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Autore: Blue Drake    01/12/2012    1 recensioni
Se voli troppo vicino al sole, le tue ali non possono proteggerti dalla sua luce, dal suo calore.
Questo è ciò che accade a coloro che rimangono a terra, ad osservare l'ascesa, senza le ali per poterne seguire il volo
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brian May, John Deacon, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Incrinatura

 

 

«Brian»

«Sì, Rog?»

«Posso sapere cos'è, questo?»

«Un panino», rispose Brian, in tono ovvio.

«Brian»

Un sospiro contrariato, sgusciò dalle labbra del riccio, prima che si accingesse a replicare.

«Sì, Rog?»

«Tu stai male, amico. Questo... coso, non può essere un panino»

«Lo è. C'è il pane, c'è il ripieno, c'è perfino il tovagliolino per non sporcarsi le dita»

«Stai scherzando?», si informò il biondo, perplesso.

«Nient'affatto»

«Ma... Non c'è niente! Manca il formaggio, e manca il tonno – o il prosciutto, se proprio vogliamo -»

«Ci sono le zucchine», precisò Brian, piccato.

«E cosa me ne faccio, delle zucchine?», volle sapere Roger, rispondendo a tono.

«Uhm... Te le mangi?», azzardò il riccio, preso in quel deleterio, infinito e surreale botta e risposta.

«Il tuo cervello è partito. Quando è successo?»

«Il mio cervello, a differenza del tuo, è ancora tutto qui dentro», insistette, picchiettandosi la tempia.

«Seeee... Credici».

I bisticci dei due musicisti, vennero momentaneamente interrotti da una lieve risata ilare di John che, divertito, non mancò di commentare;

«Non siete affatto cambiati. Siete ancora gli stessi bambini di anni fa»

Ma, contrariamente a quanto potesse apparire, la sua non era affatto né una critica né tanto meno un rimprovero. In un certo senso, trovare tutto esattamente come lo aveva lasciato, lo faceva sentire bene: a casa. Beh, d'accordo, quasi tutto.

«Questo spuntino sta diventando un vero affare di stato. Mi domando quando inizieremo a lavorare davvero», rimuginò il bassista, a voce alta.

«Tsk! Se Bri avesse portato qualcosa di commestibile anche per gli esseri umani e non solo per le capre, a quest'ora avremmo già concluso qualcosa. Ma lui...»

«Potevi benissimo andarci tu, a comperare il tuo stupido panino, invece di rompere le scatole perché manca il formaggio»

«E il tonno!», si lagnò il biondo, in tono tutt'altro che virile ed adulto.

«Quello che è», sbuffò Brian, «Adesso, se hai finito, potremmo anche metterci al lavoro. Che dici?»

«Ma no!», protestò vivacemente Roger, «Non ho ancora finito di bere. Almeno la birra l'hai portata. Me la vuoi far terminare in santa pace?»

Brian, già distrutto e rassegnato, prima ancora di iniziare, roteò gli occhi, puntandoli poi al soffitto.

«Dio, perché mi fai questo? Che ho mai fatto di male, nella vita, per meritarmi...»

«Dio non esiste. Rivolgi altrove le tue puerili lamentele»

Rispose, secco e lapidario, il batterista ossigenato, attirandosi, fra le altre cose, gli sguardi perplessi e preoccupati degli altri due.

«È uno scherzo? Ci... ci stai prendendo in giro?», si informò John, con persino più tatto del dovuto.

«Per niente»

Si sentì rispondere, ed i suoi grandi occhi verdi vagarono, dalla figura del biondo, intento a scolarsi la sua adorata birra, al riccio che, proprio come lui, era rimasto interdetto e, apparentemente, senza parole.

«Rog... Che hai? Non stai bene?»

«Sto alla grande, Johnny. Come sempre»

Peccato che il suo tono, leggermente metallico, fosse talmente freddo e privo di inflessioni e sfumature da smentire, su tutta la linea, la sua precedente affermazione.

Infatti il bassista, per nulla persuaso, tentò di andare a fondo del problema – se poi di tale si trattava.

«Roger, queste non sono le parole di una persona che sta bene. Io capisco che...»

«Tu capisci?», sibilò l'altro, in maniera molto poco conciliante, «Davvero, John? E allora, dimmi un po': che cosa, esattamente, capisci?»

«Adesso basta, voi due», si intromise, a quel punto, Brian, «Roger, vediamo di...»

Fu però costretto ad interrompersi, il fiato congelato e bloccato in gola da una sola occhiata di avvertimento del collega.

«Non mi pare che la domanda fosse rivolta a te, Bri. Quindi, fammi il favore di tacere, per una dannatissima volta nella tua vita»

Avrebbe voluto replicare, il riccio chitarrista. Magari mandarlo al diavolo e finirla lì. Tuttavia, le parole che gli erano state rivolte, avevano una strana e preoccupante sfumatura di astio ed aperta minaccia, alla quale non era affatto abituato. Per questo, pur con mille dubbi, si costrinse a tacere e seguire, in disparte, quello strano ed inatteso confronto.

 

 

«Allora, Deacy? Cos'è: il gatto ti ha mangiato la lingua? Sembravi così sicuro dei tuoi argomenti, poco fa»

«Stronzo»

Mormorò John, impegnato a placare i tremiti che facevano vibrare il suo corpo sottile. I suoi affannosi tentativi, furono però minati, sul nascere, da un ghigno beffardo dell'altro. Sembrava perfino compiaciuto, cosa che contribuiva a confondere il già precario equilibrio del più giovane.

«Mi vuoi dire che cos'hai? Perché ti comporti così? Perché...»

Il biondo scosse, piano, la testa, ponendo un freno alle domande dell'altro.

«John... Mi era parso avessimo una specie di accordo. Correggimi se sbaglio, naturalmente, ma non avevamo forse stabilito di non giudicarci a vicenda? Di restare, per quanto possibile, fuori dalle scelte gli uni degli altri? Magari sono io, ad aver male interpretato le tue richieste. È così, John?»...

   
 
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