Giudizi universali
Mangiati le bolle di sapone intorno al
mondo e quando dormo taglia bene l'aquilone,
togli la
ragione e lasciami sognare, lasciami
sognare in pace
[-Sakura... stai
attenta.-
-Sensei,
ma cosa...?-]
La tenue luce lunare filtrava attraverso le persiane socchiuse, e accarezzava i contorni della stanza, avvolgendola in un'intima semioscurità.
Sakura si girò su un fianco, stando attenta a non svegliare il ragazzo che dormiva profondamente accanto a lei.
Distese lentamente le gambe, afferrò un lembo del lenzuolo e lo usò per coprirsi fino alle spalle, lambite dalle fievole brezza che si insinuava nella camera attraverso la finestra.
Il respiro leggero di Sasuke le giungeva piacevolmente ovattato, come se provenisse da un altrove imprecisato, anziché dall'altro lato del letto.
Indugiò con lo sguardo sulle sue labbra appena dischiuse, osservò il petto minuto alzarsi ed abbassarsi a ritmo lento e regolare, sorrise dell'espressione vagamente rapita che aveva assunto nel sonno.
Si lasciò pervadere da una quieta e calda sensazione di felicità, che si spandeva dallo stomaco fino a leccarle il cuore, strappandole un sospiro estasiato.
Sakura decise che non avrebbe rovinato quel momento con una preoccupazione stupida e ingiustificata. Non poteva lasciare che le parole ambigue del maestro Kakashi la turbassero, o intaccassero quella piccola perfezione.
Poggiò delicatamente la mano sulla schiena di Sasuke, come ad accertarne la presenza, chiuse gli occhi, e si chiese quale sogno avrebbe mai potuto eguagliare la sua realtà.
Vuoti di memoria, non c'è posto
per tenere insieme tutte le puntate di una storia
piccolissimo particolare ti ho perduto senza
cattiveria
[-Sakura, ogni
giorno che passa sei più bella.
No, non più
bella. Non so... più luminosa.-
-Dici, mamma?-]
-Sasuke, i tuoi capelli non hanno
più un senso. Oggi pomeriggio te li aggiusto.-
-L'hai mai fatto?-
-Cosa?-
-Tagliare i
capelli a qualcuno.-
-Valgono le
bambole?-
-...-
-Sasuke?-
-Mh?-
-Fammi un
complimento.-
-Che tipo di
complimento?-
-Ma non te lo devo dire io! Già è
deprimente che devo chiedertelo...-
-...-
-Allora?-
-Tu... tu hai un buon
odore. Profumi di... non so. Profumi di buono,
ecco. -
-...-
-Ti ricordi la prima volta che
ci siamo baciati?-
-No.-
-Come no?-
-No.-
-Ci stavamo riposando, dopo
l'allenamento...-
-...-
-Sul prato, quello vicino alle
mura...-
-...-
-Era freddo, ti chiesi di
abbracciarmi...-
-...-
-Dai! Era aprile, o marzo.
Marzo, più probabilmente, tipo il 22...-
-Era il 18. Il 18
marzo.-
-Lo so, Sasuke.-
-...-
-Sasuke?-
-Sì?-
-Stiamo bene insieme, non è
vero?-
-Sakura, perché mi devi fare
sempre queste domande?
-In che senso?-
-Perché hai sempre bisogno di
essere rassicurata, sempre, perché mi chiedi in continuazione se stiamo bene
insieme, se sono felice, se ti voglio bene, perché?-
-Non lo so, Sasuke. Non lo
so.-
-Sakura?-
-...-
Leviamo via
il tappeto e poi mettiamoci dei pattini
per scivolare meglio sopra l'odio
Torre di controllo, aiuto, sto finendo l'aria dentro al
serbatoio
[-Sasuke se ne andrà,
Sakura.
E tu
non riuscirai a fermarlo.-
-Forse, Ino. O forse
no.-]
Sakura notò con un misto d'ansia e d'irritazione lo sguardo vacuo di Sasuke, che si era chiuso in un silenzio ostinato e non accennava ad accorgersi di lei.
Erano giorni che lo osservava febbrilmente, giorni che cercava di tenere a bada le sue preoccupazioni, giorni che ignorava tenacemente ogni indizio che potesse far presagire una possibile rottura.
Pazientemente, tentava di sollevarlo da quel torpore funesto che si era impossessato di lui, senza tuttavia rilevare alcun miglioramento nell'umore del ragazzo, che continuava imperterrito a precipitare in un abisso in cui l'amore di Sakura non aveva la cittadinanza.
Dubbi e paure si agitavano vorticosamente nella sua testa. Le parole di Kakashi, da tempo zittite e dimenticate, ritornavano ad urlare, a squarciare quel velo di ipocrisia e di illusione con cui le aveva imbavagliate.
Per mettere a tacere quell'inferno, Sakura riversava tutte le sue energie su Sasuke, ottenendo ben miseri risultati.
Quando le cose avevano cominciato ad andare a rotoli? Come aveva potuto trascurare quei piccoli dettagli rivelatori che trapelavano dal comportamento di Sasuke?
Sakura si rispose amaramente, che era troppo occupata a non accorgersene, di quei piccoli, insignificanti, dettagli rivelatori.
Ma forse non era ancora troppo tardi. Forse era ancora in tempo per rimediare, forse era solo un periodo, un bruttissimo, terrificante, periodo. Ma pur sempre un periodo, che, come tutti i periodi, sarebbe infine passato.
Provava a convincersene, e certi giorni ci riusciva persino. Certi giorni.
Poi, una sera, la verità la colpì. Semplice, nitida e tagliente. La verità, così come l'aveva sempre saputa. La verità che aveva ricacciato indietro ogni volta che le si era presentata alla mente.
Si rese conto che si sbagliava, che non era un periodo, che non sarebbe passato e che non si poteva davvero più rimediare.
-Quando?-
Sasuke trasalì e si voltò verso quella voce così familiare, che in quel momento aveva assunto un tono sconosciuto, più adulto.
-Quando cosa?-
-Quando.-
Il ragazzo si irrigidì, per poi rilassarsi di nuovo, come se in fondo non stesse aspettando altro che quella domanda, come se fosse un sollievo, ascoltarla, dopo averla a lungo temuta.
-Presto.-
Sakura non disse nulla.
Leggera leggera si bagna la fiamma
rimane la cera e non ci sei più, non ci
sei più, non ci sei...
[-Sakura... Grazie.-]
* * *
Ora. Per scrivere una SasuSaku, significa che il cervello non mi dice più il vero.
La canzone è Giudizi universali, di Samuele Bersani. Se potete, procuratevela.