Film > Thor
Segui la storia  |       
Autore: The Cactus Incident    02/12/2012    2 recensioni
Il mio spettacolo era arrivato al termine, il sipario si abbassava e le luci si spegnevano, tingendosi di un applauso rosso scarlatto.
[...]
L’ascia si sollevò, pronta a calare senza esitazioni, ma il sibilo della lama che vibrava nell’aria fu interrotto, quando un verso infernale squarciò l’innaturale silenzio che per quella giornata aveva riempito Asgard.
[Daenerys Targaryen -Il torno di Spade]
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
dany chapter 7

Dopo il pranzo più tranquillo e goduto che avessi avuto da quando ero arrivato ad Alfheimr, mi ritirai nella mia stanza.

Mi tolsi gli abiti, rimanendo a torso nudo, per controllare i danni subiti dai diversi colpi involontari che mi aveva inferto Rahegal.
La sua corazza era una vera tortura. Il mio corpo era completamente chiazzato di lividi, nuovi o meno, i muscoli indolenziti e doloranti dall’allenamento a cui li sottoponevo, ma stavo imparando.
A furia di cadute di svariati metri nel vuoto, colpi che spezzano il fiato e simili, stavo imparando a cavalcare il mio drago come un vero cavaliere, di quelli ormai estinti di cui si parlava nei mitici volumi che narravano delle battaglie di Muspell contro la sua rivale Niflheimr, la terra delle nebbie, degli elfi oscuri.
Avevo sempre trovato strano che gli elfi oscuri non si opponessero troppo acerrimamente agli elfi chiari, come avevo sempre trovato insolita la totale indifferenza di Muspell a Jotunheim.
Forse il semplice fatto di essere opposti, non implicava il doversi combattere obbligatoriamente.
Perché ognuno dei nove regni, meno Midgard, aveva una Nemesi? Un nemico quasi prestabilito?
Chi aveva deciso che Asgard dovesse combattere Jotunheim e così gli altri mondi?
Quando si dice i misteri dell’universo.
Tornando al mio corpo martoriato, Daenerys aveva ragione, come anche me, del resto.
Avrei dovuto allenarmi, aumentare la mia prestanza. Senza la magia dalla mia parte, le mie mere capacità fisiche erano quasi ridicole, soprattutto per un presumibile asgardiano.
Avrei potuto chiedere aiuto direttamente a lei, sarebbe stata una mossa semplice ed efficace: avrei fatto un passo di più verso la conquista della sua fiducia e avrei avuto un’ottima addestratrice.
Non mi concessi un minuto si pausa. Tornai nella stanza principale e trovai Daenerys che s’intrecciava i capelli in un’articolata acconciatura che impediva alla lunga e folta chioma di esserle d’impiccio. Ancora qualche settimana e anche io avrei dovuto cominciare a intrecciarmi i capelli, tanto che erano lunghi.
Rimasi qualche attimo ad osservare le sue mani esperte che intrecciavano le ciocche e le fissavano dietro la nuca.
“Se la cosa t’infastidisce, vado a prepararmi nella mia stanza” disse dopo un po’, mentre prendeva ad intrecciare altre ciocche.
“No, mi chiedevo solo perchè ti affannassi sempre tanto a intrecciarli in quel modo”
“E’ il modo più comodo e semplice che conosco per tenerli al loro posto. Per di più sono una vedova, non posso tenerli sciolti. Piuttosto, stai per uscire? Credo dovresti mettere qualcosa addosso”
Mi passai distrattamente una mano sul gomito e sul fianco scoperto e poi la guardai, ricordando perchè fossi uscito dalla mia stanza.
“Mi chiedevo se mi fosse possibile allenarmi insieme a te, riguardo alla mia scarsa prestanza fisica”
Mi sembrava così assurdo. Per tutta la mia vita mi ero concentrato sulla magia, mettendo da parte gli allenamenti in cui Thor s’impegnava tanto e adesso che Odino mi aveva tolto la mia qualità prima, finivo ad allenarmi anche io come un tempo aveva fatto il mio fratellastro.
Quale ignobile fine aveva fatto il Dio degli Inganni.
