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Autore: Zafira    29/11/2012    2 recensioni
Alla vista di quel promontorio non avevamo saputo resistere... in mezzo alle montagne, un ponte di sassi a strapiombo sul nulla. Ripidissimo, e dovunque sotto di noi, alberi...
Quanto sono stato stupido...
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla vista di quel promontorio non avevamo saputo resistere... In mezzo alle montagne, un ponte di sassi a strapiombo sul nulla. Ripidissimo, e dovunque sotto di noi, alberi...
Noi eravamo giovani e ubriachi, incantati da ogni pericolo, come se fossimo certi che le disgrazie capitassero solo agli altri. Quanto sono stato stupido...
Volevo avvicinarmi sempre di più al bordo della rupe, volevo guardare le fronde degli alberi dall'alto, volevo sentire l'aria sferzarmi sul viso senza più alcun'ostacolo. Silvia me l'aveva detto di stare attento, mi aveva implorato di tornare indietro! Ma io come un idiota ho continuato a sporgermi sempre di più, sempre di più... finchè il terreno sotto di me non ha iniziato a farsi velocemente sempre più vicino. A quel punto stavo già cadendo, ma annebbiato com'ero dal fumo e dall'alcol non capii cosa stava succedendo finchè non toccai terra.
Fu una discesa terribile, colpii rovi, roccie, rami e sterpaglie di ogni tipo... una delle pietre su cui rotolai doveva essere più grossa delle altre, perchè cadendoci sopra la mia testa assunse una posizione strana, non naturale... Mi ero rotto l'osso del collo, seppi più avanti.
Quando toccai terra, ero talmente malconcio da non riuscire a muovere un dito. Rimasi sdraiato, supino, per non so quanto tempo.
Mi svegliai quando iniziò a piovere. Delicate gocce d'acqua iniziarono a colpirmi il volto, inumidendomi gli occhi e i capelli, e il terreno sotto di me si fece fanghiglia scura. Mi alzai cautamente, cercando eventali fonti di dolore dovute alla caduta... stranamente non ne trovai, così mi rizzai in piedi. Il cielo plumbeo minacciava un'imminente temporale, ed io, con le vesti fradicie e le ossa umide, mi addentrai nella fitta boscaglia...
Camminai per non so quanto tempo, quando il paesaggio attorno a me cominciò a cambiare: gli aceri e gli alberi di castagno assunsero fattezze tropicali, le corteccie si riempirono di muschio verde brillante, l'aria si fece calda e umida e la vegetazione si infittì fino a non consentire quasi il passaggio. Arrancavo a fatica.
Ad un tratto, dal profondo del bosco si levò una musica... erano note forti, allegre e coinvolgenti, note provenienti a quanto pare da un abile sassofonista... chi diavolo poteva suonare musica jazz nel bel mezzo della foresta??
Seguii ammaliato quella soave musica, finchè non mi ritrovai in un gigantesto anfiteatro di pietra grigia, al centro del quale si ergeva un imponente palco ornato di quinte rosse. Nel mezzo di questo, solitario, stava seduto a piedi nudi un uomo di mezza età, con i capelli canuti e appena un accenno di rughe sul volto. Teneva gli occhi chiusi, mentre con abili mani creava motivi e note vivaci dal sassofono che teneva in grembo.
E stetti così, in silenzio, nel mezzoo dell'anfiteatro della foresta, ad ascoltare un uomo che suonava le note della mia anima. Era come se con la sua musica stesse raccontando tutta la mia vita. Ricordavo, al suono di quelle note, i momenti più belli della mia infanzia, le delusioni della scuola, il primo bacio, la prima volta, l'andare a vivere da solo... tutte le esperienze della mia esistenza mi stavano passando per la mente in un turbinio di forti emozioni.
Poi tutto rallentò bruscamente. Dopotutto avevo solo ventiquattro anni, avrei avuto ancora tanto da vivere, tanto da sperimentare e conoscere!
Se non fosse che....
Le ultime note suonate dall'uomo bianco furono strane, diverse... la melodia si fece più malinconica, i colori nella mia testa si tinsero di blu, nero, bianco... non capivo. Tutto d'improvviso si fece più lieve, più leggero... e la musica cessò.
Ci fu il silenzio, rotto solo dal frusciare delle foglie degli alberi mosse dal vento. L'uomo aprì gli occhi e mi fissò, col sax ancora posato in grembo... Non disse nulla, stette solo a guardarmi, in attesa di qualcosa. Emanava calma e tranquillità, era un essere completamente in pace con se stesso...  Lentamente mi avvicinai al palco e andai a sedermi accanto a lui. Passò un altro po' di tempo, nel silenzio, durante il quale non facemmo altro che fissarci nella brezza del tramonto.
Poi lui, con gesti lenti, mi tese il suo sassofono.
Io non ero mai stato in grado di usarlo, ma in quella situazione eterea non pensai a niente, vi avvicinai le labbra e iniziai semplicemente a suonare........... e le note che ne fuoriuscirono furono calde e inquiete, suonai delle mie emozioni, delle mie preoccupazioni, delle mie incertezze e delle mie paure più profonde.
Suonai della mia morte, e in quel momento ne presi finalmente coscienza piena, serrando forte gli occhi per la disperazione che provai. "Non voglio andarmene" pensai piangendo, mentre tra le note sfogavo la rabbia, l'incazzatura, la pura tristezza che provavo al pensiero di aver perso la mia vita per una bravata da idiota. Dopo poco, mentre ancora suonavo e suonavo, sentii che le angosce cominciavano a liberarmi una ad una, finendo rapide tra le chiome ombrose del bosco.
Ormai soffiavo con frenesia nel corpo del sassofono, tanto da non accorgermi che l'uomo si era alzato ed era andato a inginocchiarsi dietro di me... mi mise le mani sulle spalle, ed un calore immenso mi pervase, costringendomi ad aprire gli occhi. Non eravamo più nell'anfiteatro, attorno a me c'erano solo luce e paesaggi, tra i più belli che io avessi mai visto. Radure, mari, montagne, e cascate altissime che si gettavano in laghi trasparenti........ tutto a perdita d'occhio.........
L'uomo in bianco si allontanò semplicemente da me e silenziosamente sparì, mentre il calore dentro di me continuava a traboccare di limpida gioia.
Tenevo ancora tra le mani il sassofono. Lentamente sorrisi, mentre riavvicinavo il beccuccio alle labbra e riprendevo con la musica della vita...






Okey ragazzi, come al solito consigli e critiche sono ben accetti :) se avete qualcosa che non vi piace, o che secondo voi poteva andare scritto in modo diverso, fatemelo sapere senza problemi! :) :)
Baci, Zafira :)
  
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