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Autore: sonsimo    18/06/2007    6 recensioni
Durante l'ultima battaglia, i rimpianti di chi, per tutta la vita, non è stato in grado di confessare i propri sentimenti. Ma forse, non è ancora troppo tardi per farlo.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ron Hermione

 

Dimmelo adesso

 

Una cascata di arruffati capelli castani, ricchi dei riflessi con cui il sole sapeva divertirsi su essi, ad incorniciare e addolcire il giovane volto di una ragazza di diciassette anni. Ben pochi, in verità, avrebbero definito "dolce" l'espressione di quel volto, in particolar modo in quel momento. Era un volto duro, deciso, e la luce degli occhi, castani come i capelli, era ferma e volitiva. Così come ferma e volitiva era la voce della ragazza. 

Ma il giovane lentigginoso, che in silenzio non riusciva a distogliere da lei lo sguardo, credeva di non aver visto niente di più dolce in tutta la sua vita.

Sei così bella, Hermione. 

Un piccolo sorriso increspò le labbra del ragazzo, un sorriso che sfuggì ai presenti, troppo impegnati per accorgersene.

Hermione, bacchetta in pugno, fronteggiava coraggiosamente Bellatrix Lestrange, per lasciare campo libero ad Harry, che doveva vedersela direttamente con Voldemort. Lui, Ron, aveva appena combattuto contro Lucius Malfoy.

Hermione sferrava un incantesimo dopo l'altro, i ribelli capelli ondeggianti al vento, i movimenti frenetici, veloci e allo stesso tempo così precisi, armoniosi... per gli occhi stanchi del ragazzo, era come se la giovane stesse danzando, e non riusciva a smettere di ammirarla. Lei emanava forza, potenza, magia da ogni fibra del suo corpo.

L'ho sempre saputo, Hermione.

Ron era cresciuto tra i maghi, al corrente dell'esistenza della magia, a differenza dei suoi due migliori amici, allevati da babbani. Ma nonostante tale vantaggio, si era sempre sentito l'anello debole della catena.

Harry era l'eroe, il Bambino Sopravvissuto, il Prescelto...

Ed Hermione era superiore a lui in talmente tanti aspetti diversi, che davvero non c'era paragone. Era più intelligente, più forte, più coraggiosa, più matura. Il sorriso di Ron, a dispetto di ciò che il suo corpo stava provando in quel momento, si allargò ulteriormente.

So quanto tu sia migliore di me. Sono così orgoglioso di te, Hermione.

A Ron piaceva guardarla indisturbato, senza che lei se ne accorgesse. Dopotutto, era meglio così. Senza parole funzionava tutto molto meglio, tra di loro. I discorsi rovinavano ogni cosa. Chissà se per la natura impacciata del giovane, o per quella tremendamente orgogliosa e caparbia della ragazza. Che fosse stato l'uno o l'altro motivo, la conclusione rimaneva la stessa. Non erano mai riusciti a parlarsi con il cuore in mano, a confessarsi ciò che reciprocamente, ormai da anni, provavano l'uno per l'altra. E si erano fatti del male, volontariamente, crudelmente, sprecando ciò che avrebbero potuto avere, il sentimento che avrebbero potuto condividere. A tale pensiero, una lacrima segnò il volto del ragazzo dai capelli rossi, incrinandone il sorriso e lasciando un visibile solco sulla sua guancia coperta del sangue che colava da una delle sue tante ferite, inflittegli da Malfoy, che dopo averlo lasciato a terra in una pozza di sangue aveva iniziato a combattere contro Bill, corso in aiuto del fratello in difficoltà, per evitare che ricevesse il colpo di grazia.

Mi dispiace, Hermione, è colpa mia.

Avrebbe dovuto dirglielo, dannazione! Aveva avuto anni a disposizione per farlo, e si era lasciato sfuggire ogni occasione di parlare con Hermione, e adesso...

Adesso è troppo tardi.

Se ne sarebbe andato davvero così? Senza una parola, senza sentire per l'ultima volta lo sguardo della ragazza che amava su di sé?

Non avrebbe più potuto divertirsi a battibeccare con lei, non avrebbe più potuto prendersi gioco di lei, ridere di lei e farla arrabbiare, e poi godersi la sua espressione incollerita, che era così bella, così luminosa, così viva.

I pensieri di Ron iniziavano ad annebbiarsi, mentre l'immagine di Hermione impegnata nella battaglia si faceva sempre più sfocata dinanzi ai suoi occhi.

Se solo si fosse voltata un istante, un solo istante.

Voglio guardare nei tuoi occhi per l'ultima volta. 

Ma non c'era modo con cui il ragazzo potesse chiamarla, e anche se avesse potuto, non avrebbe certo voluto distrarla dal suo combattimento, ben sapendo quanto un attimo di scarsa concentrazione potesse costare caro... era stato proprio così, per lui.

La voce di Bill sembrava giungere da miglia e miglia di distanza.

"Ron, resisti! Tieni duro, ti porterò via di qui!".

Ron non comprese quelle parole e rimase ancora immobile, ancora con gli occhi su Hermione.

