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Autore: daeran    19/06/2007    2 recensioni
Chi è davvero Remus Lupin? Cosa pensa? Cosa prova e sopratutto come ha superato e come supererà la morte di tutti i suoi più cari amici? La sua natura lo ostacolerà nella faticosa ricerca della luce? Dopo la pioggia torna sempre il sole, sarà vero anche per un lupo mannaro? ATTENZIONE SPOILER Paring Remus/Tonks CONCLUSA
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La fine di tutto.

Remus, mi dispiace…
Cosa è successo? Come è potuto accadere?
Sirius…
Sirius? Sirius cosa? Di cosa diavolo sta parlando, Silente?
Sirius ha tradito. Ci ha traditi tutti quanti. Era il custode segreto ed ha portato Voldemort da James e Lily … il resto purtroppo è ormai noto.
NO! Non è possibile! Non può crederci davvero! Sirius non è un traditore! Sirius non avrebbe mai tradito James! Non può essere!
Remus … Purtroppo la natura umana ci porta a fidarci di chi si dimostra nostro amico, tuttavia certe volte coloro che crediamo amici agiscono solo per i loro fini. Non fartene una colpa, neppure io mi sono reso conto di…
No, non può essere… Forse non è accaduto, forse vogliono solo farci credere di essere morti. Anche lei conosce James e Sirius, professore, forse hanno architettato tutto solo per non essere più seguiti da Voldemort, forse si sono solo nascosti da qualche parte, forse anche Peter è vivo e ora stanno tutti ridendo di noi, delle nostre lacrime, della nostra cecità. Forse anche Lily …
Remus …
Non può davvero essere accaduto, non possono avermi lasciato di nuovo solo. Sirius non può avermi fatto questo.
Non sei solo, Remus, non lo sei mai stato. Abbiamo perso tutti delle persone care, ma dobbiamo pensare ad andare avanti e …
Lei non capisce! Lei non può capire!
Io capisco, Remus, che solo tu puoi essere la causa della tua solitudine.


< Silente è morto. >
La voce di Harry continua a rimbombarmi nella mente: inespressiva, inesorabile e spietata.
E’ finita, è davvero finita.
Credevo di aver ritrovato la via, credevo di aver scoperto la verità, la mia famiglia ma ora l’universo mi è nuovamente ripiombato addosso. Non ne posso più di tutto questo, non ne posso più di questi cambiamenti, di questi dolori inesauribili.
Perché deve sempre essere così?
 
< Silente è morto. >
Voldemort ha vinto. Cosa possiamo fare ormai senza la nostra guida?
La luce si è oscurata definitivamente.
I mangiamorte ci braccheranno, non avremo più scampo.
Questa guerra finirà finalmente.
< Silente è morto. >
Abbiamo perso.
Anche questa volta siamo stati traditi da un amico.
Anche questa volta la nostra natura umana ci ha fregati. Ci siamo fidati e questo è stato il risultato.
Severus, come hai potuto?
Albus, come hai potuto non accorgertene?
Dopo la morte di James e Lily, dopo la morte di Sirius, dopo la scomparsa di tanti nostri amici ed alleati, come hai potuto continuare a fidarti degli esseri umani?
Perché non hai perso la fiducia? Perché non hai rinunciato a sacrificarti per salvare gli altri?
Io non lo avrei fatto, io avrei abbandonato tutti se non fosse stato per te, se non mi avessi spinto a fidarmi ancora e guarda dove ci ha portato la fiducia, guarda come è finita.

Io capisco, Remus, che solo tu puoi essere la causa della tua solitudine.

Forse è vero, forse è proprio così, ma non riesco a ….

“Visto? Lei vuole sposarlo lo stesso, anche se è stato morso! Non le importa!”
La voce di Tonks mi esplode nelle orecchie.
Improvvisamente ritorno al presente, mi guardo attorno spaesato.
Sono nell’infermeria, seduto davanti al letto di Bill che ancora giace incosciente, il volto ricoperto di bende; una ragazza dai lunghi capelli biondi è accanto a lui, vicina a Molly Weasley. Entrambe gli stringono le mani inerti. 
Fleur Delacourt, ecco chi è: la fidanzata di Bill.
Nymphadora li indica e mi fissa con sguardo accusatore.
Non capisco immediatamente cosa intende, i miei pensieri sono ancora lontani, sto ancora cercando di assimilare l’ultima terribile notizia.

