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Autore: michiyo1age    02/12/2012    7 recensioni
-Oi!- chiamò suo fratello spaventato dallo strano comportamento -Brutte notizie?-
Gaara appoggiò il foglio, si passò le mani trai capelli, un gesto che non faceva mai, e poi tese il braccio con la lettera verso Kankuro.
-Leggi- la sua voce non era più pacata, forse divertita quasi emozionata.
Quanto il fratellino era stato calmo, tanto quello grande si mise ad urlare: -Cheee??? Ma stai scherzando-
Gaara riprese i documenti degli Esami. -Non sembra esserci alcuno sbaglio. E' indirizzata a Temari-
-Ma lei non può essere INCINTA?!- strepitò gettandosi come un dissennato sulla busta. -Temari della....Temari della...è proprio Temari della Sabbia, Palazzo del Kazekage- mormorò a se stesso più che a Gaara.
-Io lo ammazzo!- decretò alla fine.
-Chi?-
-Shikamaru naturalmente!
Partecipa all'iniziativa -I'm dreaming of a Black Christmas- indetto dalla Black Parade
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kankuro, Sabaku no Gaara , Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 1

-Sono arrivate stamattina-

Kankuro posò con la solita malagrazia una serie di carte sulla scrivania.

-Da dove vengono?- chiese Gaara attirandole a sé.

-Sono tutte di Konoha: esami dei Chunin e cartoline di Natale-

-Ah- Ordinaria amministrazione.

Il lavoro svolto da sua sorella veniva duplicato ed inviato in ogni villaggio nascosto perché tutti i capivillaggio ne prendessero visione. I documenti impacchettati, venivano poi spediti non sottoforma di rotoli con i falchi , ma venivano recapitati da un emissario insieme all'altra civile corrispondenza che comportava quindi una serie infinita di bigliettini rossi e bianchi con i più impersonali auguri di Natale della terra.

Il tutto faceva sempre ritardare le procedure e Gaara sapeva che avrebbe dovuto accantonare tutto il resto per un po’ prima di permettere ai suoi sottoposti di preparare le squadre e ordinare gli equipaggiamenti.

Con un sospiro, si fece passare tra le dita i fogli dando alle volte un'occhiata al contenuto: ma quanto scriveva sua sorella?

Visionare e firmare, visionare e firmare, non potevano fargli un riassunto del tutto e poi lui semplicemente avrebbe posto una bella firma? A volte rimpiangeva di non aver una segretaria come quegli sfaticati di Raikage e Hokage. E poi ecco le maledette cartoline: “Le porgiamo i nostri più sinceri –ne dubitava- cari –ancora di più- auguri di un felice Natale –ma quanto riuscivano a tirarla per le lunghe?- sommo Kazekage e alla sua nobile famiglia

Ad un certo punto vide una busta sigillata trai gli imbarazzanti sprechi di porporina oro: doveva essere scivolata nel mucchio. La tirò fuori mentre Kankuro stava uscendo dalla stanza: -Potresti recapitarla al corretto destinatario?-

Mentre gliela porgeva diede uno sguardo alla scrittura larga sulla parte anteriore.

-Lascia stare, è per Temari-

Cercò il tagliacarte che chissà perché ora che lo desiderava si era letteralmente volatilizzato.

-Che fai? La apri?-

Senza terminare la sua ricerca, Gaara spiegò: -Probabilmente è la presentazione che si allega al pacco, non penso che le interessi-

Finalmente, individuò l'oggetto scomparso vicino al vaso e una volta aperta si accorse che si era sbagliato alla grande. Si irrigidì sulla sedia, continuando a fissare con intensità una certa riga della missiva. I suoi occhi erano immobili e spalancati.

Con uno scatto riprese la busta e rilesse il destinatario.

-Oi!- chiamò suo fratello spaventato dallo strano comportamento -Brutte notizie?-

Gaara appoggiò il foglio, si passò le mani trai capelli, un gesto che non faceva mai, e poi tese il braccio con la lettera verso Kankuro.

-Leggi- la sua voce non era più pacata, forse divertita quasi emozionata.

