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Autore: PikkolaSerpe99    02/12/2012    1 recensioni
IL TITOLO è provvisorio, chi ha delle idee migliori, può propormele in una recensione.
Dal primo capitolo:
"...
James:
Indossava dei jeans neri alla babbana e il mantello da mago malamente buttato sulla spalla sinistra.
"Hogwarts parlerà a lungo di James Potter parola mia!" pensò il ragazzo.
[...]
Peter:
Tra qualche ora sarebbe stato ad Hogwarts, da solo, avrebbe dovuto affrontare i compagni, la scuola, i professori…
Al pensiero deglutì rumorosamente.
Gettò un’ultima occhiata allo specchio: non era brutto, solo che si sentiva profondamente… inadatto.
[...]
Remus:
Era stato ammesso.
Lui.
Non voleva sprecare quell’occasione, per nulla al mondo.
Ora dallo specchio vedeva una determinazione nuova nello sguardo del ragazzo dagli occhi marroni.
[...]
Sirius:
Sirius uscì di casa furioso e respirò forte l’aria fredda e settembrina di Londra.
Da quel momento sarebbe cambiato tutto, probabilmente in peggio.
E, per la prima volta, Sirius ne fu davvero felice."
Come avrete capito tutti la ff sarà sulla Old Generation... non ho altro da dire, se non: leggete e recensite!
Anche le critiche (purchè costruttive) sono accette!
un grazie a tutti, PikkolaSerpe
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Mangiamorte, Marlene McKinnon, Severus Piton | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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MALANDRINI SI NASCE!

Capitolo 1: Ready for the change
 

1 settembre 1971

 

 

 

 

 

 [James Potter]
 

 

"Il modo migliore per predire il futuro è inventarlo”

 

Alan Kay

 

 

-Jamie, tesoro, è pronta la colazione… Sei sveglio?!- la dolce voce di Dorea Potter destò di soprassalto il ragazzo da un sogno popolato di omini di marzapane a braccetto.

-..?- il mugugno di James sembrò essere una risposta abbastanza chiara per la madre, che lo guardò sconsolata, quasi fosse un poveretto.

-James! Avevi detto che eri sveglio più di un’ora fa! Ora sono le dieci e mezza… ALZATI!- il tono di Dorea si era fatto autoritario, e James si fiondò giù dal letto, già vestito di tutto punto, andando a sbattere contro lo stipite della porta della sua camera.

-Merlino Santo!- esclamò.

-James!- lo rimproverò Dorea fulminandolo con lo sguardo –occhio a quello che dici!-

-Scusa mamma.- rispose lui, fingendosi mortificato.

Benchè la donna non credesse all’espressione dispiaciuta del figlio, la sua voce si addolcì -Perché eri già vestito, Jamie? Hai dormito così?!- domandò.

-Ma no! È che mi sono svegliato presto, allora mi sono vestito, poi è tornato il sonno allora mi sono rimesso a letto!- spiegò con fare ovvio, alzandosi dolorante dal pavimento.

Dorea sospirò rassegnata, gli infilò gli occhiali e gli baciò la fronte.

-È pronta la colazione.- lo avvertì nuovamente, prima di precedere il figlio in cucina.

James ghignò… quel giorno sarebbe stato tutto perfetto.

Si diede un’occhiata allo specchio, aggiustandosi la maglia attillata e nera che indossava.

Era davvero carino, gli occhi nocciola brillavano vispi dietro gli occhiali, la bocca rosa e sottile allargò il ghigno, aprendolo in un sorriso.

La mano salì a spostarsi i capelli neri, sparati ovunque, come sempre.

Indossava dei jeans babbani e il mantello nero da mago era malamente posato sulla spalla sinistra.

“Hogwarts parlerà a lungo di James Potter… parola mia!” pensò.

Lo stomaco di James brontolò sonoramente e il ragazzo rispose al richiamo precipitandosi in cucina.

-Padre carissimo!- urlò irrompendo nella stanza- non sono forse uno schianto?!-

Charlus Potter, un uomo dalle spalle larghe, alto e molto simile a James, non alzò nemmeno lo sguardo dalla Gazzetta del Profeta che stava leggendo, si limitò a rispondere al figlio con un esasperato -Si, James, sei perfetto.-

-Ma non mi hai nemmeno visto!- esclamò il ragazzo offeso e indignato.

Charlus sbuffò e abbassò il giornale, ma poi sorrise e disse –Farai strage di cuori, amore.-

-Lo so Pà!-

Dorea alzò gli occhi al cielo borbottando qualcosa e implorando l’aiuto di Salazar.

-Non invocare quell’uomo in casa mia, Dorea!- esclamò Charlus -Me ne basta una di Serpe, in queste mura!- disse, alludendo alla casa dove fu smistata la moglie, a suo tempo, poi la baciò dolcemente.

-Che schifo papà!– esclamò James.

 

...Un quarto d’ora dopo i Potter si materializzarono al Binario 9 e ¾…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[Peter Minus]

 

“Non c’è nulla d’immutabile, tranne l’esigenza di cambiare”

 

Eralicto

 

 

 

-Pete! Giù dal letto, forza, o farai tardi!-

L’urlo del padre giunse alle orecchie di Peter dalla piccola cucina, svegliandolo di soprassalto.