< Silente è morto. >
Ucciso da Severus.
Mi è passato davanti nel corridoio, ho tentato di seguirlo ma l’incantesimo dei mangiamorte mi ha fermato.
Pensavo che Severus avesse conoscenze diverse dalle mie, ho frainteso.
Ha superato il muro invisibile solo perché era uno di loro, perché il suo scopo era lo stesso dei mangiamorte.
Se solo avessi capito, se solo lo avessi fermato.

Mi guardo attorno nella stanza ormai silenziosa.
Tutti ci guardano, anche Molly e Fleur per un momento distolgono l’attenzione da Bill per posarla su di noi, su di me.
Ora capisco cosa intende Nymphadora.
“E’ diverso.” borbotto a mezza voce. Mi fisso i piedi, non ho voglia di guardarla in faccia, non ho voglia di discutere di questo proprio ora.
Perché non vuoi capirlo, Tonks?
“Bill non sarà un vero lupo mannaro. I casi sono completamente… “
“Ma anche a me non importa! Non m’importa!” mi interrompe, afferrandomi la camicia logora.
Vedo rabbia nel suo sguardo, rabbia ed uno strano senso di terrore, teme che possa aggredirla?
O solo abbandonarla?
Perdonami bambina ma non posso. Ho perso troppo nella mia vita, so cosa si prova, non voglio più sentire emozioni simili e non voglio essere causa di dolore per gli altri, per te.
“E io ti ho detto un milione di volte” abbasso di nuovo lo sguardo, se mi perdessi nei suoi occhi, non riuscirei a completare la frase. “Che sono troppo vecchio per te … troppo povero … troppo pericoloso … “
“Ho sempre pensato che la tua sia una posizione ridicola, Remus.”
La voce di Molly mi prende alla sprovvista, la guardo per un istante con un odio che non pensavo di poter provare.
Perché devi intrometterti anche tu?
Proprio tu che sei stata la prima a temermi, quando ho perso il controllo la prima volta?
Pensavo volessi spedirmi al San Mungo per proteggere i tuoi bambini!
“Niente affatto!” le rispondo duro. Come può dire queste cose? Sa chi sono, sa che deve temermi. “Ad ogni modo Tonks merita qualcuno più giovane, più sano.”
E’ la mia vita, perché dovreste intromettervi?

“Ma lei vuole te!” ora è Arthur a mettersi in mezzo. Mi sorride fiducioso.
“E dopotutto, Remus, gli uomini giovani e sani non restano necessariamente tali” indica tristemente Bill.
La mia bocca si apre lievemente, non so bene cosa rispondere, boccheggio come un pesce fuori dall’acqua.
Come ribattere alle parole di un padre tormentato?
Guardo per un secondo il corpo inerte di William Weasley.
Nessuno capisce che è così che potrebbe ritrovarsi Tonks se continuasse a starmi accanto?

“Non è il momento né il luogo per discutere di questo.”
Ribadisco atono.
Silente è appena morto, come potete tutti pensare a questo?
Come potete pensare a me? A noi?
 Non esiste alcun noi, non può esistere, ormai è finita.
La guerra sarà inesorabile e sanguinosa. Saremo troppo impegnati nell’evitare di farci ammazzare per pensare ad altro e ad ogni modo …
“Silente è morto … “ balbetto ad alta voce, nella speranza che questo possa bastare per concludere definitivamente il discorso.
“Silente sarebbe stato più felice di chiunque altro nel sapere che c’è un po’ più amore nel mondo!”
Infine anche la professoressa McGranith decide di intromettersi mi guarda contrariata.
Ha gli occhi rossi e gonfi, ha passato gli ultimi minuti a piangere per la perdita di un grande amico, ma ora vedo la determinazione nel suo sguardo.
Non può lasciarsi andare, ha una scuola da mandare avanti, una battaglia da proseguire, ora che il nostro capo è morto, è lei che deve prendere in mano le redini.
Non può lasciarsi andare… chissà, forse anche io dovrei imparare qualcosa da questa donna.
Improvvisamente entra Hagrid, se non fosse per la sua enorme stazza e per il rumoroso risucchio del suo naso, potrei anche non notarlo.
Alzo distrattamente lo sguardo su di lui. Lo sento bofonchiare qualcosa rivolto alla MacGranit, lei gli risponde seria, non li ascolto più, l’immagine di Silente mi occupa la mente.
Un uomo che ha dato tutto se stesso per la salvezza di tutti noi, indipendentemente dal fatto che fossimo babbani, maghi purosangue, mezzi babbani, nati babbani.
Uno dei pochi esseri viventi che non mi abbiano mai guardato con terrore o con ribrezzo, nonostante ciò che la mia natura potesse spingermi a fare.
Nelle tante volte che mi ha fissato, scrutato, leggendomi dentro fino a scoprire i miei più intimi pensieri, non ho mai visto nei suoi occhi nulla che potesse ricordarmi il disprezzo dei tanti che hanno scoperto negli anni la mia vera natura, né quella compassione che mi ha accompagnato per tutta la mia adolescenza. Ho sempre visto in lui solamente affetto, fiducia e spesso tanta, tanta tristezza.
Ma sono certo che quella tristezza non fosse legata al mio passato, a ciò che quel mostro mi aveva fatto quando ero appena un bambino, era triste per il mio futuro, per ciò che dimostravo di provare io stesso per me, per la mia stessa natura.
Era il mio disprezzo per me stesso a rattristarlo, la mia paura che mi impedisce ancora oggi di ammettere ciò che voglio provare, che mi vieta di avvicinarmi agli altri prima che siano loro ad allontanarsi da me.
Temeva decidessi volontariamente di rimanere solo, per questo mi guardava con amarezza, per questo tentava di spronarmi.
Ricordo ancora lo sguardo che mi rivolse quando mi annunciò la morte dei miei più cari amici, quando mi rivelò le accuse che ricadevano su Sirius, dopo quella notte di sedici anni fa.
Era distrutto per ciò che non era riuscito a fermare; mentre il resto del mondo festeggiava la caduta del signore oscuro, Albus Silente piangeva in silenzio la perdita di coloro che avevano tentato di fermare Voldemort al suo fianco e si crucciava per come avrei reagito io a quella terribile sofferenza.

