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Autore: TheMask    01/12/2012    1 recensioni
Questa storia è nata per un'amica, e solo in un secondo momento ho pensato di pubblicarla. Spero sarà di vostro gradimento.
Lupa Nera
Estratto dai prossimi capitoli:
Perché legarsi alle persone, quando sai che presto o tardi, o ti tradiranno o moriranno, o se ne andranno? In questo luogo l’amicizia non esiste, è impossibile. Convivenza, tolleranza, rassegnazione in stile “se non c’è niente di meglio mi accontento”, questo lo capirei. Ma … amicizia… è una parola che qui non si una neanche più… scomparsa dal vocabolario. Qui non ci sono amici.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beyond Birthday, Matt, Mello, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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La mattina giunse di nuovo per tutti. Mi alzai presto, e mi cambiai, per poi attendere in uno strano umore l’arrivo prevedibile di Matt e del suo gioco. E infatti poco dopo, la porta si aprì, ed egli entrò con un sorriso e un saluto.
“Matt… cosa ti avevo detto riguardo Eloin?”
“Emmm… di trattarla bene?”
“E tu l’hai fatto?”
“S-si BB… ”
“A me non sembra.” Continuai, alzandomi davanti a lui.
“Ma BB, cos’ho fatto di male?”
“Guardi altre ragazze e questo a lei da fastidio.”
“Oh. Be, ma non lo farò mai più!”
“Lo sai che io non do mai seconde possibilità Matt.”
“Che vuoi fare BB? Vuoi picchiarmi?” mi chiese seccamente.
Lo guardai negli occhi. “Si, era quello che pensavo, proponi qualcosa di meglio?” dissi con schiettezza.
“Non so, parlarne civilmente?”
“Non c’è proprio nulla da dire. Non dovevi farlo e basta.” Dichiarai.
“E va bene, vada per le botte.” Disse calmo, spegnendo la sigaretta sul pavimento.
Sorrisi fra me e me. Scelsi il thai cin per l’occasione, e stavo per attaccare, quando sfilò una pistola dalla cintura, e me la puntò contro togliendo la sicura. Rimasi fermo immobile a guardarlo.
“Una cattiva parola su di me a Eloin e ti faccio fuori BB. Chiaro?”
“Tu sei di Roger.” Constatai, stupito.
“Strano che neanche Mello l’abbia capito, nevvero? Ora, se qualcun altro lo viene a sapere, tu sei morto. Non è facile cogliermi di sorpresa. Sembro sbadato, vero? Il tipico donnaiolo idiota. Si, sono un bravo attore. Ma vedi BB, con Eloin per me è diverso, e anche a costo di far saltare la copertura ed essere pestato a morte dai miei cari compagni, io non la perderò. Punto. Non mostri neanche un po’ di stupore, bravo. Fai bene. Sai, è strano che proprio tu ora, sia in mio potere, perchè così è. Posso ucciderti come un cane, ma non lo farò, non perché tu mi stia simpatico, lo sai che non ti sopporto, ma Eloin soffrirebbe per la tua morte. E poi sei il suo unico svago oltre a me. Ma mi raccomando, stai attento a ciò che dici in sua presenza. Anche perché io, lo saprò in ogni caso.”
Detto ciò, tenendo gli occhi puntati su di me, mise la sicura, e rimise a posto la pistola.
“Matt… proprio tu, l’insospettabile, eh?” disse una voce arrogante dietro di noi. Ci voltammo di scatto, per scoprire Mello, mentre addentava una barretta di cioccolato, e ci guardava attentamente.
“M-mello?”
“Mi vuoi minacciare Matt?” chiese con voce melliflua avvicinandosi a lui, e senza battere ciglio gli prese la pistola e la osservò. Matt non fu capace di ribellarsi e stette fermo immobile.
“Bel giocattolo. Allora, dopo che io stesso ti ho insegnato a usarne una, non mi dici se ne sei in possesso? Fedele amico… prima che arrivino le guardie potrei fare in tempo a farti fuori, sai? Dopotutto a me non frega un cazzo di Eloin, no?”
“Mello-”
“Sta zitto. Non ti ucciderò idiota. Ma ora le prendi.”
