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Autore: Hunterwolf    02/12/2012    3 recensioni
chi è Crocodile ? qual'è la sua vera storia ? e Smoker ? per quale motivo è entrato in marina se è così ribelle ? Ma, siete sicuri di voler scoprire questa agghiacciante e incredibile verità ? a volte le cose che crediamo più naturale nascondono delle sfumature senza pari...
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baroque Works, Crocodile, Smoker, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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Non gli era mai piaciuto il governo mondiale, di solito un pirata non sottostava alle regole di nessuno, ma se voleva raggiungere il suo obbiettivo era necessario che rimanesse al proprio posto. A volte si chiedeva perché il destino gli avesse affidato un cammino tanto tortuoso e doloroso, ma poi si ricordava cosa era in realtà e scacciava quel ridicolo pensiero ; non doveva mai dimenticare cosa era e cosa, soprattutto, doveva e non poteva diventare. Ma sentiva che il suo momento stava arrivando, non aveva più molto tempo e sentiva nella propria anima che loro si stavano muovendo.
Era stato convocato dal governo per le solite noiosissime riunioni degli Shichibukai, tanto parlare e non agire serviva a poco, dal suo punto di vista, ma a nessuno, per sua fortuna, fregava il suo parere. Camminava deciso per i corridoi silenziosi del palazzo di Marijoa, quando sentì una inconfondibile e fastidiosa risata : da un angolo sbucò uno strano tipo alquanto alto, con i capelli biondi e corti e portava una ridicola giacca rosa fatta di piume, ricordava molto un fenicottero e infatti quello era Donquijote Doflamingo. Si avvicinò ad un altro corridoio, nel tentativo di evitarlo, ma quello stupido fenicottero lo vide e si diresse verso di lui.
-Ehilà, Crocodile !! Da quanto tempo, ma dov’eri finito !?!- gli chiede quello.
Crocodile si voltò. Indossava una camicia rossa con un gilè, la cravatta e i pantaloni neri ; il suoi occhi erano di un giallo intenso, come due monete d’oro e i capelli erano di un nero più denso della notte. Una lunga cicatrice gli divideva la faccia in modo laterale, dall’orecchio destro al sinistro. Il suo sguardo era la cosa che faceva più paura di lui.  
-Non credo siano affari tuoi.- gli risponde gelido.
-Diavoli, il tuo caratteraccio non è affatto migliorato, anzi, è peggiorato, credimi !!!- questa volta, quel idiota gli parlò tra una risata e l’altra.
-Siamo appena arrivati  e voi due vi mettete subito a litigare !! Siete semplicemente insopportabili e infantili !- disse una giovane donna che assisteva alla scena da un angolo buio.
-Ehi, non mi faccio dire una cosa del genere da una come te, capito !  Il modo in cui ti comporti tu, non è certo diverso dal mio.- non era arrabbiato, ma Crocodile non poteva assolutamente digerire quella donna, Boa Hancock.
-Perché non vieni qui a ripetermelo in faccia, brutto coccodrillo che non sei altro !!!- gli urlò lei in preda alla rabbia.
-Se venissi lì, potrei dire delle cose che potrebbero offendere le tue delicate orecchie, principessa serpente dei miei stivali.- il suo tono di voce non era affatto cambiato, era sempre calmo e gelido e sembrava che nulla poteva smuoverlo.
A questo punto Hancock stava letteralmente scoppiando dall’ira, non sopportava l’arroganza e la sicurezza di quel uomo ; stava per dirigersi verso di lui quando un’imponente uomo-pesce la fermò.
-Ora basta voi due ! non ci hanno convocato per ammazzarci a vicenda, quindi sarà un bene per tutti se voi due andaste d’accordo.- disse Jimbei.
-Per la cronaca, non sono stato io a cominciare e comunque non mi serve fare amicizia con lei, mi basta evitarla per sopravvivere a queste schifosissime riunioni, tanto non servono a nulla le loro chiacchere…- le parole di Crocodile erano rimaste nel vuoto, poiché dal fondo del corridoio si udirono dei passi, di un uomo sicuramente imponente, che si avvicinavano a quei quattro, che stavano in silenzio. I passi si facevano sempre più vicini e alla fine videro un uomo con una grossa spada nera, Yoru, sulle spalle: indossava un vestito, nero e rosso con decorazioni floreali, incorporato con un mantello nero e un capello da moschettiere con una piuma verde ; i suoi stivali producevano un suono che rimbombava nel silenzio del corridoio e il ciondolo a croce, che aveva al collo, brillava per la luce che filtrava dalle finestre.
-Avevo il fondato sospetto che alla fine saresti venuto, Drakul Mihawk.- gli disse Crocodile quasi ironico.
-Dimmi, allora, cosa ti ha fatto venire questo sospetto? Non mi sembra che le riunioni del governo siano così eccitanti da farmi venire fin qui…- la sua voce era gelida quanto l’acciaio nero della sua spada.
-Questo è vero, ma di certo lo sono di più che starsene nella noia più assoluta, una cosa che mi sembra non ti vada molto a genio.- diceva il vero : Mihawk odiava annoiarsi e se per passare il tempo doveva partecipare a delle riunioni, diciamo che faceva uno sforzo.
-Dovresti mettere un segnale di pericolo quando parli, la tua lingua è più velenosa di quella di Hancock.-
-Grazie, lo prendo come un complimento da te.-
-Ehi, voi due, che cosa vorreste dire con questo ?!?- gli urlò lei.