Non è finita, Remus, non sei solo. Solo tu puoi essere la causa della tua solitudine, nessuno in questo mondo dovrebbe mai rimanere solo, Remus e nessuno dovrebbe mai rifiutare l’affetto degli altri solo per paura della solitudine.

Allora non ti avevo capito, Albus e chissà forse non ho capito neppure ora.
Ora che Nymphadora tenta in tutti i modi di avvicinarsi a me, nonostante quello che le ho fatto, nonostante quello che posso ancora farle…
Ho ancora paura, è stupido, è egoistico, non voglio farle del male, non voglio farla soffrire, in fondo è della sua vita che parliamo.
Si merita qualcosa di meglio, si  merita un uomo migliore…

< Ma lei vuole te, Remus. >

Lei vuole me…
Per una qualche strana ragione che ancora non sono riuscito a concepire, lei vuole me…
Non dovrebbe bastare questo?
Lei ama me, o forse è solo attratta dalla mia natura, in fondo stiamo parlando di un’Auror, chissà forse è solo il lupo ad attrarla, forse…
Adesso basta, Remus!!
In fin dei conti sono io il lupo, e sono Remus. Non è questo che ha sempre tentato di insegnarmi Silente?
Non ha sempre tentato di farmi capire che io sono sia il mannaro che il mago?
E’ la mia natura, è il mio solo essere.
Se odio il lupo, odio me stesso.
Ormai dovrei averlo appreso, ormai dovrei averlo capito, eppure è ancora così difficile.
Ci sono momenti in cui penso di perdere il controllo, in cui penso che tutta la mia umanità sia destinata a svanire come fumo inafferrabile, in cui sono convinto che il lupo prenda il sopravvento su di me, sul mio modo di agire.
Ma se così fosse, non sarebbe un controsenso? Come può una personalità prendere il sopravvento sull’altra, se appartengono entrambe alla stessa entità?

Hai mai provato una gelatina esplosiva, Remus?

Una gelatina esplosiva…

Una gelatina esplosiva, ne andavo matto da giovane. Sai, l'effetto della gelatina esplosiva si espande dalla bocca attraverso il palato. L'esplosione, che avviene a contatto con la saliva, conferisce alla gelatina stessa un sapore frizzantino e inebriante, tuttavia, con la mia solita sfortuna, ne mangiai una difettosa: essa non mi esplose in bocca ma ebbe un effetto ritardato, esplose solo una volta che ebbe raggiunto lo stomaco e... beh, il risultato fu che dovetti passare una settimana buona in un letto d'ospedale. Capisci quello che voglio dirti, Remus?

Davvero volevi dirmi questo, Albus?

Sorrido silenziosamente, per un istante dimentico di trovarmi in un’infermeria, dimentico il dolore che mi circonda, dimentico la disperazione che inesorabile si annida dentro i cuori di tutti i presenti.
Una gelatina esplosiva…
Era così che vedevi la mia vita?
Come una gelatina esplosiva difettosa?

