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Autore: Raven_Phoenix    17/06/2007    2 recensioni
Ecco la ff che tutti stavate aspettando sui Teen Titans! è incentrata su Corvina, ma non é detto che non ci siano scene anche con gli altri quattro^^ Che cosa dovrà affronztare Corvina? Chi saranno i suoi aiuti? Che male si sta nascondendo sotto terra? Scopritelo leggendo e recensite!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ecco che torno a postare un po’ di capitoli^^ scusate se sono mancata ma avevo un blocco imminente e avevo iniziato la mia ff di Eragon. Spero che non mi abbiate abbandonato, eh ç_ç



Corvina si svegliò di soprassalto, mettendosi a sedere sul letto di botto. Le bastò individuare la fonte del suo risveglio, in bagno per la precisione, e, come tutte le precedenti mattine, si rimise sotto alle coperte, cercando di riprendere sonno. Ma la cosa era, come sempre, piuttosto difficile, e in quei due mesi ci era riuscita solo tre volte.
-Ma insomma, la vuoi piantare con questo giochetto?!- strillò una voce al quanto irritata, seguita da una fragorosa risata da parte di un’altra ragazza.
-Giuro che questa volta ti butto veramente giù dalla finestra, Thunder!-la minacciò.
-Fai pure, tanto io posso volare.- rispose l’altra ridacchiando.
Dal bagno ne uscì Angel, avvolta in un accappatoio, con i lunghi capelli castani bagnati e una espressione in volto per nulla rassicurante. Dietro di lei fece capolino Thunder, che sghignazzava divertita.
-Tu prova ancora ad azionare l’acqua fredda di nascosto quando mi sto facendo la doccia e le prendi sul serio!- la minacciò nuovamente Angel.
Ormai Corvina questa scena la vedeva da due mesi circa, da quando Angel si era unita alla compagnia dei Guardiani. Da li, avevano continuato il viaggio, alla ricerca degli altri tre, anche se senza nessun risultato. Inutile lasciar perdere che Thunder, ogni mattina escogitava un piccolo scherzetto alla compare, cosa che, dato il suo carattere, la faceva arrabbiare non poco.
-Già in piedi, voi due?- si limitò a salutarle con uno sbadiglio mentre lasciava ormai rassegnata il suo letto.
Dopo aver fatto una abbondante colazione, le tre pagarono il proprietario dell’albergo in cui avevano alloggiato in quei due giorni, e si incamminarono in direzione della prossima città. -Qual’è la prossima?- chiese Thunder sbirciando la cartina che Corvina stava consultando.
-Dunque…oh, ma tu guarda! La prossima è “Baia Azzurra, la città marina”. Sembra che ci dovremo comprare un po’ di crema da sole.- commentò mentre arrotolava la cartina e la riponeva nel suo zaino
. -Tsk! Ci mancava anche questo. Sole, spiaggia e mare…che incubo.- disse Angel imbronciata.
-Perché fai così?- le chiese Thunder guardandola come per accertarsi che stesse bene.
-Perché? Io sono nata in una città con la neve, e se non te ne sei accorta, ho la pelle estremamente sensibile. Mi potrei ustionare!- rispose amareggiata la ragazza.
Thunder sbuffò una qualche protesta, ma poi cambiò discorso, incentrandosi su Corvina.
-Ehi, vedo che i tuoi capelli ne hanno risentito un bel po’ in questo tempo.- commentò osservando i capelli dell’amica che ora le raggiungevano le spalle.
-Già, e sappi che non mi ci sto abituando con gran successo.- ribatté Corvina mentre si riassestava la chioma che si scompigliava al vento, ecco un altro inconveniente dei capelli lunghi, ma ormai il patto era stato fatto.
Ci vollero tre giorni di cammino prima di arrivare a scorgere una grande distesa d’acqua. Dall’altra parte si ergevano le mura di Baia Azzurra.
-Wooooooow! IL MARE!- esclamò Thunder tuffandosi letteralmente nell’acqua azzurra, senza nemmeno togliersi i vestiti. Riemerse dopo qualche secondo con un immenso sorriso stampato in faccia.
Solo allora Corvina si ricordò che l’amica sulla terra viveva in pratica in riva al mare, a San Diego. Probabilmente ora si sentiva come a casa.
-Tu guarda…una guardiana che sguazza come un pesce.- commentò Angel con un piccolo sorrisetto divertito.-Thunder, avrai tutto il tempo di nuotare quando saremo arrivate dall’altra parte, ora esci di li.-la richiamò poi.
-C’è un problema, come facciamo ad attraversare questo pezzo di mare? Non abbiamo una barca.-disse Corvina osservando i piccoli motoscafi che attraccavano a dei piccoli ponti.
Proprio davanti a loro arrivò un piccolo motoscafo, che le schizzò.
