Su un’isola sperduta

Un ragazzo stava lottando con un gorilla gigante per il possesso di un casco di banane.
L’ animale aveva il pelo nero e, dove non era presente, aveva il colore della pelle bianco.
Tra l’ animale e il gorilla c’ erano poche, semplici differenze:
Il ragazzo aveva dei pantaloncini di jeans e una maglia rossa aperta nel mezzo, a differenza del gorilla che ovviamente non indossava nulla.
Dalla maglia si intravedeva una cicatrice a forma di x, dovuta forse a qualche altro combattimento.
Il ragazzo esclamò con tono sereno:
- Mi dispiace ma questo è mio!
E con la velocita di un missile scagliò un pugno in faccia al bestione, il quale volò per terra provocando un frastuono che sentirono anche gli altri animali dell’ isola.
Prese il casco di banane e raccattò da terra il suo cappello di paglia, che era finito lontano dal campo di battaglia
- Non osare toccarmi più il cappello - disse con tono molto severo all’ avversario – È un ricordo di una persona importante e se riproverai anche solo a sfiorarlo non esiterò a farti fuori.
Il gorilla era rimasto stupito, oltre che dalla forza del ragazzo, dal fatto che gli sembrava anche che il suo braccio, nel momento del pugno, si fosse allungato. Non riusciva a spiegarsi l’ accaduto.
Avendo perso se ne tornò alla sua caverna con le mani vuote e con lo stomaco che brontolava.
All’ improvviso il ragazzo fece uno scatto e superò il gorilla. Si voltò e gli porse il casco di banane dicendo:
- Tieni, puoi tenerlo, mi dispiace per il pugno ma il mio cappello è importante per me e quando l’ hai colpito ho perso il controllo.-
Il gorilla fece una faccia contenta e tornò a casa con la cena.
Il ragazzo era Monkey D. Rufy, capitano di una ciurma di pirati molto conosciuta in quel periodo.
Era finito su un isola sperduta per placare la sua rabbia per la morte del fratello Ace e per diventare più forte.
Fu portato lì da Silver Rayleigh, il vice comandante di una ex ciurma pirata che era diventato un amico fedele di Rufy.
Erano solo due settimane che era su quell’ isola e doveva rimanerci per due anni.
Si sedette su una roccia e ripensò alla sua ciurma e a quanto doveva aspettare per rivederla, ne sentiva già la mancanza e sperava in cuor suo che stesse bene ogni suo compagno.
Avendo fame e non essendosi mangiato le banane andò a cercare altro cibo.
Un cinghiale che passava di lì ebbe la sfortuna di cadere nel mirino di Rufy, il quale si mise a inseguirlo come un forsennato con la bocca spalancata e con in mano forchetta e coltello.
Il cinghiale correva disperato e ebbe la sfortuna di cadere.
Questo segnò la fine della sua vita terrena.
Rufy stava mangiando la carne riscaldato da un fuoco semi spento ignorando quello che stava per accadere.