E’ buffo, ora come ora non vedo altra migliore definizione.
Finalmente riesco a capire fino in fondo ciò che intendevi.
Per tutta la vita ho impedito alla gelatina di esplodere, per tutta la vita non ho fatto altro che trattenermi, che lasciare che la gelatina stessa giungesse inesorabilmente fino allo stomaco, sempre più in profondità, sempre più pericolosamente.
Al fine la gelatina è esplosa, provocando danni quasi irrevocabili, giungendo fin quasi alla mia rovina.
Ho resistito quando la mia ostinazione a trattenere la mia vera natura mi ha portato per la prima volta ad esplodere, aizzando la mia ferocia sull’unica persona che si fosse dimostrata gentile e premurosa nei miei confronti, sulla prima persona per cui ho provato un sentimento tanto forte e concreto.
Lily…
Ti ho quasi uccisa quella volta, se ti fosse capitato davvero qualcosa, se non fossi stata così forte e così decisa da aggrapparti alla vita nonostante la mia ostinata sete di strappartela via, probabilmente sarei morto anche io quel giorno.
Ero più che convinto che una parte di me fosse davvero morta, che nulla sarebbe mai più stato come prima dopo quella terribile notte, eppure non fu così, eppure tu mi insegnasti a resistere, ad andare avanti. Mi insegnasti che le cose cambiano ma che nulla in noi può davvero morire, a meno che non siamo noi stessi a lasciarci andare, ad abbandonare quelle piccole sfaccettature del nostro essere che crediamo essere la reale causa del nostro malessere.
Ma ci fu qualcosa che non compresi nel tuo insegnamento o forse che mi limitai semplicemente ad ignorare, così come avevo fatto per tanti anni, sordo davanti ai consigli di Silente: non compresi mai che tutto ciò che entrambi volevate insegnarmi era una sola unica verità, un’unica sola realtà: Non si può sfuggire a noi stessi.
Non si può cancellare nessuna di quelle infinite odiose facce nascoste all’interno della nostra personalità. Per quanto possiamo ostinarci, per quanto possiamo convincerci, ciò che è in noi rimane in noi e prima o poi riuscirà a trovare una via d’uscita da quegli abissi oscuri in cui l’abbiamo rinchiuso.
Più profondamente spingiamo ciò che vogliamo nascondere e negare anche a noi stessi, più potente e distruttiva sarà l’esplosione che provocherà quando raggiungerà finalmente la superficie.