La ragazza che in vita era stata il suo unico amore, e che nella morte sarebbe stata il suo unico rimpianto.

Ma se solo si fosse voltata, un'ultima volta, forse avrebbe potuto farglielo capire, con lo sguardo, avrebbe potuto trasmetterle ciò che provava, l'intensità del suo desiderio di abbracciarla, di stringerla a sé, di sussurrarle ciò che aveva avuto paura di dirle durante quegli anni.

Perché si sentiva inadeguato, non si sentiva all'altezza, non si sentiva abbastanza per lei.

Meriti di più, Hermione. Molto di più.

Uno spasmo di dolore lo fece contorcere, e per un attimo perse di vista la testa bruna della ragazza, l'ultimo laccio sottile che ancora lo teneva legato alla vita terrena. Quando se ne rese conto, fu come se i polmoni si fossero svuotati dell'ossigeno, e prese a cercarla con gli occhi, febbrilmente, quasi come se la salvezza della sua vita dipendesse da questo.

Quando finalmente riuscì a ritrovarla, sospirò debolmente, rincuorato. Voleva che fosse lei, l'ultima immagine davanti ai suoi occhi, l'ultimo suo pensiero. Ma sarebbe stata una ben magra consolazione, se non avesse avuto gli occhi di lei puntati di rimando su di sé.

Guardami per l'ultima volta, Hermione.

...

Aveva ormai perso il conto degli incantesimi scagliati contro la propria avversaria, e cominciava a sentirsi esausta. Ma non avrebbe lasciato che Bellatrix avesse la meglio su di lei, sarebbe riuscita a mettere la Mangiamorte in condizione di non nuocere più a nessuno. Sentiva la bacchetta bollente tra le dita, ma continuava a stringerla, di minuto in minuto, con rinnovata rabbia, con rinnovata voglia di vincere.

Alla fine, riuscì con un potentissimo incantesimo a scagliare indietro la propria avversaria, che perse i sensi a causa della violenza del colpo, Le lanciò una fattura per pietrificarla e si volse, trionfante, in cerca di un nuovo avversario.

E fu allora, che lo vide.

Sdraiato a terra, in una pozza di sangue, un raggio di sole ad illuminare i suoi capelli così incredibilmente rossi. Un sorriso sul volto, e gli occhi su di lei.

In un attimo, il fragore della battaglia attorno a lei scomparve, il mondo circostante si dissolse, tutto divenne sfocato e confuso attorno a lei. Solo l'immagine di Ron rimase nitida.

Senza nemmeno rendersene conto prese a correre verso di lui, incurante degli incantesimi che volavano attorno a lei mancandola solo di qualche centimetro, con un unico obiettivo nel cuore.

Fa' che non sia troppo tardi.

Il cuore di Ron balzò nel suo petto. Hermione si era voltata, il suo ultimo desiderio era stato esaudito, e adesso correva a perdifiato verso di lui. Forse stava solo sognando.

Evitò di porsi domande sciocche e inutili, che lo avrebbero distratto, impedendogli di osservare la ragazza con i capelli ondeggianti al vento e una strana espressione di stupore misto a terrore negli occhi. Cercò di godersi al massimo quel momento.

Sarebbe stato l'ultimo.

La ragazza si inginocchiò accanto a lui, gli sollevò il volto e lo prese tra le mani, mentre lacrime calde cominciavano a scorrere sul suo viso e lavavano via parte del sangue sul volto di Ron.

"Ron, Ron! Mi senti? Rispondimi, Ron".

Si zittì improvvisamente e smise di scuoterlo, stupita, quando vide il sorriso sulle labbra del ragazzo, e sentì una delle mani di Ron sollevarsi da terra, con immenso sforzo, per raggiungere il suo volto e asciugare parte delle lacrime.

I capelli di Hermione, lunghi e ribelli, sfioravano il volto del giovane, grato di poter sentire nelle narici un odore diverso dal sangue, in quel momento.

Forse non è troppo tardi, Hermione.

"Ron?" singhiozzò ancora Hermione.

Dovette chinarsi maggiormente verso il ragazzo, per poterne udire il sussurro.

"Hermione... perdonami... "

La ragazza sgranò gli occhi.

"Ma cosa... cosa dici? Ron, si aggiusterà tutto, io..."

Il sorriso di Ron si allargò ancora di più, ma era un sorriso colmo di tristezza, una tristezza che poco si addiceva al volto di un diciassettenne.

"Perdonami per non avertelo mai detto... sono così felice di poterlo fare..."

Il pianto della ragazza era ormai disperato. Aveva capito che non ci sarebbe stato più niente da fare. Ron se ne stava andando, e quell'ultimo abbraccio non sarebbe bastato a trattenerlo.

"Non importa, Ron. Dimmelo adesso"

Gli occhi di Ron si allargorono un po' di più e si fecero vitrei, mentre le ultime parole pronunciate dalle sue labbra venivano accompagnate dal suo ultimo respiro.

"Ti amo, Hermione".

FINE

Nota dell'autrice: tristissima, lo so. Perdonatemi, sono la prima a sperare che non vada a finire così, per quei due! Grazie a tutti coloro che hanno letto, e ancor più a chi vorrà recensire.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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