Quanto il fratellino era stato calmo, tanto quello grande si mise ad urlare: -Cheee??? Ma stai scherzando-

Gaara riprese i documenti degli Esami. -Non sembra esserci alcuno sbaglio. E' indirizzata a Temari-

-Ma lei non può essere INCINTA?!- strepitò gettandosi come un dissennato sulla busta. -Temari della....Temari della...è proprio Temari della Sabbia, Palazzo del Kazekage- mormorò a se stesso più che a Gaara.

-Io lo ammazzo!- decretò alla fine.

-Chi?-

-Shikamaru naturalmente!- e così cominciò a camminare irrequieto misurando a lunghi passi l'ampiezza dell'ufficio.

-Beh non è mica colpa sua- constatò il Kazekage, prendendo in esame la prima facciata di un lungo rapporto.

Kankuro si bloccò: -Non è colp...Gaara, ma qualcuno ti ha insegnato come si fanno i bambini?-

Quello semplicemente annuì. -Piuttosto- distolse lo sguardo perché il maggiore sembrava non aver ripreso le sue funzioni vitali -Come lo diciamo a Temari?-

-A nonono, io non dico nulla, sai com'è quella se scopre che abbiamo letto la sua posta privata. Ti ricordi quando volevo sbirciare l'ultima volta. La mia testa ha pulsato per giorni-

-Lei ti aveva detto che non erano affari tuoi- la difese.

-Ma io sono il capofamiglia, dovevo controllare-

-Lei ti aveva detto che solo perché sei maschio, non vuol dire che potevi prenderle il ruolo-

-Sono il figlio maschio più grande, ma non è questo il punto ora-

Kankuro prese la sedia davanti alla scrivania e vi si gettò a peso morto. Non potevano richiudere il tutto:  quella bestia se ne sarebbe accorta e sarebbe andata su tutte le furie.

-Beh glielo dirai te- concluse il marionettista facendo scivolare il foglio verso Gaara.

-Non ne vedo il motivo- replicò l'altro, ritornandogli il foglio.

-Sei tu il Kazekage- Kankuro glielo rinviò.

-E tu il capofamiglia- nuovamente la lettera era vicino al fratello che non seppe come rispondere.

Fissò per un lungo minuto il ragazzo che gli stava davanti a leggere rapporti prolissi e vuoti.

-Potremmo sempre farglielo capire...- propose -Non potrebbe incolpare nessuno-

 

 

Quando Gaara scese al piano di sotto, Temari stava ancora guardando demoniacamente la porta. Seduta sul divano, con le braccia incrociate, aspettava l'arrivo del suo ragazzo, in ritardo di più di un'ora. La domanda “Vieni a passare qualche giorno da me per le vacanze di Natale?” era stata posta al suddetto ragazzo che aveva prontamente risposto “Mmm” e quindi era stata fatta seguire da un contratto redatto dalla signorina Temari che aveva preteso che Shikamaru sottolineasse data, ora, minuti e persino secondi di arrivo. Evidentemente, non era stato di parola.

-Nee-chan,- esordì Kankuro che le si era avvicinato –quindi, sei in attesa...qualcuno potrebbe definirla una dolce attesa...-

“Patetico” pensò il fratello oltrepassando l'ultimo gradino e dirigendosi verso la cucina.

Si versò un bel bicchiere di latte che avrebbe volentieri svuotato se non fosse entrata sua sorella come un'arpia. Sbuffando ed esibendo un ottimo grugno indispettito, aprì la porta del frigorifero con violenza per poi tirarne fuori una lattina di birra. La stappò con rabbia, ma poté berla perché le fu soffiata sotto il naso da un movimento fluido del fratello.

-E' mia- affermò atono.

-Da quando bevi?- inquisì la ragazza con lieve tono isterico.

-Da ora- e detto questo la svuotò, bevendola tutta d’un fiato.

Temari inarcò un sopracciglio, ma non si fece ulteriori domande. Riaprì lo sportello per servirsi con un'altra lattina, che però fece la stessa fine della prima.

-E' di Kankuro-

La voce di quest'ultimo provenne dall'altra stanza: -Tranquilla, puoi berla...-

Il tono del Kazekage si abbassò: -Kankuro...-

-Ah già! Avevo sete- Questi saettò in cucina e scappò con il bottino, veloce com'era entrato.

