Trecentoottantanove
Звезды
падают в моря
Zvezdy padayut v
morya
Le stelle stanno cadendo in mare
Sparta, 8 Aprile 1844
Sessantesimo compleanno di Anželika Andreevna Valadìna Zirovskaja
Ti giri e cerchi di parlare
Da quale sogno vuoi tornare?
Da quale angolo lontano?
Ombre a rincorrersi sul muro
Mi viene incontro il tuo profumo
E' un mare calmo, l'incoscienza
E ho bisogno di te
Pazienza
Sei entrato senza far rumore
Hai preso tutte le parole
Ed hai sprecato ogni mia forza
Una rincorsa per le scale
Un'altra strada da sbagliare
Non ho mai fatto penitenza
Bastavi tu
Pazienza
E darsi tutto e farsi male
E andare a fondo, a fondo per cercare
Svegliati, sali su, fino a me
Brilla già in ogni via la tua luce
Chissà se avremo un'occasione
Ancora un cambio di stagione
Io benedico la tua assenza
Beata me
Pazienza
E resta addosso il male e il bene
Nascondo tutto, tutto nelle vene
Come sorridi tu, nessuno
Come mi guardi tu, nessuno
Oltre satelliti e aquiloni, seguirti ancora
Arriverà domani
Splende già in ogni via quella tua luce
(Pazienza, Gianna Nannini)
-Riferito
a Lys e Feri-
-Georgij...- quel sussurrò le morì tra le labbra, e Natal'ja sentì una tremenda
fitta al cuore, quando vide lo xiphos cadere a terra con uno stridente
tintinnio metallico e gli occhi di Gee spalancarsi, increduli.
Si guardò le mani, Geórgos,
ed erano ancora calde di sangue, il
sangue di un suo amico.
Forse aveva fatto un'osservazione
inopportuna su sua moglie, gli era sfuggito un complimento troppo esplicito,
forse gli aveva mancato di rispetto...
Ma non avrebbe mai dovuto reagire così.
Lui non avrebbe mai reagito
così...
Se non avessero ucciso suo figlio, il suo Lisandro,
e ora l'idea che qualcuno gli portasse anche via anche Lys lo faceva gelare e
impazzire dal terrore.
Impazzire era la parola
giusta.
Era esattamente quello che era successo.
-Alja...-
Lei non ebbe bisogno di
sentire altro.
Corse ad abbracciarlo,
perché il modo in cui si era incrinata la voce di Gee era lo stesso in cui si
era incrinato il suo cuore in quel momento.
-Mi dispiace...-
-Ѐ vivo. Hanno detto che è vivo. Ѐ ferito grave, forse gravissimo, ma si
salverà-
George sorrise debolmente,
almeno in parte rassicurato.
Mentre lui elaborava il
folle gesto appena compiuto, Aristagora ed altri presenti avevano portato via
Lisarco.
-Io... Io no, vero?-
-Non lo so... Ma tu hai me... Avrai sempre me-
-Lys...-
-Cosa c'è?- sussurrò dolcemente
lei, accarezzandogli una guancia.
Gee le sorrise, e poi la
baciò con tutta la tenerezza che credeva di aver bruciato con la morte di
Lisandro e gli occhi luminosi per cui la biondina aveva perso la testa dieci
anni prima a Liverpool.
-Senza di te... Io lo xiphos me lo sarei affondato qui-
E portò la mano di Alja
sul suo cuore, lo Spartano, con quelle parole.
-Se non sapessi che hai
letto tutte le tragedie di Eschilo, Sofocle e Euripide, potrei anche pensare
che tu faccia sul serio- lo prese in giro Lys, pizzicandogli una guancia.
Gee detestava che lei lo
trattasse come un bambino, lui, il grande eroe di Sparta, ma in fondo si comportava
proprio come un bambino, con Lys, la sua
Lys.
