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Autore: ila_D    01/12/2012    8 recensioni
Salve! Questa è la prima fanfiction che scrivo e pubblico, perciò non siate troppo duri con la sottoscritta ^///^ E passiamo alla storia ora u.u
Diciamo che è partito tutto con un "e tu? hai mai pensato a Elena&Klaus?" ebbene come avrei potuto non pensarci! così ho iniziato a buttare giù qualcosa ed eccomi qui!
La fanfiction riprende dalla fine della puntata 3x05 e svilupperà una propria trama. Buona lettura! ila_D
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elena Gilbert, Klaus, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 16

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Casa.

Era davvero là, nel suo letto, nella sua stanza? Quasi non lo credeva più possibile. Invece era sdraiata nel suo letto, tra i suoi cuscini, e perfino il suo orsacchiotto di peluche era lì.

Le tende erano semiaperte e i raggi entravano solo in parte attraverso i vetri della finestra, creando una luce soffusa e piacevole. Si voltò, e la prima cosa che vide fu la foto dei suoi genitori sul comodino. Miranda e Grayson Gilbert la fissavano sorridenti dalla cornice, mentre la abbracciavano.

Un'ingenua e spensierata Elena. Un' Elena felice.

Sospirò e diede loro il buongiorno, come faceva ogni mattina. Guardò verso la finestra. Ma era mattina? Non lo sapeva in realtà. Si mise a sedere scostando le coperte e si ravvivò i capelli spettinati. Aveva ancora addosso i vestiti del giorno prima, sporchi e lacerati in alcuni punti.

Si stiracchiò e notò che era anche piuttosto indolenzita. I muscoli le dolevano un po' ovunque. Doveva assolutamente fare una doccia.

Si alzò e andò verso il comò per prendere i vestiti. Lo specchio restituì la sua immagine. Era sciupata e pur avendo dormito aveva dei solchi viola sotto gli occhi. Era stanca. Niente a che vedere con l'Elena felice e spensierata delle vecchie foto. Scosse la testa e chiuse il cassetto.

C'era un silenzio innaturale in casa. Non sentiva nè Jeremy nè Rick. Che fosse sola? Decise di controllare al piano di sotto, e ancora scalza scese le scale lentamente. S'immobilizzò dopo nemmeno il terzo scalino. Aprì la bocca per parlare, ma non riuscì a dire niente. Strizzò gli occhi un paio di volte, ma niente. Era ancora lì.

Klaus si aggirava per la sua cucina con addosso solo un asciugamano. La sua mente andò in tilt, non ricordava nemmeno il suo nome o la sua età. Il suo cervello registrava solo l'uomo che ora apriva lo sportello del frigo, ora il cassetto. I capelli umidi, resi più scuri dall'acqua, gli ricadevano disordinatamente sulla fronte, le sopracciglia corrucciate, lo sguardo confuso mentre guardava cosa aveva preso in mano e apriva nuovamente il frigo, le palpebre semichiuse che celavano un poco il meraviglioso colore degli occhi, la linea decisa della mascella con un accenno di barba, e le sue labbra, quasi rosse.

Il suo sguardo vagò ancora, ammirò le spalle larghe, i pettorali e le braccia muscolose, gli addominali leggermente contratti, una lieve peluria bionda prima del bordo dell'asciugamano... si morsicò la guancia per riportare gli occhi sul suo viso. Decisamente meglio non guardare più in basso. Dio, era perfetto.

Da quanto tempo era ferma sullo scalino? Era stata così concentrata a guardarlo che non si era chiesta nemmeno cosa ci facesse nella sua cucina. Oltre a preparare un panino, ovvio.

La piccola parte di razionalità sopravvissuta in lei, la stava esortando a dire qualcosa, anche se le labbra non volevano proprio saperne di aprirsi e parlare. Riprenditi, stupida!

Era anche ovvio che lui si fosse accorto quasi sicuramente della sua presenza che lo osservava insistentemente, e si diede nuovamente della stupida.

-...Dove sono gli altri?- la sua voce era bassa e raschiava.

L'ibrido si voltò con calma, i movimenti misurati. -A casa Salvatore- disse semplicemente.

Non replicando alla sua affermazione, il silenzio calò nella stanza.

-Che ore sono?- disse poi all'improvviso.

-Quasi le cinque, credo- rispose Klaus.

Le cinque... non poteva essere quell'ora.

Notando la sua faccia confusa e pensierosa lui la precedette, sghignazzando -Del pomeriggio.-. -Ho...- iniziò Elena esitante.

-Hai dormito tutto il giorno- concluse l'ibrido.

Elena chiuse un attimo gli occhi e tutti i ricordi di quello che doveva essere il giorno precedente l'assalirono senza preavviso. Aveva donato il suo sangue a Klaus e poi... poi non ricordava più niente.