-Esattamente quello che hanno detto, che l’alligatore ha più fegato di te a dire le cose, oppure che possiede una linguaccia più biforcuta di quella di un serpente… non so quale delle due valga di più!- gli rispose Doflamingo con un grande sorriso. Non c’era più alcun motivo per discutere, tutto era concluso ma in fondo il conto era ancora aperto. Poco dopo, si diressero verso una grande sala dove c’erano al aspettarli altri due Shichibukai : Gekko Moria e Orso Bartolomio. Erano entrambi enormi, il primo dei due somigliava ad una lucertola, mentre il secondo ricordava molto un orso.
-Kishishishishishishi!! Siete in ritardo, non vi sarete mica persi per i corridoi?!?- chiese Moria divertito.
-No.- gli rispose Crocodile secco e glaciale. L’altro bestione non disse nulla, rimase in silenzio, poi chiuse il libro che teneva in mano quando vide arrivare un uomo in uniforme ; per la cronaca, portava un buffo capello, con la scritta “MARINA” e un gabbiano, sulla testa e una capretta lo seguiva tranquilla, indossava degli occhiali rotondi, una barba intrecciata a coda di cavallo e attaccati al mantello tradizionale della Marina c’erano alcune medaglie d’oro. Era il Grand Ammiraglio Sengoku. Dietro di lui c’erano altri due marine : il primo era un’ enorme vecchio in giacca e cravatta con il tradizionale mantello, aveva i capelli grigi e sul volto portava una cicatrice a mezza luna vicino all’occhio sinistro, si chiamava Monkey.D.Garp uno dei Vice Ammiragli della Marina ; l’altro marine era un vecchia signora, anch’essa un Vide Ammiraglio, piuttosto bassa e con lo stesso abbigliamento del suo collega e lo stesso colore di capelli, ma lei li portava tutti raccolti in una coda, il suo nome era Tsuru.
-Bene. Vedo che siete arrivati tutti. Devo ammettere che non me lo sarei mai aspettato di vedervi tutti e sette.- ammise Sengoku.
Non ci fu risposta, d’altra parte non c’era più nulla da dire, tutti i membri degli Shichibukai erano arrivati e si preannunciava una delle riunioni più noiose mai vista a memoria di marine e pirata.
Passò un’eternità prima che quella tortura ebbe fine, Crocodile non aveva mai sentito tanti, inutili, giri di parole e non ne voleva più sentire per tutto il resto della giornata. Aveva bisogno di sparire per un po’, di dimenticare tutto il resto del mondo e respirare finalmente. Andò nella sua stanza e buttò la giacca, che aveva sulle spalle, su una sedia, si allentò la cravatta e si accese un sigaro. Si sedette pesantemente su una grossa poltrona e fissò il fumo che danzava verso il soffitto ; nonostante tutto, non produsse alcun rumore quando si sedette, era come se il suo corpo avesse spostato in anticipo l’aria che lo circondava. Era stato sempre incredibilmente agile e silenzioso, quando comminava nessuno si accorgeva della sua presenza finché non lo si vedeva davanti ai propri occhi. Possedeva anche un’incredibile mente, infatti lo consideravano lo Shichibukai più intelligente di tutti, per non parlare della sua forza fisica : anni prima aveva ingerito il frutto del diavolo Sand-Sand, della categoria Rogia, che gli permetteva di trasformansi in sabbia ma questa non era la sua unica arma. Il suo corpo era stato forgiato da mille battaglie e da un durissimo addestramento che lo aveva reso una vera e propria macchina per uccidere, senza sentimenti né pietà per l’avversario.
Il suo cervello e la sua anima erano il perenne stato di concentrazione assoluta, ma in quel momento nella sua testa gli rimbombavano le parole del suo maestro.
“non devi mai perdere la tua concentrazione, perderla vorrebbe significare una sola cosa, che non hai la capacità di focalizzare il tuo obbiettivo e che non possiedi la volontà di resistere alla paura e alla follia che si annida nei cuori di qualunque uomo. Se perdi la concentrazione cadi, se cadi muori e se muori allora non sei tu e questo non è il tuo destino, la tua vita…”
Le parole del Maestro vennero interrotte, quando un marine bussò insistentemente alla porta. L’espressione di Crocodile si fece furiosa, ma si calmò dopo qualche secondo, quando aprì la porta. Il marine aveva il fiatone e probabilmente aveva corso come un pazzo per trovarlo.
-Si…gno…re… comu…nicazione ur…urgente….- cercò di dirgli quello, ma stava, letteralmente, per stramazzare a terra per la fatica.
-Calmati, se hai corso tanto velocemente per trovarmi vuole dire che è successa una cosa seria.-
-Si signore. Voi e gli altri Shichibukai siete stati convocati per…- non fece in tempo a finire la frase che lui lo interruppe.
-Cosa !?! Un’altra riunione !? Manda al diavolo il tuo Grand Ammiraglio e sparisci. Non ho alcuna intenzione di avvelenarmi ulteriormente con i suoi fottutissimi giri di parole.- Crocodile lo guardava come si guarda uno scarafaggio, con disgusto e rabbia.
-Ma… signore, mi hanno fatto corre così velocemente perché la Gilda si è mossa e anche…- lui lo interruppe di nuovo e lo afferrò per il bavero dell’uniforme.
-La Gilda ?!? Ma perché non l’hai detto subito, imbecille !?!-
-Perché voi non mi avete fatto finire, signore.- la sua voce si era tinta di paura, ma cercava di essere forte.
-Vedi di fare poco lo spiritoso e portami dagli altri, sbrigati !-
Non gli rispose, fece un cenno con la testa e lo condusse verso i tortuosi corridoi del palazzo.      
 
 
  
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