In quel momento Gee sentì
una piccola manina nivea tirarlo per una manica della camicia, e abbassando lo
sguardo incontrò gli occhioni azzurro-argento di Alcesti.
-Papà... Forse non avresti dovuto farlo. Voglio
dire... Quel ragazzo non mi sembrava
cattivo come Feri-
Ancora una volta, per Lys
fu il gelo e per Gee la fatica di trattenere un sorriso di stupefatta ed incerta
soddisfazione.
Alja si morse con forza il
labbro inferiore, e distolse lo sguardo, tremendamente confusa.
Poco dopo cominciò a tormentarsi
una ciocca particolarmente ondulata dei suoi capelli biondi, sempre più
nervosa.
Non sapeva cosa pensare, o
forse lo sapeva fin troppo bene.
L'aveva deciso lui.
L'aveva deciso Feri,
sparando a Gee, di farsi odiare da Céline, Nikolaj e Aiace.
Ai loro occhi, Feri era “l'amante della mamma che ha cercato di
uccidere papà”.
Feri lo sapeva, che
sarebbe andata così.
Ma forse gli andava anche
bene.
Lui non gliel'aveva mai perdonato, di aver avuto
dei figli da Gee.
Eppure a Lys faceva male comunque,
sentire sua figlia chiamare “assassino” il
suo Capitano.
No, lui non era cattivo.
Lui era... Era Feri.
E Feri, per lei, per Natal'ja, non poteva essere
altro che meraviglioso.
Céline non avrebbe dovuto
parlarne così...
Non avrebbe dovuto.
Le faceva troppo male...
Feri non era così.
Quanto a Gee, aveva troppa
paura.
Avrebbe voluto insultarlo
fino a perdere la voce, quel maledetto Feri Desztor, ma Lys...
Lys era così indissolubilmente, inspiegabilmente
legata a lui, come se avessero diviso il sangue, l'anima, la luce degli occhi,
la vita.
Qualsiasi cosa fosse
successa, qualsiasi cosa Feri le avesse fatto, questo non sarebbe mai cambiato.
Odiando Feri, Gee odiava anche una parte di Alja.
Non sapeva cos'era, quel
maledetto legame, ma lo terrorizzava.
A Céline rispose con una
carezza sui lunghi capelli chiari, ma i suoi occhi erano rivolti a Natal'ja.
Natal'ja, che non lo guardava.
Natal'ja, che fremeva e
tremava.
Natal'ja, che era ancora la stessa Natal'ja di Feri
Desztor.
-Lys...-
mormorò, con una voce flebile e disperata ch'era uno strazio al cuore.
E Lys rispose, sì, ma non
a lui.
-Lui non è come pensi,
Line. Non è come pensi-
E si gettò tra le braccia di
Gee, socchiudendo due occhi lividi di stelle bruciate sulla sua spalla.
-Mi dispiace, mi dispiace... Per tutto quello che vi ho fatto... E che vi ha fatto...
Che vi abbiamo fatto, io e lui... Quando lui era il mio amante... Quando non ho pensato a voi...
Ma lui non è così-
Gee la strinse più forte,
forse solo per farle male.
Tu non sei sua come pensa lui e come pensi anche
tu...
Io ti ho sposata.
Io sono tuo marito.
Io sono quello che ami...
Io sono il tuo Gee.
-Non è vero, non è vero, Lys... Feri è esattamente
come pensa Line... Ma a te va bene così-
Poi si rivolse a Line, guardandola
negli occhi turchini sgranati dallo sgomento.
-Non preoccuparti,
tesoro... Per noi non è pericoloso quanto
lo è per lei-
Céline scosse la testolina
bionda, come se non avesse creduto a una sola parola di suo padre.
-Secondo me... Secondo me l’ha ucciso lui, Lisandro-
Céline lo sapeva.
Lo sapeva, che Feri non
era lì a Sparta, ma a Krasnojarsk, a Forradalom.