-Oh, perdonatemi!- disse il guidatore, un vecchietto alquanto raggrinzito.
Corvina sentì Angel mormorare bestemmie a denti stretti.
-Non si preoccupi.- rispose Thunder mentre si toglieva i guanti e li strizzava.
-Potrei offrirvi un passaggio per farmi perdonare?- chiese il vecchietto mentre allungava un piccolo ponticello verso di loro.
“Questo si dice fortuna!”pensò Corvina mentre saliva a bordo seguita dalle altre due.
Il vecchietto attese che tutte quante fossero ben sedute per riaccendere il motore.
-GERONIMO!-strillò il vecchietto partendo a una velocità impressionante, quasi impennando il motoscafo.
Le tre si lanciavano occhiate preoccupate oppure fissavano il vecchio che cantava a squarciagola. In meno di cinque minuti attraccarono alla riva opposta.
-È stato un piacere aiutarvi, arrivederci!...figli, che bei tempi, la gioventù…!- le salutò il vecchietto ripartendo a tutto gas riprendendo a cantare.
-Alla faccia dell’innocuo vecchiettino raggrinzito!- esclamò Thunder che si teneva una mano sul petto cercando di calmare il battito del suo cuore.
Camminarono sulla spiaggia che separava il mare dalla città, e una volta entrati, una marea di voci allegre si diffusero ovunque. Era una stupenda città, le case erano tutte bianche e in stile greco, le strade erano per metà coperte da sabbia trasportava da passanti o dal vento e piante verdeggianti sbucavano ovunque, il tutto sotto a un sole caldissimo.
-Viva la salsedine!- disse Thunder respirando a pieni polmoni.
-Parla per te, sento già la pelle che inizia a tirare.- ringhiò Angel che cercava di stare il più all’ombra possibile.
-Mi chiedo se in questi mesi ci sia stata una sola giornata in cui questa qui non si sia lamentata di qualcosa.- ribatté ad alta voce l’altra imbronciata.
-E io non ricordo mai una volta in cui io non debba essere intervenuta per calmare la situazione.- rispose Corvina alquanto irritata.
Trovarono un ostello in riva a un piccola baia, e li Thunder preferì rimanere in camera, per lavarsi i capelli incrostati di sale per il bagno di prima. Corvina e Angel iniziarono qualche ricerca in giro per la città.
Fu proprio quando stavano camminando lungo la spiaggia della baia che avvistarono due puntini in rapido avvicinamento.
-Cosa succede?- disse Corvina osservando i due puntini che si stavano iniziando a vedere bene, erano due persone.
In pochi secondi le due figure arrivarono a pochi metri da loro e frenarono bruscamente, alzando un polverone immenso.
Erano due ragazzi, in preda a un attacco di risate, belli da mozzare il fiato. Quello a destra aveva i capelli dorati scompigliati, come se li tagliasse da solo a una qualche maniera, alcune ciocche gli ricadevano disordinate sulla fronte, incorniciando due profondi occhi neri che sembrava non avessero fondo, la pelle molto abbronzata, tipico degli abitanti della città, infine vestito con quella che sembrava vagamente una tenuta da calcio.
L’altro ragazzo, invece, aveva i capelli castano chiaro, alla stessa capigliatura dell’altro e due grandi occhi grigi, la pelle anche lui ce l’aveva abbronzata e anche lui indossava la strana divisa. Sicuramente i due dovevano essere fratelli.
-RYAV! Due buone avversarie.- disse il primo ragazzo guardando Corvina.
Lei si sentì come ipnotizzata dal suo sguardo, e non seppe spiegarsi come mai era arrossita.
-Se siete a caccia di informazioni strambe noi ve ne potremmo dire parecchie.- disse poi l’altro. -Davvero?- chiese Corvina speranzosa.
-Certo, però…a una condizione…-fece apparire dal nulla un pallone da calcio- prima dovrete batterci, poi potrete sapere tutto quanto.-
-Dico, è uno scherzo questo?- sbottò Angel.
-Per niente. Forza, provateci!- le sfidò il ragazzo.
-Ma non credo che riusciate a battere i grandi Alex- disse il ragazzo dagli occhi neri puntandosi un dito al petto- e mio fratello Cedric- finì indicando l’altro.
-Ma…ma noi non sappiamo giocare a calcio!- protestò Corvina.
-Be’, però le gambe ce le avete, e tentar non nuoce, giusto?- ribatté tranquillo.
Anche se mortalmente imbarazzata Corvina accettò, provocando l’ira di Angel. A uno schiocco dei due, da sotto alla sabbia spuntarono due porte da calcio.
-Bene…che la partita cominci! ASSETR!- annunciò Cedric lanciando in aria il pallone.
