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Autore: vodkauhl    01/12/2012    9 recensioni
Contea di Stratford, Canada, 1879.

Charlotte, ragazza canadese di diciassette anni, è costretta a vivere nel collegio della Contea da quando i suoi genitori sono morti.
Non si trova assolutamente bene tra quelle mura ed è tristemente sola.
Le insegnanti sono severe e crudeli, sempre attente a non far socializzare la classe maschile con quella femminile per evitare amori tra gli studenti più grandi del collegio.
Charlotte non ha molte amiche, ma ha molte nemiche che la trattano male e la isolano.
Fu in una fredda mattinata di inizio Febbraio, la prima volta che Charlotte lo vide: un nuovo alunno, un giovane canadese di una bellezza non umana… Un certo Drew, Drew Bieber.
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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The story.



9 Aprile 1908.

«Victoire ancora non dormi? E neanche tu Joseph?»
«Non riesco a prendere sonno! Volevo la favola per addormentarmi…» disse la piccola Victoire.
La giovane madre sospirò e si sedette alla fine del lettino di Joseph.
«Quella che vi sto per raccontare è una storia vera» disse la ragazza con un sorriso che le spuntava agli angoli della bocca.
«Dai mamma racconta! Non farci aspettare!» disse eccitata la piccola biondina.
«C’era una volta una ragazza orfana che era costretta a vivere in un collegio della sua città.
Era molto triste lì perché non aveva amiche e c’era un gruppo di ragazze che la odiavano e la prendevano sempre in giro, facendola picchiare o punire anche per una piccola sbadatezza. Questa ragazza aveva sedici anni ed adorava viaggiare e sognare; ogni tanto le capitava di perdersi nell’immaginazione e molto spesso veniva rimproverata per questo.
Un giorno la ragazzina vide una chioma bionda nel tavolo degli insegnanti: era un nuovo alunno ed era bellissimo, se ne innamorò subito. Purtroppo, però, questo ragazzo sembrava interessato all’ochetta che lei tanto odiava. Agli alunni del collegio non era permesso di avere relazioni con compagni ma a loro due era concesso perché erano entrambi figli di ricchi signori.
Un pomeriggio la ragazzina orfana si ritrovò in un ripostiglio a far conoscenza, per caso, del ragazzo di cui era innamorata. Scoprì che a lui non piaceva la ragazza odiosa e che era costretto ad essere il suo fidanzato. Da quel giorno i due diventarono sempre più amici, incontrandosi di nascosto fino a quando, un pomeriggio, si baciarono. Erano fidanzati, tutto andava per il verso giusto, la loro relazione era stata ammessa dagli insegnanti e la ragazza era finalmente felice. Un brutto giorno, però, il padre della ragazzina tanto odiosa arrivò al collegio perché aveva scoperto che la figlia era stata lasciata per una povera orfanella. Si arrabbiò moltissimo e vietò al biondino di vedere la ragazza. Tutti e due erano tristissimi e la povera ragazza non capiva cosa aveva fatto di sbagliato, perché lui non le parlava più.
Fortunatamente un giorno decisero di scappare da quell’inferno di collegio e corsero il più lontano possibile per non farsi trovare…
» la ragazza non finì di parlare che la piccola Victoire la interruppe, «ma li hanno trovati alla fine?» chiese tutta preoccupata.
La madre le sorrise e le accarezzò il viso, guardando anche Joseph che ascoltava incantato.
«Con loro grande fortuna sono riusciti a scappare senza essere trovati. Leggevano sui giornali che i direttori del collegio li stavano cercando disperatamente ma a loro non importava, non sarebbero più tornati in quell’orribile posto. Dopo alcuni anni di viaggi per il mondo, vacanze e divertimento i due decisero di sposarsi e nacquero due bei bambini di nome Victoire e Joseph» finì di raccontare la madre ai bambini che, stupiti, si guardarono.
«Mammina ma i bambini si chiamano come noi?» chiese il piccolo con la sua vocina acuta e impastata dal sonno.
«Beh, i bambini siete proprio voi e la storia è quella di me e vostro padre» spiegò con un sorriso a trentadue denti la madre.
La ragazza si sentì abbracciare da dietro e, alzando la testa, incrociò lo sguardo di suo marito che le sorrideva.
«Hai ascoltato la nostra storia, amore?» chiese lei al giovane marito.
«Si, sono appena tornato e ho avuto la fortuna di ascoltare il racconto»
«Mamma, papà, sapete una cosa? Questa è la più bella favola che voi ci abbiate mai raccontato! Sono sicura che anche a Joshy è piaciuta, vero Joshy?» chiese sorridente al fratello che, però, non rispose perché era crollato in un sonno profondo.
«Grazie piccola mia, ma ora dormi che è tardi!» disse la madre dando un bacio sulla guancia a entrambi i figli rimboccandogli le coperte.
Lei uscì silenziosamente dalla stanza, mentre il padre dei bambini li salutava prima di dormire.
Anche lui uscì e guardò profondamente negli occhi sua moglie.
«Ti amo Lottie» disse baciandola a lungo.
«Anche io Drew, per sempre» rispose lei tra un bacio e un altro.




