Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Mitsuki91    29/11/2012    6 recensioni
James è sempre più innamorato di Lily e cerca di conquistarla abbracciandola praticamente tutti i giorni. La ragazza ovviamente si ribella e lo prende a male parole, finché...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non so da dove mi sia uscita .-.
Seriamente D=
Guardavo “Diario di una Nerd Superstar” e improvvisamente… Improvvisamente ho pensato a James e Lily. Insieme.
… D=
OMG. Io, accanita sostenitrice delle Lily/Severus, mi sono ritrovata ad immaginarmi tutta questa storia D=
Ho deciso di scriverla prima che fosse troppo tardi, che l’ispirazione svanisse. Per questo potreste trovare qualche errore o qualche parola usata male o non so che altro, però… Per me è davvero un miracolo anche solo concepire qualcosa su di loro (ignoriamo la mia long dove il pairing non è né centrale e né ben definito e la OS che ha preso in considerazione solo i sentimenti di James) e quindi… Mi fa specie anche solo aver scritto una cosa del genere.
Però ci ho provato lo stesso, e adesso ve la posto.
Vorrei sinceramente sapere che cosa ne pensate… Fatemelo sapere!


Solo un abbraccio

Lily Evans era stanca.
La sera prima era rimasta sveglia a chiacchierare con le sue compagne e quella mattina proprio non ce la faceva a tenere gli occhi aperti. Si preparò svogliatamente per la giornata piena di lezioni e ci mise più tempo del solito, rischiando di addormentarsi seduta sul letto mentre infilava i calzini.
Scese in Sala Comune sbadigliando vistosamente e nel giro di due secondi si sentì colpire e stringere.
“Evans! Buongiorno!” urlò una voce fin troppo conosciuta, e Lily non poter fare a meno di alzare gli occhi al cielo. Quando era stanca era anche più irritabile del solito.
“Potter, levami le mani di dosso, quante volte te lo devo dire?!”
“Eddai… E’ solo un abbraccio!” replicò lui, come suo solito, sciogliendo suo malgrado quel contatto.
Sirius e Remus si misero a ridacchiare mentre Mary sbucava dalle scale, anche lei tremendamente assonnata.
“Qui le ragazze hanno fatto tardi, vedo…” iniziò a dire Sirius, sempre ridacchiando.
“Mary, vieni, ignoriamo questi esseri e andiamo piuttosto a fare colazione.”
Le due ragazze passarono oltre e si unirono a Marlene e Alice, mentre James si stringeva a Remus – che era parecchio contrariato e cercava di spingerlo via – lamentandosi del fatto che la sua Evans l’avesse respinto ancora una volta e affermando di aver quindi bisogno di affetto.
Lily fece un piccolo sbuffo infastidito sentendo tutte quelle scene e non riuscì ad evitare di arrossire: James – no, Potter – era così esagerato, così infantile… Ma lei aveva iniziato ad aspettare le sue piccole dimostrazioni di affetto e ogni giorno le aspettava quasi con impazienza; sentire le sue grandi braccia che l’avvolgevano e… No, era tutto sbagliato. Lei non aspettava proprio nulla e soprattutto non da Potter. Scosse piano la testa mentre cercava di mettere ordine nei pensieri e si diceva che sì, era proprio la stanchezza a farle venire strane idee, non era certo una cosa da lei.
La giornata passò in un velo di grigiore e piattezza e Lily non vedeva l’ora che finisse. A cena mangiò pochissimo e una volta tornata nella Torre di Grifondoro si ritrovò di nuovo stretta in una morsa. Stranamente sentì il cuore accelerare i battiti… O era solo una sua impressione? No, sicuramente era una sua impressione.
“Ehi, Evans! Oggi sei più stravolta del solito: giornata no?”
James Potter aveva ovviamente seguito la maggior parte delle lezioni assieme alla ragazza, e aveva notato la sua stanchezza.
“Potter, lasciami.” rispose la rossa, senza neppure aver la forza di alzare gli occhi al cielo.