E gli tirò un violento schiaffo, al posto della mano, la pistola stessa. Io me ne tirai fuori, dopotutto erano affari loro., così andai alla finestra, senza ascoltare.
 
Quando Eloin entrò, era tutto a posto. A parte un labbro spaccato di Matt, ma lei non se ne preoccupò, attribuendolo a un’altra lite con l’amico.
La colazione passò in silenzio, la nuova arrivata non si fece vedere, e spesso Matt venne sogguardato  da me e Mello, ma lui schivava quegli occhi, sembrava spaventato. Non da me, da Mello.
Ero incuriosito. Quando mai Matt aveva avuto una pistola? Eppure quando – aimè- mi aveva abbracciato, non sembrava che ne avesse una.
All’improvviso, vidi Mello fare un’espressione strana, verso la porta della mensa. Alzai lo sguardo, e nella luce bianca al neon, vidi la nuova arrivata prendersi da mangiare. Mi chiesi il perché dell’espressione del biondino, ma egli fece finta di niente.
Poco dopo, anche Eloin finì di mangiare, e ce ne andammo in camera. Mello non salì però, e vidi la nuova sedersi davanti a lui.
Anche la mia amica lo notò, e chiese a Matt se si conoscevano, anche se con un po’ di freddezza, visto l’episodio del giorno precedente, ma lui le assicurò che non sapeva niente di quella ragazza, abbracciandola affettuosamente.
 
Era una fresca mattina, ma non freschi erano i miei pensieri. Come fare ad avvisare  Eloin della natura di Matt senza rimanerne ucciso? Perché chiunque sapesse che uno dei carcerati era corrotto (e non ce n’erano pochi) veniva trovato morto, spiaccicato sull’asfalto, o impiccato nelle lenzuola. Si, è stato un tragico evento, il suicidio gli è sembrata la via migliore, bla bla bla.
Si, certo.
Pensieri che si mordevano la coda, vennero spazzati via da una decisione brutale. Mi alzai, uscii e, nel corridoio freddo e stretto, i  miei passi rimbombarono, leggeri e veloci.
Spalancai una porta conosciuta.
“Già qui BB? Come mai questa frequenza di visite? E perché non hai bussato, stronzo?”
Il biondo diede un altro morso alla cioccolata che aveva in mano, e si alzò con uno sguardo strano. Ma null’altro era cambiato, e cambiò, nel nostro dialogo. Se non che Matt non ridacchiò. Matt non c’era.
Capii finalmente come Mello comprendeva ciò che provavo a seconda di come lo picchiavo. Non rise una volta, si limitò a picchiarmi con più rabbia, accortezza e forza del solito. Poi successe un fatto inaudito, fece una mossa fuori dalle regole, e mi fece cadere, sotto la scarna scrivania. Stavo per alzarmi e punirlo violentemente per quel gesto da perdente e da barone, quando vidi con la coda dell’occhio, un foglio piegato, con scritto a grandi lettere RACCOGLILO BB. Che feci? Lo raccolsi, elaborando in un secondo che era l’unico punto della camera non preso dalle telecamere. Così lo infilai furtivamente in tasca, mi alzai e, facendo finta di niente, sbattei Mello per terra e gli tirai un violento calcio nelle costole, dandogli del perdente. Ma non si concluse così in fretta la lotta. Dopotutto era Mello. Ed era veramente incazzato per una volta.
Non mi ero mai reso conto di quanto fosse forte.
Naturalmente però, vinsi. Sdraiato per terra, per un secondo chiuse gli occhi, poi si tirò su, togliendosi la polvere dai vestiti e reprimendo l’istinto di passare la mano sui capelli dorati, essendo questa sporca di sangue.
Non parlammo in bagno.
Ma prima di separarci, come un gesto di solidarietà verso un problema, un segreto, in comune, ci demmo una lieve pacca sulla spalla, e ci separammo immersi nei propri pensieri.