Lo sapeva, che non poteva
essere lì e non poteva aver davvero ucciso suo fratello.
Ma non era il gesto, che lei gli attribuiva.
No, era molto di più.
-L’ha ucciso come ucciderà la mamma-
Aveva già capito tutto,
Line.
Aveva già capito troppo.
Anche se un giorno sarebbe
tornata a fidarsi del Capitano.
Anche se un giorno, al contrario di suo fratello
Aiace, l’avrebbe perdonato.
-Adesso andiamo, però. Andiamo a vedere come sta Lisarco- cambiò
argomento Gee, che aveva ancora sulla coscienza quell’amico che da quel giorno
in poi l’avrebbe odiato.
Alja annuì, gli diede la
mano e lo seguì in silenzio, quasi senza guardare la strada, lasciandosi
guidare.
Mentre camminavano, però,
sfilò le dita dalle sue e cercò qualcosa nella manica destra del suo vestito.
Ne estrasse un ritratto
stropicciato e ripiegato più volte, quel
ritratto.
Il ritratto di Feri, il suo Feri.
Il suo Feri nell'inverno del 1833, a quattordici
anni.
Fece ancora qualche passo
più lentamente e d'un tratto allentò la presa sul lembo per cui lo teneva.
Il ritratto cadde sulla
strada dissestata che conduceva alla modesta abitazione del medico dei Kléftes,
Pagkratios Panagiotis.
Era quasi sicura di non
conoscerla...
E non avrebbe fatto niente
per impararla.
Non sarebbe tornata indietro a raccoglierlo.
Poi diede di nuovo la mano
a Gee, che prima di prendergliela le accarezzò dolcemente i capelli, malcelando
un sorriso.
Lui fece finta di non aver
visto, e lei fece finta di non stare per piangere.
Даже в
зеркале
разбитом
Над
осколками
склонясь
В отражениях
забытых
Вновь
увидишь ты
меня
И любовь
безумной
птицей
Разобьет
твое окно
Снова буду
тебе сниться
Буду сниться
все равно
Anche in uno specchio rotto
Piegato sui frammenti
Mi vedrai ancora
Nei riflessi dimenticati
E l’amore come un uccello pazzo
Romperà la tua finestra
Mi sognerai ancora
Mi sognerai sempre
(Единственная
Моя, Филипп
Киркоров
Edinstvennaya Moya, L’unica per me,
Philipp Kirkorov)
-Riferito
a Feri e Lys-
[...]
Angelo mio, saltiamo
Spaccami il cuore, piano
Portami ovunque, senza andare via
Basterà
Abbracciami
Niente ci può sciogliere
Ancora i tuoi sospiri, le notti a ridere
Lascia che sia la sera a farci
illudere
Prima che passi questa notte invano
Amore mio, ti amo
Spaccami il cuore, piano
Solo uno sguardo prima di andar via
Basterà
(Suicidio d’Amore, Gianna
Nannini)
-Riferito a Lys e Feri-
Note
Звезды
падают в моря
- Zvezdy padayut v morya - Le stelle stanno cadendo in mare:
Единственная
Моя, Филипп
Киркоров (Edinstvennaya Moya,
L’unica per me, Philipp Kirkorov).
Questo capitolo...
Credo di averci lasciato
quel che rimane della mia sanità mentale di oggi.
Giornata distruttiva, la
settimana in generale lo è stata, ma oggi in particolare mi sono sentita in
frantumi...
E dopo aver schematizzato
non so quante diverse specie di batteri per l’interrogazione di scienze di
martedì, ho scritto questo capitolo, e non so ancora esattamente se sia stato
un male o un bene.
Non lo commento, perché
non ci riuscirei...
Perché ci sarebbero troppe
cose da dire, e stavolta preferisco non dirne nessuna.
Faccio presente solo il parallelismo con il Capitolo 387, sempre per la questione del ritratto.
Spero davvero che vi sia
piaciuto!
A presto ;)
Marty