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Autore: EmmaStarr    02/12/2012    9 recensioni
“Remus, che fai qui tutto solo?” chiese una voce.
“Oh... James...” mi affannai per trovare una scusa convincente, quando James si sedette di fianco a me.
“Sai, Remus... Lily crede che tu ti senta un po' messo da parte. Ora che me l'ha fatto notare, ti chiedo scusa.”
Rimasi allibito. “Ma no, James, che dici...”
“Ma sì, invece.. .Sirius è il padrino, Sirius il testimone... è logico che tu ti senta male, credimi!”
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Remus Lupin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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UN BRAVO ZIO

 

Barcollai, senza fiato.

Non era possibile che avessi ancora sbagliato a trasfigurarmi, non di nuovo...

Sapevo esattamente cos'avrebbero detto James, Sirius e Peter, se mi avessero visto in quel momento.

Non che questo mi risollevasse il morale.

Certo, con loro il problema non si sarebbe nemmeno presentato, credo.

Se eravamo insieme loro non potevo sbagliare, era troppo bello quando lodavano la mia ineffabilità, o anche quando mi prendevano in giro per la mia propensione allo studio.

Ma ormai non c'era più nessuno ad alzare gli occhi al cielo se commettevo uno sbaglio.

Nessuno a prendermi in giro.

Nessuno a obbligarmi a fare tre volte i compiti.

Non c'era nessuno, e potevo benissimo permettermi di sbagliare la smaterializzazione.

Stavo per riprendere a girare su me stesso, quando udii una voce.

“Vattene, Potter.”

Potter.

Potter.

Qualcuno aveva appena detto Potter?

O ero io che mi inventavo le cose?

Sì, probabilmente era la mia mente bacata: stavo pensando a lui, e così...

“Mi hai sentito, Potter? O ti devo tirare giù di lì a sberle?”

Mi bloccai.

Stavolta non potevo essermi sbagliato, qualcuno aveva davvero pronunciato il suo nome.

Ma com'era possibile?

Mi voltai, come in un sogno, e mi trovai davanti ad un piccolo parco giochi cadente.

Su un'altalena scalcagnata, stava un piccolo bambino. Magro, smilzo, impaurito.

Aveva i capelli corvini sparati in tutte le direzioni, e un paio di occhiali tondi sul volto.

Ma ero lontano, ero troppo lontano, non potevo essere sicuro che fosse...

Quasi senza accorgermene, mi misi a correre.

Corsi, corsi più veloce che potevo, perché non potevo sopportare l'idea che lui fosse lì, che qualcuno lo stesse insultando, non potevo sopportare l'idea di andarmene lasciandolo lì...

Raggiunsi l'altalena e mi sentii come trascinato indietro nel tempo.

C'era il ragazzino smilzo che avevo riconosciuto subito da lontano, e altri tre bambini molto più grandi e grassi che ridevano.

“Non vi vergognate? Lasciatelo stare, c'era prima lui!” gridai, sfidando i tre con lo sguardo.

Esattamente quello che avrebbe fatto James, pensai con una stretta al cuore.

I tre, spaventati forse dalle cicatrici del mio volto, se la diedero a gambe in un secondo.

“Oh... grazie, signore. Davvero. Non doveva disturbarsi, tanto succede tutte le volte.” disse una vocina dietro di me.

Mi voltai piano.

Erano anni che non vedevo quel volto, cinque maledettissimi anni.

Era identico a James in tutto e per tutto: stesso volto, stessi capelli, stessi occhiali, stessa corporatura...

Ma gli occhi, quelli erano di Lily.

E il bambino, il bambino era Harry. Harry Potter. Sei anni, senza più una famiglia.

Inizialmente non riuscii a credere come mi fossi permesso di lasciarlo nelle mani di quei babbani.

Avrei potuto occuparmi io di lui!

Mi tornò alla mente un ricordo che credevo di aver rimosso.

 

Era sera, sotto il pergolato di casa Potter.

