Neville camminava agitato su e giú per il corridoio, pensando a cosa dire.
La divisa della sua casa era ancora umida e gocciolava sul pavimento di pietra, una pioggia fitta cadeva sul cortile di Hogwarts.
Sul suo volto si alternavano emozioni diverse. Paura, ansia, rassegnazione, ancora ansia, le mani strette convulsamente.
Poi si fermó. Guardó a destra, a sinistra e estrasse dal pesante mantello una fiala di liquido viola scuro. "Mia zia mi ucciderá.." rimise la boccetta nella tasca e alzó lo sguardo.
Davanti a lui era apparsa una porta. Era larga poco piú di uno stanzino delle scope, ma altissima, quasi fino al soffitto. A farla sembrare ancora piú imponenete erano gli inserti decorativi in ottone leggermente ossidati.
Dum.. Dum..
Dei colpi sordi venivano da dietro alla porta. Neville cominció a indietreggiare. Sudava freddo.
Dum.. DUMM..
La porta venne buttata giú con un tonfo, sollevando una nuvola di polvere.
Un uomo alto, magro, dalla carnagione pallida uscì dalla porta, le dita affusolate stringevano un bastone.
Il volto dall'età indefinibile era squadrato, con la mascella sporgente e il naso aquilino. Nonostante l'uomo fosse visibilmente sorpreSo non mostrava particolare ansia o paura.
Si limitó a guardarsi intorno prima di scorgere Neville, che cercava di farsi piú piccolo possibile dietro la statua di un nano.
"Buongiorno, giovanotto"
Neville perseverava nell'impossibile proposito di nascondere la sua mole dietro quella minuscola statua. "B-buongió.."
"Dove siamo, di preciso? Non credevo ci fossero manieri di questo tipo, a Londra"
"Non siamo a Londra, siamo alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, signore.." Neville rassicurato dai modi gentili dell'uomo era riuscito dal suo nascondiglio e osservava le crepe del pavimento, imbarazzato.
"E tu chi sei?"
"Mi chiamo Neville Paciock, signore".
"Lieto di conoscerti. Il mio nome è Sherlock Holmes, detective privato".