Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Natalja_Aljona    01/12/2012    1 recensioni
Natal'ja vende fiammiferi e sogna la Rivoluzione.
Siberiana fin nelle ossa e nel sangue, nel cuore e nell'anima, nipote di uno dei capi dei Decabristi ed ultima erede della famiglia russa più temuta dallo zar, è quasi impazzita in prigione ma sa che non è finita.
Geórgos vive per la guerra e per il cielo di Sparta.
Nato durante la Guerra d'Indipendenza Greca e nipote del capo dei Kléftes, i briganti e i partigiani del Peloponneso, ogni notte spara alle stelle perché ha un conto in sospeso con gli Dei.
Feri è uno zingaro ungherese, il terzogenito di Kolnay Desztor, il criminale del secolo, e il più coraggioso dei suoi fratelli.
Legge il destino tra le linee della mano, e tre anni di galera e lavori forzati non sono bastati a fargli smettere di credere nel suo.
Nikolaj, ussaro polacco e pianista mancato, crede di aver perso tutto.
Sa che l'epilessia, i complessi d'inferiorità nei confronti del padre morto, l'ossessione per sua cugina e i suoi sogni infranti lo uccideranno, ma la sua morte vuole deciderla lui, e a ventidue anni s'impicca per disperazione e per vendetta.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Trecentoottantanove


Trecentoottantanove

Звезды падают в моря

Zvezdy padayut v morya

Le stelle stanno cadendo in mare

 

Sparta, 8 Aprile 1844
Sessantesimo compleanno di Anželika Andreevna Valadìna Zirovskaja

 

Ti giri e cerchi di parlare
Da quale sogno vuoi tornare?
Da quale angolo lontano?
Ombre a rincorrersi sul muro
Mi viene incontro il tuo profumo
E' un mare calmo, l'incoscienza
E ho bisogno di te
Pazienza

 

Sei entrato senza far rumore
Hai preso tutte le parole
Ed hai sprecato ogni mia forza
Una rincorsa per le scale
Un'altra strada da sbagliare
Non ho mai fatto penitenza
Bastavi tu
Pazienza

 

E darsi tutto e farsi male
E andare a fondo, a fondo per cercare
Svegliati, sali su, fino a me
Brilla già in ogni via la tua luce
Chissà se avremo un'occasione
Ancora un cambio di stagione
Io benedico la tua assenza
Beata me
Pazienza

 

E resta addosso il male e il bene
Nascondo tutto, tutto nelle vene
Come sorridi tu, nessuno
Come mi guardi tu, nessuno
Oltre satelliti e aquiloni, seguirti ancora
Arriverà domani
Splende già in ogni via quella tua luce

(Pazienza, Gianna Nannini)

-Riferito a Lys e Feri-

 

-Georgij...- quel sussurrò le morì tra le labbra, e Natal'ja sentì una tremenda fitta al cuore, quando vide lo xiphos cadere a terra con uno stridente tintinnio metallico e gli occhi di Gee spalancarsi, increduli.

Si guardò le mani, Geórgos, ed erano ancora calde di sangue, il sangue di un suo amico.

Forse aveva fatto un'osservazione inopportuna su sua moglie, gli era sfuggito un complimento troppo esplicito, forse gli aveva mancato di rispetto...

Ma non avrebbe mai dovuto reagire così.

Lui non avrebbe mai reagito così...

Se non avessero ucciso suo figlio, il suo Lisandro, e ora l'idea che qualcuno gli portasse anche via anche Lys lo faceva gelare e impazzire dal terrore.

Impazzire era la parola giusta.

Era esattamente quello che era successo.

-Alja...-

Lei non ebbe bisogno di sentire altro.

Corse ad abbracciarlo, perché il modo in cui si era incrinata la voce di Gee era lo stesso in cui si era incrinato il suo cuore in quel momento.

-Mi dispiace...-

-Ѐ vivo. Hanno detto che è vivo. Ѐ ferito grave, forse gravissimo, ma si salverà-

George sorrise debolmente, almeno in parte rassicurato.

Mentre lui elaborava il folle gesto appena compiuto, Aristagora ed altri presenti avevano portato via Lisarco.

-Io... Io no, vero?-

-Non lo so... Ma tu hai me... Avrai sempre me-

-Lys...-

-Cosa c'è?- sussurrò dolcemente lei, accarezzandogli una guancia.

