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Autore: _Fe_    30/11/2012    0 recensioni
Una ragazza, un ragazzo, la passione per il basso elettrico. La tristezza e l'inutile ironia che c'è nell'aria. Si volevano bene, e prima o poi a loro due capiterà qualcosa di forte di un'amicizia.
Genere: Generale, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come sempre, sono distesa sul mio letto, al freddo, e senza sonno. Il momento migliore per pensare, o per staccare dalla realtà, è di notte. Buia, ma allo stesso tempo affascinante, fredda e rassicurante, calma, inquietante. Prendo il mio iPod dalla mia scrivania accanto al letto, e incomincio ad ascoltarmi musica a palla. Mi capita The Mortician's Daughter, dei Black Veil Brides. Si quella canzone può andare bene, così mi rilasso… e poi mi viene in mente un ricordo. Sebastian. Quel pezzo di bastardo. Me lo ricordo come se fosse stato ieri. Quel viscido ragazzo (anche se non lo si può definire così) che si avvicina a me cercando di appicicarsi alle mie labbra, e io che cerco di allontanarlo. Non so quanti pugni in pancia gli abbia dato, quei 3 anni fa, ma lui si opponeva lo stesso. Ci riuscì pure. Non si staccava più da me, per quante volte io gli abbia detto che non mi interessava stare con lui, ma ormai sembrava fosse un maniaco. Se non ci fossero stati Giselle e il suo fidanzato Jake, non so dove sarebbe andata a finire la mia autostima. Ma ormai è tutto finito. Meglio non pensarci più. Non dico che mi do troppe arie, anzi non me ne do per niente, e ogni giorno il velo di tristezza mi pervade l’anima. Sono una ragazza normale: capelli biondo scuro con dei riflessi rosso che mi ero fatta qualche settimana fa, lunghi fino alle spalle e rasati di lato con il solito ciuffo così dannatamente biondo e rosso che ogni volta che bassavo il viso mi cadeva davanti agli occhi, abbastanza alta per la mia età e un corpo atletico, e nessuna femminilità mi ricadeva addosso, occhi di quel azzurro oceanico che uno si perderebbe per mezz’ora (e che io odio, perché ogni volta che cerco di parlare con qualcuno quello s’impappina nel guardarmi dritto negli occhi fino a farmi arrabbiare), e un tatuaggio nel collo. Quello si che lo adoro. Una croce, non come quelli della chiesa, sottile e semplice, ma molto spessa, con dei ghirigori di rose nere attorno ad essi e finivano di girare non più sotto della mascella. Una piccola spada le era vicino. Rappresentava ciò che io stavo lottando contro: la mia depressione. Era una cosa che non finiva mai, purtroppo. Sono le 3:30 di notte e sono attaccata con la musica per 2 ore, minuto più o minuto meno! Bhè meglio staccare ed andare a dormire.
7.05, venerdì. Inizia la mia solita routine. Mi alzo dal letto e vado a scegliere che vestiti mettermi: jeans neri, la mia amatissima maglietta dei Metallica con sotto una maglietta a maniche lunghe rossa. Sono troppo fantasiosa, già. Vado a lavarmi. Mi vesto. Mi sposto in cucina e inizio a riscaldarmi mezza tazza di latte e caffè, prendo qualche biscotto, e mi siedo. Prendo la tazza e incomincio a fare colazione. Quanto vorrei prepararmi la mia buonissima colazione tradizionale americana. Ma perché devo andare a scuola! Finisco di mangiare e vado a lavare la tazza, dato che i miei ancora non si decidono a modernizzarsi e comprare una lavastoviglie come si deve. Mi metto le mie Timberland, e mi incammino verso quell’edificio che tanto vorrei vederlo a rogo: scuola, grrr. Menomale che c’è l’iPod che, come sempre, mi tiene compagnia. Arrivo davanti al cancello: ah, dimenticavo che oggi c’era corteo. Apposto! Driin. “Odioso cellulare”. Ah, è Giselle.
-Andy! Ma dove sei?! ti stiamo aspettando da mezz’ora qua in piazza!-
E mi sono pure dimenticata che  mi dovevo incontrare con Giselle, Jake, Chris ( il mio migliore amico ) e Max. – Gis! Si, scusa mi sono svegliata tardi. Sono per strada.-
-Cerca di spicciarti! Ciao!-
-Ciao!-
Certo che ho una memoria strabiliante. E allora corriamo verso la piazza. Dopo un quarto d’ora arrivo con il fiatone.
-Andy! Gli alieni hanno cercato di rubarti il cervello per caso?!- grida Max saltandomi praticamente addosso, sempre il solito buffone.
-Eh già! Ho avuto un bel colpo di culo. Devo assolutissimamente ringraziare i miei sceffoni. Ah se non ci fossero loro non so come mi sarei liberata da quei stupidi ruba-cervelli. Comunque, Max, qualche volta puoi evitare di saltarmi addosso e casomai abbracciarmi normalmente?- gli rispondo.