Per anni ho colpevolizzato Greyback per tutto il male da me patito e da me stesso provocato. Per anni mi sono nascosto dietro al dolore che quel mostro mi aveva inflitto, mi sono rifugiato dietro l’immagine di un bambino, vittima della perfidia di un modo di adulti che non ero ancora pronto ad affrontare.
Tutto ciò che mi è capitato in seguito era, secondo la mia ferrea logica, semplice susseguirsi di cause effetto. Ogni mia azione, ogni mia scelta, ogni mio errore lo ho sempre e solo ricondotto a quella maledetta notte, come se Greyback avesse da allora guidato la mia vita, come se fosse diventato parte di me, della mia mente, della mia anima.
Ma è davvero stato così?
Ci credo davvero? Ci ho mai creduto?
Allora perché ho passato gli ultimi mesi nel disperato tentativo di autoconvincermi che non gli appartengo, che non mi ha mai avuto, che …
Semplice, perché è la verità.
Non mi ha mai avuto.
Nessun uomo, o mago che sia, può possedere un altro essere vivente tanto profondamente.
Crederlo significa solo nascondersi dietro la verità, negare l’evidenza, non accettare l’esistenza di quella parte oscura dell’anima che ogni uomo ha dentro di sé e che spinge prima o poi ognuno di noi a compiere azioni che peseranno sulle nostre coscienze come macigni insostenibili ma che ci aiuteranno ad andare avanti, a crescere, a comprendere a fondo il nostro io più profondo.
Anche l’oscurità è parte di noi, è fondamento per diventare ciò che siamo, ciò che saremo e ciò che non vorremmo mai diventare.
Greyback era questo per me.
Il mio capro espiatorio, il ricettacolo di tutti i miei sensi di colpa, il simbolo di ciò che di me più odiavo e più volevo cancellare.
Ma non lo ho fatto, non ho cancellato il mio passato, non ho ucciso il mio mostro.
Ne ho avuto l’occasione ma non lo ho fatto.
Era incosciente ai miei piedi.
Gli ho puntato contro la bacchetta.
Nella mia mente aleggiavano solo due parole: Avada Kedavra .
Sarebbe stato così facile, così semplice.
Ho sentito la morsa gelida di quell’oscurità interiore, farsi largo nel mio cuore, le mie urla disperate di bambino riecheggiarmi nelle orecchie, per trasformarmi nella mia risata inespressiva da adulto.
Poi qualcosa è cambiato, qualcosa mi ha fermato…
Una mano calda sulla mia spalla, uno sguardo colmo di comprensione, un sorriso triste ma fiducioso.
Remus
Un unico nome, bisbigliato all’orecchio ha cambiato ogni cosa.
E’ stato come se risvegliasse in me una consapevolezza assopita da tanto, troppo tempo.
Tutto ciò che ero, che sono e che sarò fa solo ed unicamente parte di me, non dipende da nessun altro, io non dipendo da nessun altro. Le mie scelte, i miei errori, le mie vittorie sono dipese e sempre dipenderanno da me. Greyback non mi ha mai avuto e non potrà mai avermi. Per quanto dolore fisico mi abbia inflitto, per quanto la mia esistenza sia diventata più difficile da quella notte, non posso ricondurre a lui le colpe di tutti i miei sbagli.
Ucciderlo non avrebbe risolto nulla, mi avrebbe solo trasformato in un mostro, in un vero mostro e da trent’anni a questa parte l’unica certezza che mi abbia spinto a proseguire la mia esistenza, a muovere un passo dietro l’altro in questo mondo sempre più oscuro è stata la mia umanità, la sicurezza di non essere un mostro a mia volta.
Grazie Tonks per avermi salvato anche questa volta.
Vorrei solo essere in grado di darti quello che desideri.
Non so se ne sarei capace, non sono certo di ricordare come si faccia… Ma sono certo che tu mi indicheresti la strada, Nymphadora, come un faro luminoso in una notte di burrasca.
Anche ora che ho perso il mio mentore, ora che ho perso i miei amici, la mia famiglia, ora che il mio futuro assieme a quello del mondo intero è così incerto, così oscuro, tu saresti una luce sulla mia strada. Una stella splendente che illumina le mie notti, colorando la tanto spaventosa luna piena di un buffissimo rosa chewingum.
Sorrido lievemente davanti a questa strana immagine, vivida nei miei pensieri.
“Ora dovreste uscire tutti. Questo ragazzo ha bisogno di riposare.”
Madama Chips fa il suo ingresso nell’infermeria e ci invita gentilmente ad uscire.
Anche il suo volto è segnato dalle lacrime, i suoi occhi stanchi affondano tra le occhiaie scure e profonde.
Mi guardo attorno, tornando improvvisamente con i piedi per terra.
Silente è morto, Bill giace in un letto, gravemente ferito, Voldemort ha vinto una nuova battaglia, inferendoci un colpo spaventosamente doloroso e devastante.
Eppure il mio cuore appare più leggero, è come se mi fossi appena tolto un macigno che da anni ormai pesava sulla mia coscienza, sulla mia anima.
Non capisco come, non capisco cosa, sento solo il cambiamento, sento… Nymphadora!
Mi volto per trovare nuovamente il suo sguardo, per sentire il suo calore.
Ho bisogno di parlarle, di dirle qualunque cosa.

E’ sparita!
Non è più accanto a me, non è più nella stanza.
Ha smesso di aspettarmi?
Sono un idiota!

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Riecchime! dopo tanto tempo, ritorno a far danni... finalmente Misty rain sta giungendo al termine! Questo è ufficialmente (almeno per ora) il penultimo capitolo. Come i più attenti di voi avranno notato, la parte iniziale (per quanto riguarda i dialoghi) è presa paro paro dal 6° libro di hp XD quanto mi piace quando le cose si incastrano così bene!

Allora tutto questo capitoletto è un po' un flusso di coscienza, Remussino arriva per gradi alla conclusione che per poter proseguire la vita ha bisogno di qualcuno al suo fianco... qualcuna che ha già trovato, ma che, come avete letto, nel momento in qui si decide ad aprirle le porte, è sparita!

Mwhahahahah tutti si aspettano un lieto fine ma il mio Rem è un bradipo e Tonky prima o poi si dovrà stancare no? ^__^''

Rignrazio ancora tutti quelli che seguono questo raccontino, tutti quelli che hanno appena cominciato, quelli che hanno rinunciato e quelli che rinunceranno... Come ho detto, siamo ormai agli sgoccioli (ed era anche ora ... ci ho messo una vita e mezzo.. ma ci tengo che questa fic finisca, quindi non disperate ;)

Cià, daechan..

  
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