C'era molti segni che preannunciavano un'imminente sparizione del famoso, perché inesistente, autocontrollo di sua sorella: non avrebbe potuto protrarla oltre.

La ragazza aprì per la terza volta il frigo: -Ma sono finite! E adesso io che cavolo bevo!?!-

Gaara osservò il bicchiere davanti a sé e glielo porse. –Tieni, fa bene alla crescita-

-Mi sembra di aver finito da un bel po' l'età dello sviluppo- commentò questa.

-E chi può dirlo- e con questo uscì dalla stanza, ritornando in camera sua.

Un'ora e mezza dopo, Temari stava ancora cercando di bruciare la porta, cardini compresi, con la forza dello sguardo. Se c'era una cosa che veramente detestava, era il ritardo. Voleva proprio vedere se quella volta che gli aveva salvato il culo, se la fosse presa comoda di un solo secondo. Di sicuro in quel momento non starebbe aspettando nessuno. In più, lei non riusciva a rimanere ferma in un posto per più di cinque minuti ed era in quella stanza da ormai troppo tempo. Ma era sempre stato così brutto l’albero di Natale? Tutte quelle palline bianche erano eccessive visto che c’erano già i fiocchi di neve a dare un po’ di luce alla composizione in rosso che aveva deciso per quell’anno.

Si alzò e, dopo essersi rimboccata le maniche, prese la scaletta. Non era neanche salita di uno scalino che Kankuro si incollò all’albero come gli ambientalisti che non vogliono che venga distrutta la foresta (Temari, in quel caso, spazzava senza distinzioni uomini e piante).

-Lascialo così!- disse senza pensarci.

-E perché di grazia?- inquisì Temari che aveva l'espressione di una tigre durante la caccia.

-Perché...-balbettò – Tem, sai che sei ingrassata?- aggiunse per distrarla.

-CHEEEE???-

-No davvero! Non è che hai mangiato troppi panettoni? Mmm anzi, penso proprio che tu abbia messo su un bel panettone…- e dicendo così le accarezzò la pancia in maniera molto eloquente.

La vita del sedicente capofamiglia venne salvata dal tempismo del più piccolo che, scese le scale, aveva presentato davanti agli occhi della sorella un oggetto a lungo dimenticato: -Ho ritrovato l’orsacchiotto che mi avevano regalato a Natale- disse, se possibile, con ancora meno emozioni del solito.
-Ma dai, era quello che avevi da bimbo-

-Già-

-Anche Kankuro ne aveva uno, ma mi sembra che gli abbia staccato la testa o qualcosa del genere-ricordò sedendosi sul divano, mentre il marionettista ringraziò i repentini cambi di umore delle donne incinte. Aveva capito il piano del Kazekage e una volta in camera sua, cercò in varie scatole cimeli della sua infanzia. Erano tutte cose che le domestiche avevano pensato di conservare senza mai farne parola con il Quarto Kazekage. Ritrovò il bavaglino e anche il ciuccio.

Persa così nelle varie reminiscenze piacevoli, una vera rarità in quella famiglia, la ragazza non notò che qualcuno aveva bussato alla porta, ma dopo che l'intruso si fece avanti senza aspettare alcuna risposta, dopotutto era di casa, ritornò repentinamente in modalità drago sputafuoco e parecchio alterato.

Shikamaru non fece neanche in tempo a registrare la situazione della stanza che si vide volare il famigerato ventaglio sulla fronte. La sua amorevole ragazza glielo aprì in faccia: -Quanti sono?- chiese indicando i cerchi viola.

-Non ne sono sicuro, ora come ora, ma dovrebbero essere tre- borbottò tenendosi la testa con le mani.

-COME LE TUE ORE DI RITARDO!- sbraitò di rimando non aiutando il dolore alla testa del ragazzo che pensò di essersi preso davvero una bella botta: vedeva Gaara stringere tra le braccia un orsacchiotto dall'aria muffita e Kankuro indossare un bavaglino da neonato

 

 

In casa Sabaku si respirava una strana tranquillità: Temari era fuori. Shikamaru era ancora a letto che si beava delle coperte morbide con il profumo della sua seccatura. Kankuro puliva gli ingranaggi di Karasu, mentre Gaara, sul tavolo della cucina, si portava avanti con le scartoffie, il bicchiere di latte mezzo vuoto accanto a lui.

