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Autore: Lidy    29/11/2012    9 recensioni
La giornata era iniziata uno schifo?mi sbagliavo..era la settimana ad essere iniziata uno schifo e sarebbe finita anche peggio con quella stupida festa.
Posai i libri,chiusi l'armadietto e mi iniziai ad incamminare verso l'aula di fisica,la odiavo,non riuscivo a farmela piacere; era da tanto tempo che non mi piaceva realmente qualcosa,anche da troppo..ma avevo paura,paura di un qualsiasi legame che si sarebbe poi inevitabilmente spezzato, perchè questa vita fa schifo e tutto ciò che ti regala,se lo riprende con gli interessi e a quel punto sono cavoli amari.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 13

 



 

 

 

 

 

 

- Forse è meglio se vi lascio soli allora. - disse Joe muovendosi verso la porta.
- No Joe. Voglio che sappia anche tu la verità. O nel tuo caso, la verità mancante. - rispose.

Nicholas mi stava guardando. Forse, attendeva una mia domanda o forse, semplicemente, stava cercando le parole più opportune.

Mi prese le mani e iniziò a tracciare, con le sue dita, linee invisibili sui miei palmi.

Fece un respiro e iniziò a parlare.

 

- Voglio dirti tutta la verità, anche a costo di...perderti. Ma tu devi promettermi che resterai qui, almeno fino a quando non finirò di raccontare tutto. E promettimi, soprattutto, che non mi interromperai. -
Annuii con un cenno lieve del capo. Avevo una brutta sensazione alla bocca dello stomaco.
Lui, però, parve prendersi di coraggio.
- Io..quella sera al ballo Amy..non è stata la prima volta che ci siamo visti. O meglio, io sapevo esattamente chi fossi tu, ma tu probabilmente non ti ricordi di me.. - disse Nick trattenendo il respiro.
Inarcai le sopracciglia. Io non l'avevo mai visto prima di quella sera. Com'era possibile?
- Lascia che ti racconti tutto dall'inizio.. -



- Ragazzi, che facciamo? E' sabato sera e io ho voglia di divertirmi. - disse Brian seduto sul divano, con una birra in mano e i piedi sul tavolino. Odiavo quando lo faceva.
- Brian, togli quei piedi dal tavolino. Ora. - dissi con tono autoritario.
Sbuffò e allargando le braccia, tolse anche i piedi dal tavolino. - Contento? - disse – Ora possiamo tornare alle cose serie? - aggiunse dando un altro sorso alla birra.
- Intanto proporrei di andare a comprare qualcosa da bere. E poi, troviamo qualche puttanella con cui spassarcela. - disse ridendo Frank.
-E dove starebbe la differenza? E' quello che facciamo ogni sera. - Risposi ridendo.
- Hai ragione fratello. - disse Brian alzandosi dal divano – Tutte le troiette di questa città mi hanno stufato. Sono sempre le stesse e si attaccano come cozze dopo una sola notte di sesso. Ho voglia di cambiare aria. - Aggiunse buttando la birra ormai terminata nella spazzatura.
- Ho un amico che ci potrebbe fare entrare in un night club..ma è un po' lontano da qui. - disse Frank guardando negli occhi Nick e Brian – E' a New York. -
- E qual è il problema? - Chiesi. - Per una sana scopata questo ed altro – aggiunsi dando il cinque a Brian.
- Vi ricordo che stasera c'è anche mio fratello. Non ama molto il nostro stile di vita. - Disse Frank alzando le sopracciglia.
- Ci penseremo noi a farlo divertire come si deve. - Rispose Brian facendo l'occhiolino.


Nick abbassò lo sguardo e continuò a parlare.

- La sera passò abbastanza in fretta tra alcool e ragazze. Eravamo abituati a bere tanto. Ma credo che l'euforia di trovarci in un posto nuovo, lontano da casa, ci abbia fatto alzare un po' troppo il gomito. Non ricordo molto altro della serata. - Fece una pausa e aggiunse – ma quello che ricordo non lo dimenticherò mai più. -

- Ragazzi, dove l'abbiamo lasciata la macchina? - Chiese Brian
- Non saprei proprio Brian. Dici che è fondamentale? - rispose Frank buttandosi a terra dalle risate.
- No idiota. Se preferisci però ti lasciamo qui. - fece eco Brian.
- Ah..Ah..Ah..questo non fa proprio ridere. La macchina è mia e se voglio ci piscio anche. - rispose Frank cercando di alzarsi, senza smettere di ridere un attimo.
- Ray, credo sia meglio che guidi io la macchina di tuo fratello. Non può reggersi nemmeno in piedi. - disse Brian guardando Frank e ridendo dei suoi tentativi inutili per rimettersi in piedi.
- Forse è meglio se lo aiutiamo – Dissi ridendo.