Daenerys sembrò ancora più sorpresa di quanto non fosse sembrata prima, durante il pranzo. Fissò l’ultima treccia e la fermò nell’intricato giro che aveva imposto loro di compiere.
Intrecciare i capelli sembrava anche più complicato del maneggiare una spada.
“Uhm, se è questo che vuoi, non ho nulla da ridire” si alzò in piedi, raccogliendo la spazzola e alcuni fermagli che non aveva usato, per portarli nella sua stanza.
Quando tornò, si piantò le mani sui fianchi e mi guardò.
“Allora, Lord Senna, preferisce essere umiliato nei miei appartamenti personali o preferisce qualcosa di più pubblico nel cortile?”
Le schioccai un’occhiata scettica, mentre mi dirigevo verso la porta dei suoi appartamenti, aspettando che mi raggiungesse.
“Jotun avvisato….” cominciò. Le lanciai un’occhiata tutt’altro che allegra, ma lei fece finta che non ci fosse stata.
Arrivammo nello stesso cortile dove mi ero dilettato nel tiro con l’arco qualche settimana prima e qui Daenerys sfoggiò tutta la sua vena sadica.
Potrei quasi affermare che le torture inflittemi nelle prigioni di Asgard erano di poco superiori a quello che la donna mi obbligò a compiere quel pomeriggio, sotto gli sguardi divertiti di Drogon e Rhaegal.
Fra queste torture, una delle più gentili probabilmente fu il farmi appendere a testa in giù a una trave, agganciando le gambe su di essa e costringermi a tirarmi su fino a toccare col naso le ginocchia, per un centinaio di volte.
Sentii Rahegal sghignazzare per qualcosa che aveva detto il fratello e che, per ovvi motivi, io non ero in grado di ascoltare.
-Lo trovi così divertente?- pensai chiaramente, mentre continuavo con gli addominali più faticosi che nella mia millenaria vita avessi mai fatto.
-Se devo essere sincero si, ormai il tuo viso ha una colorazione violacea-
-Comincio a pensare che non meriti tanta fatica- dissi sarcasticamente e lui rise ancora.
- Il problema è tuo, se ogni qualvolta che provi a cavalcarmi ti ritrovi decorato ovunque da macchie viola-
M’imposi di non rispondere e mi concentrai sul ritmo da tenere.
A tortura ultimata, zoppicavo e mi trascinavo più di quando non facessi dopo gli allenamenti con Rahegal.
Il Dio degli Inganni: eccolo a voi, ridotto come una pezza da piedi.
Ringraziando il cielo, il mio corpo si rigenerava e guariva più rapidamente rispetto a quello degli umani, perché altrimenti non so quanto a lungo sarei rimasto in quelle condizioni.
Per aggravare l’umiliazione, Daenerys che aveva svolto ogni esercizio con me, era giunto un po’ accaldata (e se lo dice un gigante di fuoco….) ma tranquilla ed energica come dopo una bella dormita.
“Stai provando a finire ciò che hai impedito al boia di compiere, ammettilo” bofonchiai mentre  mi lasciavo cadere sul divanetto della stanza principale. Daenerys sorrise apertamente, per la prima volta in un mese e mi lanciò un unguento.
“Dopo il bagno usa questo sulle parti doloranti, allevierà il dolore” disse tranquilla. Osservai il vasetto d’unguento provando a ricordare se fosse qualcosa di a me noto, ma né l’odore né il colore mi sembravano familiari.
“Non volermene se lo finisco”
“Non sprecherò lacrime per un unguento”
“Meglio così” mi alzai a fatica dal divano e mi diressi oltre tendina grigia sempre più familiare.
Quanto entrai nella mia stanza, rischiai d’inciampare in qualcosa. Abbassai lo sguardo e fui sinceramente sorpreso di trovare ancora sul pavimento sia il mio elmo che il libro tirato molte ore prima contro la parete. Lasciai l’unguento sul tavolino da toletta dove l’elmo era stato in bella vista da quando ero arrivato e mi chinai a raccogliere prima il libro.
La pagina era aperta ancora sul capitolo Jotun, ma nell’impatto con il muro, si era spostato sul paragrafo specifico riguardante i loro poteri.
