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Autore: Valpur    18/06/2007    12 recensioni
Era partito da troppe ore, e c'erano notizie inquietanti, nell'aria. Dov'era, dov'era suo marito, il padre della sua creatura... l'uomo che amava?
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Piccoli momenti'
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Sfarzo.
Una parola per descrivere la sala. Sì, è sufficiente.

Le alte finestre, incorniciate da archi acuti in pietra chiara, sono occhi spalancati sulla camera silenziosa. La luce della luna piena filtra oltre i vetri antichi, inondando la stanza di un chiarore spettrale e tingendo ogni cosa di un freddo color indaco.

Sì, è una casa molto, molto ricca. Ci sono quadri ad ogni parete, ritratti con uomini in abiti ricercati e fluenti, oppure con sahariane impolverate, reduci da una battuta di caccia. Ci sono donne sottili ed altere, i piccoli nasi all'insù quasi arricciati nella disapprovazione. Si muovono, i soggetti, certo, ma con dignità. Con classe, che diamine. Battiti di palpebre, respiri accennati, frusciare di seta.

Il grande, antico camino è quasi spento. Ciò che resta di un grande fuoco sono poche braci morenti, tristi, insufficienti a gettare un velo di luce calda sull'ambiente.

C'è silenzio, tanto silenzio. Eppure la sala non è vuota.


Una culla, drappeggiata d'azzurro, dondola piano vicino al grande divano di pelle bianca; il suo piccolo occupante dorme beatamente.
Non può avere più di otto o nove mesi, il bimbo biondo che respira placido, i piccoli pugni stretti di fianco al visetto disteso. Sospira, agitandosi debolmente, scalcia con le gambotte paffute, e subito si riaddormenta.

Non è solo. C'è la mamma, con lui.

Narcissa Malfoy si è assopita pesantemente con la testa appoggiata contro il bracciolo del divano.
Ha vent'anni, poco più, ma nell'ampia vestaglia di velluto verde rubata dall'armadio del marito sembra una bambina. Giace rannicchiata sul fianco, con una gamba a penzoloni, a rivelare la camicia da notte bianca e il piede scalzo.
Il viso, di solito così composto, persino nel sonno appare tormentato. Ci sono ombre rosse sotto gli occhi, e il solco di una lacrima secca sulla guancia serica e pallida. I capelli biondi sono arruffati e in disordine; le mani ben curate strette convulsamente attorno ad una pagina di quotidiano.

Scontro mortale tra Auror e Mangiamorte: otto le vittime da entrambi i fronti.


Non un nome. Cruda, telegrafica. Tragica, la notizia.
Il foglio è umido, macchiato di lacrime.
Un bicchiere di cognac sul tavolino, una bottiglia stappata.

Disperazione. Dubbio.
Troppo silenzio.


Un cigolio, vicino alla porta.
Narcissa si alza a sedere, svegliandosi di soprassalto. Inghiotte le lacrime che minacciano di tornare e corre ad aprire, con il cuore che sembra scoppiarle nel petto.


Un uomo vestito di nero lascia cadere a terra una maschera bianca, tra i sonagli e i giocattoli di suo figlio; è pallido, teso, ed è un assassino.
Narcissa scoppia in singhiozzi disperati, correndo tra le sue braccia. L'abbraccio è lungo, doloroso, impregnato di sollievo e paura.


Sto bene. Sono a casa”, sussurra Lucius Malfoy, chiudendo gli occhi grigi e sprofondando il volto tra i capelli di sua moglie.


   
 
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