tutte le altre volta o prima non voleva parlare con Tomas al cellulare e lui era arrivato in quel momento. 
-Ma so io come farti tornare il sorriso- 
Il suo sorriso e quello sguardo dolce, quelli che ti facevano battere il cuore all'impazzata e sentire le farfalle nello stomaco. Quanto era bello, dolce e premuroso, era fortunata ad averlo al suo fianco.
-Che cosa hai in mente?- chiese lei curiosa.
-Ti fidi di me?- 
Quelle parole riportarono alla mente quel giorno del suo primo bacio. Un bellissimo momento. Qualunque cosa Leon faceva, riusciva sempre a farla star bene, anche solo con un gesto o un parola invece Tomas la faceva soffrire sempre. Non doveva pensarci.   
-Che domande! Certo che si- rispose lei abbracciandolo.-Con te potrei andare ovunque, Leon... In Francia, Australia o persino al Polo Nord-
-Non dobbiamo andare così lontano però è bello sentirtelo dire- le sussurrò all'orecchio Leon contento di quella confessione, mentre la stringeva forte a sé.  
-Aspettami qui, vado ad avvisare mio padre e prendo la borsa- 
Interruppe il loro contatto a malavoglia, le piaceva stare tra le sue braccia protettive. Corse verso il salotto più presto che poteva, non voleva perdere un solo istante senza di Leon. 
-E prendi anche il costume da bagno- disse lui mentre lei attraverso la cucina. 
Lei si girò confuso ed esclamò: -Costume da bagno!? Dove vuoi portarmi?-
Non le venivano altri posti in mente oltre la piscina, il mare o il lago dove andare con un costume da bagno.
-Non posso dirti nulla- rispose lui misterioso.-Ma vedrai, te ne innamorerai a prima vista-
Aveva una luce brillante negli occhi mentre parlava di quel luogo, doveva essere davvero speciale per lui. Gli aveva messo addosso una gran curiosità e una voglia di uscire da quella torre in cui si sentiva rinchiusa e partire alla scoperta di quel nuovo posto.
Entro nel salotto ma non c'era né suo padre né Jade, andò nell'ufficio e lo trovo vuoto così sali in camera da letto e non vi era traccia di lui. Ma dov'era andato? Possibile proprio in quel momento non c'era, era sempre li a controllarla. Non aveva intenzione di rinunciare all'uscita con Leon perché lui non c'era. Pazienza, gli avrebbe lasciato un biglietto.
Ando in camera sua, punto dritta all'armadio in cerca di una scatola che non tardo a spuntare fuori. Lo apri sul letto, era un costume da bagno da parte di Jade, per ingraziarsela e mai messo. Si spoglio subito per indossarlo e si guardo allo specchio, era a due pezzi il sopra rigorosamente a triangolo con volant, a cui si accompagnava uno slip piccolo con laccetti rosa confetto e le piaceva come le andava.  Si immagino lei e Leon in spiaggia, a quel pensiero si rese conto di una cosa e divento tutto rossa in viso.
"Vedrò Leon nudo solo con Costume!!! Che emozione ma anche che imbarazzo. Mamma, anche tu ti sentivi così la prima volta al sol pensiero?"
All'improvviso una luce usci dal diario e guido Violetta nella stanza di sua madre verso l'armadio, si fermo su un completino e un paio di ballerine e non si penso due volte ad indossarlo. Lascio i capelli sciolti e mossi con un piccolo fiore bianco a destra. Ora era perfetta per il suo appuntamento, ringrazio sua madre per lo splendido regalo, mise il cellulare e le chiavi nella borsa, prese il diario e scese subito di corsa da Leon. Di suo padre non c'era ancora tracci.
Nel frattempo Leon era al pianoforte a suonare qualcosa e si blocco appena senti i suoi passi, si girò e resto senza parole mentre scendeva le scale.