-Oh mio Dio cos'è successo? Dove sono Stefan e gli altri? Michael è ancora vivo? E...-.

Non continuò perchè le mise un dito sulla bocca. -Shhhh, troppe domande tutte insieme tesoro-. Quel semplice contatto e la sua voce bastarono a provocarle mille brividi su per la schiena.

-Perchè non vai prima a fare una doccia e poi ne parliamo?-.

Annuì, ricordandosi che aveva ancora i vestiti laceri e sporchi. E chissà che aspetto orrendo aveva! Corse veloce su per le scale e si chiuse in bagno. Un altro secondo a contatto con lui e non avrebbe retto. Aveva già il battito cardiaco accelerato, non voleva rischiare di rimanerci secca proprio ora. Che diamine, certo che anche lui poteva vestirsi!

 

 

Caroline alzò un braccio esitante, verso la porta.

Era stata via per più di un giorno dopo che era letteralmente scappata via da Elena. Era stato terribile sentire quelle parole proprio da lei, lei che aveva sofferto più di tutti loro. Inconsapevolmente, quasi come se i suoi piedi avessero deciso da soli la strada, era tornata. Aveva fatto un salto dalla madre, per assicurarle che era tutto okay e non doveva preoccuparsi, ed era corsa là in fretta e furia.

Bussò, più per buona educazione che altro, altrimenti sarebbe stata già dentro casa Salvatore senza pensarci due volte. Tanto era sicura che fossero tutti lì.

Le aprì uno Stefan mezzo nudo seguito da Rebekah che si rimetteva la maglietta.

-Oh, Caroline... ehm...-.

Era rimasta a bocca aperta letteralmente.

-...Noi ecco, noi...-.

-Santo cielo Stefan, risparmiami i particolari!- strillò con la voce più acuta del solito.

-Ciao, Caroline- soffiò Rebekah.

Caroline la fissò senza dire nulla. Li scostò malamente ed entrò nell'ampio salone.

-Io non capisco Stefan, che sta succedendo? Perchè sei con... questa? Cosa credi di fare?- urlò tutto d'un fiato.

-Attenta alle parole che usi ragazzina- scandì Rebekah.

-Care, calmati, va bene? Siediti e parliamo con calma- disse Stefan recuperando la sua maglia.

Si sedette nel divano, aspettando che lo facesse anche lui.

-Dove sono Damon e gli altri?- iniziò ansiosa.

-Jeremy, Bonnie e Alaric sono nel suo appartamento. Damon... non so dove sia Damon- rispose il vampiro con tono cupo, abbasando lo sguardo.

Caroline chiuse un attimo gli occhi, come per liberare la testa da ansie inutili, e chiese ciò che le interessava davvero.

-Dov'è Elena?-.

Anche se iniziava ad avere paura della risposta che avrebbe ottenuto.

Stefan guardò Rebekah per un lungo momento, che annuì, poi tornò a osservare lei. Si passò una mano tra i capelli, in un gesto nervoso.

-A casa-.

Caroline rilasciò il respiro finora trattenuto.

-Con Klaus- aggiunse dopo un po’ Stefan.

Lei rimase immobile. Un secchio di acqua gelida sarebbe stato meno devastante in quel momento. -Con Klaus. Elena è a casa con Klaus-.

-Sì- confermò serio Stefan.

-E tu sei qui con Rebekah- disse ancora Caroline.

-Sì-.

Rebekah sbuffò -Sai che non me n'ero affatto accorta? Grazie per averci illuminato Caroline!-. Caroline perse tutta la calma e si alzò dal divano. Stefan la imitò e la bloccò prima che si prendessero entrambe per i capelli.

-Lasciami ammazzare questa stronza Stefan! Lasciami!-.

-Care, calmati adesso!-.

Rebekah sorrise soddisfatta.

-Cosa è successo ad Elena? Cosa le ha fatto quell'assassino?- urlò fuori di se.

Perchè qualcosa era successa, non poteva essere così, come le aveva confessato il giorno prima. Forse era vittima di qualche incatesimo, forse era impazzita...

-Caroline, non è successo nulla di grave, puoi stare tranquilla-.

-Nulla di grave?! L'ultima cosa che Elena mi ha detto è stata che era innamorata di Klaus! Per te è tutto normale?-.

-Non dico che sia normale, ma soltanto che riguarda Elena e nessuno di noi...-.

-Stefan, Klaus le ha distrutto la vita-.

-Lo so-.

-E anche a te.-.

-Lo so-.

-E a me-.

Lacrime traditrici le offuscarono la vista e presero a scorrere per le guance diafane, facendo colare il trucco. Stefan l'abbracciò.

