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Autore: Sage_    18/06/2007    2 recensioni
Prima dei campionati nazionali, Sendoh e Rukawa si incontrano per un'ultima sfida.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akira Sendoh, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tutti i personaggi appartengono al maestro Takehiko Inoue.
Il titolo è un omaggio alla splendida canzone "Blue", tratta dalla colonna sonora di Cowboy Bebop, di cui inserirò alcune strofe, alla fine dei capitoli.
Ringrazio tutte le persone che hanno letto e commentato, grazie per il vostro prezioso sostegno.


Blue
di Sage

Parte 4: Embrasse moi
POV: Rukawa
 
 

Kaede Rukawa, non fare il deficiente!
Lui se ne sta andando ed è meglio così.
Se non avessi assunto quell’atteggiamento presuntuoso sarebbero stati guai seri.
Avrei potuto farmi sfuggire qualcosa: una parola di troppo, uno sguardo…
Lui avrebbe capito.
Avrebbe riso.
Non fermarlo, Kaede.
Quel ragazzo è un tuo avversario, nonché una distrazione pericolosissima.
Lascialo andare.
Non hai bisogno di lui, né ora né mai.

-    Aspettami, Sendoh.
Lo fermo.
In un attimo, guardandolo allontanarsi, ho dimenticato tutti i miei propositi.
Lui si volta, stupito.
Lo sono anch’io.
Ho bisogno, solo per un attimo, di rivedere quegli occhi.
Quegli abissi scuri sono fissi sul mio viso, addolciti.
La freddezza di poco prima è già svanita.
Mi sembra di caderci dentro, tanto che non ricordo quasi più di respirare.
-    Dimmi.
La sua voce è calda e carezzevole.
Io sono qui, bloccato.
Kaede Rukawa che non riesce a trovare le parole, la lingua incollata al palato, la gola secca.
Kaede Rukawa che si comporta da stupida ragazzina con un giocatore avversario.
Sendoh non dice nulla, anche lui immobile, forse contagiato dal mio comportamento vergognoso.
Il mio sguardo è fisso sulle sue labbra.
Non sono particolarmente carnose, ma c’è qualcosa; forse la piega morbida che assumono con qualsiasi espressione, capace di contrastare anche la parola più tagliente, che le rende irresistibili.
Ora, da loro, dipendo anch’io.
Una parola soltanto.
Finalmente ritrovo il coraggio e la mia immancabile faccia di bronzo.
-    Ho…ho sete.
No, non è quello che volevo dire, ma per ora mi può aiutare.
Sendoh sorride, rilassato, e annuisce.
-    C’è un distributore automatico. E’ qui, a due passi.
-    Dove?
Ti prego, fa che non si accorga della mia voce supplichevole!  
-    Vieni, ti faccio strada.