“Oh, insomma! E’ solo un abbraccio, Evans!”
“E allora perché non vai ad abbracciare qualcun’altra?” chiese Lily, senza nemmeno far caso a quello che diceva. Salì in fretta le scale verso i dormitori femminili e si lasciò cadere, esausta, sul letto.
Il giorno dopo si svegliò fresca e riposata. Una dormita decente, da quanto non la faceva? Era crollata subito dopo cena… Aveva saltato i compiti, ma pazienza… Per una volta la sua media non ne avrebbe risentito. Già era un trauma dover studiare per i M. A. G. O., se poi ci si aggiungevano anche i compiti scritti non sarebbe sopravvissuta all’anno scolastico! Fortunatamente erano quasi vicini a Pasqua, e forse gli insegnanti avrebbero concesso loro un po’ di riposo.
Come al solito James si fiondò ad abbracciarla non appena Lily mise piede in Sala Comune.
“Potter, sul serio, ma come te lo devo dire che mi irriti?!”
Lily era decisamente più energica del giorno prima e riuscì persino a girarsi per guardarlo in faccia. Grave errore: il sorriso del giovane era così luminoso… Si sentì avvampare e si diede mentalmente della stupida.
“Evans! E’ solo un abbraccio, non muori mica!”
“Levami. Le. Mani. Di. Dosso.” insistette la giovane, più arrabbiata con sé stessa per essere arrossita che con James. In effetti James aveva un buon profumo, un po’ gli dispiaceva che si dovesse allontanare…
Il ragazzo sospirò e la lasciò andare, poi però sorrise di nuovo.
“Un giorno o l’altro capirai che persona meravigliosa sono e allora cadrai ai miei piedi, Evans!” urlò, mentre lei prendeva a braccetto Mary e usciva dal buco del ritratto.
“Razza di egocentrico.” sibilò Lily fra i denti, e la sua migliore amica si mise a ridacchiare.
Lei la guardò per un attimo, confusa, finché Mary non fece un sorriso strano, quello dell’aria di chi la sapeva lunga.
“Oh, andiamo, Lils… Quando lo ammetterai a te stessa?”
“Ammettere cosa?!”
La ragazza vide che le narici della rossa si erano allargate notevolmente e decise di desistere, scuotendo la testa.
“Lasciamo perdere. Prima o poi ci arriverai.”
Potter riuscì ad afferrarla ancora prima di Trasfigurazione: la beccò con Mary in un corridoio semi-deserto e non si fece scappare l’occasione.
“Potter! Perché diavolo non mi lasci andare e non crepi?!”
“Ah, la mia donna combattiva! Non si piega neppure per un misero abbraccio!”
“Chi accidenti ha detto che sono tua?!”
“Oh, ma lo sarai. Ed io ti tratterò come una regina, vedrai.”
“Argh! Smettila di farti filmini mentali su di noi, questo non succederà mai! Capito?! Mai e poi mai!”
“Oh, mia dama, così mi spezzi il cuore!”
Sirius scoppiò a ridere senza trattenersi minimamente – ovviamente dovunque andasse Potter c’erano anche i suoi amichetti – e Minus lo seguì a ruota, mentre Remus scuoteva la testa in un gesto di disapprovazione.
Lily non ne poteva più. Dopo aver strigliato per bene il ragazzo se ne andò e, appena girato l’angolo, si diede un piccolo schiaffo in faccia. Maledette guance! Perché diamine dovevano arrossire così vistosamente tutte le volte?! Le facevano fare la figura della stupida o, peggio, della ragazza infatuata. E lei non era per niente infatuata!
Certo se pensava alla risata sempre allegra di James, al suo profumo… Idiozie! James rideva perché era un idiota infantile e probabilmente trovava gradevole il suo odore perché era in preda ad una qualche crisi adolescenziale. Era colpa di Trasfigurazione, oggi si sarebbero esercitati per i M. A. G. O. e lei non era abbastanza concentrata! Ecco! Un’altra cosa da imputare a quel babbeo di James Potter.
Oh, gliel’avrebbe pagata!