 
- Come sto?- chiese lei aggiustandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Leon si alzo dal pianoforte e si avvicino a lei. -WOW! Sei bellissima, Amore- 
Le prese la mano per farla volteggiare su se stessa, assomigliava proprio ad un fiore che danzava sull'acqua, per poi darle un bacio a fior di labbra sulla mano.
Cosa aveva fatto per meritarsi un fiore del genere? Non lo sapeva ma era il Fiore più bello di tutti e lui lo stringeva nelle sue mani.
Che dolce! Era un vero Principe, Il Suo e di nessun altra. Violetta si avvicino e gli bacio la guancia per poi perdersi nei suoi occhi verdi.
-Andiamo?- chiese Leon con quel sorriso.
-Si, aspetta solo un attimo-  
Si stacco da lui e tiro fuori dalla borsa una penna e un biglietto. Scrisse:
"Ciao Papà, sono uscita con Leon non faccio tardi. A più Tardi. Un bacio. Violetta"
-Ecco fatto- esclamò lei soddisfatta mettendolo nell'ufficio di suo padre. 
-Sei sicura di non voler aspettare che torni tuo padre?- chiese  Leon preoccupato appoggiando le sue mani sulle sue spalle.-Non voglio essere la causa di problemi tra voi-
Violetta si girò e portò la mano al suo viso, accarezzandolo. -Sei molto dolce a preoccuparti Leon  però tranquillo, mio padre si deve abituare che ho una vita al di fuori di queste mura-
-Mi piace quando lotti per ciò che vuoi-
-Sei stato proprio tu a dirmi che devo fare quello che mi piace, godermi la vita e che mi avresti aiutato a realizzare tutti i miei sogni e poi mi sono stancata di star qui rinchiusa a non far niente mentre li fuori c'è un mondo da scoprire e aspetta solo me-
-Allora che stiamo aspettando? Andiamo-
-Si-
Camminavano per le strade di Buenos Aires mano nella mano con meta misteriosa, ad un certo Leon la fermò e la bendò con una benda, lei credeva in lui e si abbondano tra le sue mani con totale fiducia. Era la prima volta che qualcuno faceva qualcosa del genere per lei neanche Tomas, era tremendamente emozionata e Leon la guidava con la sua voce in ogni passo. Non si sarebbe mai stancata di ascoltarlo, sentirlo cantare o suonare il piano. Lui lo suonava sublimemente, ogni volta che le sue dita toccavano i tasti, creava una vera magia.
Voy por ti la canzone scritta per lei, le era entrata nella mente e nel cuore e non voleva più uscire. La canzone rispecchiava un po' la loro storia iniziale, prima vedeva solo Tomas e con Leon c'era solo un'amicizia speciale che era nata a poco a poco nel tempo e si era trasformata in qualcosa di più. Amore. L'amore era davvero imprevedibile.
Amore.Musica.Passione.
Non sentiva più nulla, né la voce di Leon né il rumore delle macchine o altro. Stranamente c'era una pace celestiale e mille odori la invasero tutta, era profumo di... fresco... prato... fiori... legno... e... 
-Siamo arrivati- esclamò Leon all'orecchio.
Finalmente, si porto le mani al nodo della benda per toglierla ma lui la fermo.
-Non ancora-
Leon tirò fuori dalla tasca una chiave, apri il cancelletto e la guido dentro e poi alzo le mani e sciolse la benda. Lei apri gli occhi e si trovo davanti una bella casa azzurra e bianca con intorno tante piante e fiori di ogni genere, avanzò verso l'arco in ferro e sali i tre gradini in mattini. 
 
Leon era proprio dietro di lei con la chiave in mano e gliela diede.-Tieni, A te l'onore-
Prese la chiave tutta elettrizzata, la mise nella serratura della porta azzurra con vetrata e una rosa rossa al centro e la girò. Spinse lentamente la porta e appena varco la soglia, un strana sensazione la invase e come se c'era qualcosa di speciale e magico nell'aria e sentiva come la prima volta che mise piede nella stanza di sua madre. Leon era affianco a lei e sentiva che aveva avuto la stessa sensazione dalla sua espressione.
