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Autore: leedskiss    01/12/2012    7 recensioni
Perché Dan la voleva salvare? Era un caso perso.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. Lost cause.


Allie abbassò lentamente la testa, chiuse e riaprì gli occhi più volte, ma le lacrime non scendevano, lei sapeva di aver sbagliato, ma non era quello il problema. Il problema era che lei sbagliava sempre, da quello stramaledettissimo giorno di un anno e mezzo fa.
Arrivò un poliziotto e la guardò con aria severa e poi le porse una tazza di caffè.
‘’E’ già la seconda volta Allie Spink, ti dobbiamo arrestare direttamente?’’ disse il poliziotto ma non con tono minaccioso, più che altro con quello di un padre preoccupato.
Allie aveva un mal di testa terribile, forse per i troppi drink bevuti poco prima, uscì dalla stazione di polizia e prese il pacchetto di sigarette, una novità per lei.
Una novità sempre da un anno e mezzo.
Iniziò a formare piccoli cerchietti con il fumo, le macchine passavano veloci, nessuno in strada, era troppo tardi, anche per lei.
Arrivò il poliziotto e le disse ‘’Ho chiamato il tuo amico, sta arrivando.’’ E ritornò all’interno della stazione di polizia.
Allie prese un fazzolettino si tolse il rossetto rosso, premeva il fazzoletto con sempre più forza, come a volersi cancellare dalla faccia della terra.
Passarono parecchi minuti, forse passò una mezz’oretta e lei aveva già fumato circa 8 sigarette, iniziò a tossire e a piangere, di nuovo.
Si asciugò le lacrime che finalmente erano arrivate, si sedette sul ciglio della strada, come ad aspettare un salvatore, qualcuno.
E in quel momento davanti a lei si fermò una ferrari rossa, sapeva di chi fosse.
Alzò lentamente la testa, non aveva voglia di notare l’ennesima volta la sua espressione dura e indecifrabile.
‘’Alzati, su. Vado a parlare dentro e poi andiamo.’’ Disse l’amico che indossava un berretto e le lanciò le chiavi della macchina.
Non le disse nulla, e forse questo la faceva sentire ancora più in colpa e inutile.
‘’Grazie.’’ Balbettò la ragazza dai capelli corti – ma il ragazzo aveva già sbattuto la porta della stazione di polizia.
Allie prese la sua borsa da terra, infilò il giubbotto di pelle nera e si sedette dietro, e iniziò a fissare al di fuori del finestrino, le macchine che passavano erano sempre più poche e cercava di intravedere le stelle, ma quella notte le nuvole le avevano negato la visione.
Alla fine si scocciò di aspettare il ragazzo e si stese, aveva bisogno di dormire,e  perché no, anche di pensare. Aveva sempre evitato di pensare durante quel periodo, si era limitata ad agire come un’idiota e a far preoccupare l’amico che prima o poi l’avrebbe abbandonata, come tutti gli altri.
Cadde in un sonno profondo.
 
Intanto il ragazzo aveva finito di parlare e di chiarire l’accaduto con il poliziotto che aveva evitato il peggio, così entrò in macchina e iniziò a parlare.
‘’Allie, ma…’’ e subito dopo si accorse che la ragazza dormiva, come un angelo.
Sbuffò e accese il motore, in una mezz’oretta arrivarono a casa.
Non aveva voglia di svegliarla, anzi sì, ne aveva voglia, per poi scuoterla e chiederle cosa le era preso, un’altra volta, ma era assolutamente inutile: lei si sarebbe cacciata nei guai e lui, come un idiota, sarebbe sempre andato da lei per rimediare ai suoi sbagli.
Uscì dalla macchina e prese la ragazza in braccio. Aprì lentamente la porta e la portò in camera da letto, la camera che da un anno e mezzo era diventata della ragazza.
Vivevano insieme, ma era un inferno, lei entrava e usciva liberamente, lo adorava e lo mandava al diavolo quando voleva.
Arrivò al letto, la distese lì e la coprì con la sua coperta, poi prima di uscire, le diede un bacio sulla fronte.
Tutto andrà bene – pensò Dan.
 
Allie aveva fatto lo stesso incubo, e la mattina, quando si svegliò si stropicciò gli occhi e malvolentieri si alzò dal letto.
Si guardò allo specchio, cercando di trovare qualcosa che non fosse cambiato in lei, ma non trovò nulla, anzi sì, forse solo gli occhi verdissimi, di quel verde chiaro, come un cerbiatto, ma lei ricordava più una volpe, una volpe stanca di correre di qua e di là, di fare la furba, voleva riposarsi, ma sapeva benissimo che per lei il riposo avrebbe voluto significare, e ricordi sofferenza.
Si struccò lentamente, cercando di far passare l’intera mattinata, e perché no, anche l’intera vita, voleva solo rivederli.
Voleva rivedere sua madre, sempre così dolce e sorridente, suo padre, sempre duro, ma alla fine dal cuore tenero, e poi. Oh. E poi il suo fratellino Nat, cioè Nathan.
Avrebbe voluto stringerli a sé per un secondo.
Quella maledetta sera di tardo settembre, quella nebbia, e quella macchina.
Indossò una felpa e scese giù, avrebbe assistito alla solita predica o l’amico l’avrebbe semplicemente uccisa, ferita e punita con il suo sguardo duro e il suo silenzio?
Scese lentamente le scale della casa, e intravide il ragazzo con una maglietta rossa, con una vecchia stampa, dei pantaloncini, alle prese con delle frittelle.
‘’Lascia, faccio io.’’ Sussurrò Allie prendendo le uova.
‘’Oh, Allie.’’
A cosa avrebbe assistito? A entrambe le cose, no, non poteva fare così.
Annuì come ad ammettere i suoi sbagli, ma per l’amico non era abbastanza, le doveva fare la ramanzina.
Perché la voleva salvare? Era un caso perso.