Entrammo in macchina ed aiutai Frank a sedersi nel sedile posteriore.

- Yu-uh! Dove si va adesso? Ragazzi che scopata che ho fatto. - disse Frank
- A casa, e spera che la mamma non ti veda così. - rispose Ray.
- Sei di una noia mortale fratellino. Vivi cazzo. La vita è breve. - disse Frank.

- Dove cazzo siamo? Ah..Ah..Ah..Brian si è perso. Come godo. - disse Frank
- Nick fallo stare zitto. Mi sta rompendo i coglioni da quando è entrato. - Esclamò Brian
- Niiick. - disse ricominciando a ridere – Caro, caro Nick. Tu non sai una cosa che io so. - aggiunse cantilenando.
- Sta zitto Frank. - disse Ray – Non mi sembra la serata giusta. -
- Di che stai parlando Frank? - urlai per sovrastare le sue risate.
- Di niente – continuò Ray. Ma Frank parlò ugualmente.
- Del..del motivo per cui Becky ti ha lasciato. - disse non riuscendo a trattenere le risate. - Scopavamo alle tue spalle. Ed era dannatamente brava Nick. Sai che voglio dire. - aggiunse facendo l'occhiolino.

Non ci vidi più.
- Tu cosa?? - Domandai guardandolo a bocca aperta.
- Dai Nick. Ne parlate appena arriviamo a casa. - Disse Brian.
- Si.. scusami.. - Rispose Frank cercando di smettere. Ma le risate continuarono.
Becky. Era stato con la mia Becky e non io non ne sapevo niente. Me l'aveva portata via.
- IO TI AMMAZZO! - Urlai gettandomi su di lui.
Iniziai a prenderlo a pugni e lui ricambiò. Sanguinavo dal labbro e avevo il viso messo veramente male. Lui era molto più grosso e più forte di me.
- Bastaaaa! Finitela – Urlò qualcuno. Ma io non lo ascoltai.
Strinsi le mie mani intorno al suo collo. Lui si liberò facilmente e mi colpi sulle coste.
Un dolore lancinante mi attraversò da capo a piedi.
Mi buttai su di lui accecato dal dolore, ma Brian si girò e mi sollevò da sopra Frank, spingendomi verso il finestrino. Cercai di aggrapparmi a qualcosa per attutire la caduta ma, per sbaglio, nel modo di farlo, aprii la portiera e caddi dall'auto.


Nella stanza c'era il silenzio più assoluto.

- Non ricordo bene cosa successe. Ma, probabilmente, Brian perse il controllo dell'auto. Aveva sempre il vizio di correre troppo. Sentii solo delle urla e poi un botto. - disse Nick con gli occhi lucidi. - Seppi solo, il giorno dopo, in ospedale quello che era successo. I miei amici erano morti. - Fece una pausa - Per colpa mia, quattro ragazzi sono morti. - aggiunse asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.
- Mi dissero che, nella stanza di fronte alla mia, c'era una persona coinvolta nell'incidente, anche se non in modo diretto. Era qui solo per un controllo. Mi alzai tante volte per sbirciare attraverso il vetro per vedere chi fosse, perchè speravo con tutto il cuore, che almeno uno dei miei amici si fosse salvato. Speravo che loro, i medici, si fossero sbagliati. Invece, erano davvero morti tutti. La persona che stava nella stanza di fronte alla mia era una ragazza. Mi sentivo terribilmente in colpa e non mi avvicinai mai per parlarle. Mi bastava guardarla da fuori. Non sapevo in che modo fosse coinvolta nell'incidente, ma ero infinitamente grato del fatto che, almeno lei, si fosse salvata. C'era qualcosa che mi attirava. Non so cosa, forse il fatto che entrambi fossimo sopravvissuti o forse semplicemente la sua fragilità e, al tempo stesso, il coraggio che possedeva nell'affrontare il tutto. - Fece una piccola pausa e mi guardò negli occhi.
- Finchè dopo tre giorni se ne andò e accanto al mio comodino trovai un girasole e un bigliettino. Joe, ti dispiace passarmi il portafoglio? - Chiese guardando suo fratello.
Fece come gli disse Nick e lui ne estrasse fuori un biglietto che mi passò.