Involontariamente l’occhio mi cadde sulla prima frase della pagina e lessi poche parole, prima che la mia mente fosse collegata a ben altri pensieri.
“Riconducibili già alla loro forma più primordiale, la capacità di controllare i ghiacci a loro piacimento è caratteristica insita di ogni Jotun……”
Subito nella mia mente rimbombò la frase di Odino, mentre una guardia fissava i due anelli di metallo ai miei polsi e il re recitava formule arcaiche.
“Ti priveranno delle tue capacità magiche, la tua sarà una forma più… primordiale” disse alla fine del rito.
Primordiale. Altra parola chiave.
La forma “primordiale” di un Asgardiano è una sorta di Midgardiano particolarmente forzuto. Come Thor quando fu spedito su Midgard.
La forma primordiale di uno Jotun, è uno Jotun.
Blu e in grado di controllare i ghiacci. Ed ecco accendersi una piccola speranza.
Forse non tutto era perduto.
Possibile che per ritrovare la liberà dovessi aggrapparmi all’essere più vile che esistesse e che risiedeva in me?
A quanto pareva, sembrava proprio che gli avvenimenti stessero vertendo per questi lidi inesplorati.
Solo rare volte avevo utilizzato questa parte di me e per risvegliarla dovevo sempre chiamare a me lo scrigno degli antichi inverni, fonte del potere di Jotunheim.
Non che dovessi averlo con me o simili, quando avevo i miei pieni poteri bastava immaginarlo, figurarlo nella mie mente ed ecco che sentivo il suo immenso potere sotto le dita, in modo palpabile.
Al momento, la cosa sarebbe stata molto più impegnativa e avrebbe richiesto sforzo maggiore, ma una volta tracciato il cammino, sarebbe stato via via sempre più semplice.
Con un gesto secco chiusi il volume e lo poggiai sul tavolo, poggiandovi sopra l’elmo e poi passai molto tempo nel bagno, prima ripulendomi completamente e  poi ungendo le parti doloranti con quell’unguento, molto più efficace di quanto mi sarei mai aspettato.
I muscoli quasi non mi dolevano più e i vecchi lividi sembravano alleviarsi a vista d’occhio, ma la mia mente era impegnata a pensare quanto potesse essere affidabile l’idea di riuscire a trasformarmi in uno Jotun.
Riuscirei a controllare a mio piacimento il ghiaccio e probabilmente in quella brutale forma di potere avrei trovato un modo per spezzare i sigilli.
Cominciai quella notte stessa. A gambe incrociate sopra al letto, gli occhi chiusi e le mani sulle ginocchia, concentrandomi quanto più possibile e senza farmi distrarre nemmeno un attimo.
Ogni secondo di distrazione, rischiavo di non individuare o mancare la più flebile traccia dello scrigno.
Molte ore dopo, ero riuscito a rintracciare come un primo filamento, una traccia dell’immenso potere che si irradiava ed estendeva dentro tutto l’universo e che mi avrebbe permesso di avvicinarmi a lui.
Quando aprii gli occhi erano le prima luci dell’alba e captai una leggera sfumatura scarlatta nel riflesso dei miei occhi nello specchio.
Molto poco, ma era il segno che fossi sulla buona strada, come immaginavo.
Dormii un paio d’ore e poi mi sistemai, pronto ad affrontare la giornata seguente, carico delle scoperte fatte il giorno precedente e che mi avrebbero permesso grandi cose se sfruttate come si deve.

“Ritmo Loki, ritmo”
‘Conquistare la fiducia di Daenerys’ Difficile, visto che già la sua voce m’irritava in maniera indicibile, ma non di certo impossibile.
La sua voce era sempre tranquilla e potente, quasi vibrante, ma era sottile e dolce come avrebbe dovuto essere a una giovane donna. Era un abbinamento un po’ insolito, come se diventare quella che era le fosse costato molta fatica e sacrifici. Probabilmente era abituata a lanciare ordini a destra e a manca e il fatto che io la ignorassi bellamente non doveva essere molto piacevole per lei.
Come se per me fosse un piacere stare ad ascoltarla ogni singolo giorno.