-Caroline, nessuno di noi se l'è passata bene ultimamente, specialmente Elena. Merita di scegliere da sola, su qualunque cosa. Fidati, è così.-.

Rebekah alzò gli occhi al cielo. -Possibile che si tratti sempre e solo della povera Elena? Tutti abbiamo sofferto! E per la cronaca, anche Klaus-.

Calò il silenzio sulla stanza.

-Quella doppelganger non lo merita-.

Stefan sospirò e si lasciò cadere nel divano. Caroline rimase in piedi, immobile, di fronte a Rebekah.

-Bekah non ti ci mettere anche tu, è già difficile così...-.

-Non sai cosa ha passato mio fratello, e sta facendo di nuovo lo stesso errore-.

-Non è detto. Magari questa volta sarà diversa-.

-E se così non fosse? Ne uscirà straziato! Di nuovo!-.

Stefan non seppe più cosa ribattere, mentre Rebekah era sull'orlo delle lacrime e Caroline era caduta in un mutismo insolito per lei.

Non si poteva andrae avanti in questo modo, pensò.

 

 

Lo scrosciare dell'acqua sulla pelle le distese un poco i nervi. Mentre insaponava i capelli prese a riordinare i suoi pensieri e le sue emozioni.

Era svenuta il giorno prima -mentre Klaus prendeva il suo sangue- con un braccio rotto e varie contusioni. Ora il braccio sembrava completamente a posto e i lividi erano del tutto spariti (solo lo sporco era rimasto in effetti). Era ancora piuttosto indolenzita però.

Mikael era di certo morto. Doveva esserlo, o non avrebbe trovato nella sua cucina un Klaus mezzo nudo che si faceva un panino. Arrossì al solo pensiero. Non sapeva cosa ci facesse a casa sua, né dov'erano tutti gli altri. Era sola con Klaus.

Il cuore riprese a martellare incessantemente. Quella sensanzione, quella morsa allo stomaco... era davvero innamorata. Innamorata.

Da quando non pensava più a Stefan? Quando le cose erano cambiate a tal punto?

Lo sai quando, disse quella vocina petulante nella sua testa.

Basta, dovevano assolutamente parlare. L'ultima volta erano stati interrotti, ma adesso erano soli e non sarebbe successo. Avrebbe ottenuto tutte le risposte che voleva. Uscì dal bagno e si vestì velocemente con una tuta, e prese qualcosa dall'armadio di Jeremy per quello screanzato.

Scese veloce le scale e lo trovò a guardare la TV.

-Mettiti questi subito- disse lanciando una maglietta e un pantalone scuri in faccia all'ibrido.

-Ehi, che modi!- si lamentò lui.

Si girò e si coprì il viso fintanto che si metteva i vestiti. -Ti stanno?-.

-Mh, più o meno... -.

Si voltò a guardarlo. Non si sarebbe mai stancata di guardarlo. Ma non era il momento.

-Dobbiamo parlare-.

Lui la guardò senza rispondere, il suo sguardo che le scrutava il volto attentamente.

Lei lo fissò a sua volta, perdendosi nei suoi occhi verdi. Che celavano sempre un velo di tristezza. Le immagini iniziarono a farsi sfocate e le venne un forte capogiro.

-Cos...?- mormorò prima di perdere l'equilibrio e cadere.

Divenne tutto buio.

 

 

Grazie a i suoi riflessi era riuscito a prenderla prima che sbattesse la testa a terra. L’aveva sollevata e distesa sul divano, sistemandole la testa in grembo.

Immobile, la guardava. Le labbra semiaperte, i capelli lunghi che ricadevano sulle sue gambe, il lieve alzarsi ed abbassarsi del suo petto.

Era svenuta perché era ancora debole.

Il sangue che gli aveva donato il giorno prima era stato troppo, e anche se le aveva fatto immediatamente bere il proprio, per guarirla dalle ferite più gravi, era ancora molto debole.

Non si era azzardato a toccarla. Era minuta, uno scricciolo di ragazza.

Era fragile. Anche emotivamente?

Trattenne una risata per non svegliarla. Cosa gli importava dei sentimenti di quella ragazza? Il suo sangue era importante.

Se me lo permetti io posso aiutarti.

No, ormai nemmeno lui credeva più alle sue parole.

Non si trattava più solo del sangue. Non si tratta più solo degli ibridi. Di cosa allora?

Ti sei innamorato di Elena. E gli faceva male questo. Dannatamente male.

 

How the hell does a broken heart get back together when it’s torn apart?

 

Perché aveva promesso a se stesso che mai, mai in tutta la sua vita –mai per l’eternità- si sarebbe innamorato di nuovo.

Mai avrebbe permesso una seconda volta ai sentimenti di prevalere.

L’amore è la debolezza più grande di un vampiro. Ti sconvolgono, ti cambiano, ti mettono in gioco. E noi non siamo deboli, Elijah. Ti fanno soffrire.