Arrivai in camera ancora in subbuglio. Coma leggere il biglietto non era un gran problema. Piuttosto il contenuto m’incuriosiva. E l’eloquente silenzio denso di pugni che di solito si dimostravano decisamente meno efficaci (almeno a giudicare dal mio occhio nero ) mi insospettiva. Io e Mello non ci eravamo mai considerati  più che compagni di lotta. E ora d’un tratto, sentivo che la sua opinione di me era cambiata. Ci avrei pensato dopo, mi dissi però, prendendo un libro consunto dalla libreria e sedendomi sul letto, portando con un paio di mosse casuali, il foglietto sulle pagine che mi facevano da scudo. Ci vollero dieci minuti per aprirlo senza il rischio di destare sospetti. E alla fine ebbi davanti le parole del biondo.
Ciao Beyond,
se ti fai beccare con questo biglietto, morirai. Del fatto che morirò anche io non immagino ti importi.
Leggi attentamente. La nuova arrivata si chiama  Angel  e viene da Las Vegas, anche se per molti anni ha vissuto a Los Angeles… e in un altro posto di cui solo io e Matt sappiamo la posizione. Lei fatto ha fatto parte della malavita, era una boss mafiosa fra le più temute, grazie a lei sono arrivato ad avere tanto potere su quell’organizzazione tempo fa. Ma non bisogna mai affidarsi a persone come lei. Ti avverto: il suo unico scopo è usare te, me ed Eloin per fuggire e dare la colpa a qualcun altro. Risparmia i tuoi pugni a qualcun altro. Sta alla larga. Non parlarle, o te la vedi con me. Non tengo alla tua vita, ma alla mia. E per motivi che non puoi e non devi capire se ci vai mezzo tu ci vado di mezzo io nella sua tela di bugie.  Lo so che sembra un angelo. Ma è come te, sotto c’è una merda di persona (scusa il complimento). Solo che lei non ha gli occhi rossi, e tutti cascano nelle sue trappole.
Riguardo Matt. Non ha deciso lui di avere in mano quella pistola. Ma credendosi tutt’ora innamorato, Roger l’ha costretto a stare dalla sua parte e a raccogliere informazioni su di te, in cambio della sua relazione. Inoltre, a quel che ho potuto capire, sembra che Roger gli abbia esplicitamente detto di farti capire o addirittura dirti, cosa che ha fatto, che i suoi occhi sono quelli del grande capo. Non aveva scelta.
Ma come credo anche tu, io non credo in ciò che chiamano Amore.
Per cui, a causa sua siamo nei casini per nulla, e sempre più sorvegliati. Ora, desidererei sapere perché vogliono sorvegliarti tanto e sappi che se non me lo vuoi dire lo saprò da qualcun altro, sono bene informato, lo sai.
Per mio conto, beh, diciamo che Roger non vuole che mi avvicini  Angel.
So che la forma di questo scritto e la calligrafia non sono delle migliori, ma non ho tempo e luogo di scrivere meglio o con termini e frasi meno ermetiche. Tanto non sei stupido no? Deduci.
Un affettuoso vaffanculo di cortesia.
Mello
 
Viene da Las Vegas, ha vissuto a Los Angeles era una boss rinomata. Che fosse…
Non poteva essere. Proprio lei, qui?
Dopotutto, perché no? La leggenda diceva che non sarebbe mai stata beccata, ma era una leggenda e io non ci credevo. Ma come mai non l’avevano ancora tirata fuori? Aveva appoggi potenti, perché non venivano a prenderla? Era un tassello importante della malavita, come mai la lasciavano li a marcire?
Almeno ora era chiaro perché sapeva tanto di me. Lei era Angel, o almeno così la chiamavano, per via della sua dolcezza. Che nascondeva però i più truci metodi di tortura e uccisione conosciuti. Tutti la temevano nel suo ambiente. Si diceva che potesse imbrogliare persino… persino L. si diceva che l’avesse fatto, che avesse lavorato con lui a un caso, e poi, all’ultimo momento, prima di essere presa, era svanita nel nulla, lasciando a L la consapevolezza di avere una rivale. Ma chi era veramente? Quasi nessuno l’aveva vista in volto. Ma quelli che l’avevano vista dicevano che piuttosto che Angel, avrebbero dovuto chiamarla Mask, tanto i suoi lineamenti erano in contrasto con quello che era in grado di farti con un solo pugno.
Eppure non mi aveva battuto.
