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Autore: FairySweet    29/11/2012    1 recensioni
Era un'idiozia, un'idiozia bella e buona ma che altro avrebbe potuto fare? Restare a guardare mentre la sua persona si lasciava trascinare nel nulla? Era certa di aver sbagliato, l'aveva capito già pochi minuti dopo averla trascinata via dall'ospedale ...
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cristina Yang, Meredith Grey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nona stagione
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                                                             Non ha bisogno di Te





“Capo il signor Harris ha bisogno di una tac” “E?” “E dovrebbe approvare lei il  ...” “Kepner sei un chirurgo o una burattinaia? Portalo a fare quella dannata tac!” la ragazza trasalì scappando via “Uao, che è successo?” domandò confuso Webber posando la cartelletta sul banco “È una brutta giornata” “È tua moglie?” ma arrivò solo il silenzio e nient’altro “Hunt conosco Meredith, se l’ha fatto è solo per ...” “Per cosa!” strinse più forte la penna cercando di non scoppiare “Che diavolo di diritto aveva di portarla via?” “È spaventata” “È egoista e testarda!” ma Webber sorrise “Dovevi conoscere sua madre allora” “A me non interessa il motivo, non voglio sapere come mai o perché l’ha portata via ma voglio mia moglie a casa” le mani dell’uomo a bloccarlo di colpo “Hunt devi capire che loro ...” “Davvero?” “ ... loro sono diventate grandi assieme” lo tirò leggermente di lato chiudendo la porta della stanza di riposo.
Via, lontano dagli sguardi confusi dei medici e delle infermiere “Meredith ha bisogno della Yang e viceversa. Avranno sempre bisogno una dell’altra e questa cosa non cambierà mai. Hanno iniziato assieme, sono cresciute come due alberi annodati assieme per mancanza di spazio” ma lui non rispose, era quasi certo che lo stesse ascoltando ma continuava a camminare avanti e indietro torturandosi le mani, cercando di respirare e di calmare la rabbia “Possono anche restare separate ma sentono una il dolore dell’altra. Non so spiegarti come mai, a malapena me lo spiego io” “E questo la giustifica?” “Vedeva scomparire l’unica persona per cui darebbe la vita!” “Oh” sbottò ironico “E allora sua figlia e suo marito sono estranei?” “Cristina Yang è una sorella, una famiglia, qualcosa che si avvicina terribilmente a quello che non ha mai avuto! Ha perso Lexie e lei, è la sola persona che la tiene inchiodata con i piedi per terra!” gli occhi incatenati ai suoi “Hunt non puoi spezzare questo legame, non puoi permettere che tua moglie scompaia nel nulla” “Secondo te è questo che voglio?” cadde a sedere sul letto, la testa stretta tra le mani “Vorrei solo stringerla, tenerla al sicuro, lontano da tutto il dolore che prova ma non me lo permette” “Devi darle tempo” sospirò sedendosi accanto a lui “Ti capisco Hunt, ho provato esattamente la stessa cosa quando Adele non ricordava più niente di noi. Dai a tua moglie la possibilità di respirare” “Può farlo a casa sua Richard” “No, in questo momento non ha bisogno di te, fa male, è doloroso ma è una cosa con cui devi fare pace Hunt perché ora, adesso, ha bisogno di Meredith” Owen sospirò, un sorriso falso ad impossessarsi delle sue labbra “Questo non cambia le cose. Rivoglio mia moglie” la paura e la rabbia a colorargli lo sguardo mentre abbandonava nel silenzio quell’uomo comprensivo e pacato, un uomo  che era anche quanto di più simile ad un padre Meredith avesse mai avuto e che forse, la conosceva meglio di tante altre persone.
 
 
Rumore di macchine, risate di bambini e poi la voce allegra di Meredith a tenerle compagnia, un caffè caldo, l’aria fresca del mattino, gioie che avrebbe amato ma che faticava perfino a riconoscere.
“D’accordo allora, stasera restiamo qui ma domani mattina si riparte per il Dakota, non so bene quale dei due ma per arrivare in Minnesota dobbiamo attraversane uno no?” gli occhi a concentrarsi lentamente su di lei “È vero ci avviciniamo alla Mayo ma tanto non è quella la nostra meta no?” le sorrise passandole una ciambella “Coraggio, sono buone sai?” la vide tremare leggermente indecisa su quello che era giusto fare o meno poi la mano si mosse lentamente verso le labbra, un morso leggero a farla sorridere “Attraversiamo il Minnesota e poi giù dritti fino alla Florida. Lo so, lo so che è folle e anche un po’ sconsiderato e tremendamente lungo ma ...” si fermò qualche secondo sorseggiando il caffè “ ... ma credo sia anche l’unico modo che ho per farti stare meglio” sfilò dalla tasca il cellulare, pochi secondi per comporre il numero di telefono e poi la voce rassicurante di Alex “Ehi rapitrice”  “Sei divertente” sbottò ironica “Come sta Zola?” “Oh lei sta bene. Abbiamo appena finito di fare merenda e ora, stiamo giocando con i mattoncini colorati” sorrise concentrata sulle risate di Zola “Voi due siete proprio nei guai lo sai vero?” “No, io sono nei guai” puntualizzò sospirando “Cristina è una bambina indifesa con problemi di parole, sono io la pazza che l’ha rapita” “Come sta?”  “Come ieri e come l’altro ieri” “La pressione era davvero molto bassa Mer” “Si, si lo so però va meglio, sta mangiando una ciambella” “Lei odia le ciambelle” esclamò confuso “Lo so ma ho trovato solo quello, almeno mangia”“Se hai bisogno di aiuto io ...” “Lo so” un debolissimo sorriso a colorarle il volto “Ehi, ora ti passo Zola” la vocina allegra di sua figlia a rompere il silenzio “Ehi amore mio” “Mamma” “Mi manchi tanto piccola ma devo assolutamente fare una cosa e ho bisogno che tu stia un po’ con zio Alex” “Mamma con zio Alex e i mattoncini” si passò una mano in viso ridendo “Stai costruendo una bella cosa?” “Un castello”  “Davvero? Fallo bello grande così quando la mamma torna ci dormiamo assieme e guardiamo le stelle d’accordo?” “Si mamma” “Come dormi in un castello di lego?” “Cerca solo di non deviare mia figlia mentre sono via ok?” “Tranquilla rapitrice” “Ok allora, beh, noi andiamo” “Meredith la Florida è lontana. Fermati spesso, avete bisogno di riposare, soprattutto tu” “Sto bene” “Si ma guidare così tanto è stancante quindi fermati spesso. Se hai bisogno di qualsiasi cosa telefona e io arrivo” “Alex?” “Dimmi” “Grazie” lo sentì sospirare, probabilmente un sorriso nascosto dalla lontananza.
Doveva arrivare fino in Florida perché quella era l’unica fottuta idea che le rimbombava nella mente.
Forse era sbagliato o forse no ma doveva tentare, doveva riportarla verso un passato che forse, l’avrebbe aiutata a ripartire da capo.
  
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