Il piccolo Harry era stato battezzato proprio quel giorno, e Sirius non aveva fatto altro che preannunciare le doti del suo figlioccio, in particolare il suo futuro da rubacuori.

Ne era convinto, a suo sentire, dalla forma del suo naso.

Io mi ero rifugiato in quell'angoletto verde, un po' perché stufo di allusioni ai nasi delle persone (se Piton fosse stato qui, ci avrebbe uccisi tutti, lo sento), un po' per via di un senso di delusione davvero forte.

Insomma, non che io non fossi felice per Harry.

O per James e Lily.

O per Sirius.

Solo che mi sentivo un po'... messo da parte, ecco.

Remus, che fai qui tutto solo?” chiese una voce.

Oh... James...” mi affannai per trovare una scusa convincente, quando James si sedette di fianco a me.

Sai, Remus... Lily crede che tu ti senta un po' messo da parte. Ora che me l'ha fatto notare, ti chiedo scusa.”

Rimasi allibito. “Ma no, James, che dici...”

Ma sì, invece.. .Sirius è il padrino, Sirius il testimone... è logico che tu ti senta male, credimi!”

Sospirò, stiracchiandosi.

Ma vedi, non ti devi sentire messo da parte. Nella vita di un bambino, sono necessari tanti zii per crescere sani e forti. Io credo che, se Harry erediterà quel minimo di carattere da parte di sua madre... Lui ti adorerà. E gli servirà uno zietto come te. Tieniti pronto... Perché io i pannolini non ho nessuna intenzione di cambiarli!”

 

Era sembrato tutto così semplice, all'epoca...

Così bello, felice...

James ha sempre avuto la capacità di farci sorridere tutti con una sola frase, era uno dei suoi lati migliori.

Ma altri hanno cambiato i pannolini a Harry, mani fredde e distaccate.

Altri hanno asciugato frettolosamente le sue lacrime di bambino, e ora me lo ritrovavo qui, preso in giro dagli altri bambini, a ringraziarmi gentilmente e dire con rassegnazione che, in ogni caso, il giorno seguente sarebbe stato lo stesso...

“Oh, Harry, non dire così, no... So che per te è difficile, ma verrà il momento in cui... In cui tutto cambierà, vedrai.”

Lui socchiuse la bocca. “Come sai... come sai come mi chiamo?” domandò, preoccupato.

“Io... conoscevo i tuoi genitori, Harry. Ero amico di tuo padre...” mormorai, a bassa voce.

Harry spalancò la bocca, un sorriso timido dipinto sul volto.

Com'era dolce... possibile che io non lo avessi cercato, in tutti quegli anni?

Possibile che io avessi davvero ritenuto che allontanarmi da lui fosse la cosa migliore, data la mia... la mia natura?

Che sciocco che ero stato...

Cominciai a parlare di James e Lily a Harry, e il suo sorriso si allargava sempre di più.

“Si è fatto tardi, ormai... Non dovresti tornare a casa tua?” chiesi gentilmente, quando il buio era calato da un pezzo.

“Sì, dovrei, ma...” mormorò lui, indeciso, mordendosi il labbro.

“Ehi, tranquillo! Tornerò, domani.” gli assicurai, sorridendo.

“È una promessa?” chiese, speranzoso.

“Sì, è una promessa.”

Sorrise, e si allontanò quasi correndo. “A domani!” mi strillò, sventolando la mano.

Prima che girasse l'angolo, notai che si scompigliò i capelli con fare disinvolto.

Sì, James. Tuo figlio è in buone mani. Non permetterò che gli succeda niente.

Sarò un bravo zio: è quello che avevi detto tu, no?



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Angolo mio
Ok, non so cosa sia questo, davvero, non lo so.
Mi è semplicemente ventuo in mente che se Sirius non poteva, perché Remus non ha mai cercato Harry da piccolo?
E così è nata questa storiella... Suppongo che chiedervi di lasciare un commento (da "datti all'ippica" a "ehi me gusta") sia troppo...
Scusate lo sclero, spero vi sia piaciuta comunque...
E ora, andate in pace u.u
Emma ^^
 

  
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