Il distributore è davvero vicinissimo.
Sendoh appoggia la borsa su un muretto basso e armeggia con i pulsanti, rifiutando i miei soldi.
-    Che cosa preferisci? Tè, caffè, succo di frutta…?
-    Tè, grazie.
-    Tieni.
-    Grazie.
-    Di niente! Sono o no un tuo senpai?
Si siede sul muretto e io lo imito, sorseggiando il tè.
Non ci parliamo per un bel pezzo, l’uno accanto all’altro, le nostre braccia nude che si sfiorano.
Poi, terminato di bere, lui lancia la lattina vuota nel cestino con un tiro perfetto.
Il suo gesto risveglia il mio spirito agonistico e rispondo con un lancio ugualmente preciso.
Lui si volta verso di me, un sorriso irresistibile di sfida, e in breve ci troviamo impegnati come due bambini, in una sfida all’ultimo sangue su chi riesce a fare canestro più volte lanciando lattine, palline di carta e tutto quello che riusciamo a trovare.
Siamo all’ultimo tiro e la “palla”, ovvero quello che rimane degli appunti di matematica di Sendoh, è in mano sua.
In fondo, come dice lui, è l’unico uso che possa farne!
-    Bene, Rukawa. Questo è il lancio che decreterà la tua sconfitta! Ricordati che dovrai pagare penitenza!
-    Non cantare vittoria troppo presto. - ribatto pur sapendo in cuor mio che è praticamente impossibile che lui sbagli.
Mi rivolge un sorriso furbo che trovo particolarmente seducente, spostando il peso da una gamba all’altra.
-    Preparati. Tra poco sarai in mio potere!
Quelle parole mi provocano un turbamento alla bocca dello stomaco, facendomi fremere d’aspettativa.
Un’aspettativa, mio malgrado, molto piacevole.
Sendoh è davanti al cestino, un’espressione concentratissima sul viso, gli occhi fissi davanti a sé.
È con un’espressione come questa che mi ha battuto più di una volta.
Inspiegabilmente, questa volta il pensiero che possa vincermi non mi da fastidio.
Solleva lentamente le braccia, portandosi le mani sopra la testa.
Il suo corpo è proteso, aspettando l’attimo giusto per tirare, ed io mi tendo con lui.
Avanti.
Tira.
-    SENDOHHHH!
-    Eh?
-    BRUTTO IDIOTA! TI HO TROVATO FINALMENTE!
-    Oh, cavolo! È l’allenatore Taoka! Aaahhh!!!
La palla di carta termina il suo volo rimbalzando sul bordo del cestino….e cadendo a terra con un fruscio.
Ho vinto.
Non posso crederci.
Ho vinto grazie all’uomo che si sta dirigendo verso di noi con aria omicida.
-    SENDOH! IO T'AMMAZZO UNA VOLTA PER TUTTE, DISGRAZIATO! QUANTE VOLTE ANCORA HAI INTENZIONE DI SALTARE GLI ALLENAMENTI? QUANDO CI DEGNERAI DELL’ONORE DELLA TUA PRESENZA? TI DEVO RICORDARE CONTINUAMENTE CHE SEI TU ORA IL CAPITANO DEL RYONAN? OH…SE CI FOSSE ANCORA UOZUMI! LASCIA SOLO CHE TI PRENDA E….
-    Aiuto! Qui ci rimetto la pelle! Rukawa…scappiamo prima che ci raggiunga!
Senza esitare nemmeno un attimo, afferra la sua borsa e mi prende la mano, trascinandomi via di corsa.
Il contatto dei nostri palmi uniti è piacevole in modo sconcertante, riesce quasi a farmi dimenticare il pericolo dietro di noi.
-    SENDOH! OSI ANCHE SFUGGIRMI, ADESSO? NON PEGGIORARE LA TUA SITUAZIONE! TORNA INDIETRO IMMEDIATAMENTE! MI SENTI, MALEDETTO RAGAZZINO? MA CHI….MA QUELLO E’ KAEDE RUKAWA DELLO SHOHOKU! TI SEI VENDUTO ALLA CONCORRENZA? MUORI ANZAI!
-    Corri, Rukawa!
Io lo seguo, scavalcando il muretto e cominciando a correre come un disperato nel parco del Ryonan.
Fortunatamente è tardi e non c’è nessuno in giro che possa vedere due acerrimi nemici che corrono, rifugiandosi tra i cespugli.
Improvvisamente Sendoh si ferma e io gli finisco addosso.
-    Ah…
-    Shhh…c’è qualcuno!
Inghiotto a fatica, le nostre mani ancora unite e il mio viso sulla sua spalla.
Il suo odore si è fatto più penetrante, arriva alle mie narici e penetra la mia pelle, lentamente.
Faccio dei lunghi respiri, inebriandomi di quell’aroma sconosciuto.
Sento delle voci concitate, una è quella dell’allenatore Taoka, l’altra mi sembra quella di un compagno di squadra di Sendoh, quello che scrive sempre.
 