Gee le sorrise, e poi la baciò con tutta la tenerezza che credeva di aver bruciato con la morte di Lisandro e gli occhi luminosi per cui la biondina aveva perso la testa dieci anni prima a Liverpool.

-Senza di te... Io lo xiphos me lo sarei affondato qui-

E portò la mano di Alja sul suo cuore, lo Spartano, con quelle parole.

-Se non sapessi che hai letto tutte le tragedie di Eschilo, Sofocle e Euripide, potrei anche pensare che tu faccia sul serio- lo prese in giro Lys, pizzicandogli una guancia.

Gee detestava che lei lo trattasse come un bambino, lui, il grande eroe di Sparta, ma in fondo si comportava proprio come un bambino, con Lys, la sua Lys.

In quel momento Gee sentì una piccola manina nivea tirarlo per una manica della camicia, e abbassando lo sguardo incontrò gli occhioni azzurro-argento di Alcesti.

-Papà... Forse non avresti dovuto farlo. Voglio dire... Quel ragazzo non mi sembrava cattivo come Feri-

Ancora una volta, per Lys fu il gelo e per Gee la fatica di trattenere un sorriso di stupefatta ed incerta soddisfazione.

Alja si morse con forza il labbro inferiore, e distolse lo sguardo, tremendamente confusa.

Poco dopo cominciò a tormentarsi una ciocca particolarmente ondulata dei suoi capelli biondi, sempre più nervosa.

Non sapeva cosa pensare, o forse lo sapeva fin troppo bene.

L'aveva deciso lui.

L'aveva deciso Feri, sparando a Gee, di farsi odiare da Céline, Nikolaj e Aiace.

Ai loro occhi, Feri era “l'amante della mamma che ha cercato di uccidere papà”.

Feri lo sapeva, che sarebbe andata così.

Ma forse gli andava anche bene.

Lui non gliel'aveva mai perdonato, di aver avuto dei figli da Gee.

Eppure a Lys faceva male comunque, sentire sua figlia chiamare “assassino” il suo Capitano.

No, lui non era cattivo.

Lui era... Era Feri.

E Feri, per lei, per Natal'ja, non poteva essere altro che meraviglioso.

Céline non avrebbe dovuto parlarne così...

Non avrebbe dovuto.

Le faceva troppo male...

Feri non era così.

Quanto a Gee, aveva troppa paura.

Avrebbe voluto insultarlo fino a perdere la voce, quel maledetto Feri Desztor, ma Lys...

Lys era così indissolubilmente, inspiegabilmente legata a lui, come se avessero diviso il sangue, l'anima, la luce degli occhi, la vita.

Qualsiasi cosa fosse successa, qualsiasi cosa Feri le avesse fatto, questo non sarebbe mai cambiato.

Odiando Feri, Gee odiava anche una parte di Alja.

Non sapeva cos'era, quel maledetto legame, ma lo terrorizzava.

A Céline rispose con una carezza sui lunghi capelli chiari, ma i suoi occhi erano rivolti a Natal'ja.
Natal'ja, che non lo guardava.

Natal'ja, che fremeva e tremava.

Natal'ja, che era ancora la stessa Natal'ja di Feri Desztor.

-Lys...- mormorò, con una voce flebile e disperata ch'era uno strazio al cuore.

E Lys rispose, sì, ma non a lui.

-Lui non è come pensi, Line. Non è come pensi-

E si gettò tra le braccia di Gee, socchiudendo due occhi lividi di stelle bruciate sulla sua spalla.

-Mi dispiace, mi dispiace... Per tutto quello che vi ho fatto... E che vi ha fatto...

Che vi abbiamo fatto, io e lui... Quando lui era il mio amante... Quando non ho pensato a voi...

Ma lui non è così-

Gee la strinse più forte, forse solo per farle male.

Tu non sei sua come pensa lui e come pensi anche tu...

Io ti ho sposata.

Io sono tuo marito.

Io sono quello che ami...

Io sono il tuo Gee.

-Non è vero, non è vero, Lys... Feri è esattamente come pensa Line... Ma a te va bene così-

Poi si rivolse a Line, guardandola negli occhi turchini sgranati dallo sgomento.