Lei e quella risata ridicola. Oppure quel dannatissimo Drogon.
Forse sarebbe stato meglio non pensarci.
“Ci stiamo allenando o è una lezione di danza?” ribattei sarcasticamente.
“Combattere è una danza” Alzai gli occhi al cielo e continuai con quei terribili esercizi.
“Ma il tuo mandante? Ha cambiato idea riguardo a me?” la stuzzicai cambiando argomento.
“Sei duro di comprendonio, eh? Non sei il centro dell’universo, ha cose più importanti da fare”
Oh certo, Thor, sarà impegnato a far finta di cercarmi o qualcosa del genere…. ce lo vedo che si affanna a tenere le truppe di Odino lontano da Alfheimr.
Sempre se mi stessero cercando, certo.
Magari speravano che la tremenda creatura nera mi avesse divorato e avesse eliminato loro il problema.
Certamente più comodo e rapido del dover giustiziare il principe cadetto.
No, mi sarei vendicato, li avrei uccisi tutti.
Presi un respiro profondo e con più foga continuai gli esercizi.
Si, avrei finalmente avuto la mia vendetta.
E almeno stavolta avrei avuto un alleato poco intenzionato a farmi fuori.
“Mi chiedevo solo come mai aspetti tanto. Insomma, è un mese che siamo fermi qui, il nostro viaggio proseguirà o ha intenzione di aspettare che io muoia di vecchiaia?”
Daenerys alzò gli occhi al cielo e con un salto all’indietro saltò su uno steccato mentre io continuavo con quegli orribili esercizi.
“Dai tempo al tempo, Dio degli Inganni. Incontrerai il mio mandate, come ti piace tanto chiamarlo, quando sarà il momento giusto”
Mi fermai e la guardai mentre camminava con tranquillità su quel tronco di legno largo si e no quanto il mio braccio.
“Questo mi è chiaro ormai, ma mi chiedevo come mai tutto questo interesse. Non potresti aiutarmi ad arrivarci da solo?” Volevo qualche conferma sul fatto che fosse Thor. Ne ero abbastanza sicuro, ma avere qualche certezza in più da parte di Daenerys non avrebbe di certo nuociuto.
“Questa non è una caccia al tesoro” disse divertita.
“Io non lo chiamerei nemmeno rapimento” dissi asciugandomi la fronte col dorso della mano
“Difatti è un salvataggio”
“Eppure io non sono libero” la donna sbuffò e con un complesso avvitamento in aria tornò a poco più di un metro di distanza da me. Tirai indietro i capelli che ormai superavano abbondantemente le spalle e la guardai con una smorfia. Lei sembrava divertita da tutto questo e mi fece un cenno con la testa.
“Forza riprend….” ma la sua frase s’interruppe quando un pensate calpestare di zoccoli distrusse la relativa tranquillità del piazzale in cui ci allenavamo.
Era un grosso toro bruno e puntava diritto verso di me, molto più vicino di quanto non pensassi.
Quello che successe dopo non mi fu mai troppo chiaro. Ricordo che venni sbalzato in avanti e che atterrai fra la balle di foraggio per gli animali. Mi voltai e visi Daenerys che finiva spalla a spalla col grosso animale venendo pressata contro la recinzione di legno, sfondandola.
Riuscii a rimettermi in piedi e vidi arrivare alcuni sacerdoti e un paio di guardie.
Adesso era chiaro: quello era uno degli animali sacrificali che venivano cresciuti dall’altro lato delle stalle. Probabilmente era arrivato il grande giorno per quel toro e lui non era d’accordo.
Osservai le persone portare via l’animale e solo a quel punto mi resi conto di una cosa.
Daenerys non si era rialzata. Com’era possibile? Era solo un toro, ed ero certo che non l’avesse calpestata. Mi avvicinai di corsa- almeno una ventina di metri che io avevo fatto volando non si sa bene come- e qui c’era già Edd e un'altra guardia che stavano soccorrendo Daenerys che mugugnava dolorante.
“Cosa?”
“Uff, credo mi abbia rotto almeno una costola” bofonchiò la donna con voce roca, quasi rantolando. Aveva un braccio e il viso graffiati e si reggeva una spalla, stesa ancora fra i resti scheggiati della staccionata, ma quanto meno era cosciente e viva.