James non demordeva. Continuava ad abbracciare Lily a tradimento, sempre per venir poi preso a male parole dalla ragazza.  Ogni volta si giustificava con “E’ solo un abbraccio!” e ogni volta ci riprovava, spudoratamente, cogliendola di sorpresa.
Lily non lo avrebbe mai ammesso neppure a sé stessa, ma un po’ si stava abituando a quell’atteggiamento. Alzava gli occhi al cielo, sbuffava indispettita, respingeva Potter in tutti i modi… Però… No, non c’era nessun però. Non era per niente vero che le braccia di James sembrassero così calde e protettive, che il suo profumo le arrivasse dritto al cervello, che il suo cuore accelerasse i battiti. Era sicuramente una qualche reazione atipica data dagli esami imminenti. Per un certo periodo di tempo pensò pure che il ragazzo le avesse versato qualche strana pozione nel Succo di Zucca.
Un giorno James non si fece vedere.
Lily era già pronta, gli occhi per metà rivolti al cielo, le braccia praticamente incrociate sul petto, mentre scendeva l’ultimo gradino dai dormitori… E niente. Non sentì il solito conforto ormai famigliare dato dalle braccia di James. No, non conforto. Fastidio, ecco. E non James: Potter, solo Potter. Comunque, per un istante si sentì spaesata.
Voltò lo sguardo e vide i restanti membri dei Malandrini seduti in un angolo che borbottavano a bassa voce. Era una scena così insolita che Lily si ritrovò con la bocca spalancata e gli occhi strabuzzati.
Si avvicinò ai tre e quando Sirius la notò fece segno agli altri che si alzarono di corsa e uscirono dalla Sala Comune.
Mary le fu accanto in due secondi.
“Ehi, che succede? Hai la peste e non lo so?”
“No, io… Non capisco. Non c’è J… Potter… E loro sono fuggiti.”
La ragazza vide che la sua amica aveva parlato come trasognata e che stava fissando la finestra della torre con gli occhi vacui, come se non la vedesse veramente. La prese per mano e la portò in Sala Grande a far colazione, cercando di distrarla.
Ed in effetti, Lily era distratta. Dopo ogni lezione si ritrovava a guardarsi in giro con lo sguardo, persa, e non cambiava atteggiamenti fino alla lezione successiva, in cui si limitava a fissare il banco imbambolata. Sembrava che cercasse qualcosa, o qualcuno, e che poi rimanesse delusa dall’assenza.
Mary sorrise sotto i baffi per tutto il giorno, credendo di sapere da cosa – da chi – fosse dettato quell’atteggiamento strano.
James non si vide neppure durante la sera e gli altri Malandrini non si fecero avvicinare in nessun modo. Verso le dieci una Lily sbadigliante e assonnata venne trascinata in camera dalle amiche e messa a letto.
Dormì malissimo, tanto che continuava a rigirarsi nel letto… Finché non decise di farla finita e di alzarsi. Si andò a versare un bicchiere d’acqua in bagno e poi, presa da un istinto non ben definito, decise di uscire dalla camera e di scendere in Sala Comune.
Lui era là.
James era là.
Seduto su una poltrona vicino alla finestra, che osservava il mondo fuori con sguardo vacuo, senza davvero vederlo. Fra le mani stringeva una lettera.
“Ehi.” disse Lily, avvicinandosi piano.
Era un po’ intimorita: non aveva mai visto il ragazzo così, come dire… Spento
James sobbalzò piano e poi si girò a guardarla.
“Ehi.” rispose, con un filo di voce.
Lily era sempre più vicina e sempre più preoccupata. Si sedette sul divanetto accanto a lui.
“Che succede?” chiese, sussurrando, anche se non c’era nessuno in Sala Comune.
James si voltò di nuovo verso la finestra e la ignorò.
Lily ebbe paura davvero. Allungò una mano e sfiorò quella del ragazzo, fermandosi in corrispondenza della lettera.
“Posso?”
