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Autore: Black Fullmoon    30/11/2012    1 recensioni
Sherlock è morto cadendo dal tetto del Bart. Questa è una cosa che John sa e che tutti sanno e ormai non mettono più molto in discussione. Ma Sherlock non è tipo da morire e sparire da questo mondo. In fondo il corpo è solo un mezzo di trasporto di cui puoi anche fare a meno.
Genere: Comico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson , Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando John si svegliò, non aveva nessuna voglia di aprire gli occhi. Aveva fatto un sogno assurdo la notte prima, e per quanto strano fosse stato gli era abbastanza piaciuto. Si sentiva così riposato stamattina, niente incubi per una notte, e quasi quasi sarebbe rimasto lì a letto un altro po'...
- Jawn, lo so che sei sveglio - John spalancò gli occhi per vedere la sagoma semi-trasparente di Sherlock che fluttuava mezzo metro sopra di lui. John fece quasi un salto all'indietro, andando a picchiare la testa contro al muro.
- Porc... Non... Non ho sognato tutto quindi? - chiese John massaggiandosi la nuca.
- No -
- Devo considerarti un frutto della mia immaginazione? -
- No -
- Se tu fossi un'allucinazione e io te lo chiedessi mi risponderesti che sei reale? -
- Direi di sì - John sospirò e si passò le mani tra i capelli. Se non gli veniva una crisi di nervi ora poteva resistere a tutto.
- Io... Senti, non ho ancora bene accettato... Questo, ma ecco - John aggrottò le sopracciglia - Aspetta, per quanto tempo mi hai osservato mentre dormivo? -
- Sedici minuti e cinquantatré secondi - rispose Sherlock, come se avere un fantasma che ti guarda mentre dormi sia una cosa normale. John si tastò la fronte.
- Eppure non ho la febbre... - mormorò. Sherlock alzò gli occhi al cielo.
- Devi convincerti che io non sono un frutto della tua fantasia - sospirò.
- Non ne ho le prove - ribatté John.
- Dì un po', ti dà fastidio che io sia ancora qua o che questo sia per te molto improbabile? -
- Sherlock, ho smesso di credere nei fantasmi a sette anni e tu mi hai sempre ripetuto che tutto ha una spiegazione razionale. Non posso parlare con la tua sagoma trasparente che svolazza sopra di me senza farmi domande sulla mia salute mentale! - esclamò John.
- Se chiedi a Molly ti dirà che io esisto -
- Non posso chiamarla per chiederle se sei davvero un fantasma! -
- Anche Mrs Hudson sa di me - disse Sherlock serafico. John lo fissò.
- Eh? -
- Avevo previsto che ieri avresti avuto una reazione non tranquillissima e così l'ho avvertita di non spaventarsi. Ha preso la cosa estremamente bene devo dire - John si massaggiò l'attaccatura del naso. O la sua immaginazione correva proprio a briglia sciolta o lui stava davvero discutendo con uno spettro.
- Vado a fare colazione - borbottò alzandosi. La sua gamba non faceva troppo male oggi. E grazie al cielo Sherlock stanotte non era stato così annoiato da ribaltare la casa. No, non era possibile che fosse davvero Sherlock e che fosse un fantasma, doveva esserci un'altra spiegazione... Schizofrenia, magari...
- Buongiorno caro! Vi siete chiariti voi due ieri sera? - chiese Mrs Hudson entrando mentre John spalmava la marmellata.
- Certo Mrs Hudson - rispose Sherlock apparendo in quel momento. John per poco non fece cadere tutto quello che aveva in mano vedendolo che attraversava un muro. In più ora non era più semitrasparente ma aveva un'apparenza molto "solida", il che non faceva che aumentare la stranezza della situazione.
- Sono davvero contenta per voi ragazzi. Ho fatto dei biscotti, ve li lascio qua - cinguettò l'anziana donna uscendo dalla stanza dopo aver poggiato un vassoio di biscotti ancora caldi. John rimase a fissare la porta come un idiota.
- Ora mi credi? - chiese Sherlock con un ghigno.
- Va bene - sussurrò John battendo le palpebre e realizzando che si era sporcato di marmellata. Il mondo stava ufficialmente impazzendo.
- Al momento sembri un incredibile idiota lo sai Jawn? - chiese Sherlock.
- Sempre gentile tu - borbottò John pulendosi le mani - Vuoi mangiare qualcosa? - Sherlock rise.
- E come farei esattamente? - John si bloccò.
- Vero - 
- Ad ogni modo passando attraverso al cibo posso avvertirne il sapore. Non chiaramente, ma è qualcosa - continuò Sherlock. Un biscotto prese a levitare davanti a lui, dirigendosi verso la sua bocca. Sherlock la aprì e lasciò che il dolce gli passasse attraverso, prima di lasciarlo levitare al suo posto. John era sicuro che con la frequenza con cui finiva a bocca aperta in questi giorni si sarebbe slogato qualcosa.
- Buono? - domandò.
- Non è male. Ad ogni modo ti informo che non dovrai più preoccuparti della frequenza con cui mangio - rispose Sherlock ghignando di fronte all'espressione stupefatta di John - Ah, Jawn, se vuoi andare a lavoro in orario dovrai darti una mossa - John si riscosse e guardò l'orologio. Merda, ritardo mostruoso. Il dottore ingoiò un biscotto e si fiondò in doccia. Sotto l'acqua cercò di convincere se stesso che in fondo non doveva prendersela così tanto, in fondo è perfettamente normale che il tuo migliore amico torni dalla morte con la capacità di passare attraverso i muri.
- Jawn - John fece un salto vedendo la testa di Sherlock spuntare dalla parete della doccia.
- Sherlock! Sto facendo la doccia! - esclamò John coprendosi alla meno peggio le sue parti private.
- Lo so, ma puoi ascoltarmi mentre lo fai. Volevo dirti che comunque dovrò finire di dare la caccia ad uomini di Moriarty qua in giro, come sai, e per certi versi il tuo aiuto mi risulterebbe comodo. Ci riuscirei anche da solo, credo, ma avrei meno problemi con qualcuno a darmi una mano sul piano prettamente fisico. Se non te la senti però puoi rimanere a casa, del resto io non correrei rischi di alcun tipo ma per te potrebbe essere pericoloso - "pericoloso" detto con quel tono e in quel contesto semantico mandò i brividi a John. Dannato genio. Non era tornato da dodici ore e già iniziava coi suoi giochetti.
- Sei un bastardo manipolatore - sibilò John chiudendo il getto d'acqua.
- Presumo questo sia un "sì, ti aiuterò" o sbaglio, Jawn? - chiese Sherlock.
- Lo sai che è un sì - ringhiò John - Ti spiace almeno girarti mentre mi infilo le mutande? - Sherlock sospirò e si voltò. John si vestì e prese le sue cose il più in fretta possibile. Psicosomatico un cazzo, correre e senza bastone lo stava uccidendo. E dove era finito il dannato cell... Il suo telefono gli volò di fronte facendogli fare un salto e si fermò a dieci centimetri dal suo naso.
- Prego - disse Sherlock - Il kit che devi portare alla clinica è davanti alla porta -
- G-grazie - John si catapultò fuori e solo in taxi notò quanto sospetto fosse che Sherlock si preoccupasse dell'orario in cui arrivava a lavoro.







Ciao! Spero che vi piaccia Sherlock-fantasma e il suo aiutare John ad arrivare in orario alla clinica non è un cambiamento caratteriale o cose simili, è semplicemente qualcosa su cui ha ragionato e ha un motivo per fare. Grazie mille a May Des che ha recensito. Bye!
  
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