-Non preoccuparti, tesoro... Per noi non è pericoloso quanto lo è per lei-

Céline scosse la testolina bionda, come se non avesse creduto a una sola parola di suo padre.

-Secondo me... Secondo me l’ha ucciso lui, Lisandro-

Céline lo sapeva.

Lo sapeva, che Feri non era lì a Sparta, ma a Krasnojarsk, a Forradalom.

Lo sapeva, che non poteva essere lì e non poteva aver davvero ucciso suo fratello.

Ma non era il gesto, che lei gli attribuiva.

No, era molto di più.

-L’ha ucciso come ucciderà la mamma-

Aveva già capito tutto, Line.

Aveva già capito troppo.

Anche se un giorno sarebbe tornata a fidarsi del Capitano.

Anche se un giorno, al contrario di suo fratello Aiace, l’avrebbe perdonato.

-Adesso andiamo, però. Andiamo a vedere come sta Lisarco- cambiò argomento Gee, che aveva ancora sulla coscienza quell’amico che da quel giorno in poi l’avrebbe odiato.

Alja annuì, gli diede la mano e lo seguì in silenzio, quasi senza guardare la strada, lasciandosi guidare.

Mentre camminavano, però, sfilò le dita dalle sue e cercò qualcosa nella manica destra del suo vestito.

Ne estrasse un ritratto stropicciato e ripiegato più volte, quel ritratto.

Il ritratto di Feri, il suo Feri.

Il suo Feri nell'inverno del 1833, a quattordici anni.

Fece ancora qualche passo più lentamente e d'un tratto allentò la presa sul lembo per cui lo teneva.

Il ritratto cadde sulla strada dissestata che conduceva alla modesta abitazione del medico dei Kléftes, Pagkratios Panagiotis.

Era quasi sicura di non conoscerla...

E non avrebbe fatto niente per impararla.

Non sarebbe tornata indietro a raccoglierlo.

Poi diede di nuovo la mano a Gee, che prima di prendergliela le accarezzò dolcemente i capelli, malcelando un sorriso.

Lui fece finta di non aver visto, e lei fece finta di non stare per piangere.

 

Даже в зеркале разбитом
Над осколками склонясь
В отражениях забытых
Вновь увидишь ты меня
И любовь безумной птицей
Разобьет твое окно
Снова буду тебе сниться
Буду сниться все равно

 

Anche in uno specchio rotto

Piegato sui frammenti

Mi vedrai ancora

Nei riflessi dimenticati

E l’amore come un uccello pazzo
Romperà la tua finestra

Mi sognerai ancora

Mi sognerai sempre

(Единственная Моя, Филипп Киркоров

Edinstvennaya Moya, L’unica per me, Philipp Kirkorov)

-Riferito a Feri e Lys-

 

[...]


Angelo mio, saltiamo
Spaccami il cuore, piano
Portami ovunque, senza andare via
Basterà

Abbracciami
Niente ci può sciogliere
Ancora i tuoi sospiri, le notti a ridere

 

Lascia che sia la sera a farci illudere
Prima che passi questa notte invano


Amore mio, ti amo
Spaccami il cuore, piano
Solo uno sguardo prima di andar via
Basterà

(Suicidio d’Amore, Gianna Nannini)

-Riferito a Lys e Feri-

 

 

Note

 

Звезды падают в моря - Zvezdy padayut v morya - Le stelle stanno cadendo in mare:

Единственная Моя, Филипп Киркоров (Edinstvennaya Moya, L’unica per me, Philipp Kirkorov).

 

Questo capitolo...

Credo di averci lasciato quel che rimane della mia sanità mentale di oggi.

Giornata distruttiva, la settimana in generale lo è stata, ma oggi in particolare mi sono sentita in frantumi...

E dopo aver schematizzato non so quante diverse specie di batteri per l’interrogazione di scienze di martedì, ho scritto questo capitolo, e non so ancora esattamente se sia stato un male o un bene.

Non lo commento, perché non ci riuscirei...

Perché ci sarebbero troppe cose da dire, e stavolta preferisco non dirne nessuna.
Faccio presente solo il parallelismo con il Capitolo 387, sempre per la questione del ritratto.

Spero davvero che vi sia piaciuto!

 

A presto ;)

Marty

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Natalja_Aljona