Il Kazekage sospirò piano in segno di contentezza. Poteva sentire il vento del deserto infrangersi contro le mura del villaggio, poteva udire lo scricchiolio della giunture della marionetta al piano i sopra. Quella casa, lasciata agli uomini, diventava un vero paradiso.

Solo una cosa turbava la tranquillità della mattinata di riposo di Gaara: quel piccolo problema della sorella stava crescendo dentro di lei a sua insaputa. Era stato puerile da parte sua, tirarsi indietro in maniera così codarda, ma com'è che diceva sempre Shikamaru? Ah si! Sarebbe stata una seccatura.

E lui ne aveva abbastanza come capo del villaggio.

Si dice che la notte porti consiglio, ma da quando lui poteva usufruire delle ore notturne come tutti gli esseri umani, dormiva di sasso senza fare neanche il minimo sogno. Gli sarebbe davvero piaciuto molto sognare, ma si vede che per ora doveva recuperare le ore in arretrato. Tra l'altro era cosciente del fatto che sognare può fare anche male.

Doveva ringraziare Shikamaru per questo.

Questo non va bene, non va bene affatto. Se un osservatore esterno avesse colto Kankuro della Sabbia lavorare con tale concentrazione sulle incrostazioni di sangue della “sua piccola”, non avrebbe avuto alcun dubbio sulla totale dedizione dei suoi neuroni all'opera in corso.

Questo osservatore, o anche maniaco visto che non si va a sbirciare i tetri laboratori altrui, si sarebbe sbagliato di grosso. L'unico pensiero del maggior fratello maschio della Sabbia, era il trovare altri modi indiretti per non essere decapitato da una donna incinta in piena crisi ormonale. Aveva vagliato tutta la notte ogni minimo sotterfugio da attuare nel corso della giornata. Il tutto era risultato in un buco nell'acqua perché non sapeva dove sarebbe mai riuscito a trovare uno stuolo di donne incinte che si lamentano casualmente davanti alla sorella dei sintomi della gravidanza. Non sarebbe mai riuscito nella sua impresa: emise un sospiro sofferente e si distrasse per un nano secondo, quel poco che bastò per fargli scivolare il coltellino sul pollice e ferirlo:

-AHIA!-

Shikamaru fu svegliato di soprassalto da quell'urlo animalesco, di riflesso si mise in una sottospecie di posizione fetale di difesa, ma nulla gli si scagliò contro. Cavolo, aveva preso un bello spavento: pensava di stare rivivendo un ricordo. Su quello stesso letto, una volta, vi era stato un ingiusto spargimento di sangue. Il suo.

Il fratellino di mezzo, quello robusto per intenderci, era entrato in camera della sorella una mattina per chiedere a lei, in quel momento in bagno, e al “pensionato” se avrebbero desiderato del latte per colazione, perché Gaara se lo stava finendo tutto.

Aveva trovato solo il povero Shikamaru abbracciato al cuscino che mormorava qualcosa nel sonno.

-Sono così belle e morbide- aveva detto con un'espressione da ebete che poco lasciava spazio all'interpretazione. In un raptus di giusta gelosia fraterna, gli si era lanciato contro con urlo da guerra cavernicolo facendo prendere mezzo infarto al dormiente.

-DANNATO!- aveva aggiunto picchiandolo a sangue. Temari allarmata era rientrata in camera per godersi la scena. A squartamento finito, aveva gentilmente chiesto il motivo della carneficina e suo fratello, ansante, ma felice, aveva risposto che “quell'idiota stava sognando le sue grazie”.

-Ma stavo sognando le nuvole!!!- aveva urlato esasperato Shikamaru.

Fortunatamente questa volta quel beota di Kankuro -si, gli voleva tanto bene- si era fatto male da solo. Non si stupì di non vedere la seccatura accanto a sé, lei non aveva mica la giornata da sprecare a letto. Cercò i pantaloni che, chissà perché, erano stati lanciati al lato opposto della stanza.

Sbadigliò un buongiorno al fratello preferito andando verso il mobiletto dove tenevano il caffè.