ALLIE'S POV.



“Non possiamo andare avanti così Allie..” Iniziò Dan sedendosi su una delle sedie bianche della cucina “..il fatto è che tu sai che io ci sono per te ma se per caso un giorno non dovessi esserci più neanche io non puoi andare in giro per la città e fare avanti indietro dalla caserma della polizia. Se non ti dai una regolata finirai davvero in carcere.” Fissai praticamente allibita il ragazzo, sapevo cosa avevo passato ma, nonostante tutto, riusciva sempre a farmi stare peggio. Quella volta però aveva esagerato, quelle parole appena uscite dalla sua bocca mi arrivarono addosso tutte d’un colpo quasi trafiggendomi moralmente. 
“E allora lasciami anche tu, ora, cos’hai da perdere? Lo so che per te sono solo un peso e nient’altro..”
Dan si alzò e mi afferrò un braccio. 
“Tu non hai capito proprio niente Allie!” riuscii a divincolarmi dalla sua presa, strinsi i pugni e lo fissai “penso invece di aver capito più di quello che c’era da capire..” quelle parole mi uscirono come del veleno. Non poteva parlarmi in quel modo, non ne aveva il diritto.. chi era lui per poterlo fare?
“Se ti dico queste cose è solo per il tuo bene, voglio solo riuscire a farti tornare la vecchia Allie. Quella ragazza piena di vita, quella ragazza che aveva sempre un sorriso per tutti qualunque cosa stesse succedendo..” scossi la testa.
“Non l’hai ancora capito che quella ragazza non c’è più” sottolineai le ultime parole con più enfasi, doveva capirlo. Calò il silenzio in tutta la casa. Poi mi decisi. 
“Me ne vado..” uscii dalla cucina sotto gli occhi vigili di Dan. “dove stai andando?” chiese lui cercando di venirmi dietro. “lontano da te” sussurrai, non era una risposta vera e propria per il ragazzo infatti penso che non l’avesse nemmeno sentita. Uscii di casa e feci sbattere la porta. Tirai fuori una sigaretta e iniziai a consumare l’unica cosa che poteva farmi stare almeno un po’ meglio in quel momento. Non sapevo esattamente dove stavo andando ma l’importante era andare via.

Camminavo. Si, camminavo ormai da qualche ora e le gambe iniziavano a farmi male. Cercavo di non pensare a niente, tutto quello che poteva girarmi per la mente poteva farmi soffrire per questo non volevo ma alla fine tentar di tener la mente vuota era impossibile. Mi sedetti su una panchina in un piccolo parchetto. Lì intravidi le mamme e i papà che accompagnavano i loro bambini, che giocavano con loro.
“Nat!” gridai spalancando gli occhi.. Per un attimo mi era parso di vedere proprio li in mezzo a tutti quei marmocchi il mio piccolo fratellino. Scossi il capo e quando capii che quello non era lui e non sarebbe mai potuto essere lui. Mi ritornarono in mente i suoi capelli biondissimi, i suoi occhi colore del ghiaccio.. aveva preso tutto dal nonno non che padre di mio padre. E poi mi ritornò in mente il suo sorriso e quello di mamma e papà. Sentii qualcosa di umido scendermi lentamente sulla guancia sinistra, una lacrima.. una lacrima seguita poi da un’altra e un’altra ancora.
“La vecchia Allie non c’è più..” sussurrai quella frase, se era vera o meno in quel momento non mi interessava. In quel momento scattò qualcosa nella mia testa. Stavo già abbastanza male per conto mio non potevo allontanare anche le cose belle che erano rimaste nella mia vita.

Bussai più volte a quella porta di legno scuro, dopo qualche minuto si aprì lasciando spazio a un Dan con sguardo stupito ma allo stesso tempo felice. Era vestito come la mattina, probabilmente non era uscito.. forse era rimasto a casa proprio per aspettare me, che forse non sarei nemmeno tornata. Mi avvicinai a lui con gli occhi gonfi. Lo abbracciai “perdonami Dan..” riuscii a sussurrare solo quelle due parole le lacrime che ero riuscita a trattenere per tutto il tragitto scoppiarono e mi riempirono il volto. Il ragazzo mi strinse forte a sé “va tutto bene Allie, tranquilla. Ci sarò sempre per te e questo lo sai. Va tutto bene”.

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xtheymakemestronger:

Ecco il risultato della prima collaborazione fra me e quella meraviglia di Happenin.
Ma parliamo di qualcosa di più importante lol.
Vi piace? Sì l'inizio è un pò malinconico, ma tutto si aggiusterà.
Sono così entusiasta di lavorare con quella meraviglia, scrive benissimo vfxdjhgd *si gasa*
al prossimo capitolo, xtheymakemestronger.

 

happenin:
sciao bellissimi e bellissime  comunque grazie di essere arrivati a leggere fino a qui. 

Allora che ne dite? Com’è venuto questo primo capitolo di questa collaborazione tra me e la mia socia (lol) 
Ve lo dico io e xtheymakemestronger siamo gasatissime per questa fan fiction e speriamo piaccia a voi tanto quanto piace a noi.
Non voglio annoiarvi con commenti troppo lunghi quindi, niente. Al prossimo capitolo!

Un bacione tanto tanto grande a voi, mari.


 

on twitter:
xniallersguitar and tommoshorts.

  
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