La prima cosa che vide era una scala in legno per il primo piano e a destra la parte salotto con un caminetto con sopra delle candele e un vaso di violette, un divano pieno di cuscini con finestra che si affacciava sui fiori e una piccola libreria e infondo un piccolo palchetto con un pianoforte, quello non poteva mancare mai. 
A sinistra c'era un piccolo tavolo per due vicino ad una porta a vetro che dava su un giardino, appoggio il diario su di esso e corse subito fuori e quello che vide la incanto.Era capiva la frase di Leon. 
C'era un bellissimo giardino con sinistra un gazebo bianco azzurro immerso di tantissimi fiori e alberi ricoperti di luci.  Si mise al centro a volteggiare felice mentre qualche petalo cadeva giù, Leon prese il cellulare e immortalo quel momento. Era davvero bella quando era felice. 
-E' Bellissimo, Leon- esclamò lei avvicinandosi al gazebo tramite una stradina di mattonelle.-E'  Mozzafiato... I fiore sono incredibili... Affascinante... Magico... Non ho altre parole-
 -Lo sapevo che ti avrebbe aiutato a scordarti di ciò che ti preoccupava- disse lui raggiungendola.  
Violetta prese la sua mano e disse-Sai sempre quello di cui ho bisogno-
-Violetta, Ti Amo tanto- dichiarò Leon accarezzandole il viso con una mano-Sarei capace di qualsiasi cosa più di farti felice.
'Ti amo tanto' Aveva il cuore a mille per quelle parole. Sentiva un emozione unica, nessuno gli aveva mai detto che la amava neanche Tomas ed era la più bella dichiarazione d'amore per lei. Era il giorno più bello della sua vita.
C'era solo una cosa da fare in questi momenti. Violetta appoggio la mano alla sua felpa, si sporse verso di lui e le loro labbra si incontrarono dando vita al loro secondo bacio.
Era diverso dal primo, all'inizio era un bacio a fior di labbra poi chiusero gli occhi e divenne più coinvolgente quando lei dischiuse le labbre e lui si spinse dolcemente dentro la sua bocca per assaporarla. La lingua di Violetta si muoveva un po' impacciata invece lui era così esperto, Baciava divinamente. Le loro lingue aveva dato il via ad una danza e tutto il resto del mondo scompariva. 
Violetta si sentiva in un altro mondo senza tempo, un miscuglio di emozioni... sensazioni... sapori... tutto era splendido. Prima di Violetta non aveva mai amato veramente, era entrata nella sua vita improvvisamente cambiandola totalmente.
Sembrava passata un eternità da quando avevano congiunto le loro labbra. Non riuscivano a smettere di guardarsi e sorridersi. Era la più bella cosa che gli era mai successa.
-E' stato meraviglioso, Leon- disse Violetta con le voce piene di emozione.
-Si un secondo bacio perfetto- confermò Leon tenendola tra le braccia.-Vieni con me-
Violetta lo segui mano nella mano dando l'ultimo guardo al gazebo aperto. Non c'era altro posto più bello per sposarsi. Poteva immaginarsi loro due sotto quel gazabo a scambiarsi le promesse.
  
"Oh Dio! Cosa sto pensando? Ho solo 17 anni. Con Tomas non ho mai fatto questi pensieri. Forse tra qualche anno quando Leon e io avremo realizzato il nostro sogno di diventare  dei cantanti"
Leon le mostro il continuo del giardino a destra dove c'era panchina con una fontana nella aiola di fronte ad un gazebo semi chiuso con una gran piscina attorno a tante piante e mille luci fatate.
-E' splendido Leon- esclamò Violetta incantata.-Non ho parole-
-Sapevo che ti sarebbe piaciuto- disse Leon stringendola da dietro.