-Arrivo!- gridò di rimando, con la voce pesante a causa del sonno.

Dopo aver sbattuto qualche volta le palpebre, il ragazzo si alzò dal letto barcollando e scelse dei vestiti a caso tra quelli che erano rimasti nell’armadio: una felpa azzurro polvere e dei pantaloni color cachi.

Dopo averli indossati si guardò allo specchio: un ragazzo bassino, con i capelli biondo sporco e gli occhi tristi e acquosi, di un colore tra il verde e il marrone gli restituì lo sguardo terrorizzato.

Tra qualche ora sarebbe stato ad Hogwarts, da solo, e avrebbe dovuto affrontare i compagni, la scuola, i professori…

Al pensiero deglutì rumorosamente.

Gettò un’ultima occhiata allo specchio: non era brutto, solo che si sentiva profondamente… inadatto.

Sospirò afflitto e si diresse verso la cucina dove suo padre  si indaffarava per rimediare la colazione, a passo strascicato.

Matthew Minus era un uomo molto alto e magro, aveva un’aria sciupata, come chi invecchia precocemente a causa del poco sonno e le preoccupazioni, aveva gli stessi occhi del figlio e la stessa aria afflitta.

-Mamma?- domandò incerto Peter.

-Non…- iniziò Matthew con la voce tremula –non credo che verrà… Sai… Non sta molto bene…-

Peter annuì tristemente addentando una fetta di pane bruciacchiato, lasciando poi la stanza in silenzio.

 

…Un’ora dopo i due uomini di casa Minus giunsero innanzi all’Hogwarts Express…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[Remus Lupin]

 

“Il cambiamento dovrebbe essere amico, dovrebbe accadere perché programmato,

 

non a seguito di un incidente”

 

Crosby Philip

 

 

 

-Remus, amore, è ora…-

Remus fu svegliato dalle carezze della madre e, quando aprì gli occhi, vide la donna sorridergli con tenerezza.

-Mamma…- mormorò con la voce impastata, tipica di chi ha dormito poco e male.

-Ti aspetto di sotto, è quasi pronta la colazione…- gli disse con dolcezza.

-Mamma..?-

-Si?- la dona si fermò e volse lo sguardo verso il ragazzo che si stropicciava gli occhi, seduto sul letto.

-Grazie.- disse piano.

Emma Lupin sorrise e si chiuse la porta alle spalle, uscendo.

Remus sospirò.

Era davvero distrutto, la notte precedente la luna piena lo aveva sfiancato e gli faceva male tutto.

Mosse qualche passo traballante verso il bagno, dallo specchio gli rimandò lo sguardo un ragazzo spossato e stanco, con gli occhi castani pieni di rassegnazione.

Poi lo sguardo gli cadde sul mantello che giaceva appoggiato sulla mensola del lo specchio.

Lo stemma della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts campeggiava in bella vista.

Era stato ammesso.

Lui.

Non voleva sprecare quell’occasione, per nulla al mondo.

Ora dallo specchio vedeva una determinazione nuova nello sguardo del ragazzo dagli occhi marroni.

Si vestì con una semplice maglia marrone a maniche lunghe e dei pantaloni grigi che gli andavano un po’ corti, si era alzato molto nell’ultimo anno.

Si guardò di nuovo allo specchio del bagno.

I capelli miele gli coprivano in parte la fronte e una sottile cicatrice gli solcava la guancia sinistra, aveva un colorito pallido che lo faceva apparire malato, ma non vi badò.

Scese a fare colazione e trovò i suoi genitori ad aspettarlo, sorridenti.

-‘Giorno papi.- disse con un piccolo sorriso.

-Ciao figliolo!- lo salutò gioviale il padre dandogli una pacca sulla spalla.

-Vuoi il bacon o le uova, amore?- domandò dolce Emma.

Ma prima che Remus potesse proferire un verbo John esclamò:

–Entambi Emma! Non vedi com’è magro nostro figlio? Ha bisogno di forze per affrontare la giornata di oggi!-

Remus gli regalò il primo vero sorriso della giornata e il padre gli fece l’occhiolino, allungandogli un cioccolatino.

-Grazie papà!- esclamò, Remus, felice.

Dopo mangiato il ragazzo salì in camera e afferrò sicuro, il baule.

-Ce la devo fare.- sussurrò a se stesso.

Ce l’avrebbe fatta, per Silente e per i suoi genitori.

Chiuse la porta dietro di sé e raggiunse i genitori in salotto.

 

…Venti minuti dopo Emma, John e Remus Lupin erano alla stazione King’s Cross…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[Sirius Black]

 

“La difficoltà non sta nel credere alle nuove idee,

ma nel rifuggire dalle vecchie”

J. M. Keynes

 

 

Un bussare insistente colse Sirius già sveglio, con gli occhi sbarrati.

Non aveva dormito per niente, era troppo agitato.