Corvina tentò di prendere il pallone, ma fu troppo lenta e Alex arrivò per primo, passandole a pochi centimetri di distanza. Passò rapido la palla al fratello che la mandò dritta verso la porta che era sguarnita. Il goal fu imminente. I due urlarono per la vittoria.
Questa scena si susseguì sempre uguale per i successivi trenta minuti, e Corvina e Angel, che avevano sabbia fin dentro alle orecchie, erano ormai sfinite.
-Basta…non…ce la faccio…più!- ansimò Angel mentre veniva segnato l’ennesimo goal.
-Allora, vi arrendete?-chiesero in coro i due fratelli per niente stanchi.
Corvina stava per annuire quando, improvvisamente il pallone che avevano lasciato incustodito arrivò a tutta velocità sulla faccia di Cedric facendolo cadere a terra. Il fratello era per metà preoccupato e per metà preso da una ridarella.
-Ahi ahi ahi! Chi è quel genio che mi ha colpito?!- urlò all’aria furibondo il ragazzo. Un colpo di tosse li fece voltare tutti verso il colpevole che era a pochi metri da campetto improvvisato.
-Cos’è questa storia di organizzare una partita di calcio senza di me?- rise divertita la ragazza. -Gh…questa è la prima volta che sono felice di vederti, Thunder.- disse Angel guardandola però sempre di traverso.
-E tu saresti…?-chiese Cedric mentre si rialzava.
-Chiamami…la ragazza del venerdì tredici.- rispose Thunder mentre si avvicinava- se avete sfidato loro vuol dire che avete sfidato anche me. Forza, che la partita riprenda!-
I due non si fecero pregare e recuperarono il pallone. Cedric partì per colpirlo di punta, quando una frazione di secondo prima questo era già stato portato via da Thunder.
-Ma che…una ragazza che mi ruba il pallone?!- disse incredulo.
-L’abito non fa il monaco!- ribatté ridendo Thunder mentre calciava il pallone dritto nella porta avversaria.
Dieci minuti dopo, le guardiane erano passate in vantaggio grazie Thunder, che sembrava si divertisse un mondo, e che in quel momento segnava l’ennesimo goal mentre cantava felice “Believe me” dei “Fort Minor”. Ora si che i due ragazzi erano stanchi.
-Eh eh eh! Chi è il campione? Chi è il campione?- li canzonò la ragazza mentre batteva il cinque a Corvina.
-Allora, penso che adesso ci dovrete delle informazioni.- disse Angel voltandosi verso Alex e Cedric.
I due si guardarono per poi scoppiare in una enorme risata, tanto che le tre rimasero a guardarli non sapendo se avessero tutte le rotelle a posto.
-Devo dire che non ci aspettavamo che foste così ben organizzate!- disse Cedric divertito.
-Già. Pensavamo che le Guardiane non giocassero così bene a calcio.- aggiunse Alex.
Le tre si guardarono per poi fissare i due fratelli.
-Come fate a sapere che siamo che guardiane?!- chiese Corvina al quanto stupita.
I due si lanciarono un sguardo, poi fecero uscire dal collo delle loro magliette dei ciondoli identici, rotondi e con all’interno tre schegge colorate.
-Be’, perché noi ne facciamo parte.- disse Cedric divertito nel vedere le espressioni delle tre. -Voi…sareste…I NOSTRI COMPAGNI?!- urlò Thunder guardandoli con gli occhi quasi fuori dalle orbite.
-Esattamente. Siamo stati scelti perché siamo gli unici in tutta la dimensione ad avere i geni della fenice.- spiegò Alex.
Corvina lo guardò stupefatta.
-I geni della fenice? Ma non si sono più ripresentati in un umano da quasi mille anni!- esclamò. -Milleduecentovenisette per la precisione.- corresse il ragazzo.- per questo siamo stati scelti.- A Corvina vennero in mente Mas e Menos, i due Titans Est messicani. Fatto quel pensiero si rese conto che mancava già da parecchio dalla terra. Si chiese che cosa stessero facendo i Titans.
Venne riscossa da questi pensieri da Thunder che la chiamava.
-Ehi! Ci sei o ci fai?- le chiese mentre le passava una mano davanti agli occhi.
-Sì, sì, ci sono…dunque…perciò vi unite a noi?- chiese rivolta ai due fratelli.
-Non aspettavamo altro!- dissero in coro i due fratelli.
-Cavoli, è stato facile questa volta!- commentò poi la ragazza mentre stringeva la mano ai due nuovi arrivati. La stretta di Alex e la sua pelle davano un senso di morbidezza, come dolcezza. I suoi occhi però erano vispi, il che non nascondeva una certa furbizia.
-Ehi, fenice numero due! Prendi questo se ci riesci!- urlò Thunder mentre calciava il pallone verso Cedric.