C'erano anche le infradito, gli asciugamani, i lettini e un tavolino bianco con sopra una coppia di fragole e banane tagliate, due bicchieri pieni di succo di frutta uno alla fragola e l'altro all'arancia.  
 
All'improvviso squillò il cellulare di Violetta, lo prese e sul display c'era il nome di suo padre. 
-Che c'è Papà?- chiese lei con telefono vicino all'orecchio.
-Come che c'è? Sono rientrato a casa e tu non c'eri, ho trovato solo un biglietto- rispose suo padre arrabbiato.-Ti sembra il modo di comportarsi?-
-Ero corsa a dirtelo ma tu non c'eri e non voleva perdermi l'uscita con Leon. Comunque sono grande ormai e ho una vita. devi accettarlo che ti piaccia o no-
-Violetta, non ti conviene continuare così. Sei già nei guai-
-O se no che fai? Mi rinchiudi per sempre-
Perché suo padre non capiva il suo punto di vista? Non poteva stare sempre chiusa in casa. Se solo sua madre fosse ancora viva, le cose sarebbero diverse e il rapporto con suo padre non era pieno di conflitto. A Leon non gli piaceva questa situazione, i litigi tra lei e German erano sempre di più, Capiva che voleva proteggere sua figlia ma non poteva impedirle di vivere. German decise di fare un passo indietro e cercare di essere più elastico. Non voleva perderla per nulla al mondo.
-Ok, Violetta. Hai vinto-
Non poteva credere alle sue orecchie.
-Grazie Papà- disse Violetta contenta.-Ti voglio tanto bene-
-Anch'io. E quanto pensi di tornare?-
-Nel pomeriggio-
-Come nel pomeriggio? E il pranzo?-
-Mangio fuori con Leon-
-Va bene, ma mi raccomando non fare troppo tardi-
-Tranquillo papà-
Che bello, finalmente suo padre iniziava a capire. Era ora di divertirsi ma il problema non era solo il fatto di farsi vedere o vedere Leon in costume, c'era dell'altro e si sentiva imbarazzata al sol pensiero. Tutta colpa di suo padre che l'aveva tenuta in una campana di vetro. Era sicura che le altre ragazza non si sentivano come lei in quel momento. Però gli aveva dato il permesso di passare un intera giornata con Leon e per questo lo ringraziava di cuore.
-Vado a mettermi in costume, tu intanto esplora il posto- disse Leon con un sorriso, dandole un bacio sulla guancia. Leon corse verso le porte bianche e rimase on in quel meraviglioso giardino, mangio un pezzo di frutta, annuso i giorni e tocco l'acqua bella fresca e invitante. Peccato che non sapeva nuotare. Entro in casa ad esplorare la casa, c'era qualcosa di magico così sali le scale curiosa del sopra e una volta su notò un piccolo corridoio con cinque stanze. Si guardo intorno fino ad una porta socchiusa, si appoggio al muro e vi guardo dentro e c'era Leon senza felpa e maglietta di spalle mentre si tirava su il costume a pantaloncini azzurro con ai lati una linea blu e onde bianche.
"Non riesco a muovermi e a staccargli gli occhi da dosso. Mamma, cosa mi sta succedendo? Sono tutta rossa in viso, il cuore mi esplode e sento caldo. Non mi sono mai sentita così con Tomas, tutto è diverso con Leon" 
Riusci a riprendere possesso del suo corpo e si allontano immediatamente, Leon si senti osservato ma quando si giro, non c'era nessuno e scosse la testa, Violetta era in giardino.
Lei si mise sul diario a scrivere quei pensieri sul diario, era ancora rossa in viso e la mano le tremava. Senti i suoi passi nelle scale, non aveva il coraggio di alzare la testa e sostenere il suo sguardo.
-Eccomi qui- disse lui vedendo la sul divano intenta a scrivere. 
Lei continuo a tenere lo sguardo sul diario, si vergognava da morire e c'era mille emozione dentro di sè.