Il toro aveva schiacciato la donna fino a caderle addosso, e sotto il suo peso aveva fatto crollare quei tronchi di legno che delimitavano il cortile.
Daenerys era meno resistente di quanto avesse creduto, ma fortunatamente più di un umano.
Mi costava ammetterlo, ma gli asgardiani erano più resistenti di una mezzosangue elfo-gigante.
“Dobbiamo potarla dai guaritori, immediatamente” disse Edd alla guardia e la sollevarono con una delicatezza tale che Daenerys non emise nemmeno un sospiro di più.
Daenerys non era messa molto male ne ero certo, ma se ci fossi stato io?
Mentre la portavano via, mi resi conto di una cosa davvero avvilente: se lei non mi avesse sbalzato via –probabilmente con l’uso della magia- e fossi finito io sotto l’animale, sarei morto.
Già vedevo il mio referto medico: arti rotti o sbriciolati, costole che avrebbero bucato gli organi interni, trauma cerebrale,…. il tutto nel migliore dei casi, sempre.
Dovevo recuperare i miei poteri, a qualunque costo. Ero troppo vulnerabile, al momento. Come avrei fatto a vendicarmi?

Dopo essermi dato una ripulita, andai ad informarmi sulle condizioni di Daenerys e il guaritore mi spiegò che aveva un paio di costole incrinate mentre una era rotta, le si era lussata una spalla che avevano rimesso a posto, diverse escoriazioni superficiali e che aveva ammortizzato il colpo nel collo, cosa che le avrebbe creato forti dolori, ma niente di più, e che adesso la stavano accompagnando nelle sue stanze.
Carico della lieta novella andai subito a parlarne a Rhaegal che stava rischiando una crisi di nervi da ansia e che informò a sua volta Drogon che dava l’impressione di essere sul punto si sbriciolare la stalla in cui dormivano.
Draghi nevrotici e paranoici, altro che creature mitiche. Spesso sono più umani di molte persone di mia conoscenza.
Quando tornai negli appartamenti di Daenerys, la trovai stesa sul divano col torace completamente avvolto da bende che stringeva una strana bottiglia dal profilo molto panciuto, quasi perfettamente circolare, ma abbastanza stretta. Un po’ come una borraccia da viaggio, ma sembrava fatta di un materiale argenteo, come un metallo iridescente che, sinceramente, non mi era noto.
Aveva alcune bende sul braccio sinistro il quale era, a sua volta assicurato al collo.
Aveva il viso arrossato e gli occhi socchiusi, mentre le labbra si muovevano come se cantasse a mezza voce.
Le labbra piene erano piegate in un leggero sorriso e i lineamenti dolci del suo viso erano rilassati come non li avevo mai visti. Nemmeno nei momenti in cui più abbassava la guardia con me, aveva quell’espressione così pacifica.
Quando aprì gli occhi il suo sorriso si affievolì leggermente.
“Ah sei tu….” la sua voce era strana, come se faticasse a parlare.
“Ti senti bene?” chiesi stranito. Mi aveva detto il guaritore mi assicurò che sarebbe tornata  a posto in breve e che i suoi erano acciacchi banali che sarebbero tornati a posto ero una giornata.
In quello stato invece sembrava messa molto peggio.
Poi un forte aroma m’invase le narici e capii.
Daenerys era ubriaca. Presi la bottiglia dalle sue mani e il forte odore di alcol mi colpì con una zaffata poderosa.
“Daenerys…? Perché stai bevendo?” passai l’indice sul collo della bottiglia, macchiato di un liquido dall’aspetto lattiginoso che non conoscevo. Sfiorai il dito con la lingua e il forte sapore mi esplose in bocca, ma nemmeno quello mi era noto. Però era davvero molto pesante, questo è poco ma sicuro.
Si tirò a sedere e mi strappò a sua volta la bottiglia di mano.
“Non sto bevendo” il tuo tono di voce era strascicato, incostante e lamentoso, proprio come un qualsiasi ubriaco.
