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Autore: tippy    01/12/2012    2 recensioni
Natale al loft. Cene, litigi, vischio, baci. Una one shot Nick/Jess, con la collaborazione di Cece e Schmidt.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! E' passato un bel po' di tempo dalla mia ultima storia. Ma ho letto le vostre storie, nel frattempo. Lo show migliora di episodio in episodio, non trovate? :D
Tornando alla mia storia, questa fanfiction è alquanto breve, niente di speciale. E' che mi è venuta un'idea e l'ho messa per iscritto prima che volasse via. Ho lasciato che alcuni dialoghi fossero più diretti, stile botta e risposta, e quindi più asciutti, perché ho ritenuto fosse la cosa migliore da fare per dare un certo tono alle scene. Spero che dopo aver letto, la pensiate anche voi allo stesso modo. Voglio ringraziare tutti quelli che hanno letto e recensito le mie storie precedenti. Davvero grazie mille, avere il vostro supporto è molto importante. :)
E ora, la smetto di parlare e vi lascio alla lettura.



“No, non ci pensare nemmeno! Non indosserò quello stupido vestito... super minuscolo e sexy!”, protestò Jess, braccia incrociate sul petto, l'espressione di una bambina testarda sul viso.
“Dai, Jess! Non fare la bambina!”, replicò Cece roteando gli occhi, “Sei una stupenda giovane donna, dovresti provare a indossare qualcosa di più... sexy, in occasioni speciali come questa”, passò il vestito a Jess e la spinse delicatamente verso l'armadio a muro.

Jess si fermò e, voltandosi per poter guardare la sua amica, disse: “Cece, io ho già un vestito natalizio! Sono sicura che se gli dessi un'occhiata, lo troveresti adorabile!”, dopodichè iniziò a fissare la modella con i suoi grandi e supplichevoli occhi blu.

“Okay, okay! Fammi vedere questo abito natalizio”, disse Cece sospirando, “Basta che la smetti di guardarmi con quella faccia da cucciolo!”.

Jess lanciò un gridolino di gioia, buttò il vestito di Cece in aria e si diresse verso l'armadio.

Dopo 15 minuti, finalmente Jess ritornò di fronte alla sua amica: “Allora? Che ne pensi?”

Cece squadrò attentamente Jess dalla testa ai piedi, poi disse: “Avevi ragione. E' molto carino. Sono ancora convinta che con quello che ti ho portato staresti d'incanto, ma se quest'abito ti fa sentire più a tuo agio...”

“E' così. Scusa.” Jess sapeva che Cece aveva buone intenzioni, ma quell'abito non aveva niente di natalizio. E poi stavano per cenare con i ragazzi lì nel loft, non era nessuna occasione speciale. Ma per qualche strano motivo, si ritrovò a pensare a quale sarebbe potuta essere la reazione di Nick vedendola in quel sexy, mini abitino. La voce di Cece la riportò di nuovo sul pianeta Terra:“Jess...”

“Mmm?”

“Quelle corna da renna che hai in testa.”

“Non sono fantastiche??”, le chiese Jess entusiasta.

“Toglitele.”

“Ma-”

“Adesso!”



Le ragazze erano finalmente pronte, quando qualcuno bussò.

Jess aprì la porta: era Nick: “Hey, ehm... Schmidt si sta lamentando da ore del fatto che ha lavorato tanto per preparare la cena perfetta e ora si sta raffreddando tutto e... Beh, sto morendo di fame. Ma non mi lascia toccare niente fin quando non ci siamo tutti, quindi... O venite con me, o faccio fuori Schmidt.”

“Hai ragione, Nick. Stavamo giusto venendo”, Jess si voltò per fare cenno a Cece di andare, e la vide in piedi. Ferma lì a sorridere.

“Cosa c'è?”, chiese Jess.

Cece non rispose, ma puntò il dito verso qualcosa che apparentemente si trovava sopra le loro teste.

“Cosa?” , Jess domandò di nuovo, guardando sopra di lei, “Perché stai- Oh.”