“Non piangere per quello che è successo, ma sii felice per la seconda opportunità ricevuta.”

- Quel biglietto mi ha cambiato la vita. Tu Amy, mi hai salvato la vita. Mi sono reso conto delle incredibili cazzate che facevo e di come stessi sprecando le mie occasioni. Non fu un anno facile. Dimenticare era impossibile. Fu allora che conobbi Kate. Lei mi fece sorridere di nuovo come non facevo più da tempo, da troppo tempo. - continuò Nick. - E come ben sai, ci trasferimmo qui a New York quel sabato mattina. Fu allora che ti rividi dopo quasi un anno..a quella festa, mentre stavi per cadere e ti afferrai giusto in tempo. La felicità che ebbi nel rivederti me la ricordo ancora come fosse successo tutto ieri. Fu per questo che ti baciai. Fu per questo che non potevo fare a meno di te nonostante stessi con Kate. Ero rinato grazie a te, grazie al tuo messaggio. -
- Ma io non mi ricordo di te, Nick. O meglio, ricordo questo biglietto..ma tu..tu eri diverso. - dissi
- Avevo ancora i segni dei pugni e i graffi dell'asfalto. Ero ridotto molto male. - spiegò Nick.
- Comunque.. - riprese Nick - Un giorno tu ti apristi con me e mi raccontasti cosa era successo al..al tuo primo amore. E capii tutto. Dovevo solo averne la conferma. Così, domandai a Kate e lei mi disse ciò che non avrei mai voluto sapere. Tu eri l'ex ragazza di..di Jake. Lui morì la stessa sera in cui morirono i miei amici. Il botto che udii..era..erano loro. - disse e gli occhi si rifecero lucidi. Ma questa volta non era l'unico. Anche le mie lacrime facevano compagnia alle sue. Ero pietrificata dall'orrore delle sue parole. Volevo andarmene ma non riuscivo a trovare la forza necessaria per alzarmi e lasciarmi tutto alle spalle.
- Ma non ho capito, ancora oggi, come mai tu fossi in ospedale Amy. Da quello che mi ha detto Kate, tu non eri in macchina con Jake.. -
- Non nominarlo mai più Nick. - risposi. Come osava anche solo pronunciare il suo nome?? Lui l'aveva ucciso.
- Non farlo mai più – aggiunsi allontanandomi dal letto nel quale si trovava.
- Amy, per favore...perdonami. - Mi supplicò lui. Stava cercando di alzarsi dal letto ma Joe glielo impedì.
- Amy, Nick non l'ha fatto apposta..ha già pagato caro il suo errore. - aggiunse Joe mentre teneva il fratello.
Non capivano. Non ne avevano idea. Nessuno sapeva in realtà quello che era successo veramente. La tragedia che si era consumata dentro di me.
- Voi non capite..voi... - dissi mentre le lacrime solcavano ogni parte delle mie gote. Mi voltai e posai la mano sulla maniglia.
- Aspetta Amy. Non farlo. Non andartene ancora una volta senza una spiegazione. Cosa non capiamo? - Chiese Nick.
Mi voltai, di nuovo, verso loro e con le lacrime agli occhi dissi quello che avevo nascosto a chiunque. Dissi il terribile segreto che viveva dentro me da ormai un anno, e che non avevo avuto il coraggio di rivelare.
- Io ero incinta Nick. Ho perso il bambino per colpa di quell'incidente. Non sapevo nemmeno di esserlo fino a quel giorno. Io..io non ho perso solo Jake quella sera. - dissi.
Questa volta mi voltai e nessuno mi fermò. Abbassai la maniglia e me ne andai.











 

Salve a tutte ragazze!

Finalmente il terribile segreto di Nicholas è stato svelato (spero di non aver deluso nessuno)...e adesso resta l'ultimo capitolo. (Ebbene si..alla fine ho deciso di scriverlo).
Purtroppo per voi però lo posterò la prossima settimana perchè domani pomeriggio parto per Marsiglia e sto via fino a lunedì, quindi non ho il tempo materiale per scriverlo.
Mi dispiace lasciarvi così, ma non dipende da me :(
Detto ciò, sono curiosa..Quante di voi l'avevano capito??? :D
Spero vi sia piaciuto e grazie a tutte voi che avete recensito la mia pseudo storiella. Siete magnifiche e se potessi vi abbraccerei una ad una. <3 <3
Alla prossima. :)

 

  
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