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Autore: miss volturi    29/11/2012    0 recensioni
ciao a tutti, questa fan fiction è una delle tante che ho iniziato, ma una delle poche che forse riuscirò a finire. Spero che vi piaccia come piace a me. Parla di una ragazza che non ha mai conosciuto suo padre che per una serie di fortunati ( o sfortunati decidete voi ) eventi lo incontra. Verrà coinvolta in una storia d'amore che la cambierà totalmente. voglio sapere quello che pensate e fatemi sapere come migliorare
By Miss Volturi
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Twilight
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Prendi un respiro.
Andrà tutto bene.
Prendi un respiro.
Ti sei impegnata tanto per questo momento, cosa dovrebbe andare storto?
Prendi un altro respiro
Ce la puoi fare.
Entrai in scena. La musica cominciò e tutto in me era immobilizzato. Lasciai fare quello che il mio corpo sapeva fare meglio: cantare. Aprii la bocca e lasciai che i muscoli della mia gola facessero quello che dovevano fare, quello per cui erano stati creati, quello per cui io ero stata creata. Non riuscivo ad aprire gli occhi. Aprirli mi sarebbe costato ammettere dov’ero. Ascoltai le ultime note che riecheggiavano nella mia testa. Fu li che sentii un rumore fastidioso come un allarme. Aprii gli occhi e mi accorsi di essere nel mio letto. Facevo da molti notti quel sogno. Chissà perché. Mi alzai e ancora in pigiama andai a fare colazione. Mia madre stava mettendo a riscaldare il latte sul gas.  La salutai con la mano. Per il momento ero ancora incapace di emettere suoni. Mi presi la testa fra le mani sbadigliando. Feci colazione senza parlare e andai a prepararmi per l’ennesimo giorno di scuola. Sentivo che quel giorno sarebbe stato diverso. Lo sapevo. Doveva essere diverso. Non ce la facevo più a vivere nella mia monotonia. Avrei fatto qualunque cosa pur di cambiare almeno una virgola della mia vita così noiosa. Non ero molto socievole, e soprattutto i miei coetanei non spiccavano per la sua intelligenza. 
Era molto meglio stare da sola. Dopo aver indossato la mia solita maglietta e i miei jeans uscii di casa, presi la mia bicicletta e andai a scuola. Arrivai in un quarto d’ora. Non sapevo perché, ma stranamente oggi c’era un grande fermento. Entrai in classe e c’era una mia compagna che si mangiava le unghie dal nervosismo. Mi avvicinai e le chiesi < Che succede ?>
< Emily  ma in che paese vivi? Oggi vengono scelte le persone che andranno in America in delle famiglie a fare una intercultura> Come solito la più delicata. Alzai le
spalle e mi andai a sedere. Figuriamoci se tra centinaia di ragazzi sceglievano proprio me. La professoressa di matematica entrò e disse < Il vostro turno per andare in auditorium è alla prossima ora insieme a tutte le terze > Io frequentavo la terza superiore di un tecnico per geometri.
Almeno perdevamo un’ora. Ascoltai passivamente la lezione fino a che non suonò la campanella. La professoressa ci accompagnò nell’auditorium. Mi sedetti nel primo posto libero. Quando tutti si riunirono il preside disse < Buon giorno ragazzi. Abbiamo selezionato alcuni di voi per andare a studiare in America per un anno. I nomi sono < Rossi Elena, Giusti Francesco e … Silone Emily  > Quando sentii il mio nome, per poco non mi andò la saliva di traverso.  < Ragazzi salite sul palco > ci incitò il preside. Mentre mi alzavo, dovevo ancora realizzare cosa stava succedendo. Quando salii sul palco il preside disse < partirete tra due giorni da Bologna. Prendete tutto quello di cui avete bisogno. Buona fortuna >
Sorrisi all’idea di aver previsto tutto quella mattina. 
Tornammo in classe. la mia compagna di classe c’era rimasta malissimo e mi guardava truce. Affari suoi.
 

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