“Hey, guarda. Vischio”, constatò semplicemente Nick. E poi ci arrivò. “Oh.”

“Su, baciatevi, così possiamo andare a cena”, commentò Cece, un sorriso malizioso stampato sulla faccia. Adesso ci divertiamo, pensò.

Allora...”, disse Jess, fissandosi i piedi. Tutto ciò è imbarazzante.

“Allora....”, le fece eco il suo coinquilino. Nick sapeva chi doveva incolpare per quella situazione a dir poco scomoda: Schmidt aveva passato mezza giornata a piazzare vischio in 'punti strategici' del loft, così da avere una buona scusa per baciare Cece. Stava giusto pensando a un modo crudele ed efficace per uccidere il suo amico, quando Jess parlò di nuovo.

“Allora... Sto per baciarti.”, disse lei, guardandolo dritto negli occhi.

“E io sto per baciare te.”

“Stiamo per baciarci.”

“Già.”

“Già.”

“Voglio dire, non è mica strano, è solo un bacio.”

“Assolutamente.”

“A meno che... Tu non voglia.”

“Oh no, io voglio baciarti.” Okay, questa è venuta fuori male.

Dice sul serio?? “Davvero?”

E tu?”

Okay.”

Bene!”

Quindi... Ne sei sicura?”

Certo. E tu?”, chiese Jess, sfidando Nick.

Volevo solo assicurarmi che non te la facessi sotto.”

Io? Ha! Io?! Mai!”

Beh, l'ultima volta ti sei tirata indietro.”

Sì, è vero. Ma era diverso! Non potevo avere una cosa a tre con Remy!”

TU COSA?!?”

Cece, con te facciamo i conti dopo. Okay. Sto per baciarti, Nicholas. E sarà il miglior bacio della tua vita.”

Oh, ma davvero?”

Già.”

Mi dispiace Jess. Non ti credo. Te la farai addosso.”

Tu credi, Faccia da Tartaruga?”

Jess, per favore smettila di chiamarmi Faccia da Tartaruga.”

Faccia da Tartaruga.”

Smettila di chiamarmi così!”

Non è colpa mia se sei una dannatissima Faccia da Tartaruga.”

Beh, non è colpa mia se tu sei una dannatissima fifona!”

NON E' VERO.”

E IO NON SONO UNA FACCIA DA TARTARUGA!”

SI', INVECE!”

E TU SEI UNA FIFONA!”

RIMANGIATELO!”

NO, TU RIMANGIATELO!”

NO, PERCHE' SEI UNA STUPIDA FACCIA DA TARTARUGA CON GLI OCCHI COLOR CACCA!!!”

“E TU SEI UNA FIFONA!”

“IO NON SONO UNA DANNATA FIFONA! NON MI TIRERO' INDIETRO!!!”

“ALLORA DIMOSTRAMELO, JESS! CHE COSA STAI ASPETTANDO??”

Si erano fatti prendere così tanto dal loro litigio da non rendersi conto di essere arrivati a pochi centimetri l'uno dall'altra. Rimasero lì, a sentire ognuno il caldo respiro dell'altro sul viso – mentre Cece osservava in totale silenzio – fin quando gli occhi di Nick non caddero sulle labbra di Jess... Quando i suoi occhi tornarono a quelli di lei, Jess avvertì un'esitazione. Nick la stava fissando con i suoi profondi occhi scuri, in attesa. In attesa che i suoi occhi dicessero 'sì'.

“Ragazzi, potreste per favore smetterla di urlarvi addosso, venire qui e MANGIARE LA MIA DANNATA CENA??” Schmidt li raggiunse, interrompendo qualsiasi cosa stesse accadendo tra i due, “Nick, ti avevo chiesto di andare e dir loro di sbrigarsi, non ti rallentarle ulteriormente!”

Il barista e la maestra si diressero verso il salotto senza dire una parola, lasciando indietro Schmidt e Cece.

“Oh, guarda Cecelia. Vischio. Ahi! Cos'ho fatto per meritarmi un ceffone?!”

   
 
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