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Autore: Zonzi_Kuchiki    30/11/2012    5 recensioni
Una ragazza e il suo sogno. Una fine, o forse un inizio? Non è facile combattere con la morte, non ci è concesso, ma forse lei avrà una possibilità per cambiare la sua vita, e non solo.
Un nuovo paese, nuove emozioni, nuove scelte. Quale sarà la sua?
Genere: Angst, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Violenza
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Fey era rimasta in quella stanza d'ospedale per due giorni interi, insieme a Bill che sedeva sempre su una poltroncina verde scuro accanto al letto.
Il sole era appena sorto e accarezzava leggermente i lineamenti del moro, rendendo visibili i lividi e le guance bagnate dalle lacrime.
Bill teneva stretta la mano di Tom, leggermente gli accarezzava il dorso col pollice, sperando di veder riaprire gli occhi del gemello, maledicendosi per quello che gli aveva fatto.
Tom era disteso su un letto con mille macchine attaccate al corpo, in coma.
I dottori avevano detto che c'erano pochissime probabilità che il ragazzo potesse risvegliarsi.
Le botte erano state forti e il colpo violento contro il muro gli aveva causato un trauma cranico.
E tutto per colpa di Bill.
Per il suo egoismo, per il suo menefreghismo e perché non era nient'altro che un lurido drogato. Queste erano le parole che si ripeteva nella testa.
Gli arrivò un messaggio al telefono e illuminandosi mostrò la foto che aveva nel display; erano lui e Tom al mare, durante le vacanze.
Sentì una stretta alla gola.
Il sorriso di Tom, i loro visi identici. Loro erano uguali.
Lo erano.
Bill era cambiato, non era più la persona che era un tempo, cos'era andato storto?
Avrebbe voluto essere lui al posto del fratello, avrebbe voluto essere lui in bilico tra la vita e la morte. Se lo meritava.
Bill avrebbe chiesto perdono, avrebbe implorato Tom di perdonarlo se solo avesse potuto vedere i suoi occhi. Tom gli aveva sempre fatto da spalla, l'aveva aiutato in qualsiasi momento. Gli aveva mostrato come ci si doveva comportare e gli aveva mostrato chi era davvero Bill Kaulitz.
Eppure era tutto diverso.
Tom era Bill e Bill era Tom.
Erano gemelli, erano perfettamente uguali. Certo il loro look poteva ingannare, ma erano la stessa persona in due corpi differenti, avevano lo stesso sangue.
Uno era ciò che scorreva nelle vene dell'altro.
Le fan inventavano storie d'amore fra di loro. Certo, quelle storie non erano vere, ma loro si amavano davvero.
Fey camminava avanti e indietro per la stanza.
Doveva trovare un modo, uno qualsiasi per far tornare in vita Tom e porre fine a quello strazio.
Era stanca di sentire quell'odioso 'bip' della macchina del cuore che era attaccata al ragazzo, lei voleva sentire Tom. La sua voce.
Voleva sentirlo ridere, parlare, urlare, cantare, qualsiasi cosa.
Ma voleva sentire Tom, non una macchina.
Pensandoci bene trovò un modo.
Forse era troppo azzardato, forse era troppo per lei, ma doveva farlo, teneva troppo a quei ragazzi.
Doveva solo rinunciare alle sue ali.
Prendere una decisione di quel genere comportava maturità, forza, coraggio... amore.


Era un dolore lancinante, veniva assordata dalle sue stesse grida. Il sangue colava dalla sua schiena.
Non aveva più le sue ali, non poteva più volare. L'unica cosa che le rimaneva era la speranza, la speranza che fosse servito a qualcosa.


-Signora Kaulitz, sono lieto di dirle che suo figlio Tom è uscito dal coma. Adesso respira senza l'aiuto delle macchine ed entro qualche ora potrebbe riaprire gli occhi.-
Simone si abbandonò tra le braccia di Bill e entrambi piansero di felicità. La vicenda della droga, in quel momento, era passata in secondo piano.
Era stato come se tutti avessero avuto un nuovo motivo per vivere e per ricominciare.
Fey era seduta sulle sedie del corridoio, visibilmente provata ma si sentiva completa, felice.
Aveva salvato Tom, gli aveva donato la vita. Cos'erano un paio di ali bianche in confronto?

-Mamma sta aprendo gli occhi! - La voce di Bill aveva rimbombato per tutta la stanza, facendo precipitare Simone e il medico che aveva assistito Tom.
Gli occhi del ragazzo si aprirono lentamente, cercando di mettere a fuoco le immagini.
Il suo sguardo si spostò sulla figura di Bill, poi sulla madre e sul dottor Hans, e infine su Fey.
Bill si gettò sul fratello, piangendo.
Gli chiese scusa, gli sussurrò di perdonarlo. Parole che solo Tom riusciva a sentire.
Il fratello lentamente lo abbracciò
-Certo che ti predono, fratellino. Non fare la checca che piagnucola!-
Entrambi risero e Bill tornò accanto alla madre.
Tom e Fey rimasero a guardarsi per un attimo, dopo di che il ragazzo cercò di pronunciare qualcosa, spostando lo sguardo di nuovo sul gemello.
-Chi è lei?- La sua voce era bassa, flebile, a stento si sentiva.
-Come Tom... E' la mamma, non ricordi?
Gli occhi di Simone si riempirono di lacrime.
-No, chi è la ragazza accanto...alla mamma?
Bill guardò verso Fey per poi guardare la madre e il dottore, in cerca di spiegazioni.
-E' possibile che siano effetti post-coma, dopotutto Tom ne è uscito da pochissimo! Le medicine lo intontiscono... - disse il dottor Hans mentre controllava le cartelle e i valori clinici del ragazzo - non dovete preoccuparvi, deve solo riposare.
Bill e Simone annuirono, salutarono Tom e assieme al dottore uscirono.

Rimase solo Fey, con lui.

-Merda questa situzione mi mette i brividi.
Tom pronunciò quella frase passandosi una mano sugli occhi.
Fey era ferma, immobile, in mezzo alla stanza.
Non era possibile, era un sogno.
Era davvero possibile che Tom la vedesse? Sentiva come se non fosse semplicemente a causa del coma. Era certa che il gesto estremo che aveva fatto era quel miracolo che tanto aveva aspettato.
-Tom... ?
Il ragazzo la squadrò da capo a piedi.
Fey portava delle Vans, un paio di jeans neri e un maglioncino grigio. I capelli lunghi, mossi, color cioccolato.
Tom si soffermò sugli occhi. Celeste ghiaccio.
-Credo di essermi completamente rincoglionito, però svegliarsi da un coma e trovarsi davanti una bella ragazza così non è male.
Curvò le labbra in un sorriso, sentendosi leggermente stupido, prendendo poi a giocherellare con i tubi della flebo.
Il cuore di Fey sembrò pomparsi e riempirsi, e si dipinse sul suo volto un enorme sorriso.
Era felice.
Lui guardava lei, i suoi occhi erano rivolti sulla sua persona.
Il suono della sua voce era stato emesso solo e soltanto per farsi sentire da lei.
Tom credeva di sognare, o semplicemente era certo che tutti quei medicinali e antidolorifici gli facessero avere delle visioni.
Fey non ebbe voglia di pensare a cosa dire a Tom, a come spiegargli tutta quell'assurda situazione.
L'angelo senza ali si limitò semplicemente ad avvicinarsi al ragazzo e a sedersi nella poltrona affianco a lui, arrotolandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
  
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