-    Allenatore Taoka, mi scusi, ma è proprio sicuro di aver visto il nostro Sendoh che correva via con Kaede Rukawa?
-    Certo che ne sono sicuro, idiota! Devono essere da queste parti….
-    Scusi…ma proprio Kaede Rukawa? La matricola numero uno dello Shohoku? Il rivale per eccellenza di Sendoh senpai? Quello alto 1.87, 75 kg, capelli neri e faccia da sfinge egizia?
-    Proprio lui, ti dico! Come osi dubitare della mia parola?!
-    No, no…si calmi. La trovo una situazione un po’….strana, ecco. Sarebbe un’ottima occasione per scrivere un articolo sensazionale!
-    Chiudi quella ciabatta, Hikoichi! Vuoi che ti strozzi?
-    Non si arrabbi, la prego! Volevo solo dire che vedere due rivali che fuggono insieme…è molto singolare!
-    Magari fuggissero solo! Stavano scappando teneramente abbracciati!
-    Che cosa? Ma ne è certo?
-    Ma si, li ho visti con questi occhi!
-    Quindi lei mi sta dicendo che….sono…insomma….stanno….
-    Sono amanti, Hikoichi! Anzai deve aver mandato Rukawa a sedurre Sendoh allo scopo di portarlo nella sua squadra! Maledetta palla di lardo!
-    Che scoop incredibile! Lasci solo che lo dica a mia sorella! Ma lei è davvero sicuro che si trattasse proprio di quella volpe?
-    ADESSO MI HAI VERAMENTE SCOCCIATO! TI DISINTEGRO!
-    Noooooo! Aiuto!
 
Le voci si affievoliscono pian piano e posso finalmente lasciar andare il respiro che avevo trattenuto.
Solo ora mi accorgo dei violenti singulti che scuotono il corpo di Sendoh.
-    Ehi.
Nessuna risposta.
-    Ehi! Tutto bene?
-    ….Pf….Pf…..
-    Mh?
-    Pf..... AH AH AH AH AH!
Sotto i miei occhi esterrefatti, Sendoh si accascia per terra scoppiando a ridere fragorosamente.
-    AH AH ….Hai sentito…..cosa si sono inventati……AH AH AH Dovevi vedere le loro facce…!
Mio malgrado mi sfugge un sorriso divertito.
-    Non avrai dei problemi con l’allenatore, piuttosto?
Scuote la testa asciugandosi due lacrime di divertimento.
-    Lascerò che si sfoghi. Tanto poi gli passa.
Sorridendo soddisfatto, si sdraia sull’erba a braccia aperte.
Mi sdraio accanto a lui, guardandolo di soppiatto.
Ha gli occhi ancora lucidi d’allegria, rivolti verso l’alto.
Lassù, dove i rami si intrecciano, impedendoci la vista del cielo.
Chiudo gli occhi, sintonizzando il mio respiro al suo.
Come vorrei provare quello che prova lui.
Vedere con i suoi occhi, una volta soltanto.
Credo di essermi assopito finché non sento una testa appoggiarsi al mio petto.
-    Dormi?
-    Mm.
Le mie guance si stanno sicuramente tingendo di rosso, il mio corpo freme a quel contatto innocente.
Sento il suo respiro contro il mio viso e non riesco a non aprire gli occhi.
Mi sta guardando con intensità, gli occhi blu fissi nei miei.
Fa che non mi legga in faccia quello che provo per lui.
Passato questo momento, riuscirò a ritornare il Kaede Rukawa di sempre?
Mi scosta una ciocca fastidiosa di capelli dal viso, sfiorando la pelle bruciante delle guance.
-    Ho perso.
-    Mm?
-    Non l’ ho visto perché ero distratto dall’allenatore, ma ho sentito il rumore della pallina contro il bordo.
-    Si. Hai perso.
Perché non sento nessuna soddisfazione?
Perché mi fa male?
-    Allora devo pagare pegno.
-    …….
-    Sono a tua disposizione, Rukawa.
Inspiro profondamente.
-    Davvero?
-    Si…certo. Devo preoccuparmi?
-    Faresti…faresti qualsiasi cosa?
Mi guarda sbalordito e trasforma subito quello sguardo in una smorfia seducente.
Il suo viso è così pieno di espressioni che, a volte, mi sembra si sovrappongano.
-    Potrei sapere cosa hai in mente? Devo abbracciare Taoka in pubblico dichiarandogli il mio amore? Devo…oh, no! Non sarà qualcosa che ha a che fare con i miei capelli, vero?
Mi mordo le labbra.
-    No.
-    Quindi?
Il suo petto sfiora il mio, una mano gioca con i miei capelli.
Non devi farlo, Kaede, non chiedere.
Non devi chiedere.
Se cedi una volta sola, sarà la fine.
Non riuscirai più ad essere quello di prima.
Le mie labbra si aprono, ma non ne esce nessun suono.
Sendoh si china per ascoltare meglio.
-    Non ho sentito.
I suoi capelli mi accarezzano il viso; le mie labbra riescono a sfiorare la carne tenera di un suo orecchio.
-    Voglio…che tu…
-    Si?
-    Voglio che…
 
Ti prego.
Una volta sola.
Baciami.
 