-Stai bene?- chiese Leon preoccupato, toccando il suo braccio.-Sei tutta rossa-
-Sto bene- rispose lei prendendo il coraggio e guardandolo. Per fortuna si era messo la maglietta di nuovo però per poco.
-Non è che hai la febbre?- chiese lui sfiorando la fronte con la sua.
-No no- rispose un po' nervosa a quel contatto, chiudendo il diario e alzandosi di scatto.-S..sto bene-
Che le prendeva? Da quando era sceso giù, aveva uno strano comportamento e c'era sotto qualcosa.
-A me non sembra-
-Sto bene Leon veramente-
-Ok andiamo a tuffarci- disse Leon senza institere oltre, tendendole la mano. 
-Si arrivo subito- rispose lei più naturale possibile, prendendo tempo- tu intanto vai, metto il silenzioso al cellulare cosi nessuno ci disturba e mi tolgo i vestiti-
-Ti aspetto di là- disse lui ancora più confuso. 
"Come glielo dico a Leon? Ho 17 anni e non so nuotare. Mi vergogno troppo"
Poi le torno in mente quel pomeriggio in cui Leon insegno ad andare in bici. Non doveva essere più difficile di quel caso e poi lui avrebbe capito.
"Coraggio Violetta, puoi farcela. Devi solo spogliarti e andare di là, dirglielo"
Amore. musica. passione.
Quando ci metteva per spogliarsi? Seduto sul lettino ad aspettarla con le braccia conserte. Intanto si era tolto la maglietta, rimanendo in torso nudo.
Sentiva dei passi sul prato, era lei e si voltò verso l'esterno . La sua testa fece capolino del gazebo incrociando il suo  sguardo e subito si alzo dal letto per andarle incontro con un emozione addosso.
-Sto entrando- disse lei timida entrando nel gazebo.
"Mi sento così nuda di fronte a lui, come se non avessi il costume addosso e lui mi guarda con quei occhi pieni d'amore e di non so cosa, mi fa sentire la ragazza più importante del mondo"
Era bellissima in costume da bagno, non vedeva l'ora di tenerla stretta a sé in piscina.
Lei avvanzo verso di lui con un po' di imbarazzo e si fermo, i suoi occhi si sposarono inevitabilmente sul suo corpo.
"E' stupendo! Ho il cuore a mille. Mi sento emozionata al sol pensiero di sfiorarlo e di abbracciarlo"
In quel momento Leon capi il suo comportamento. Come aveva fatto a non capirlo prima? Era logico, una ragazza come Violetta vissuta sempre tra le quattro mura di casa, non era abituata a quel tipo di cose. Diventava rossa solo con un complimento. Doveva far qualcosa per farle scomparire l'imbarazzo.
-Leon devo confessarti una cosa- disse lei con coraggio.-Io... non so nuotare-
Allora era quello di vero motivo, non sapeva nuotare. Com'era tenera.
-Non devi vergognarti, puoi capitare a tutti di non saper nuotare- replicò Leon tranquillizzandola.-Poi di fronte a te hai il miglior istruttore di nuoto-
Tutta la sua vergogna scompari in un lampo, Era incredibile, Leon riusciva sempre le parole giuste per calmarla.
Non a caso, sapeva nuotare da quando aveva 4 anni e aveva fatto del gare e vinto molte medaglie. Dopo la musica, il nuoto era la sua seconda passione. Ti rilassava e ti trasportava in un altro mondo.
Leon la prese in braccia a mo' di sposa, lei porto le braccia intorno al suo collo e lentamente scese i gradi entrando in acqua, si fidava di lui ciecamente e lo lascio fare, senti l'acqua bagnarla a poco a poco e lui la fece volteggiare per poi baciarla con dolcezza.
