01/12/2012
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“Finnick, tu l’hai amata subito, Annie?”.
“No … Mi ha colto di sorpresa”.
La Dura Verità
Mi alzai dal letto e seguii la voce.
Mi ritrovai in una specie di vagone salotto, dove una donna sulla quarantina, con i capelli riccissimi tinti di verde, le ciglia così lunghe che rasentavano l’impossibile e degli abiti assurdi per chiunque non fosse originario della Capitale, stava seduta comodamente su una poltrona, bevendo una tazza di tè.
Non appena mi vide, scattò in piedi , facendo volare comicamente il tovagliolino che teneva in mano.
Solo lei rise.
Mi si avvicinò e mi strinse la mano.
Io assunsi un’espressione dura e sicura di me.
“Oh, molto piacere, signor Odair! È da tanto che aspetto di conoscerla. Sono così entusiasta!” fece, tutta esaltata “Io sono Claire, l’accompagnatrice di questo Distretto”.
Io sorrisi nel modo più affascinante possibile.
“Il piacere è mio, Claire”.
Vidi il suo volto illuminarsi.
Avevo ottenuto l’effetto sperato.
“Ma, ti prego, chiamami Finnick” aggiunsi “e diamoci del tu. Devi essere stanca, il viaggio fino a qui è piuttosto lungo … perché non vai a stenderti un po’?”.
“Oh sì, ha ragione, signor … Finnick” sorrise “Credo che andrò a riposarmi”.
Si voltò verso i tributi: “Ragazzi, questo è il vostro mentore, il famoso Finnick Odair. Se fossi in voi, sarei onorata di poter conoscere una tale bell … ehm … leggenda.” Si corresse imbarazzata “Bene, ora a voi. A dopo” fece e, dopo avermi rivolto un ultimo sorriso, uscì dal vagone.
Io rimasi in piedi davanti ai due ragazzi.
Non sapevo cosa fare, che dire, i loro sguardi mi chiedevano cose che io non potevo promettere.
Dicevano: “Tienimi in vita. Aiutami a tornare a casa”
O meglio … uno dei due lo diceva.
Annie teneva il viso rivolto a terra, ma i suoi occhi erano vuoti.
Non una preoccupazione, non un rimpianto.
Il ragazzo si alzò e, tendendomi la mano, disse: “Il mio nome è Mark, signor Odair. È un onore conoscerla …”.
Lo interruppi.
“Non devi recitare. Non qui, non con me. Siamo solo noi tre”.
Lui si zittì.
“Lo stesso vale per te. Annie, vero?” lei alzò lo sguardo ed annuì.
“Bene, io sono Finnick. Solo Finnick. Niente “signor Odair”. Niente “mio mentore”. O cose come “Sono onorato di conoscerla … non vedo l’ora …”. Non è vero. Lo so. Nessuno è felice di incontrare il proprio mentore. Significa avere un destino di morte davanti a sé.
Certo, alcuni, pochi sopravvivono.
Uno all’anno.
Ma nessuno esce illeso dai Giochi”.
Li guardai entrambi intensamente.
“Io farò di tutto per aiutarvi a sopravvivere ma, tra poco più di un mese, uno di voi morirà”.
Mark rabbrividì, Annie rimase immobile.
“Forse entrambi.
Non voglio mentirvi.
Sarò costretto a scegliere.
Dovrò decidere a chi dare il mio aiuto e, credetemi, non sarà una scelta facile, ma è necessaria.
Se potrò … proverò a salvare almeno uno di voi”.
Quando smisi di parlare, calò il silenzio.
“Finnick …” sentii una debole voce chiamare il mio nome.
“Sì, Annie?”
“Grazie di essere stato sincero” disse.
La guardai negli occhi azzurro cielo “Ve lo devo”.
Vedendo che non sembravano avere altro da aggiungere, feci: “Venite, ho visto un vagone ristorante molto invitante … Se c’è qualcosa che non manca a Capitol è il buon cibo” risi, uscendo dalla stanza.
Inaspettatamente, anche loro risero.
Mi volsi.
Forse non sarei stato così male come mentore.
Mags sarebbe stata fiera di me.
Angolo Autrice:
Ciao a tutti!!!
Sono tornata!
Siete felici?
Lo spero xD
A presto con il prossimo capitolo,
un bacione
Sweet_Juliet