Non era così esagerata la cosa.
Sapevo che Mello aveva avuto a che fare con la mafia prima di finire li, ma non pensavo che addirittura lei fosse interceduta per lui. E per Matt. Che ci fosse un legame maggiore di quello che immaginavo tra i due?
Mi aveva detto di stare alla larga, eppure sapeva che così mi sarei incuriosito solo di più… per me era una specie di invito, così. Sorrisi dentro di me.
Beh, Mello, mi dissi, abbiamo allora qualche affinità in più che la voglia di sfogarsi con le botte… così, tu non credi nell’amore… certo, lo so che avrai visto così tante coppie tradirsi da perdere fede in esso e non mi sorprendi con quest’affermazione. E effettivamente non credo neanche io che tale sentimento, per come è descritto, esista.  
Infine Matt. Se ha ceduto a un ricatto simile allora, forse, non si sta prendendo gioco di Eloin… in effetti è stato con molte altre ragazze, ma Roger non gli ha mai detto nulla, ed ora all’improvviso spunta Eloin, e Matt deve diventare di Roger, e non solo, deve farmi capire che sono più sorvegliato del solito per poter stare con lei. E il bello è che lui lo fa.
Questo era più o meno quello che pensavo, nei secondi dopo la lettura della lettera.
Finii di leggere il libro in circa 10 minuti, e fatto ciò, lo chiusi con il foglio dentro, riponendolo, per quanto sapessi che non era certo il miglior nascondiglio. Ma per il momento, non potevo fare di più.
L’atmosfera nella stanza era rimasta quella di tensione e rabbia, nonostante il mio umore fosse cambiato. Mi sentivo intrappolato. Non tanto dalla stanza, quanto dalle telecamere, dai microfoni, dal continuo controllo che avevano su di noi, dall’idea che la fuori, la gente, L, continuava a vivere senza chiedersi come le ore che per loro erano piene di attività, potessero passare anche per noi.
Andai a sfiorare delicatamente la mia piccola, chiedendomi come comportarmi con  Akira.
Ero indeciso. Da un lato, proprio per gli imperativi di Mello, avrei voluto capire cosa fosse  questa tela di bugie, dall’altro, Mello aveva anche detto che il suo scopo era usare me, Eloin e lui stesso. E non volevo mettere in pericolo la mia amica per un capriccio. Ma dopotutto il biondino avrebbe potuto citare la mia vicina di stanza proprio per trattenermi. E a confermare quest’ipotesi c’era il fatto che al suo arrivo Akira aveva avvicinato solo me e Mello, facendo anzi sentire Eloin un po’ esclusa a quello che avevo capito.
Quindi tanto valeva non dargli ascolto.
Pensai ancora a Matt. L’avrei potuto dire ad Eloin? Ma come? Se l’avesse saputo saremmo stati uccisi tutti e due. Dovevo tenere per me quel segreto anche se la riguardava tanto. 
Sbuffai, lasciandomi cadere sul letto e socchiudendo gli occhi con le mani dietro la testa. Si udì un altro grido di dolore, chissà chi era, che vita aveva… orami non me lo chiedevo neanche più, sentivo la domanda e sentivo la risposta:  non lo saprò mai, ma non le formulavo. Ricordai il mio primo giorno la dentro. Non era stato certo un bel’impatto. La viscidità ipocrita di Roger mi aveva accolto calorosa, disgustandomi, e vedere quella schiera di pazzi salutare tutti insieme come marionette, mi aveva fatto arrabbiare ancora più di quanto già non lo fossi.
Poi al tavolo, un ragazzo aveva attaccato briga, e gli avevo tirato un pugno così forte da spezzargli il collo. Già dal primo giorno torturato in quell’ufficio.  Mi scoprii a pensare che ormai ero fuori allenamento, non sarei mai riuscito a spezzare il collo a un ragazzo di quella stazza. La cosa mi dispiacque tanto che decisi che avrei ricominciato ad andare in palestra. Si, non era un bel posto e molti, se ti vedevano smilzo, provavano a schiacciarti la testa con 50 kili di pesi, che non è una bella morte, ma, pensai, non ero così tanto fuori allenamento da non tenere loro testa.
  
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