-    Io……niente.….
 
Sei solo un vigliacco, Kaede Rukawa.
Hai rinunciato ancor prima di tentare.
Qualcosa, da qualche parte dentro di me, ha lottato per venire alla superficie.
Ora, come se fosse andato in pezzi, non può ritornare al suo posto.
Cosa diavolo stavi facendo?
Quello è il tuo nemico, colui che ti impedisce di realizzare il tuo sogno.
Sendoh deve avvertire qualcosa, perché si alza in piedi e mi porge una mano per aiutarmi.
I suoi vestiti si sono macchiati d’erba, i miei altrettanto.
Solo questo rimane.
Non accetto la sua offerta d’aiuto.
Sembrano passati secoli da quando l’ho rifiutata per la prima volta.
Lo guardo dritto negli occhi.
Sono tornato con i piedi per terra, ormai.
-    Sendoh…
-    Si? - mi sembra un po’ deluso dalla mia freddezza, ma non m’importa.
-    Come credi che debba essere il giocatore numero uno del Giappone?
-    …..non mi sono mai posto questa domanda, in verità.
-    Non credi debba essere qualcuno che ha dedicato al basket tutto se stesso qualcuno in grado di portare la sua squadra alla vittoria?
I suoi occhi risplendono di un sorriso triste.
Non capisco.
E’ a me stesso che ho fatto un torto.
Perché dovrei sentirmi in colpa per te?
Noi non abbiamo che il basket.
Solo questo ci accomuna.
-    No. Credo piuttosto sia una persona che ami il basket con tutto se stesso. Una persona capace di trasmettere questo sentimento anche ai suoi compagni. Qualunque sia l’esito della partita.
-    ……….
Com’è possibile che, qualsiasi cosa dica, riesca a sconvolgermi?
Lui continua a parlare, spazzolandosi i vestiti con le mani.
Assieme a quei fili d’erba volo via anch’io.
-    Con questo, ovviamente, non ti sto dicendo che la vittoria non è importante. Solo che, a volte, se hai dato tutto te stesso in un incontro, impegnandoti al massimo, se hai amato davvero ciò che fai…nessuna sconfitta può davvero ritenersi tale.
 
Ho capito.
Signor Anzai, solo adesso ho capito il vero significato delle sue parole.
“ Tu non sei un giocatore all’altezza di Sendoh.”
Io non sono Sendoh.
Non sarò mai come lui, non voglio esserlo.
Il nostro modo di concepire il basket è totalmente differente.
Io sarò solo me stesso.
Realizzerò il mio sogno così.

Annuisco alle sue parole, passandomi una mano tra i capelli.
Ricominciando.
-    Devo andare.
-    Vuoi che ti accompagni? Tanto devo tornare anch’io.
-    No, ho la bici qui vicino.
-    ……..
-    Grazie per il tè.
-    In bocca al lupo per il campionato nazionale, Rukawa.
Rispondo con un cenno del capo e mi allontano velocemente, senza voltarmi indietro.
Ogni passo mi da un senso di leggerezza, come se fossi riuscito a scappare da una trappola.
Vorrei correre.
Recupero la bici e inizio a pedalare energicamente.
Nonostante la stanchezza, ho ancora energie da vendere.
Sono salvo.
Ho superato la peggiore tra le prove.
Ho vinto.
Domani mi dimenticherò di Akira Sendoh e mi concentrerò unicamente sulle nuove partite.
Diventerò il giocatore numero uno del Giappone, come vuole l’allenatore Anzai.
Ma allora perché devo sentirmi così?
Sparita l’esultanza iniziale, sento solo quel gran senso di vuoto dentro di me.
Devo riempirlo.
Ma come?
 
 
Forse
Se fossi riuscito a pronunciare quelle parole
Se avessi trovato il coraggio
Non mi sentirei così
Riuscirei a vivere in modo diverso.
 
 
 
 
 
Things have turned a deeper shade of blue
And images that might be real
Maybe illusion
Keep flashing off and on
 


  
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