Tra poche ore sarebbe stato ad Hogwarts…

Il bussare s’interruppe.

-Scendi.- la voce dura di Walburga Black lo raggiunse ovattata dalla porta chiusa… Era veramente una giornata importante se la padrona di casa Black si scomodava per andare a svegliare il figlio, solitamente era Kreacher, l’elfo domestico di casa, a svegliare i ragazzi.

Sirius si passò una mano sul viso e si alzò dal letto a baldacchino, dirigendosi a passo lento verso il bagno, dove la luce si accese, magicamente, da sola.

Non vedeva l’ora di andarsene da quella casa, ma allo stesso tempo avrebbe voluto chiudersi nella sua stanza e non uscire mai più.

Aveva paura di non essere pronto, di scoprirsi veramente diverso dalla sua famiglia, ma ancora di più aveva paura riconoscersi come uguale.

Paura di quello che sarebbe successo se fosse veramente sbagliato come la madre gli ripeteva fin troppo spesso.

Rimirò attentamente la sua immagine allo specchio.

I tratti regali del viso erano incorniciati dai capelli -secondo suo padre un po’ troppo lunghi- mossi e corvini, che gli ricadevano anche sugli occhi grigio ferro, indecifrabili.

La bocca rossa e carnosa spiccava come un fiore sulla pelle diafana.

Si sciacquò il viso con acqua gelida e indossò una camicia nera attillata, fin troppo elegante, secondo lui, tirandosi maldestramente le maniche fino al gomito, e dei jeans alla babbana. Cosa che, ne era sicuro, avrebbe fatto imbestialire i genitori.

Prese un respiro profondo e uscì dalla sua camera.

Dopo aver attraversato l’ampio corridoio e sceso le scale, entrò nella cucina, trovandovi unicamente un piatto di uova strapazzate sul tavolo e Kreacher che iniziò a gracchiare, come al solito, rimproveri sul suo comportamento.

-Ecco il padroncino Sirius, è in ritardo, sissignore, ma il padroncino non se ne cura, no… Si veste come un ragazzaccio, fa tanto dispiacere sua madre… Povera padrona, povero Kreacher…- 

-E piantala Kreacher!- esclamò il ragazzo, nervoso a causa della notte insonne.

-Ai suoi ordini padroncino, Kreacher è qui per servirla…- rispose l’elfo con tono canzonatorio.

-Sparisci.- e con un crack l’elfo si smaterializzò.

Sirius giocò un poco con le uova e poi si decise a tornare in camera.

Agguantò il baule si accinse a tornare al piano di sotto, dove lo aspettavano i genitori e Regulus.

-Madre, padre…- disse distrattamente senza nemmeno guardare i genitori.

-Salazar! Povera me! Orion! Orion guarda nostro figlio!- gridò teatralmente Walburga indicando il ragazzo –un barbone! Un sudicio mendicante! Ecco cosa sembra, ecco cosa sembra il nostro… Il nostro erede! Digli qualcosa tu!- gemette.

Sirius si morse la lingua per non rispondere a tono.

“Non oggi” si disse.

-Sirius.-

-…-

-Sirius!-

Il ragazzo capì che il padre esigeva una reazione, per cui alzò lo sguardo e rispose con arroganza.

-Si?-

Orion Black lo fulminò con lo sguardo, così simile a quello del figlio.

-Come ti sei vestito? Noi, i tuoi genitori, dovremmo portarti in giro conciato così?-

A Sirius ci volle tutta la buona volontà che possedeva per non sbuffare.

-A quanto pare… Oramai sono vestito così, padre. Non c’è tempo per cambiarmi d’abito.-

Lo schiaffo di Orion raggiunse il suo viso con violenza, proprio mentre Regulus faceva la sua entrata nell’ingresso.

-Sir!- esclamò preoccupato, ricomponendosi però subito dopo e frapponendosi fra il fratello e il padre –padre, sono pronto, andiamo.-

Sirius uscì di casa furioso e respirò forte l’aria fredda e settembrina di Londra.

Da quel momento sarebbe cambiato tutto, probabilmente in peggio.

E, per la prima volta, Sirius ne fu davvero felice.

 

…Un secondo più tardi i Black si trovarono nel caos della stazione…




***ANGOLO AUTRICE***
Questa ff l'ho scritta in parte quest'estate, ho deciso di pubblicarla, anche se non mi convince appieno, perchè ci sono affezionata.
La Old Generation è la mia preferita, James è il personaggio che io amo più in assoluto (:Q_) seguito da Sirius (<3<3) per cui spero che la mia ff vi piaccia almeno un po'!
Il titolo e l'introduzione sono provvisorie (si, lo so, sono un disastro!)
Per cui se qualcuno ha delle buone idee non esiti a dirmele!
Le recensioni sono MOOOOLTO gradite e le critiche sono ben accette, se costruttive...
Questo primo capitolo è abbastanza corto, gli altri saranno più lunghi, promesso;)
Aggiornerò ogni settimana, salvo imprevisti...
Recensite in tanti!!!
Un bacio, PikkolaSerpe

 

 

  
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