Leon era un ottimo istruttore, imparo subito come se nuotare era parte di se come lo era la musica, strana cosa da pensare visto tutto il casino di prima. Lui era sempre con lei in ogni suoi passo: l'aveva aiutata a superare la sua paura del pubblico, l'aveva insegnato ad andare in bici, il suo primo, il suo secondo e tante altre piccole cose. Si divertirono molto a nuotare, a schizzarsi e a tuffarsi, sorseggiarono i succhi di frutta al bordo piscina e stuzziccarono un po' la frutta per poi tuffarsi di nuovo in piscina e baciarsi. La risata cristallina di Violetta era il suono più bello del mondo per Leon quando lei era era felice, lo era anche lui.
Solo un attimo per Violetta fu imbarazzate e bello allo stesso tempo quando si tuffo e si slaccio in costume di dietro, lei si copri i seni con le mani e lui si precipito da lei, -tranquilla ci sono io, non devi essere in imbarazzo- le sussurrò all'orecchio lui da dietro diede un piccolo bacio sul collo e allacciando il costume.
Quel bacio le provoco un brivido lungo la schiena, il cuore batteva furiosamente e si volto istinto verso di lui, incrociando i suoi occhi e prese il suo viso tra le mani e lo bacio, lui avvolse il suo corpo con le sue braccia e si lasciarono trasportare a lungo a quel bacio pieno di dolcezza e passione.
Un volta fuori dalla piscina, lei si avvolse con il telo da mare e prese una bottiglietta per bere, aveva molto sete e Leon ne approffitto e prese il cellulare per scattare una foto.
-Che fai?- 
-Immortalo questo momento-
Violetta si mise in posa e lui clicco sul cellulare.
 Si avvicino per vedere il risultato e le piaceva quella foto. In quel momento le venne in mente che lei e Leon non avevano nessuna foto insieme. 
-Manca solo una nostra- disse Violetta togliendo il telo e strascinando Leon con la mano sul lettino. 
-Hai ragione, rimediamo subito- rispose lui sdraiandosi insieme a lei. La teneva stretta con un braccio e con l'altro scattava la foto.
Era venuta bellissima, poi lei aveva appoggiato la testa al suo petto e la mano al suo fianco. Era prima di una serie di foto ma non era il momento, si persero di nuovo nei loro occhi e ripresero a baciarsi stretti in quel lettino.
Dopo tutto quel nuotare, una fame si travolse e cosi puntarono alla cucina. Leon le mostro il frigo pieno di tanta roba e avevano un cucina tutta per solo, peccato che nessuno dei due sapeva cucinare o mettere le mani.
-Ti avverto non ho mai cucinato e non so dove iniziare- disse Leon chiudendo il frigo.
-Neanch'io. Olga cucina sempre per noi- disse Violetta notando un quaderno di ricette sul ripiano.-Impareremo insieme con questo- 
Crescere e imparare insieme era una bella cosa sopratutto con la persona che ami.
-Dove l'hai preso?- chiese Leon confuso.
-Era sul ripiano- rispose lei  .-Perché?-
-Non c'era nulla sul ripiano prima- rispose Leon stranito.-quel quaderno era in salotto nella libreria
-Come puoi essere?- esclamò Violetta confusa altre tanto.
Le cosa non apparivano dal nulla o non volavano e i fantasmi non esistevano. C'era qualcosa di misterioso in quel posto.
-Non lo so-
Violetta apri a caso il quaderno e c'era un foglietto piegato, qualcosa la attiro verso di esso. Lo apri tutto per vedere il contenuto e resto sorpresa e confusa da esso.
-Che c'è, Amore?- chiese Leon al suo cambiamento.
Guardo il foglietto e si trattava di uno sparito.
 
Fine primo capitolo
Come c'è finito li il quaderno? Che mistero avvolte lo spartito? Perché quella strana reazione? Per saperlo, continuate a seguirmi con questa avventura.
Sperò che vi sia piaciuto, non se so si è notato ma adoro Leon e insieme a Violetta sono i due miei personaggi preferiti. Per me sono nati per stare insieme. 
Aspetto le vostre recensioni per farle se vi piace.
  
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