Noi non sentiamo. Ti lasciano vuoto.

E a noi non importa. Vuoto, e poi addolorato.

Non era così, una volta. E arrabbiato.

E fino ad ora era riuscito egregiamente nel suo intento. Aveva passato ere senza soffrire più in quel modo. Ma aveva passato ere da solo. Solo, prendendo il suo cuore, spezzato –no, lacerato- e tentando di rimetterne insieme i pezzi.

 

Teach itself to start beating again…

 

Aveva “spento l’interruttore” per molti anni. Non curandosi di nulla, godendo del sangue delle vittime. Caccia, mordi, uccidi. E poi di nuovo, di nuovo e di nuovo.

In questo modo era diventato ciò che era ora. Temibile. Potente. L’Antico. Quasi una leggenda.

Era riuscito perfino a spezzare la maledizione, era diventato finalmente un ibrido. Invincibile.

Non era nemmeno caduto nell’inganno della strega originaria –no, non era più sua madre quella che era rimasta a guardare mentre i suoi figli venivano uccisi uno ad uno- ed aveva capito come creare altri ibridi.

Vi era riuscito solo perché non aveva permesso ai sentimenti di prendere il sopravvento.

Solo perché non aveva permesso a se stesso di sentire. Nessuna distrazione dal suo obiettivo.

 

Don’t you think it was hard?

 

Invece adesso sembrava tutto inutile. Tutto ciò che aveva passato, che aveva fatto… per colpa sua. Dello scricciolo di ragazza sdraiata su di lui.

Lei aveva riaperto le sue ferite- la sua colpa, il suo dolore- e voleva aiutarlo.

Ma in che modo? Non era possibile rimediare a quello che aveva fatto.

A suo fratello. Grazie fratellone!

Gli spiriti non ci concederanno un modo, Esther. Il tuo ragazzo è morto.

A lei. Lei,lei,lei. Charlotte. Grazie Nicklaus. Sono felice.

Sigillerò la tua parte mostruosa, e lo farò uccidendo lei. Morirete entrambi.

 

I didn’t even say that you died…

 

Doveva portare il peso delle loro morti innocenti per sempre. Era colpa sua. Meritava il dolore che sentiva. Non poteva sparire da un momento all’altro. Non posso. Perché? Parla con me. Non puoi aiutarmi. Nessuno può.

Però… Mikael era morto. E forse i suoi fratelli avrebbero potuto perdonarlo. Forse era ora di voltare pagina.

 

So I went looking for her

 

Inconsapevolmente aveva iniziato ad accarezzarle i capelli. Elena mugolò e aprì piano gli occhi.

Li richiuse. Li riaprì di nuovo, e li tenne fissi nei suoi. Gli sorrise; e vide che tutto il suo volto e gli occhi le si erano illuminati. Guardandolo.

In quel momento non sentiva dolore. Neanche il vuoto. Si sentiva bene.

In quel momento, con Elena che gli sorrideva, si sentiva bene.

 

and I found… you.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'autrice u.u

 

Salve gente, vi ricordate ancora di me? Se no, ne avete tutti i diritti. Conviene che almeno dia qualche spiegazione: ho avuto un blocco, il capitolo era iniziato da tempo ma non sapevo come continuare, così ho lasciato per un po'. Poi la scuola mi sta dando parecchi problemi, e mi è rivenuta un pochino “d'ispirazione” in questi giorni, che ho più momenti liberi.

Spero non ricapiti più, non voglio lasciare la storia incompleta, voglio dire, come lettrice so che non è piacevole se una fic viene lasciata a metà, e io non intendo lasciare questa. Certo, se ancora qualcuno mi segue.

Vorrei dire un grazie speciale alle persone che hanno recensito il precedente capitolo (sembra passato un secolo lo so xD):

 

AmoTVD98

emanuela89

Aniel

Silvietta1994

ErikaconlaK

Hugghina

valeriadmdb

morgansglasses

 

Uno speciale grazie a chi addirittura mi ha mandato un messaggio privato:

 

Mii_Malik

 

e soprattutto ad Aniel.

 

 

Grazie anche a chi legge in silenzio, siete tanti e mi fa comunque un grande piacere :)

 

Chiudo dicendovi di lasciare una recensione, commentate il capitolo, ditemi cosa vi è piaciuto e cosa no, accetto anche critiche, voglio migliorare :)

(Non ho risposto alle ultime recensioni per pubblicare il chap più in fretta, ma solitamente rispondo! x) )

 

A presto,

ila_D

 

 

P.S. Nelle ultime righe, le frasi inglese sono della stupenda canzone di Christina Perri, Bluebird. Consiglio a tutti di ascoltarla! :)

  
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