Il ragazzo lo prese al volo, ma non si era proprio reso conto della velocità e della potenza, così andò a finire che si ritrovò sbalzato a terra con un dolore allo stomaco.
-Ragazzo, e tu dici di saper giocare a calcio?- lo canzonò lei divertita.
“Mai vista una ragazza che gioca così, per di più sembra avere anche un bel caratterino…potrebbe causarmi non pochi problemi…OH, CAVOLI QUANTO MI PIACE!”pensò Cedric mentre recuperava il fiato.
Stavano per avviarsi verso la locanda quando un forte boato provenì dal cielo che si era fatto scuro tutto d’un tratto. Da uno squarcio scese un vasto gruppo di guerrieri di ghiaccio che iniziarono a marciare verso di loro.
-Ancora quelli?- disse Angel mentre appoggiava la mano sull’elsa del suo pugnale.
Tutti e cinque si disposero in una riga.
-Pronti alla trasformazione!- disse Corvina.
In un bagliore unico i suoi segni rossi apparvero sul suo corpo, le ali di Thunder si spiegarono dalla sua schiena, facendo volteggiare i capelli neri attorno ai suoi occhi dorati, le piccole ali di Angel apparvero veloci sulla sua schiena, in ultimo i due fratelli si accesero di una sottile luce infuocata. -Accidenti, come siete sfarzose nelle trasformazioni!- commentò Alex mentre si metteva in posizione d’attacco.
-La moda, fratello. Che vuoi farci?- rispose Cedric con un ghigno.
Aspettarono che i nemici fossero abbastanza vicini per scagliarcisi contro letteralmente. Ora non erano più in difficoltà come la prima volta.
Angel spianò le prime righe con un suono così acuto da spezzare in due i soldati di ghiaccio, oppure si era fatta strada con il suo pugnale.
I due fratelli, invece, avevano recuperato il pallone da calcio, e ora se lo stavano passando tra loro. -Vi sembra questo il momento?!- urlò Angel seccata.
I due la guardarono sorridenti per poi scagliare insieme il pallone verso i nemici. Esso viaggiava così veloce che si infuocò ed esplose come una bomba sciogliendo o frantumando parecchi nemici. -Però! Commentò con un fischio Thunder a Cedric che si era avvicinato.
-Gli ultimi li finite voi?- chiese Alex rivolto a Corvina e Tunder.
-Ok, lasciate fare a noi!- disse Corvina mentre sguainava la sua spada, invasa come da una strana euforia. Thunder si affiancò a lei, la sua spada che ribolliva di piccoli fulmini e saette.
Con un urlò le due si lanciarono verso gli ultimi nemici. Nessuno trovava scampo dalle loro lame. -Ehi, ehi, Corvina! Guarda questo!- le urlò Thunder mentre lanciava la sua spada come un boomerang, che tranciò a metà quasi tutti i soldati per poi ritornare tra le mani della padrona. -Allora gli ultimi me li predo io!- disse Corvina mentre massacrava l’ultima decina di nemici roteando la spada come una elica.
Una volta finito il lavoro, le due si diressero verso Angel, Alex e Cedric, che le osservavano a dir poco allucinati.
-Giuro che non mi sono mai divertita così tanto!- esclamò Corvina ridacchiando.
-Già, peccato che siano finiti.- aggiunse Thunder appoggiandosi la spada sulla spalla.
-Ma dico, state bene?- chiese Angel.
-Perché?- dissero in coro le due.
-Avete fatto fuori almeno cento soldati in meno di due minuti.- rispose la ragazza mentre indicava la spiaggia piena di detriti di ghiaccio che si stavano sciogliendo.
-Oooopps!- esclamarono in coro Corvina e Thunder.
-La prossima volta lasciatecene un qualcuno in più.- disse loro Alex mentre si passava il pallone piuttosto bruciacchiato con Cedric.
Troppo occupati a discutere sulla battaglia, nessuno si era accorto che un soldato, per quanto fosse malridotto, era ancora vivo, e stava strisciando verso di loro.
Successe in un attimo. Corvina sentì un dolore lancinante a un fianco, e qualcosa di caldo scenderle giù per la gamba. La vista le si appannò fino a diventare tutto buio. Mentre cadeva, gli echi delle voci degli altri le risuonavano distanti. Nella sua mentre, dopo tanto tempo, risentì quella voce fredda e inquietante.
-Non sorridere per questa vittoria, tanti dolori ti affliggeranno uccidendoti l’anima. Ricordatelo.- Questa fu l’ultima cosa che Corvina sentì prima di venire inghiottita dal buio.



Tadaaaan! Era un po’ lunghetto questo cappy ^_^’’’’’’’ ma spero che non abbiate perso la voglia di leggere a metà! Al prossimo capitolo che penso posterò a bere^^ BOOYAKA BOOYAKAAA!!!
  
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