26 Dicembre 1938.

«Ci mancherete tanto» disse singhiozzando una ragazza con biondi boccoli che le ricadevano lungo le spalle.
«Già, ci mancherete tantissimo. Ma non dovete preoccuparvi, vi ricorderemo sempre» aggiunse triste un ragazzo moro con degli occhi verdi, con tratti simili alla ragazza bionda.
«Addio mamma, addio papà» dissero i due per poi allontarsi dal cimitero dove giacevano le tombe dei loro genitori, morti entrambi in un incidente in carrozza.



Due anni dopo, villa del ragazzo moro.

«Papà, papà! Mi racconti una storia?» chiese la piccola Marie Charlotte.
«Oh, certamente. Stasera ti racconterò una storia vera, la più bella di tutte»
«C’era una volta una ragazza orfana che era costretta a vivere nell’orfanotrofio della sua città. Lei era molto triste perché non aveva amiche e tutti la trattavano male…» cominciò a raccontare il padre alla sua adorata bambina.
La bimba lo ascoltò senza mai interromperlo, era come incantata e non si era persa nemmeno una parola di ciò che il papà le raccontava.
«Papà ma questa storia è bellissima! Sono convinta che la ragazza sembrava una principessa!» disse la piccola alla fine del racconto.
«Oh si, lo era» rispose sorridendo il ragazzo.
La biondina corrucciò le labbra, «ma..come fai a saperlo?» chiese interrogativa e perplessa.
«Perché lei era tua nonna, nonna Charlotte e lui era tuo nonno Drew»

 

The End.




Ebbene si, è finita.
Sono tristissima, mi ero affezionata troppo a questa storia e vedere 'completa' mi ha fatto uno strano effetto.
Era diventata come un'amica per me.
Adoravo la trama.
Adoravo Drew e Charlotte insieme.
Adoravo il carattere di Charlotte perchè è il mio carattere.
Charlotte sono io.
Drew è Drew.
Me lo sono immaginato come Justin.
Non Justin stronzo, puttaniere ecc. di alcune ff che sto scrivendo.

E' stata la mia prima ff, ne sto scrivendo un'altra spero davvero che vi piaccia e che la seguiate fhdkd
Grazie mille per le recensioni che mi avete scritto, per aver letto i miei capitoli che puntualmente erano sempre in ritardo lol.
Anche questo è in ritardo, lo so, ma non ho avuto il computer per due settimane cwc
Spero che lo leggiate comunque.
Vi do il link di una os che ho scritto, parla di me, del bullismo, dell'autolesionismo ecc.
Ha avuto molte visualizzazioni ma nessuna recensione, ci terrei davvero a far sapere cosa ne pensate: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1339988&i=1
Sotto vi metto le foto dei figli di Drew e Charlotte c:

Much love,
Giulia.
(@ciastinshug on Twittah)





Joseph da piccolo: http://data.whicdn.com/images/32929100/tumblr_m7ddv5lVur1r8ojddo1_500_large.jpg

Victoire da piccola: http://data.whicdn.com/images/33377361/tumblr_m2wjfr6pe41qa6xbno1_r2_1280_large.jpg

Joseph da grande: http://data.whicdn.com/images/42831216/tumblr_md8pol5jDB1r8a0jco1_500_large.jpg

Victoire da grande: http://sphotos-d.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc7/485175_324818737578147_1365905485_n.jpg
 okay non si capisce tanto ma non trovavo un immagine giusta cwc
  
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