-Ma non ci vediamo  da una settimana! Sempre seria sei! Mi offendo, perché ti voglio bene…-  “oh Max, perché fai così” penso.
-Ok, è vero, mi sei mancato anche a me. Ti perdono!- “così la pianta di fare il dolcione e si sta buono
-Ieri ho sentito Stefanel! E’ sempre la solita vanitosa. Dice che perso 4 chili. Secondo me lo dice solo perché è sola e crede che io possa uscire con lei. Ma se lo può scordare!- fa Chris. In effetti quella ragazza è da due mesi che cerca di uscire con lui, ma non ci è riuscita manco una volta. Si, perché il mio presente migliore amico è di una bellezza imbarazzante. Alto, un po’ muscoloso ( ma non tanto, eh ), occhi leggermente a mandorla e azzurri come i miei, ma solo un pochino più scuri, capelli corti e corvini, come me, rasati di lato, ma con il ciuffo all’insù. Semplicemente maiale quando vuole, ma comunque un bravo ragazzo, sempre pronto ad aiutarmi quando ce n'è bisogno, gentilissimo, ma quando s’incazzava, bhè, cazzi amari per tutti.
-Chris, mettitelo in testa, se non cambi numero di cellulare, quella ti torturerà fino alla morte.- si rivolge Giselle a Chris.
-Ma l’ammazzo direttamente!- esclama, Chris, facendo il finto arrabbiato.
-Calmino! Ahahahah! Anche se cambi numero, ci saranno altre milioni di ragazze che vorranno uscire con te!- esclama Jake, che è sempre di estremo appoggio (ironicamente parlando).
-Allora?! Io ho fame! Ho una voglia matta di una bella ciambella zuccherosa che tra poco svengo.- inizio io, dato che quei tre scemi stavano sprecando fiato da venti minuti, e avevo veramente fame.
-Sempre fame hai? Comunque se si deve mangiare, io vorrei andare al Mc Donald, non so se mi spiego.- dice Chris mentre si porta una mano alla pancia.
-Si alle 9 di mattina vuoi mangiare un BigMac per caso? Sai, ho sempre fame, eh?!-
-E vabbè!- sempre il solito Chris.
-No è presto, andiamo al bar, punto e basta. Io difendo Andy!- fa Giselle. “Grazie, ti voglio bene, sempre che mi proteggi
-Pff. Andiamo a sto bar, vhà.- esclamano all’unisono Max e Jake.
-Ma in quale? All’Hard Rock, vero?!- fa Chris.
-Ovvio, no!- io
Quindi andiamo dal fatidico Hard Rock Coffee. Io mi presi una ciambella ricoperta di glassa caramellata, più del caffè, Giselle un cornetto vuoto, che si sarebbe diviso con il suo fidanzato, Chris (come al solito un mangione) una mega fetta di torta al cioccolato con del cappuccino, Max, invece, solo un cioccolatino “guarda come si tiene in forma, il ragazzuolo” penso mentre va a pagare. Ci sediamo in un tavolo dove si può benissimo intravedere la nostra bellissima Cincinnati. Sempre solare. Finiamo di mangiare e si fanno le 10:30, e io non ho nessuna voglia di alzarmi, mentre gli altri hanno energia che spruzzano da tutti i pori.
-Se voi vi volete fare una passeggiata, fate pure. I resterò un po’ qui. Ho sonno, ragazzi!- dico io.
-Resto con te, allora. Max, sempre dormiglione. Non dovevi aiutare tua madre a casa?- segue Chris.
-Ah,vero. Vado. Ciao!-
-Ciao Max! Stai attendo a gli alieni!- lo saluto io, ma già se n’era andato.
-Allora anche noi andiamo. Ci sentiamo!- ci salutò Jake, insieme a Giselle. Quindi sono rimasta sola con Chris. Apposto.
-Andy. Ti devo parlare.- ora capisco perché voleva rimanere con me.
-Dimmi-
-Domani è il tuo compleanno, e pensavo se… se ti piacerebbe passare tutta la giornata insieme a me. E’ da tanto che non facciamo niente di divertente, solo io e te. Come una volta.-
-Ok. Si può fare. Dato che anche domani ci sarà sciopero, tu vieni a casa mia alle 8:30. Poi vediamo cosa fare!- esordisco io tutta felice dalla proposta.
-Va bene. Ma domani sera usciamo, a qualunque costo. Ti devo portare in un posto.-
-Dove?-
-Ah! Sorpesa!-
-Ahahah! Ok, ai tuoi ordini capitano! Senti andiamo a casa tua a giocare con la Xbox?-
-Ok, nel frattempo che tu giochi io dormo.-Mi fa l’occhiolino. Sempre molto attivo il ragazzo. Ci alziamo, e ci abbracciamo, come quando eravamo dei bambini. Si, perché ancora il nostro fuoco arde, ci vogliamo bene.
  
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