-Vuoi anche tu?- chiese come se fosse a casa sua.

Il Kazekage scosse la testa e non lo badò neanche un po' tutto intento a leggere un rapporto dove l'autrice cretina aveva messo dei cuoricini al posto dei ten, ma chi le aveva insegnato calligrafia?

Ah Matsuri, non c'era verso che imparasse a scrivere: le aveva inviato almeno un milione di note su questo fatto, ma non era mai migliorata. Quello che Gaara non poteva sapere era che tutti i foglietti con su scritto “Scrivi meglio la prossima volta” erano stati custoditi gelosamente dalla destinataria e mostrati solo una volta, in gran pompa, alle amiche.

Una volta che il futuro cognato, lui l'aveva inguaiata, lui ne pagava le conseguenze, si fu messo comodo ad osservare il ritmico girarsi dei fogli, chiese: -Dov'è tua sorella?-

-In missione-

Kankuro fece la sua comparsa in quel momento grattandosi placidamente la pancia, pescando dal frigo un po' di birra. Peccato che la scenetta cretina del giorno prima l'avesse fatta estinguere da quella casa. Ripiegò sul succo di mele di Konoha che era stato ordinato al futuro cognato, lui l'aveva inguaiata, lui ne pagava le conseguenze.

Una volta seduto anche lui, si informò: -Che deve fare?-

-Parlare con tutte le kunoichi incinte di Suna-

Shikamaru aprì la bocca in maniera vistosa, sconvolto, guardando inebetito i due interlocutori: -Voi sapete?-

-Tu sai?-

Quello annuì.

-Come?-

-Mi è arrivata una lettera a casa per lei-

-Anche a noi- disse Kankuro.

-Cioè a lei- corresse il rosso.

-Lei lo sa?-

-Ma sei pazzo? Mi squarterebbe se sapesse che ho letto le sue cose!-

-Già- annuirono all'unisono.

-E' un bel guaio- concluse Kankuro.

-Una gran seccatura- sospirò bevendo il suo caffè.

La loro forbita conversazione venne bloccata di colpo dal ruotare di una chiave nella toppa. Kankuro e Shikamaru corsero verso il lavandino depositandovi in fretta e furia le stoviglie per correre in camera a cambiarsi. Gaara dal canto suo, si rimise con calma la maglietta che aveva lasciato sullo schienale quando aveva sentito troppo caldo per suoi gusti quella mattina: la sfortuna dell’inverno a Suna era che neanche a Natale si poteva avere un po’ di fresco.

-Ciao- esordì una Temari accaldata con le borse della spesa -Mi sono fermata al mercato-.

Il fratellino cominciò a sparecchiare la tavola per farle spazio.

In quel momento scesero i due fuggiaschi. -Vi siete appena svegliati voi due?- sbraitò.

-No, signora-

-Che fate lì imbambolati allora? Non si svuoteranno mica da sole!- indicò lei, rivolgendo uno sguardo truce ad entrambi.

Il suo ragazzo eseguì l'ordine prontamente, mentre Kankuro tirò fuori da dietro la schiena un  grosso libro illustrato.

-Temari, stavo sfogliando stamattina l'enciclopedia e guarda! Non sono carini questi cuccioli di cervo?-

Shikamaru si avvicinò al Kazekage: -Ma spera di riuscirci così?-

Mettendo i suoi tre litri di latte frigo, così rispose: -Spera che il bambino sia maschio, non voglio lasciare tutti i miei averi ad un tizio del genere-




Buon due di dicembre a tutte/i!
Con il ritorno del mitoco (e temuto) calendario dell'Avvento della Black Parade, torno anch'io con una nuova storia.
Questa in particolare si concluderà con il secondo capitolo che troverete in un altro dei  giorni che ci separa dal 25 dicembre. Il prompt che ho scelto è stato "panettone" visto che nella prima settimana parleremo sopratutto di ciboXD (infatti è la mia preferita).
Volevo rifarmi visto che l'anno scorso aveva pubblicato una semi-angst, con una un po' più comica, spero di esserci riuscita.

Riusciranno i nostri eroi a comunicare a Temari il suo stato interessante  prima dello scadere dei nove mesi?
Lo scoprirete solo nella prossima puntata!
   
 
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