Il ragazzo ebbe un fremito, ma allentò la presa sulla pergamena. La rossa la prese e la lesse senza troppe esitazioni: era una missiva ufficiale del Ministero della Magia che gli comunicava l’improvvisa morte dei suoi genitori – per mano di ignoti, a quanto pareva erano stati assassinati – e che quindi lui, come unico e legittimo erede, era diventato il proprietario esclusivo di tutte le ricchezze dei Potter.
Lily era sconvolta.
Fra quelle mura era facile dimenticarsi che fuori si svolgeva una guerra; era facile credere che sarebbero stati sempre al sicuro e protetti… La ragazza alzò lo sguardo verso James, che ancora osservava fuori dalla finestra, e si sentì tremendamente in colpa per averlo giudicato infantile e frivolo.
James era un ragazzo di natura allegra, ma anche lui come tutti era capace di soffrire. Doveva voler bene ai suoi genitori, molto, perché la loro morte era stata in grado di cancellargli il sorriso… Improvvisamente Lily si rese conto di quanto poco effettivamente conoscesse in ragazzo. Si rese conto di come lui usasse la faccia tosta, le risate e le battute per cercare di sopravvivere in un mondo dove il terrore li avrebbe aspettati e accolti a braccia aperte, una volta che fossero usciti da Hogwarts.
“… Solo un abbraccio…” sussurrò James, sempre senza guardarla.
Lily non si fece pregare, per una volta non protestò: si alzò sulle ginocchia e strinse a sé il ragazzo, che finalmente voltò la testa dalla sua parte e la circondò con le braccia. La rossa sentì un singhiozzo, poi un altro: James iniziò a piangere sommessamente, il suono soffocato dalla stretta della giovane, e Lily non poté far altro che tenerlo stretto a sé e consolarlo e piangere con lui – lacrime silenziose, in modo che lui non la sentisse –.
In quel momento la ragazza si rese pienamente conto che James Potter era un ragazzo dai sentimenti profondi.

***

Il giorno dopo la rossa aveva due occhiaie da paura che cercò inutilmente di nascondere sotto al trucco magico. Ciò che era successo la sera prima – la notte prima – l’aveva lasciata addolorata per James e sconvolta per la sua illuminazione sul carattere del giovane: forse, e solo forse, non era poi tanto male che una persona così si fosse dimostrata interessata a lei.
Si preparò più in fretta che poté e scese in Sala Comune con Mary, che aveva visto le occhiaie ma non aveva chiesto nulla.
Lily non sapeva se quel giorno James si sarebbe fatto vedere, e in caso si chiedeva come dovesse comportarsi: non ce ne fu bisogno perché il moro la strinse a sé come al solito appena finì di scendere i gradini, sorpendendola non poco.
“Evans! Sei pronta per il compito in classe di Incantesimi?”
Lily rimase zitta, troppo stupefatta per poter parlare. Si girò verso il ragazzo e lo vide come al solito: allegro, sorridente, immensamente felice di poterla stringere fra le braccia.
“Ma dove eri sparito ieri, Jamie?” chiese Mary.
“Oh, ho beccato un brutto virus intestinale!” rispose il giovane, senza il minimo imbarazzo, continuando a stringere a sé la rossa “Sono rimasto bloccato sul water tutto il giorno!”
“Ma che schifo!” esclamò Mary, allontanandosi di qualche passo.
“Tranquilla, non è contagioso!”
Lily comprese in quel momento che quello era il metodo per affrontare i problemi di James Potter: sorridere e andare avanti, non essere mai tristi. Mentre lo realizzava sentì il solito calore diffondersi sulle sue guance e il cuore accelerare i battiti.
“Allora, Lils… Oggi non fai la sprezzante dicendo a James di toglierti le mani di dosso?” chiese Sirius, con un sorrisetto furbo.
James lo guardò malissimo e Lily incrociò le braccia al petto e distolse lo sguardo, preferendo il panorama fuori dalla finestra. Si costrinse ad ignorare il rossore sulle guance.
“Beh… Dopotutto è solo un abbraccio, no?”
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mitsuki91