“Non si direbbe” fece uno strano gesto con la mano e mi sedetti su la poltrona poco distante dal suo divano, aspettando spiegazioni. Tornò a stendersi e a stringere la bottiglia col braccio libero.
“Allora, il fatto di essere una mezzo sangue ha agito in modo insolito sul mio DNA. Tenere la forma “umana” m’indebolisce in modo non indifferente e il mio corpo ne risente. La mia rigenerazione è lenta, quasi quanto quella degli umani. Per non parlare a livello osseo…” prese un altro sorso e allargò le braccia.
“Ma siamo su Alfheimr, non posso andarmene in giro col mio vero aspetto” prese un altro sorso e un rivolo latteo le corse lungo il mento. Se lo asciugò col dorso della mano e tornò a guardarmi.
“Questo non spiega perché tu ti sia ubriacata”
“So perfettamente di essere ubriaca, ma è un effetto di questa roba. Accelera i normali processi di guarigione del corpo umano e lascia anche una bella sensazione di ubriachezza” mi rivolse un sorriso davvero ebete e poi affondò fra i cuscini del divano con un sospiro.
Osservai i profondi graffi sul suo viso e potei notare che aveva ragione. Sembravano vecchi di settimane, buona parte già guariti.
E questa era la mia carceriera. Piuttosto che badare a me, si ubriacava.
Sentii una puntura nello stomaco. Che la mia coscienza si fosse ripresa dopo anni di assenza?
Daenerys si era tuffata per salvarmi la vita, se non mi avesse spinto via, sarei sicuramente morto.
Quasi sicuramente mi aveva salvato solo per evitare che suo figlio morisse, ma sta di fatto che mi aveva salvato la vita, ben due volte, a prescindere da chiunque glielo avesse chiesto, che fosse Thor, come ben credevo o chiunque altri.
Approfittai del fatto che fosse ubriaca per ringraziarla. A quelle parole lei sorrise.
“Dovevo farlo, era mio dovere, Loki”
“Che ne pensi di dirmi chi è il tuo mandante?”
“Sono ubriaca, mica mi hanno fatto il lavaggio del cervello” risi divertito e lei mi rise dietro.
“Ci speravo, ma sei inflessibile anche da ubriaca, eh?” annuì e poi il suo viso si fece serio.
“Sai Loki, io lo capisco come ti senti, è per questo che ho accettato. Essere diversi è molto difficile e il non essere accettati e allontanati da tutti è difficile da sopportare, soprattutto da piccoli. Lo so bene, molto bene è per questo che sono qui, voglio che tu abbia un’altra opportunità. Forse ti riscatterai, forse no, ma non importa, non sarai come Vis….” e il nome che stava pronunciando si perse fra il sonno e le sue labbra.
Solo quando cadde addormentata mi resi conto di aver stretto la mascella e i pugni in una morsa d’acciaio, mentre la rabbia montava dentro di me.
Lei capiva?! Lei sapeva?!
Si, ne ero più che certo.
Cosa ne poteva mai sapere lei? Certo, ne aveva passante tante, ma erano storie ben diverse dalla mia. Lei era un soldato, lavorava al servizio di qualcuno e non sopportavo avesse la presunzione di credersi mia amica o confidente, perché non lo era.
Era la mia carceriera e mi aveva salvato perchè era il suo lavoro e perchè mio fratello gliel’aveva ordinato.
Mi alzai di scatto e aprii la porta, pronto ad andarmene quando parlò di nuovo.
“Loki? Tagliati i capelli….”
“No” risposi secco.
“Allora uno di questi giorni dovrò insegnarti a intrecciarli” e mentre lei farfugliava cose senza alcun nesso logico, sbattei la porta e uscii dal palazzo.


Forse questa capitolo non ha un grande senso ._.”
Solo che volevo mostrare le “debolezze” di Loki e la sua dedizione saltata fuori da Odino sa dove
Non chiedetemi il perché del toro
Non lo so, erano le due di notte e mi piaceva l’idea
Ringrazio Efy come sempre ;)
Spero che questo capitolo vi sia gradito e perdonate i miei errori .-.
Non ho avuto molto tempo per rileggerla ._.”
Baci
The Cactus Incident
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: The Cactus Incident